2017_10_05 TieffeTeatro Milano UN SALTO IN CIELO–BRECHTSUITE

STAGIONE  2017 | 2018
TieffeTeatro Milano
Stagione 48… il viaggio continua
@TieffeTeatro 
CALENDARIO SPETTACOLI TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano - tel. 02 36592544 - biglietteria@tieffeteatro.it

ORARI BIGLIETTERIA
Dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
domenica ore 14.30 | 16.30 solo nei giorni di spettacolo

Acquisti online con carta di credito su www.teatromenotti.org

ORARI SPETTACOLI
martedì, giovedì e venerdì ore 20.30
mercoledì e sabato ore 19.30 (eccetto le prime ore 20.30)
domenica ore 16.30


5 | 15 ottobre
TieffeTeatro Milano in collaborazione con Area M
e il contributo di Regione Lombardia – Progetto NEXT 2016
presenta
UN SALTO IN CIELO–BRECHTSUITE
con Marco Balbi, Paolo Bessegato, Francesca Gemma, Andrea Mirò,
Romina Mondello, Lucia Vasini
e i musicisti di Artchipel Orchestra
Marco Fior, Andrea Baronchelli, Andrea Ciceri, Carlo Nicita, Eloisa Manera,
Fabrizio Fogagnolo, Luca Gusella, Mariangela Tandoi
drammaturgia e regia Emilio Russo
direzione musicale e arrangiamento Ferdinando Faraò

Lo spettacolo è un viaggio alla scoperta del grande autore tedesco, della sua umanità, della malinconia per le cose del passato, del suo amore per gli esseri della terra e il suo sdegno per la crudeltà, la bassezza del vivere sociale. L’opera di Bertolt Brecht è un immenso, inquietante, fascinoso e provocatorio diario lirico. Il teatro, la poesia, le canzoni, le schegge, i frammenti, le osservazioni lancinanti sul mondo e l’arte intessono una vera e propria biografia letteraria, culturale e sociale della prima metà del Novecento, il cosiddetto secolo breve.
È anche una storia di storie dove i personaggi sono profughi in fuga da un’Europa incendiata dal furore del nazismo e dei popoli complici, verso un sogno americano, già sfumato alle prime luci dell’alba, dove quel barlume di apparente libertà si compra e a caro prezzo al mercato delle illusioni, della miseria, della non appartenenza.
Ogni mattino, per guadagnarmi il pane vado al mercato dove si comprano menzogne.
Pieno di speranza mi metto in fila fra i venditori.
Come non pensare alla condizione degli stessi Brecht e Kurt Weil in fuga dalle persecuzioni anti semite e ai loro anni vissuti dapprima in viaggio per l’Europa e poi decisamente oltre oceano, dove hanno continuato tra diffidenze e intolleranze ad esprimere il proprio genio poetico e musicale?
Un salto in cielo-Brechtsuite è proprio dedicato ai profughi e ai viaggiatori di tutte le epoche, raccontando di un luogo-non luogo, senza passato e senza futuro, come sono proprio gli approdi di chi viaggia in fuga, o forse le tappe di esistenze inquiete. o magari il senso stesso della metafora teatrale, che è forse e comunque solo un viaggio da una quinta all’altra. In questo luogo del possibile alcuni personaggi delle pagine brechtiane prenderanno vita per una narrazione in bilico tra immaginazione e verità, in gioco con lo scorrere del tempo. La violenza di un presente senza futuro e la speranza della fine di un incubo collettivo, sono ai confini di una storia, che è fatta anche di sentimenti semplici, di amori perduti, di amicizie ritrovate, di idee nascoste, di ironia, di disperazione. Brecht e il suo pianeta, insomma.

La scena rappresenta un vicolo ingombro di rifiuti e cose abbandonate. È il retro di un locale (Mahagonny Night) a cui si accede da una scala. Siamo a New York negli anni ‘40. In scena due profughe, Jenny e Yvette, sono venute via dal nazismo e dall’Europa in fiamme. Si arrangiano nel locale, un po' puttane, un po' cameriere, ballerine e cantanti. Le comanda, e anche le tutela, Giovanna, che conosce il vecchio e il nuovo mondo. Ci sono altri due personaggi, il professore e l’operaio, anche loro profughi, probabilmente senza casa, che passano il loro tempo al Mahagonny a scrivere e a dialogare.  Infine Judith, una giovane donna borghese che arriva anche lei dall’Europa per trovare rifugio in quel luogo. Sarà dapprima vista con sospetto, reagirà con diffidenza e paura e poi capirà che accettare le regole e la vita delle altre sarà l’unica possibilità che le resta per sopravvivere e forse anche per non perdere del tutto la voglia di sognare. Accetterà anche lei questo mondo… e accompagnerà proprio lei il pubblico dentro il locale alla scoperta dell’ultima notte del Mahagonny, tra la musica di una vera e propria orchestra di nove elementi e i numeri di un cabaret senza tempo. Nessuno riuscirà a trattenere risate e lacrime, prima del grande buio, anche se in fondo e dentro noi stessi quella piccola luce non è mai stata del tutto spenta…
   Emilio Russo

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