Milano: chiude il teatro dei ragazzi della lirica
ADDIO ROSETUM
Un altro pezzo della Milano musicale se n'è andato. Il glorioso teatro Rosetum di via Pisanello 1, trampolino di lancio per generazioni di artisti lirici, non avrà piu' in cartellone opere ed operette.
Dopo 16 anni di successi, con 247 spettacoli prodotti, ho chiuso un ciclo della mia vita con una selezione dell'"Elisir d'amore" che ha visto festeggiati, da un pugno di irriducibili, il tenore Silvano Malandra che sta decollando verso una sicura carriera, la sempre più brava Tiziana Scaciga Della Silva che su quel palcoscenico è nata e da qui ha spiccato il proprio volo, il solidissimo Orazio Mori, unica guest star che mi sono permesso di invitare, in questi ultimi anni, per ruoli molto particolari, nei miei cartelloni sempre aperti solamente al talento di giovani debuttanti.
E questi giovani hanno avuto da Orazio Mori l'esempio di un grande professionista che continua dopo 40 anni di teatro, a calcare le scene nazionale e internazionali, con un bagaglio tecnico impeccabile ed una verve scenica irresistibile.
E c'era anche Camilla Antonini, ex ragazzina del Coro Rosetum - bravissimo con la sua direttrice Debora Mori - che ha improvvisato il ruolo di Giannetta "studiandolo" dalle 19,40 alle 20,30.
L'amico Luis Baragiola, orchestra a due mani che ha fatto miracoli ogni sera sul vecchio, stanco pianoforte a coda del teatro, è stato ancora una volta capace di far dimenticare l'assenza degli strumentisti che, non essendoci buca, non hanno potuto accompagnare i miei spettacoli.
Da vari mesi è stata fatta la scelta di non produrre piu' opere liriche e l'ultimo titolo, guarda caso, è stato "la forza del destino" di Verdi.
Così il pubblico, che ha sempre affollato le mie serate, ha iniziato a disertare quelli che considerava "concerti", proposta che al Rosetum non ha mai avuto seguito se non nell'offerta gratuita del 2 giugno, per la Festa della Repubblica.
Non solo la crisi che da anni pugnala tutto il mondo della cultura che non ha sponsor politici, ma anche la volontà di cambiare l'identità del Rosetum, sala del Centro Culturale Francescano.
Una identità che in futuro vorrà farsi riconoscere piu' attenta a messaggi confessionali.
Personalmente, da credente, non posso biasimare questa scelta.
Ma uno zaino pieno di amarezza me lo sono caricato sulle spalle.
E' pur vero che a noi appartiene il tempo e nel tempo tutto cambia e si modifica perchè ogni cosa, iniziando dall'uomo, nasce e muore.
Questo volta è morto il teatro Rosetum, voluto da Padre Vitricio e reso grande da Padre Demetrio, con la preziosa e appassionata gestione di Rodolfo Rota.
Inaugurato nel 1957 da Maria Callas, il Rosetum è nel tempo diventato il secondo teatro d'opera di Milano dopo la Scala, come piu' volte gli amici della Barcaccia lo hanno definito e considerato gli stessi dirigenti scaligeri che non ci hanno mai negato la loro collaborazione.
Così l'ho ereditato, permettendomi solo di imporre una "novità" che per alcuni anni fu mal digerita dai cantanti lirici professionisti: ho voluto in scena solo giovani debuttanti di talento.
Giovani per i quali ho fondato il mio Laboratorio Lirico Europeo; giovani che oggi portano gloriosamente nel mondo il ricordo del loro debutto al Rosetum come Alberto Gazale che per cinque anni è stato il baritono di questo teatro quando nessuno gli dava credito (sic!), Massimo Cavalletti (ora preso tra Scala e Metropolitan), Carlo Maria Cantoni, Walter Franceschini, Giovanni Parodi, Andrea Mastroni, Daniel Golossov, Federico Lepre, Francesco Meli, Stefano Secco,, Renzo Zulian, Josè Cura, Raffaella Angeletti, Linda Campanella, Serena Daolio, Maria Simona Cianchi, Luz De l'Alba Rubio, Nadia Vezzù, Diana Mian, Anna Maria Chiuri, Miljana Micolic, Elena Serra, Margherita Settimo, Daniela Pini e decine di altri i cui nomi ho inciso nel cuore e nella memoria.
A tutti loro va il mio pensiero, mentre lascio il Rosetum.
Una folla di nuovi giovani di talento mi segue.
Per loro continuerò a fare lo zingaro della musica lirica, su e giu' per l'Italia, sperando, come è fatale per tutti i teatranti, di morire su questa o quella scena, mentre un altro ragazzo della lirica riceve i suoi meritati applausi.
Daniele Rubboli
direttore Laboratorio Lirico Europeo di Milano - tel 02.2842836