Domenica 13 settembre 2009 ore 15/18/21
Teatro Dal Verme, Milano
Grandi orchestre e grandi interpreti per la Maratona Classica
Catherine Spaak voce recitante nelle Chansons de Bilitis di Debussy
Posto unico numerato:
un concerto euro 20
due concerti euro 26
tre concerti euro 33
La Maratona Classica del Festival MITO è diventato in questi anni uno degli appuntamenti imperdibili per gli appassionati della musica colta. Domenica 13, infatti, dal primo pomeriggio fino a sera, il meglio del repertorio classico da Beethoven a Hindemith, da Debussy fino all'omaggio a Marcello Abbado, si potrà ascoltare, durante i tre concerti consecutivi, nelle interpretazioni di tre preziose orchestre e ensemble che si alterneranno sul palco del Teatro Dal Verme.
Alle ore 15 Orchestra di Padova e del Veneto con Olli Mustonen direttore e pianoforte eseguirà il Tema con quattro variazioni per pianoforte e orchestra d'archi e "I quattro Temperamenti" per pianoforte e orchestra d'archi di Paul Hindemith, e il Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra op. 37 di Ludwig van Beethoven.
In collaborazione con Serate Musicali Milano
Alle ore 18 la Soirée parisienne sarà tutta dedicata al compositore francese Debussy, e vede la partecipazione di Catherine Spaak, voce recitante nelle, per voce recitante, due flauti, due arpe e celesta su testi di Pierre Louÿs con Andrea Ambrosini alla celesta. L'ensemble strumentale è composto da Fulvio Fiorio e Massimo Mercelli al flauto, Massimo Paris alla viola, Patrizia Tassini e Nicoletta Sanzin all'arpa nell' Arabesque, per due arpe, in programma anche la Sonata per flauto, viola ed arpa e Syrinx, per flauto solo.
Alle ore 21 il terzo ed ultimo concerto è un omaggio alla carriera di Marcello Abbado. I quattro brani scelti dal maestro per sostanziare l'Omaggio resogli dalla terza edizione del Festival MITO Settembre Musica sono opere relativamente recenti, date alla luce fra il 1994 e il 2006, e vi traspare il profondo sorriso esistenziale di questo compositore.
La Sinfonia degli Arrivi, è una evocazione in sequenza invertita dell'arcinota Sinfonia degli Addii di Franz Joseph Haydn, quelle in cui gli orchestrali abbandonano il palcoscenico nel finale. Il Concerto per arpa e orchestra d'archi fu concepito nel 2003 per la solista Maria Gamboz che, per il pubblico del festival, torna a esibirsi come interprete protagonista. Il Concerto per flauto e orchestra è anche in questo caso affidato a un solista di indubbio valore:la flautista croata Dive Franetovich. L'Ostinato, sopra un ritmo della sinfonia del "Signor Bruschino" di Rossini, per pianoforte, archi e percussione è la più datata fra le composizioni in programma che della celebre pagina di Rossini utilizza la sequenza percussiva scandita sui leggii con gli archetti dei violini.
IL concerto è diretto da Vittorio Parisi con l'Orchestra I Pomeriggi Musicali e Marcello Abbado al pianoforte.
In collaborazione con Fondazione I Pomeriggi Musicali
Orchestra di Padova e del Veneto
L'Orchestra di Padova e del Veneto si è costituita nell'ottobre 1966 e, nel corso di quarant'anni di attività, si è affermata come una delle principali orchestre da camera italiane nelle più prestigiose sedi concertistiche in Italia e all'estero.
L'Orchestra è formata sulla base dell'organico del sinfonismo classico e, dalla data della sua fondazione, il suo primo violino è Piero Toso. Peter Maag, il grande interprete mozartiano, ne é stato il direttore principale dal 1983 al 2001.
Alla direzione artistica si sono succeduti Claudio Scimone (dalla fondazione al 1983), Bruno Giuranna (1983-1992), Guido Turchi (1992-1993) e, in veste di direttore musicale, Mario Brunello (2002-2003).
L'attuale programmatore artistico dell'Orchestra è Filippo Juvarra, che collabora con la stessa dal 1984 ed ha contribuito con decisione a dare continuità al profilo artistico e musicale definito (dopo il 1983) da Bruno Giuranna e Peter Maag.
Per questo suo lavoro Filippo Juvarra ha ricevuto nel 2002 il Premio della Critica Musicale Italiana "Franco Abbiati".
Nella sua lunga vita artistica l'Orchestra annovera collaborazioni con i nomi più insigni del panorama internazionale, tra i quali ricordiamo: Accardo, Anderszewski, Argerich, Ashkenazy, Barbirolli, Bashmet, Bream, Buchbinder, Campanella, Carmignola, Chailly, Desderi, Gavazzeni, Goebel, Gutman, Hamar, Hewitt, Hogwood, Kavakos, Koopman, Lonquich, Lupu, Maisky, Melles, Mullova, Mutter, Nanut, Perahia, Perlman, Quarta, Rampal, Richter, Rostropovich, Santi, Shelley, Starker, Stoltzman, Szeryng, Ughi, Vegh, Zehetmair, Zimerman.
L'Orchestra ha dato, attraverso la propria produzione concertistica, un grande impulso alla vita musicale di Padova e del Veneto e, per questo impegno, è stata riconosciuta dallo Stato come l'unica Istituzione concertistico-orchestrale (ICO) operante nel Veneto, e le è stata riconosciuta nel 1994 la personalità giuridica da parte della Regione del Veneto.
L'Orchestra realizza circa 120 concerti l'anno. Anima una propria stagione a Padova e tiene concerti nella regione Veneto, in Italia (per le maggiori società di concerto e festival) e tournée all'estero.
A partire dal 1987 ha intrapreso una vastissima attività discografica; oltre cinquanta incisioni per le più importanti etichette.
Olli Mustonen, direttore
Olli Mustonen occupa un posto unico sulla scena musicale odierna.
Come pianista ha affascinato il pubblico per la tecnica strepitosa e per la genialità d'interprete. Come direttore ha fondato la Helsinki Festival Orchestra ed è Direttore Associato della Tapiola Sinfonietta. In qualità di compositore fa parte di una scuola di musicisti la cui visione è espressa con la medesima vivacità tanto nell'arte dell'interpretazione quanto in quella della composizione ex novo.
Nato a Helsinki, Mustonen ha intrapreso lo studio del pianoforte, del clavicembalo e della composizione all'età di cinque anni. Ha studiato con Ralf Gothoni e, in seguito, pianoforte con Eero Heinonen e composizione con Einojuhani Rautavaara.
Ha suonato in tutte le grandi capitali mondiali della musica, incluse Vienna, Berlino, Amsterdam, Londra, Parigi, Roma, New York e Tokyo.
Si è esibito con le principali orchestre, tra cui: Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, DSO Berlin, London Philharmonic, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Philharmonia Orchestra e la Royal Concertgebouw di Amsterdam.
Ha collaborato con direttori quali: Ashkenazy, Barenboim, Berglund, Boulez, Chung, Dutoit, Eschenbach, Harnoncourt, Masur, Nagano, Salonen e Saraste.
Tra gli impegni della prossima stagione spiccano i concerti con la New York Philharmonic, il Leipzig Gewandhaus, l'Orchestra Filarmonica di Varsavia e l'Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi".
Numerosi anche i suoi impegni come direttore, che lo vedono impegnato in produzioni con l'Orchestra Filarmonica di Helsinki, la NHK Symphony Orchestra e la WDR Symphony Orchester di Colonia.
Attualmente sta compiendo una lunga tournée europea con Steven Isserlis e sarà ospite del Festival di Baden-Baden che gli ha dedicato la rassegna "Artist Portrait of the year".
La sua attività di pianista e di direttore si basa sulla fondamentale esperienza di compositore.
Mustonen sostiene che ogni esecuzione debba sempre destare l'interesse di una prima assoluta e si pone di fronte all'autore trattandolo come un suo contemporaneo. Questa vocazione all'innovazione lo porta a esplorare molte aree del repertorio al di là dei canoni prestabiliti.
Catherine Spaak, voce recitante
Con un fascino quasi aristocratico, l'attrice francese vanta un indiscutibile appeal. Nata nel 1945 a Boulogne-Billancourt da un'illustre famiglia belga che annovera fra i suoi membri anche eminenti uomini politici e artisti, la Spaak, lascia molto presto la sua amata Francia per iniziare la carriera di attrice in Italia.
Suo padre era lo sceneggiatore Charles Spaak, e lei debutterà per il grande schermo a soli quindici anni nel 1960, in Dolci inganni, diretta da Alberto Lattuada; un ruolo rimasto memorabile che ha consacrato una giovanissima Catherine Spaak come "lolita" del cinema. Ha lavorato moltissimo tra gli anni sessanta e settanta e con i più importanti attori e registi del nostro cinema. Da Monicelli a Dino Risi, in molti l'hanno scelta per la sua sensualità ammiccante. Perchè è stata capace di essere sexy e provocante senza mai essere volgare.
Tra i suoi film più importanti dobbiamo citare L'armata Brancaleone, Adulterio all'italiana, La noia e La voglia matta.
La Spaak, sia come attrice e poi anche nelle vesti di conduttrice, ha dimostrato di sapere essere anche divertente. All'inizio degli anni ottanta ha condotto per quasi quindici anni, con un discreto successo di pubblico, il programma Harem in onda su Rai tre, ha curato alcune rubriche per il Corriere della Sera, Tv Sorrisi e Canzoni e, recentemente, ha condotto un programma su sogni e fenomeni extrasensoriali in onda su La 7.
Giovanissima la Spaak ha sposato Fabrizio Capucci e con lui ha avuto una figlia, Sabrina, che lavora in teatro. Poi c'è stato un matrimonio con il cantante Johnny Dorelli e con l'attore Orso Maria Guerrini. In tutta la sua vita l'ex lolita ha scritto quattro libri, tutti molto autobiografici e mai recensiti; di questo la Spaak non dice nulla, preferisce non lasciar mai trasparire cosa pensa davvero.
Qualcuno ha osato definirla fredda, lei dice che è solo molto riservata.
Orchestra I Pomeriggi Musicali
L'Orchestra I Pomeriggi Musicali nacque nell'immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione. Fu il frutto dell'incontro tra due uomini d'eccezione: l'impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo. Il primo pensava ad una formazione da camera con la quale eseguire il repertorio classico, il secondo ad un'orchestra in grande stile che sviluppasse un repertorio di musica contemporanea e d'avanguardia. I due punti di vista trovarono una sintesi nell'Orchestra I Pomeriggi Musicali che fin dal primo concerto, il 27 novembre 1945, accostando Mozart e Stravinskij, Beethoven e Prokofjev, inaugurò una formula coraggiosa che la portò al successo.
La lunga storia dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali non ha mai tradito le linee programmatiche e gli obiettivi ideali lanciati più di sessant'anni fa dai padri fondatori dell'istituzione, e oggi conta uno straordinario repertorio che include i più grandi capolavori del Barocco, del Classicismo, del primo Romanticismo e, allo stesso tempo, molta musica Moderna e Contemporanea. La diffusione popolare di quest'ultima fu avviata puntando sui grandi del Novecento, assenti dai cartelloni concertistici durante la dittatura fascista per motivi politici o di stolta autarchia culturale: andavano da Stravinskij a Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. Oltre naturalmente agli italiani, alcuni dei quali non solo poterono presentare le loro composizioni per la prima volta, ma ne scrissero su commissione dei Pomeriggi: Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi.
La tradizione continuò con quelli delle leve successive: Berio, Bussotti, Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, arrivando agli emergenti dei nostri giorni, Fedele, Francesconi, Vacchi, apparsi nelle ultime stagioni. Grandi compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e recentemente Penderecki, hanno diretto la loro musica sul podio dei Pomeriggi Musicali, un podio che è anche stato, per tanti giovani artisti, un trampolino di lancio verso la celebrità; fra questi Leonard Bernstein e Sergiu Celibidache.
Notevole è poi il numero delle future celebrità che sono state consacrate dai Pomeriggi: un albo d'oro che comprende Claudio Abbado, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi.
Ricordiamo inoltre le importanti presenze di Direttori stabili: Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Gianpiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti e Aldo Ceccato. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica: in questa veste Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino e Gianni Tangucci. Dal 2009 la direzione artistica è affidata a Ivan Fedele, mentre Antonello Manacorda continua a ricoprire il ruolo di Direttore musicale dell'orchestra.
L'Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia, e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l'Orchestra ha conquistato platee internazionali (recentemente in Spagna, Portogallo, Tunisia, Francia, Germania, Svizzera, Turchia e Austria).
Oggi I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale.
Vittorio Parisi, direttore
Nato a Milano ha studiato al Conservatorio "Giuseppe Verdi" pianoforte, composizione e direzione d'orchestra con Mario Gusella e Gianluigi Gemetti e si è poi perfezionato in direzione in Olanda con Kirill Kondrashin.
Ha diretto le principali orchestre sinfoniche e da camera italiane e quelle di numerosi Enti Lirici fra i quali l'Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli, i teatri di Cagliari, Genova, Catania e Treviso, collaborando con registi quali Luca Ronconi, Roberto De Simone, Quirino Conti, Walter Malosti, Giorgio Barberio Corsetti e molti altri. Ha tenuto concerti in Svizzera, Francia, Germania, Stati Uniti, Olanda, Albania, Turchia, Australia e Nuova Zelanda. In particolare ha diretto la Sydney Symphony alla Sydney Opera House e la Auckland Philharmonia; la sua interpretazione della Sinfonia del Nuovo Mondo di Dvorák è stata scelta come primo podcasting sinfonico della Radio neozelandese.
Nel campo della musica contemporanea ha diretto prime esecuzioni assolute di moltissimi compositori, diverse delle quali a lui dedicate, e ha collaborato anche con Berio e Cage. Ha diretto la prima esecuzione pubblica del Don Perlimplin di Maderna e del Sogno di un tramonto d'autunno di Malpiero, la prima scenica del Barrabas di Togni, la prima in epoca moderna del pastiche di Da Ponte L'Ape Musicale e la prima ripresa di Marie Galante di Weill.
Primo direttore dell'Angelicum dal 1984 al 1988, è stato Direttore stabile del Gruppo Nuova Consonanza (Milano) e Direttore artistico e Stabile dei Solisti Aquilani dal 2003 al 2005. Dal 1995 è Direttore artistico e Stabile del Dèdalo Ensemble (Brescia).
Insegna Direzione d'orchestra al Conservatorio di Milano e dalla sua classe sono usciti giovani direttori attualmente impegnati in diversi teatri del mondo. Ha tenuto Master class di Direzione in Australia (Melbourne Symphony Orchestra) e in Albania.