Domenica 30 giugno 2013_06_30 (ore 18.00)
AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO, largo Gustav Mahler
UN’ESTATE CON LA MUSICA 2013
LA STAGIONE ESTIVA DE laVERDI
Secondo appuntamento
Maria de Buenos Aires
Musiche di Astor Piazzolla
Libretto di Horatio Ferrer
VEDI IL FOTOSERVIZIO DI "CONCERTODAUTUNNO"
http://www.concertodautunno.it/130630-laverdi/130630-laverdi_1.htm
VEDI IL FOTOSERVIZIO DI "CONCERTODAUTUNNO"
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Un’Estate con la Musica 2013, la stagione estiva de laVerdi, è al secondo appuntamento della settimana d’esordio con un evento a tutto tondo per Milano.
Domenica 30 giugno (ore 18.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, sarà protagonista il tango, con la rappresentazione de Maria de Buenos Aires, tango operita di Astor Piazzolla, composta nel 1967 con il poeta e amico Horacio Ferrer, autore del testo, con Tania Furia (Maria), Ruben Peloni (Cantor), Sergio Valastro (El Duende), Roberta Beccarini e Pablo Moyano (ballerini), Massimiliano Pitocco (bandoneon), per la regia di Marco Chiarini e la direzione musicale di Mauro De Federicis (tutti i dettagli in allegato).
"In quanto protagonista di quest'opera, Maria de Buenos Aires personifica il tango : è nata sulle rive dell'enorme foce del Rio de la Plata; alcuni contadini argentini rifugiati ed innumerevoli immigrati europei a metà del XIX° secolo la portano nei sobborghi di Buenos Aires; aspettando la felicità a cui aspira, la milonga argentina, i ritmi a afro-americani del candombe, la habanera ispano-cubana e le danze europee si confondono per formare un tango multiculturale, col suo incomparabile colore fatto di bandonéon e di strumenti a corde" [Astor Piazzolla]
Per informazioni e prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org.Biglietti: Euro 17,00/12,50/9,00
Maria De Buenos Aires
ed. Warner/Chappel Music Argentina
Tango
operita di Astor Piazzolla
libretto
di Horatio Ferrer
regia
di Marco Chiarini ripresa da Sergio
Valastro
con
Tania Furia Maria de Buenos Aires
Ruben Peloni Cantor
Sergio Valastro El Duende
Roberta Beccarini/Pablo Moyano ballerini
Massimiliano Pitocco
bandoneon
Rosario Mastroserio
pianoforte
Mauro De Federicis chitarra
Marco Felicioni flauto
Daniele Orlando violino
Ornela Koka violino
Laura Pennesi viola
Massimo Magri violoncello
Roberto Della Vecchia
contrabbasso
Alfredo Laviano batteria
Antonio Vitagliani vibrafono
Direzione musicale Mauro De Federicis
Direttore dell’allestimento Mirko De Luca
Fonica Marco D’Eramo
Elementi di scena Michele Modasferi
Segreteria di produzione Alessandra Colangelo
Amministrazione Giacomo Di Marco / Enio Spinozzi
Produzione
Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” - Teramo
(AdriaticIPA - Archeo.S)
La storia Maria de Buenos Aires
è un’opera tango di Astor Piazzolla, composta nel 1967 insieme al poeta e amico
Horacio Ferrer, autore del testo. Viene rappresentata per la prima volta al
Planet Theatre di Buenos Aires nel 1968, diventando da subito un successo
consacrato, qualche decennio più tardi, da Milva e dai Tangoseis che lo hanno reso internazionale.
Il genio musicale di Piazzolla
trova in Maria de Buenos Aires una
delle sue più compiute e straordinarie forme di espressione. E’ il linguaggio
del nuevo tango, che si esprime qui
con elementi originali e innovativi, una fusion tra tango tradizionale e jazz, con l’uso
sapiente delle dissonanze e l’introduzione di nuovi strumenti come la batteria,
le percussioni, la chitarra elettrica.
Maria de Buenos Aires è tutto questo e altro ancora, commistione di
tradizione e innovazione, un monumento al tango, quello che, come dice
Piazzolla, "… se lleva dentro de la piel".
Destinata in origine a una
trasmissione radiofonica, l’opera prende immediatamente la via definitiva della
destinazione teatrale e trae spunto da una leggenda metropolitana argentina del
Novecento, metafora storica della fondazione e rifondazione della città di
Buenos Aires attraverso una atavica e straziante rievocazione del suo passato.
“Maria de Buenos Aires è il tango è il tango è Buenos Aires”, ha scritto Petra
Motta
Metafora e simbolismo permeano
fortemente ogni suo momento, in una efficace e sapiente alternanza tra sacro e
profano. Leit-motiv sempre evocato,
più o meno dichiaratamente, la crisi economica e le nevrosi della società di
tutti i tempi, in un crescendo di emozioni che la musica accompagna e
sottolinea magistralmente fino allo straordinario atto di partenogenesi del
finale in cui la protagonista muore generando repliche di se stessa.
E’ la metafora della città di
Buenos Aires e delle sue infinite storie di vita, di amore e di morte, è la
vita portata in scena nei suoi aspetti più deliranti con tutte le sue
contraddizioni, esaltazioni, emozioni. E’ la vita che si alterna alla morte in
uno scenario lucido e dissacrante ma incredibilmente permeato di religiosità,
forte come solo l’amore può essere, crudele come l’ineluttabilità del destino.
Magistralmente delineata, la
figura femminile della protagonista emerge dal testo di Ferrer senza filtri,
spogliata da ogni protezione, rivelata nei suoi sentimenti più profondi e
inconfessabili. Lei è l’immagine speculare della città con le sue violenze, i
drammi, le leggende e le magie, le allucinazioni di un inferno grottesco
evocato dalle fogne del sottosuolo mentre si consuma un’esistenza disperata
nella visione preannunciata di un futuro ancora da venire ma già,
inesorabilmente, segnato.
La trama Maria, nata in un sobborgo povero di Buenos Aires “un
giorno che Dio era ubriaco”, è una giovane operaia di un’industria tessile.
Irresistibilmente attratta dalla musica del tango ascoltata per strada sulla
porta di un bar notturno, diventa una cantante di tango, finisce per entrare in
una casa di tolleranza e lì muore, ancora molto giovane.
In uno scenario alquanto
surreale, la sua morte è decisa durante una messa nera tenuta da personaggi
malfamati. La sua condanna a morte è anche una condanna all’inferno, e
l’inferno è la città di Buenos Aires, dove vaga il suo spettro. La morte è
anche il ritorno alla verginità, violata dal poeta folletto che la ingravida
con la sua parola. Partorirà una bimba, di nome Maria, simbolo di ella stessa
ma anche della città che rinasce ogni volta.
Intorno a Maria si muovono El
Cantor, un giovane scrittore, El Duende, il folletto con un gruppo di
pittoresche marionette sotto il suo controllo, vari elementi dei sobborghi di
Buenos Aires e degli psicanalisti, spettro della crisi argentina degli anni
Sessanta con gli innumerevoli casi di nevrosi, disperazione e perdita della
propria identità personale, civica e sociale.
E’ il Duende, questa sorta di
demone, che va sulla tomba di Maria e la fa rivivere costringendola di nuova
alla stessa terribile vita che aveva lasciato, così come è un demone il
Bandoneon, che seduce la poverina portandola nel campo del male per la seconda
volta. Intorno si muovono ubriachi, assassini, ladri, prostitute e protettori.
Divisa in due parti di otto
quadri ciascuna, ogni scena evoca luoghi e ambienti malfamati tipici dei
bassifondi di una città di porto con tutti gli eccessi e gli stati d’animo che
le appartengono.
L’analisi
Le scelte vocali e la strumentazione
sono tra le peculiarità di Maria de
Buenos Aires.
Il
colore scuro, sicuramente voluto, della scrittura vocale, dona a tutta l'operita un fascino assolutamente
proprio, tipico del tango.
La
contrapposizione vocale tra voce maschile e femminile, già in uso da qualche
centinaio d'anni, si arricchisce del narratore, con gli inserimenti qua e là
del coro parlato, qui interpretato dai tre personaggi principali.
Diverso
e originale nella drammaturgia dell'opera il ruolo da protagonista del
bandoneon, inteso come uno dei “personaggi” chiave, da interpretarsi
probabilmente come una sorta di omaggio o di riconoscimento a quello che è lo
strumento per eccellenza del tango, e quindi al tango stesso, a sua volta debitore
e inscindibilmente legato alla città di Buenos Aires.
Se
possiamo affermare, come credo, che il bandoneon è il tango, proviamo a
rintracciare in Maria quegli esempi a supporto, come nella prima parte del
Quadro 1, Alevare, riferita non solo
all'anacrusi tipica del tango, musicalmente parlando, ma anche alla posizione
di attesa dei ballerini prima che il musicalizator (dj nel tango) faccia
partire la musica.
Tutti
gli elementi, musicali e non, presenti nell’operita,
riconducono al tango!
Con
uno stile del tutto anticonvenzionale sono presenti anche riferimenti più o
meno espliciti alla “musica colta”. Elementi che emergono al primo ascolto,
l'incedere quasi ossessivo di progressioni armoniche che ci riconducono alla
musica barocca, ritmi ostinati e persuasivi, l'avvicendarsi di danze (tango,
milonghe, valzer, habanera) e forme come la fuga, la romanza, la toccata....
Del
ritmo, elemento centrale del tango, Piazzolla diceva: “Le mie accentuazioni
ritmiche, tre più tre più due, sono simili a quelle della musica popolare
ebraica”. Questa formula, 3+3+2, la troviamo ovunque nei lavori del musicista
argentino, dalla Maria, ad Adios Nonino fino alle tre Cammorre, pur nella loro diversità
stilistica e formale.
Non
mancano, nell'operita, spazi
improvvisativi voluti dallo stesso autore, nel ritmo in primis ma anche nel voicing
accordale, specialmente nella parte della chitarra, un po' alla maniera del
jazz, ma diversamente nella pronuncia.
Senza
dilungarci oltre, se è vero come è vero
che Astor Piazzolla è stato il compositore – bandoneonista più famoso di
tango, oltrechè il più prolifico, è altrettanto centrale il connubio Piazzolla
/ Ferrer, vincente non solo per il concepimento di Maria de Buenos Aires, ma anche di opere ugualmente straordinarie
come Balada para mi Muerte, Balada para un loco (bellissime le
versioni di Astor con Milva), Chiquilin
de Bachin, La bicicleta blanca,
tanto per citarne alcuni.
A
questo punto, resta solo da augurare buon ascolto con un solo suggerimento,
quello di lasciarsi andare al gioco misterioso e affascinante di Maria tra surreale e realtà, mentre la
musica scorre dalle orecchie al cuore, senza cercare una ragione ai tanti
perché che forse, volutamente, sono e devono rimanere senza risposta alle
domande che l’opera suscita mentre il dubbio e l’illusione diventano compagni
di viaggio.
“
Maria è Buenos Aires?” , “ Maria è il tango?” , “ Maria è una prostituta?” , “
Maria è un viaggio tra vita, morte e risurrezione?”
Le
domande restano tutte lì, sospese in una dimensione sovrannaturale che non può
essere spiegata, accompagnate da una musica che ti entra nell’anima e non ti
lascia più.
PRIMA PARTE
QUADRO 1: Alevare
Alevare
è il gesto di avvio nell’esecuzione del tango, qui con funzione di brano d’ouverture E’ notte, e l’ambientazione è
il cortile interno di un quartiere di immigrati a Buenos Aires. Arriva El
Cantor, giovane scrittore squattrinato in cerca di un alloggio poco costoso.
Dalla porta di un bar poco lontano giunge la musica di un tango che lo ispira a
scrivere la storia del Duende, uno spirito birichino e malvagio che rappresenta
l’anima di Buenos Aires. Improvvisamente diventa una figura visibile e a sua
volta evoca la figura fantastica di Maria.
QUADRO 2: Tema de Maria (Tema di Maria -
strumentale)
El
Cantor si immedesima sempre più nella drammatica realtà di vita che lo circonda
sprofondando fino in fondo nel suo immaginario. Dalla musica del tango gli
appare Maria che accorre alla chiamata del Duende e si materializza
QUADRO 3A: Balada renga para un organito
loco (Ballata lenta per un organetto impazzito)
L’immedesimazione
del Cantor con il suo immaginario lo porta a una sorta di dissociazione che lo
fa vivere in due mondi paralleli: El Duende e Maria diventano sempre più reali.
El Duende inizia a raccontare la storia di Maria insieme alle voci di un
Payador, un giullare, e degli uomini di malaffare che tornano dal mistero
QUADRO 3B: Yo soy Maria (Io sono Maria)
Sorprendendo
tutti, Maria comincia a parlare presentandosi alla sua maniera: “Io sono Maria
de Buenos Aires, non credete che sia io? Maria dei bassifondi, Maria notte,
Maria passione fatale…” ma, non potendo le persone presenti nel cortile vedere
le figure fantastiche evocate dal Cantor, ogni suo atteggiamento non riesce a
essere condiviso.
QUADRO 4: Milonga carrieguera (3) por Maria
la nina (Milonga a Carriego per Maria bambina)
Maria
si racconta. Viene evocato un Passero
Sognatore (Porteno Gorriòn con Sueno) che la corteggia dedicandole una poesia.
Nonostante la reciproca attrazione e la voglia di lasciarsi irretire dall’
appassionato corteggiamento, lei cede alle forze oscure e si allontana da lui
quasi a non volerlo coinvolgere nel suo tragico destino. Lui la punisce
condannandola ad ascoltare per sempre la sua voce veemente nella voce di tutti
gli uomini
QUADRO 5: Fuga y misterio (Fuga e mistero –
strumentale)
El
Cantor, preso dal suo mondo fantastico, ignora la terribile realtà che lo
circonda. Maria, in preda ad allucinazioni, fugge verso la notte e attraversa
silenziosa la città. El Duende assiste impassibile
QUADRO 6 : Poema valseado (Poesia in stile
di valzer)
Nuovamente
evocata dal Cantor, ricompare Maria accompagnata dal bandoneòn, da cui è
attratta e per colpa del quale è caduta in basso. Con il suo canto racconta la
sua conversione alla vita oscura, cioè alla vita contemporanea e alle sue
modernità, e il suo cedimento alle forze
tentatrici
QUADRO 7: Tocata rea (Toccata dell’accusa)
Ostile
a Maria per il suo desiderio di vita, El Duende lotta con la sua voce
interiore, impersonata dal bandoneòn, e riflette sulla vita, l’amore, la morte.
E’ il celebre duello tra El Duende e il bandoneòn, diventato un personaggio a
tutti gli effetti
QUADRO 8 : Miserere Canyengue de los
ladrones antiguos en las alcantarillas (Miserere Canyengue dei vecchi ladri
nella fogna)
In
un’atmosfera allucinata El Cantor continua a vivere nel suo sogno dove
compaiono ora gelosia e violenza. Maria scende nelle fogne dove il Ladròn
Antiguo Mayor condanna la sua Ombra all’inferno eterno, quello della città,
della vita, mentre il suo cuore muore lasciando il corpo della donna in balia
dei Ladrones e delle Madamas (ladri e tenutarie). La chitarra accompagna il
canto mentre gli strumenti interpretano i cori parlati delle Madamas e dei
Ladrones
SECONDA PARTE
QUADRO 9 : Contramilonga a la funerala por
la primera muerte de Maria (Contramilonga al funerale per la prima morte di
Maria)
E’ una
milonga lenta con funzioni di recitativo. El Duende piange per la morte di
Maria e descrive il funerale con gli esseri delle tenebre
QUADRO 10 : Tangata del alba (Tangata
dell’alba – strumentale)
Sepolto
il suo corpo, l’ombra di Maria vaga dispersa per la città. El Cantor prende
coscienza della sua dissociazione tra mondo reale, crudo, quello del cortile, e
mondo immaginario. Reagisce rintanandosi nella scrittura
QUADRO 11 : Carta a los arboles y a las
chimeneas (Lettera agli alberi e ai camini)
Sempre
più confusa, l’Ombra di Maria, timorosa dell’abbandono e, soprattutto, di
essere dimenticata, piange e comunica il suo profondo desiderio di vita in una
lettera scritta agli alberi e alle ciminiere della sua città
QUADRO 12 : Aria de los analistas( Aria
degli psicanalisti)
Ora
l’Ombra di Maria vaga nel circo degli psicanalisti, dove le vittime sono
carnefici e i carnefici vittime. Provocata dal Primo Psicanalista, esegue un
numero per liberarsi dei ricordi della famiglia, del primo bacio, ma sono
ricordi che lei in realtà non ha. E’ la satira della moda in voga nella Buenos
Aires degli anni ’60, quando l’intera città doveva essere psicanalizzata
QUADRO 13 : Romanza del Duende poeta y
curda (Romanza dello spirito inebriato e poetico)
Il
pianoforte accompagna El Duende che, perse le sue tracce, si trasforma in un
essere umano, l’oste del bar del cortile, ubriaco.. Attraverso Tre Marionette,
in realtà tre avventori della bettola, El Duende incita Maria, disperatamente,
a scoprire il mistero del concepimento
QUADRO 14: Allegro tangabile (strumentale)
Le
Tre Marionette, ubriache, i loro compari, alcuni puttini e un piccolo
campionario di dubbia umanità vagano come impazziti per Buenos Aires in cerca
del seme del concepimento da dare all’Ombra di Maria. In un’atmosfera sempre
più delirante, le donano il miracolo della fecondità
QUADRO 15 : Milonga de la anunciacion
(Milonga dell’annunciazione)
Perfettamente
consapevole delle aspirazioni terrene e materiali degli uomini Maria, ora puro
spirito, canta le sue pene d’amore e il suo desiderio di procreare e si
abbandona alla rivelazione della fecondità
QUADRO 16 : Tangus Dei Ormai
All’alba
di una domenica, l’Ombra e una Voce della Domenica percepiscono una strana
realtà: in cima a un edificio in costruzione, l’Ombra di Maria partorisce una
bambina. Ormai consapevole delle crude e violente realtà terrene, El Cantor
vive la domenica della creazione. Il coro delle Impastatrici di Taglierini e
dei Muratori Maghi è spaventato perché non è un Bambino Gesù. E’ un’altra
Maria? E’ Maria stessa resuscitata? O è un’altra? Tutto è concluso o è solo
l’inizio? Sul salmodiare del Duende, le voci confluiscono nel tema di Maria,
lontana come il mistero che rappresenta, inspiegabile come il viscerale legame
con la città, sconosciuta come l’al di là. E’ il riconoscimento finale del
ciclo della vita.
Tania Furia (Maria) nasce a Milano nel 1979. Fin da giovane si avvicina al mondo
teatrale e della musica. Nel 1998 e nel 1999 frequenta il corso di teatro del
regista Marco Rampoldi portando in scena Svanevit di Strindberg (dove sarà la
matrigna cattiva) e “Le Cognate” di Michel Tremblay, nel personaggio di
Germaine, la protagonista isterica e boriosa, presentato come commedia musicata
con canzoni cantate dal vivo su musiche e testi di Alessandro Carlà.
Nel 2004 è corista nella band di Malika Ayane the Columbia's Birthday Orchestra.
Dal 2008 prende lezioni di tecnica vocale con la soprano Silvia Chiminelli, riuscendo in poco tempo ad educare la sua calda e potente voce che trova facile espressione nei ritmi del jazz, della bossa nova, soul e blues arricchendo le sue peformance di forza interpretativa e improvvisazione vocale.
Nel 2004 è corista nella band di Malika Ayane the Columbia's Birthday Orchestra.
Dal 2008 prende lezioni di tecnica vocale con la soprano Silvia Chiminelli, riuscendo in poco tempo ad educare la sua calda e potente voce che trova facile espressione nei ritmi del jazz, della bossa nova, soul e blues arricchendo le sue peformance di forza interpretativa e improvvisazione vocale.
E'
presente sulla scena musicale milanese con due progetti acustici: con il duo FuriaScrignoliDuo
(accompagnata dalla chitarra di Valerio Scrignoli) e il trio JustForThree
(chitarra Rino De Patre e basso di Antonio Scrignoli) con repertorio jazz e
bossa nova nel primo e di musica italiana e straniere nel secondo, cantando in
italiano, inglese, francese, brasiliano, spagnolo.
Dal
2010 è ospite fissa dei concerti di inaugurazione dell’anno giudiziario del
T.A.R. di Milano al Teatro dal Verme di Milano e all’Istituto dei ciechi di
Milano accompagnata al piano ma anche da due arpe, riscuotendo grande
approvazione di pubblico e di critica. Nel marzo 2012 duetta con il tenore Nicola
Pisaniello. Nel 2011 partecipa al web contest Popmeup contest, posizionandosi
tra gli 8 finalisti e al Melody Festival di Bolghery per la rassegna Musica&vino
al Mariva di San Vincenzo in Versilia. Partecipa ai casting di XFactor 5 2011
dove viene selezionata per gli Home Visit tra i 6 finalisti della categoria
degli “Over 25”. Nel febbraio 2012 viene scritturata per la Maria de Buenos Aires del
Teatro Primo Riccitelli di Teramo nel ruolo di Maria. Nel maggio 2012 è in onda
in prima serata su Rai 1 nel programma musicale “Punto su di te”. Dal 2012
collabora con Chris Venola, dj ligure, alla stesura di melodie e testi, di
breve uscita un album di Venola dove saranno presenti tre featuring con lei. Tra
le sue collaborazioni musicali:Antonio Scrignoli, Malika Ayane, Valerio
Scrignoli, Gabriele Boria, Daniele Longo, Simone Daclon,Daniele Longo, Mattia
Mancuso, Roberto Rimoldi, Ermanno Principe, Fabio Buono, Alessandro Diaferio,
Michele Fazio, Dario Gentile, Gino Carravieri, Bruno D’Ambra, Anjali
Perinparaja, Neal Century, Ida Furia, Stefano Berto, Adolfo Valente, Alessandro
Lupo Pasini, Nicola Pisaniello, Rino De Patre, Chris Venola.
Tania Furia è un’artista poliedrica: dipinge, lavora la creta, modella (ha posato anche per i fotografi Giovanni Altana e Livio Moiana).
Tania Furia è un’artista poliedrica: dipinge, lavora la creta, modella (ha posato anche per i fotografi Giovanni Altana e Livio Moiana).
Rubèn Peloni (
Cantor) Nato a Cañada de Gòmez, in
Argentina. Nel 1998, mentre si
laurea in Architettura, inizia gli studi di canto col maestro Ruben Coria e un
anno dopo comincia il percorso nel tango con due formazioni della città di
Rosario: “Tritango” e “Yunta Brava”. In Italia dal 2002 ha costituito “El
Esquinazo” insieme al chitarrista e compositore argentino Adrian Fioramonti. Da
allora ha collaborato con importanti ensemble come l’Orchestra Tipica Alfredo Marcucci, Tango
Tinto, Hyperion, Lo que Vendrà,
realizzando concerti in Italia ed Europa. Dal 2004 condivide diversi progetti
musicali con il noto pianista argentino
Hugo Aisemberg. Dal 2009 collabora
con il premio Oscar Luis Bacalov nello
spettacolo “Mi Buenos Aires Querido”,
scritto e musicato da Bacalov, con regia di Carlos Branca. E’
regolarmente invitato come cantante solista a importanti manifestazioni:
Concerto “Astor Piazzolla, lo spirito del Tango” al Teatro Rossini di Pesaro
con l’Orchestra d’archi di Pesaro e l’ensemble Novitango; Teatro “Piccolo
Arsenale” di Venezia col quintetto “Q5Tango” e il bandoneonista Marcelo
Nisinman; concerti con l’Orchestre
des Pays de Savoie, con l’Orchestra Sinfonica di Budapest, con l’Orchestra
Sinfonica di Bari; ha cantato in “Maria de Buenos Aires” al Teatro Greco di
Taormina e con l’orchestra del Conservatorio di Vicenza. Ha partecipato in
diversi progetti discografici: Tango
Tinto “Ojos Negros” (2007); Lo que
Vendrà “A Bailar” (2010); Ensemble
Hyperion “Tango, epoca de oro” (2011); Alma
Migrante “Mi Gran Tango” (2011); Santo
Remedio / TANGOS insieme al pianista argentino Pablo Woizinski (2012)
Sergio Valastro (
El Duende), dopo aver frequentato
nella sua città natale il Corso
triennale di avviamento al teatro "Umberto Spadaro " di Catania ,
diretto dal maestro Giuseppe Di Martino, muove le prime esperienze all'interno
del teatro stabile catanese al fianco di nomi quali Giulio Brogi, Ferro, Sebastiano Tringali, Guia Jelo,
Alessandra Costanzo, R . Beranardi.. Si traferisce a Parigi dove incontra Annie
Fratellini che lo vuole nel ultimo spettacolo " Concerto per un Clown
"e lavora nel suo circo come clown-trapezzista.
Studia mimo corporale all'atelier belleville con Ivan Baciocchi e Robert Bennet .
Dopo qualche anno ritorna in Italia, incontra e studia
con Rena Mirecka del living teather; a Reggio emilia frequenta
la scuola di commedia dell'arte diretta da Antonio Fava. Con Judith Malina ed
Eugenio Barba crea uno spettacolo itinerante per il castello di Scilla e nel
frattempo frequenta a Roma il seminario permanente sul metodo Stanislavsky
/Strasberg, di Francesca De Sapio, che si trasformerà in una solida e duratura
collaborazione.
Torna al teatro classico con "L'edipo re
"diretto da Gabriele Lavia, seguono lavori con Dario Fò, Antonio Catania,
Marina Massironi, Francesca De Sapio, Daniele Falleri.
Per la televisione lavora con registi tra i
quali Virzì per la pubblicità Telecom, Bellocchio per Monte dei Paschi
di Siena, Miniero e Genovesi per Ferrarelle
Massimiliano Pitocco ha iniziato lo studio del bandoneòn nel 1994 dedicandosi al Tango e in
particolare alla musica di A.Piazzolla; è stato per anni il primo
Bandoneonista in Italia e il primo a suonare la musica di A.Piazzolla con il
Bandoneòn. Nel ‘95 fonda il “Deux Tango” con il pianista Rosario Mastroserio,
nel 1998 il quartetto "Four for Tango".
Ha suonato
in qualità di solista con orchestra nei più importanti teatri di tutto il mondo come quello di Monaco, Francoforte, il Concertgebouw di Amsterdam,
Bruxelles, Amburgo, Vienna, Parigi, Budapest,
Konzerthaus di Berlino, la
Tonhalle di Zurigo e Lucerna, Città del Mexico, Sydney,
Tokyo, EAU, San Paolo di Brasile, USA, il Parco della Musica a Roma, il Goldoni
di Venezia, la Pergola
di Firenze, la Sala Verdi
di Milano, il Massimo e il Biondi di Palermo,
il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna etc.
Grande interprete di
“Maria de Buenos Aires” di Piazzolla, nel 2002 l’ha suonata e diretta in
Svizzera con grande successo di pubblico e di critica.
Ha collaborato e collabora con grandi musicisti e attori quali Milva, Bacalov, Morricone, G.Kremer, Piovani,
Capossela, Placido, Mastelloni, D.Riondino, M.A.Zotto, L.Castro. Ha registrato
numerose colonne sonore per film di cinema e televisione e inciso diversi CD
per le case discografiche Dynamic, Sculture d' Aria, Riovoalto-Ducale, Wide,
Azzurra e MAP.
Rosario Mastroserio,
pianista pugliese di grande versatilità, ha tenuto concerti a Parigi, Vienna,
Washington, Città del Messico, Buenos Aires, Singapore, Toronto, New York,
Dubai, Varsavia, Stoccolma... Ha inciso diversi dischi in duo e con il Four for
Tango, con particolarissimo riferimento alla musica di Astor Piazzolla. Già professore ospite in Vermont ( USA), è docente
titolare di pianoforte al Conservatorio N. Piccinni di Bari.
Mauro
De Federicis (chitarra e direzione
musicale) Dopo il diploma in chitarra, in strumentazione per
banda e gli studi di composizione, ha collaborato con diversi artisti tra cui
Milva, Paolo Fresu, Bob Mintzer, D.D. Bridgewater, Fabrizio Bosso, Art
Van Damme, Franco Cerri.....
Ha
suonato alla Carnegie Hall di New York, Operhouse di Vienna, Palau de la Musica
Catalana
di Barcellona, Orchard Hall di Tokyo, Concertgebow di Amsterdam, Teatro
St.
Martin di Buenos Aires, Piccolo di Milano... oltre a numerosi festivals.
Ha inciso per la Fonè , Abeat Records,
Philology, Wide Sound, Aura Music....
E’
docente di Teoria, Solfeggio e Dettato Musicale e chitarra jazz al triennio
superiore
al
Conservatorio Statale di Musica "G.B. Pergolesi" di Fermo.
Marco Felicioni
è docente di flauto, ricercatore e collezionista di flauti storici ed etnici.
Diplomato in flauto al Conservatorio di Pescara, si è laureato in Discipline
Musicali con il massimo dei voti e la lode. Si è perfezionato con James Galway,
Angelo Persichilli, Raymond Guiot, Maxence Larrieu, Alain Marion. Vincitore di
vari concorsi nazionali e internazionali, si esibisce in Italia e all’estero.
Dal 1997 al 2010 è stato Primo Flauto dell’orchestra del Teatro “Marrucino” di
Chieti. Ha inciso più di 20 cd, registrando per il cinema, Rai, RaiSat, Canale
5.
Daniele Orlando, violinista, ha studiato con Denes Szigmondy, allievo di Z.
Francescatti, C. Flesch ed intimo amico di Béla Bartòk. In seguito si è
perfezionato con Ana Chumachenco e Boris Kuschnir.
All’età di 17 anni, il debutto nei principali Teatri
Abruzzesi diretto da Donato Renzetti. In seguito si esibisce con il Concerto di
L. van Beethoven, J. Sibelius, F. Mendelssohn, W. A. Mozart e col Concerto per
violino, pianoforte e archi di E. Chausson con Bruno Canino. Primo violino
dell’Officina Musicale diretta da Orazio Tuccella, è stato membro della Gustav
Mahler Junged Orchester, della European Union Youth Orchestra e dell' Orchestra
Mozart diretta da Claudio Abbado.
Ornela
Koka si è diplomata brillantemente in Violino al Conservatorio di Avellino
e successivamente si è laureata con il massimo dei voti e la lode in Discipline
Musicali.. Perfezionatasi con Franco Mezzena, Francesco Manara e Salvatore
Accardo, svolge un’intensa attività concertistica con gruppi cameristici e con
orchestre sinfoniche, collaborando con artisti di fama internazionale. Ha
inciso per Naxos, Velet Luna, Cd Classics. Dal 2001 al 2010 è stata Concertino
dei Primi Violini nell’Orchestra del Teatro “Marrucino” di Chieti È docente di
Violino presso l’Accademia Musicale Pescarese.
Laura Pennesi, violista, svolge attività concertistica in Italia ed
all’Estero come solista, in duo e in varie formazioni cameristiche. E’
fondatrice insieme a Cinzia Pennesi dell’Orchestra Accademia della Libellula
con la quale ha svolto numerosi concerti insieme a solisti prestigiosi.
Collabora con le orchestre più importanti e ha suonato alla III Cumbre Mundial
del Tango che si e' svolta a Montevideo (Uruguay)
Massimo Magri
svolge intensa attività concertistica come solista e in formazione cameristiche
sia in Italia che all’estero. Per vent’anni con I
Solisti Aquilani ha partecipato a tournee in giro per il mondo e inciso con le
principali etichette discografiche. Ha collaborato inoltre con il
Quintetto Italiano, il Quartetto della Scala, esibendosi in sale ed in luoghi
prestigiosi tra i quali il Palazzo Reale a Madrid, la Beethoven Hall a
Bonn, Schönbrunn a Vienna o l’Auditorium del
Gugghenim e la Carnegie
Hall a New York. Titolare
della cattedra di Violoncello, è attualmente Direttore del Conservatorio di
Musica ”L. D’Annunzio” di Pescara.
Roberto Della Vecchia ha intrapreso lo studio del
contrabbasso con V. Bellini perfezionandosi poi all’Accademia Stauffer di
Cremona con F. Petracchi. E’ tra i fondatori dell’Italian Big Band. Ha
all’attivo concerti in Canada, Stati Uniti, Germania, Francia, Emirati Arabi
Uniti, Ungheria, Argentina, Polonia, Serbia e Montenegro, Ecuador, Brasile e
Venezuela, Uzbekistan. Collabora con Ennio Morricone e la Roma Sinfonietta ,
l’Orchestra di Roma l’Officina Musicale e l’Orchestra Città Aperta con cui
incide colonne sonore per il cinema. Nel 2005 fonda il Quintetto Bottesini,
ensemble in cui si esibisce come solista pubblicando anche un cd per il mensile
Amadeus. E’ docente al Conservatorio di Musica di Rodi Garganico.
Antonio Vitagliani si diploma in strumenti a
percussione al Conservatorio dell’Aquila “A. Casella” con M. Iannaccone. Si
perfeziona successivamente con Tomassetti, Caggiano, Freedman. Collaborain un
trio Jazz con la Art
Television (Tv Araba) e con varie orchestre ed enti musicali.
Esegue concerti in varie rassegne. Nel 2003 si diploma in musica jazz con P.
Pecoriello conseguendo anche il diploma accademico di II livello in
percussioni. Attualmente è docente di percussioni nelle scuole medie a
indirizzo musicale.
Alfredo Laviano nel '94 si diploma in percussioni. Le sue
collaborazioni spaziano dalla musica contemporanea al Jazz, dalla musica etnica
alla world-music al Teatro e sonorizzazioni di film. Suona con Karl Potter,
Massimo Manzi, Renzo Ruggirei, Felice Del Gaudio, lo scrittore Michele Serra,
Mara Baronti, Angela Malfitano, Geoff Warren, Carla Bley, Steve Swallow, Paolo
Fresu, Tenores de Bitti, Enrico Rava,...Suona
in numerosi festival sia in Italia che all'estero. Incide per Splash Records, Idealsuoni, Wide
Sound, EMI, World Music, Dodicilune, CCn'c Records.
Pablo Moyano e Roberta
Beccarini sono stati protagonisti
dello spettacolo “Momenti di Tango” della compagnia di Raffaele Paganini in
tournè nei principali teatri italiani. Sono
integranti del nuovo spettacolo di Miguel Angel Zotto “Zotto in concerto” che
ha debuttato al Teatro Petruzzelli di Bari e in tournè nella stagione estiva e
invernale 2012/2013.
Tengono
stabilmente corsi a Roma dove dirigono la loro scuola “Tango al piso” che si caratterizza per
l’insegnamento del tango salon. Sono invitati a stage ed esibizioni in
festival, eventi e milonghe in Italia e all’estero.