La musica come “arte eloquente”
Beethoven tra musica, parola e scena
Ciclo di incontri a cura di Enrico Reggiani
(Università Cattolica del Sacro Cuore)
venerdì 26 febbraio 2021_02_26, ore 21
“Sempre più semplice”: esiste il “linguaggio musicale” beethoveniano?
giovedì 18 marzo 2021_03_18, ore 18
“Svaniscono lo spazio e il tempo”: Beethoven e il Lied
martedì 13 aprile 2021_04_13, ore 18
“Tutto è mutato in me e intorno a me”: l’utopia intermediale del “Fidelio”
venerdì 7 maggio 2021_05_07, ore 18
Quale musica per T. S. Eliot? Suggestioni beethoveniane
interviene la Prof. Savina Stevanato
(Università degli Studi Roma Tre)
“Beethoven […] concepiva sonate e sinfonie come arte ‘eloquente’ e ‘rappresentazione di caratteri’ mediante i suoni”. Così, in Beethoven e il suo tempo (1990), il grande musicologo tedesco Carl Dahlhaus (1928-1989) sintetizzò i presupposti linguistico-comunicazionali dello “stile sinfonico” del Genio di Bonn, del quale anche nel 2021 proseguono le celebrazioni del 250° anniversario della nascita.
Tale approccio, che sembra presupporre l’esistenza di un “linguaggio musicale” beethoveniano modellato sul linguaggio verbale, può essere applicato alla sua produzione con testo verbale? Nella valutazione del rapporto di Beethoven con il linguaggio verbale e con la letteratura coeva, basta adottare la prospettiva di Walter Riezler, che, nel suo celebre saggio, scrisse che “Beethoven non ha bisogno della parola, per essere chiaro”? Come ha recepito la produzione letteraria degli epigoni il rapporto di Beethoven con la parola e con le arti della parola?
In continuità con le precedenti serie di incontri (tutte reperibili in youtube) proposte presso la Casa della Cultura nel 2016 (La musica (classica è cultura. Sei pilastri del canone cultural-musicologico europeo tra 18° e 20° secolo), 2017 (1917: i linguaggi della musica. Sei protagonisti della scena cultural-musicologica di un secolo fa), 2018 (Tre secoli di pianoforte: linguaggi, culture, economie) e, soprattutto, 2020 (#BTHVN2020. Ludwig van Beethoven nel 250° della nascita), ognuno dei quattro appuntamenti di questo ciclo si concentrerà su un aspetto pertinente dell’esperienza beethoveniana. Ciascun aspetto verrà esemplificato mediante l’“ascolto cultural-musicologico di una composizione che verrà esaminata per evidenziarne quanto Lawrence Kramer, uno dei massimi esponenti della Cultural Musicology, ha definito “musical subjectivity in history”. Obiettivo ultimo del ciclo è far sperimentare ai partecipanti una fruizione musicale culturalmente consapevole e un approccio interdisciplinare ai brani musicali proposti che consenta di individuarne ed interpretarne le principali componenti cultural-musicologiche.
Il ciclo in oggetto è rivolto a studenti universitari, ad allievi delle varie istituzioni musicali, a docenti di discipline musicali negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, a musicisti e musicologi di ogni età e a tutti gli appassionati musicofili con le più diverse competenze professionali e/o amatoriali.
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