Messa in Musica un ciclo di concerti sul tema che si apre sabato 11 marzo 2023 con la direzione di Raffaele Giordani per il primo confronto tra due Requiem di de Victoria e di Duruflé
QUARESIMA IN MUSICA
Composizioni a confronto
MESSE DA REQUIEM
Tomàs Luis de Victoria, Maurice Duruflé, Gabriel Fauré, John Rutter, Antonio Salieri e Mozart
Basilica SS Bartolomeo e Gaetano Strada Maggiore, 4 Bologna
Sabato 11 Marzo 2023_03_11 ore 20.30
Tomàs Luis de Victoria (ca. 1548-1611)
Requiem
Maurice Duruflé (1902-1986)
Requiem - Op. 9
Coro: I Cantori del Volto
Coro da camera: Vittore Veneziani
Direttore: Teresa Auletta
Organo: Riccardo Quadri
Soprano: Luciana Pansa
Violoncello: Stefano Crepaldi
Direttore Concertatore: Raffaele Giordani
Durata: 80 minuti
Introduzione all’ascolto e confronti
Luca Baccolini, redattore musicale e giornalista
Le due opere presentate insieme per sottolineare come, a quattro secoli di distanza, due compositori tanto diversi per tradizione, possano avere in comune stili compositivi e la convinzione di dare, attraverso la musica, una visione positiva della morte. Duruflé, fedele alla tradizione melodica gregoriana, si rifà, allo stile compositivo musicale di Da Victoria. Entrambi interrompono la tradizione dei Requiem a carattere prevalentemente drammatico, offrendo, viceversa, una visione confortante della morte. Tomàs Luis de Victoria, già con le prime note dell'Officium defunctorum ci trasporta in un'atmosfera di massima concentrazione, intensità espressiva e nobiltà d'ispirazione. Il compositore spagnolo – formatosi all'illustre scuola polifonica romana – ha concepito il Requiem nel 1603 in occasione delle esequie dell'imperatrice-madre Maria d'Asburgo. Nell'opera emerge tutta la ricchezza e la raffinatezza del suo linguaggio, in una composizione maestosa e misurata. La padronanza della tecnica contrappuntistica è assoluta, uno stile elegante e meditativo, originale e personale, segna questo ultimo capolavoro di de Victoria. Coro: I Cantori del Volto Direttore: Raffaele Giordani Maurice Duruflé, importante compositore e organista francese, é poco conosciuto dal pubblico italiano. Il Requiem, composto nel 1947 in memoria del padre, e suo capolavoro, è un'opera delicata, raffinata e affascinante, capace di momenti di grande effetto. Composto in tre versioni, si innesta nella tradizione del Requiem di de Victoria composto cinquant'anni prima. Come per de Victoria la morte non è un motivo del tragico, come nei più famosi Requiem di Mozart, Berlioz o Verdi, bensì un evento cristianamente sereno, che culmina con il mistico In Paradisum. In questa occasione presentiamo la versione per coro, solo, violoncello e organo.
Giovedì 16 Marzo 2023_03_16 ore 20.30
Gabriel Fauré (1845-1924)
Requiem in re minore op. 48
John Rutter (1945)
Requiem
Orchestra: Alighieri Ravenna
Coro: Ludus Vocalis
Organista: Andrea Berardi
Soprano: Anna Rigotti
Soprano: Emilia Ferrari
Basso: Alberto Bianchi Lanzoni
Direttore: Stefano Sintoni
Durata: 80 minuti
John Rutter, come altri, decide di scrivere un Requiem alla morte del padre nel 1993, un'opera che permettesse alla gente di rivivere nella musica i propri ricordi ed esperienze. In seguito ad una ricerca sul Requiem di Fauré, Rutter fu affascinato dalla partitura originale, che ebbe modo di studiare in ogni piega, nel 1993, e ne fu coinvolto al punto da decidere di scrivere lui stesso un Requiem. Per questa ragione le due composizioni sono presentate insieme, l'una direttamente discendente dall'altra, nello spirito e nelle motivazioni, nonché nel respiro sereno e pacifico. Gabriel Fauré ha composto il suo Requiem fra il 1870 e 1890. Scritto per coro e orchestra, è l'opera più lunga e più conosciuta del compositore. Spiccano per bellezza e originalità i brani Hostias, assolo per baritono e le arie del soprano Pie Jesu e Libera Me. Fu un omaggio musicale al padre, scomparso nel 1885. Il Requiem di Fauré diversamente da altre opere del genere, trasmette la sua visione calma, e serena. L'opera fu eseguita al funerale dello stesso Fauré nel 1924. John Rutter è compositore contemporaneo, direttore d'orchestra, editore, arrangiatore e produttore discografico inglese. La composizione è un'ambientazione musicale di parti del Requiem in latino con l'aggiunta di salmi e versetti biblici in inglese, completata nel 1985. È scritta per soprano, coro misto e orchestra o ensemble da camera. Cinque dei suoi sette movimenti sono basati su testo della Messa da Requiem latina. Anche in questo caso l'opera fu scritta per il padre morto l'anno precedente ed esprime profonda uniformità d'intenti musicali ed espressivi. I timpani scandiscono una sorta di marcia funebre nell'iniziale Requiem aeternam, per poi riecheggiare nell'alone mistico del Lux aeterna finale. Un'opera condotta all'insegna della più semplice e assoluta linearità melodica, dove rigore e perfezione tecnica identificano la propria ragion d'essere in un senso di avvolgente bellezza e luminosa spiritualità.
Giovedì 23 Marzo 2023_03_23 ore 20.30
Antonio Salieri (1750-1825)
Requiem in do minore
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Requiem in re minore K 626
Orchestra: Associazione Culturale Messa in Musica
Organo: Luciano d'Orazio
Coro: Jacopo da Bologna
Coro: San Gregorio Magno Ferrara
Coro: Coro lirico città di Faenza
Soprano: Ginevra Schiassi
Mezzo soprano: Loretta Liberato
Tenore: Haruo Kawakami
Basso: Kwangsik Park
Direttore: Antonio Ammaccapane
Durata: 90 minuti
I destini musicali dei due compositori si sono più volte incrociati. L'uno, Salieri, esprime la tradizione italiana, e nel suo Requiem mette in risalto i caratteri espressivi e drammatici della composizione, seguendo le orme della riforma di Gluck. L'altro, Wolfang Amadeus Mozart, esprime lo stile austrotedesco, sempre geniale e caratterizzato dall'impianto sonatistico, l'ampiezza di formato, la ricchezza dell'accompagnamento ai soli e la scrittura riservata all'orchestra. Oscurata dalla fama di Mozart, l'opera del compositore Salieri ha comunque esercitato una certa influenza sui compositori dell'epoca e quelli successivi. Due composizioni che si esaltano in un ascolto abbinato, che permette di coglierne differenze e affinità.
Antonio Salieri, maestro di cappella e compositore ufficiale alla Corte imperiale asburgica, godette in vita di grande fama. Nel 1778 fu un suo melodramma riconosciuto in tutta Europa a inaugurare il Teatro alla Scala di Milano. Concepì il Requiem in do minore per le sue stesse esequie. Opera impregnata di una religiosità solenne, ma serena, si presenta ricca di idee musicali e passaggi carichi di pathos, in una successione di quadri sonori che passano attraverso gli austeri drappeggi corali dell'Introitus iniziale o la temperie pre-romantica del Dies irae, il piglio eroico del Tuba mirum o l'aurea pastorale del Recordare. Il Requiem verrà eseguito per coro, soli, orchestra e basso continuo.
Wolfgang A. Mozart interpreta il confronto dell’uomo con la sua più grande paura: la Morte. Il Requiem, commissionato e scritto nel 1791, in un momento difficile per il salisburghese stremato dalle fatiche e dalla tanto desiderata e sofferta notorietà, (nello stesso periodo scriverà infatti Il Flauto Magico), non sarà mai terminato a causa dell’inaspettata morte dello stesso autore. Alcuni dei suoi allievi più intimi, fra i quali spicca la figura di Franz Xaver Süssmayr, concluderanno la composizione. M o z a r t a v e v a i n d i c a t o i l m o t i v o m e l o d i c o dell’accompagnamento, ove questo non fosse deducibile dalle altre parti, come per Kyrie, Sequentia e Offertorium (con il Lacrimosa che si ferma dopo le prime otto battute sulle parole “homo reus”). È presente un profondo senso di angoscia, come se il compositore avesse paura della morte e del giudizio, conferendo all’opera un colore particolare, scuro e patetico. Nell’Introitus e nelle fughe l’atmosfera che si crea è spettrale e desolata.