anche la violenza. Già, perché di una tragicommedia si tratta e proprio i
tratti tragici e la combinazione virtuosistica di elementi diversi messi
in/nel gioco rendono perfetta questa commedia. Lo spettacolo apre l'anno
2009 del Teatro Libero di Milano.
in scena sino al 18 gennaio 2009
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ANFITRIONE di Molière
Regia Antonio Zavatteri
traduzione Patrizia Cavalli
con Antonio Zavatteri, Alberto Giusta, Aldo Ottobrino, Roberta Andreoni,
Mariella Speranza, Massimo Brizi, Federico Giani
scene e costumi Laura Benzi
luci Sandro Sussi
organizzazione Paolo Zanchin
Produzione Compagnia Gank / Teatro sociale di Stradella in collaborazione
con il Teatro Stabile di Genova
Prenotazioni al tel. 02.8323126
email: biglietteria@teatrolibero.it
Invaghitosi della bella Alcmena, casta moglie del re di Tebe Anfitrione,
Giove scende dall`Olimpo e le si presenta con indosso l`armatura del marito
di ritorno dalla guerra; mentre il fedele Mercurio, assunte le sembianze di
Sosia, il servo del re del quale corteggia la moglie Cleante, fa la guardia
alla porta del palazzo in cui si consuma la divina notte d`amore, nel corso
della quale fanno però ritorno a casa anche il vero Anfitrione e il vero
Sosia. Una questione di corna, anche se di corna "divine", diventa così
attraverso l`arte del teatro di tutti i tempi un discorso sull`esproprio
dell`identità e sull`arroganza dei potenti.
Muovendo da questa situazione plautina, Molière costruisce una commedia
dalla travolgente comicità che ha il suo culmine nella varietà di toni dei
numerosi faccia-faccia tra gli Dèi e gli uomini. Un affare di corna, e di
corna "divine". Quindi gli Dei in combutta contro gli uomini, che per
soddisfare le proprie pulsioni, non esitano ad esercitare violenza, a
mentire sulla propria identità e soprattutto ad espropriare l'identità dei
propri avversari; e gli uomini privati del proprio essere e quindi resi
"nulla" dall'esercizio di prevaricazione ed arroganza dei potenti, tema
ineluttabile ed eterno. Anfitrione è un grande gioco tra il reale e il suo
doppio, la finzione, e dunque oltre ad essere, come ogni grande opera,
oggetto di indagine sulla vita e sul comportamento umano è anche una
riflessione sul teatro. Non a caso dopo Plauto e Molière anche Von Kleist ha
affrontato questa celebre storia con i suoi proverbiali personaggi, e anche
noi, come loro affascinati, cerchiamo di reinventare e dare vita a questo
capolavoro.