Auditorium di Milano - largo Mahler
#laVerdiEstate 2017
DANZA, i passi della Musica
DANZA, i passi della Musica
Biglietti: euro 25,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line:www.laverdi.org o www.vivaticket.it
QUINTO APPUNTAMENTO
Giovedì 31 Agosto 2017_08_31 ore 20.30
Canizares Al-Andalus, Concerto per chitarra e orchestra
Marquez Danzón n. 2
Gershwin Ouverture Cubana
Bernstein Symphonic Dances da West Side Story
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Chitarra Juan Manuel Canizares
Domenica 3 Settembre 2017_09_03 ore 20.30
Canizares Al-Andalus, Concerto per chitarra e orchestra
Marquez Danzón n. 2
Gershwin Ouverture Cubana
Bernstein Symphonic Dances da West Side Story
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Chitarra Juan Manuel Canizares
Direttore Jose Antonio Montano
*** rispetto a quanto riportato nei precedenti comunicati, il programma è stato unificato con il concerto del 31 agosto
*** rispetto a quanto riportato nei precedenti comunicati, il programma è stato unificato con il concerto del 31 agosto
Gran (doppio) finale della rassegna dedicata alla musica da ballo con laVerdi diretta da José Antonio Moñtano e la chitarra di Juan Manuel Cañizares
L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi chiude in bellezza la rassegna Danza: i passi della Musica, dedicata alla grande musica da ballo. E lo fa con un programma affascinante, sul filo intrecciato della migliore tradizione latina e dell’effervescente spirito anglosassone contemporaneo. Doppio appuntamento giovedì 31 agosto e replica domenica 3 settembre, sempre alle ore 20.30, all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo.
Sul palco di largo Mahler il gradito ritorno della bacchetta madrilena José Antonio Montan͂o, che debuttò a laVerdi la scorsa stagione sinfonica, con un concerto dedicato a Manuel De Falla e Isaac Albéniz. Ma il pubblico milanese potrà assistere anche al debutto del fuoriclasse chitarrista flamenco e compositore catalano Juan Manuel Cañizares, impegnato nell’esecuzione del suo Al-Andalus. Si tratta di un concerto per chitarra e orchestra, emozionante omaggio ad uno de più affermati, amati e conosciuti protagonisti della musica spagnola de XX secolo, il chitarrista virtuoso Paco de Lucia, scomparso nel 2014 e maestro di Cañizares. La locandina si snoda attarverso brani di assoluto appeal musicale ed emotivo: ascolteremo così Danzón n. 2 per orchestra del compositore contemporaneo messicano Arturo Márquez, per passare quindi all’America di George Gershwin, con Ouverture Cubana, e di Leonard Bernstein, con Symphonic Dances da West Side Story.
(Biglietti: euro 25,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Al-Andalus concerto per chitarra e orchestra
alla memoria di Paco de Lucía
di Juan Manuel Cañizares
Musica classica e Flamenco, un abbraccio che sorge dal dolore
Il concerto Al-Andalus per chitarra flamenca e orchestra, dedicato alla memoria di Paco de Lucía, ultima composizione di Juan Manuel Cañizares, è un progetto singolare per diverse ragioni. Una delle più importanti è il gemellaggio che si costituisce, in maniera istintiva e colta allo stesso tempo, tra musica “classica” e flamenco, che avviene in una forma del tutto naturale, come se i due mondi si abbracciassero e si abbeverassero alla stessa fonte. A ciò si deve aggiungere, tra le altre virtù del pezzo, il carattere a programma di un’opera che nasce dal dolore, dalla perdita dell’amico del cuore, dalla nostalgia di tutte quelle cose già passate ed irraggiungibili, le quali però conducono ineluttabilmente verso il sentimento della speranza e del giubilo che, senza cadere nell’illusorio pericolo dell’euforia, brilla nel terzo movimento.
L’emozionante risultato non può certo essere considerato una sorpresa; infatti Cañizares unisce la formazione classica alla sua anima flamenca in un’indissolubile unità, che da tempo trasforma le sue composizioni e le sue trascrizioni in una sintesi unica e singolare, così come eterogenea, di fare ed intendere la musica.
Il chitarrista e compositore spagnolo sta attraversando, soprattutto per quanto detto sopra, un momento creativo di indubbia maturità e originalità. Cañizares si muove indistintamente tra le vette del flamenco e quelle della musica classica, ed in entrambe si “sdoppia” con la maestria e la tranquillità che gli dà il fatto di sentirsi sempre a proprio agio. Per tale ragione, risulta estremamente coerente l’abbraccio nel quale si fondono questi due ambiti creativi, che costituisce lo spirito più autentico del concerto Al-Andalus. Tutto ciò, però, a Cañizares non basta, giacché, come autore e interprete, cerca sempre di superarsi. Con la serenità di un veliero in alto mare, si muove da quei mondi conosciuti verso la ricerca di nuovi universi da esplorare. Questo è ciò che lo rende unico.
Dieci anni di lavoro e di prossimità uniscono Cañizares e Paco de Lucía. Dieci lunghi anni, trascorsi insieme sui palcoscenici di tutto il mondo, dall’Europa alle Americhe, dall’Asia all’Africa. Così nacque, imperitura, un’amicizia completa e intelligente che nemmeno l’improvvisa morte del maestro di Algeciras, avvenuta nel 2014, è stata capace di alterare. Ed è proprio da questa profonda mancanza, dalla nostalgia per l’amico ed il maestro, che nasce Al-Andalus, un concerto che aveva iniziato la sua incubazione da almeno due lustri, senza che nemmeno Cañizares se ne rendesse conto.
Quando Cañizares si apprestava a comporre il suo concerto (una commissione della Orquesta Nacional de España), gli arrivò l’inaspettata notizia della scomparsa di Paco de Lucía e in tal modo il pezzo si tinse inevitabilmente del suo ricordo, del ricordo di tanti momenti vissuti insieme, ormai irripetibili. La composizione di Al-Andalus si è convertita così in un processo doloroso e complesso, a causa di una transizione improvvisa, che viene raccontata soprattutto nel secondo movimento, una “marcia funebre”, preceduta da una “bulería” (così tipica dello stile di Paco de Lucía) nel movimento iniziale. In tal modo, il dolore di Cañizares viene riflesso proprio nel secondo movimento, in quella tristezza sconosciuta che si scatenò con la sensazione del peso sulla spalla del feretro dell’amico scomparso, peso che rendeva sempre più difficile il passo successivo.
Quando entrarono nella chiesa, il giorno era plumbeo e dalle nubi piovevano lacrime; quando uscirono dalla chiesa, il sole risplendeva, come fosse un ampio e inatteso sorriso. I presenti passarono dal dolore alla consolazione di quel sole, nel quale c’era Paco, sole che rallegrava la giornata e confortava i cuori dei presenti. Questo passaggio rivelatore è raccolto e raccontato nel terzo movimento. La cadenza in forma di “taranta”, che serve da ponte tra il secondo e il terzo movimento, si trasforma in un ritmo di “tanguillo” di Cadice, la città spagnola cara a Paco de Lucía. In quest’ultimo movimento del concerto, Cañizares ha voluto ricordare il maestro e l’amico accennando ad alcune delle sue più celebri composizioni, vale a dire Río ancho e Entre dos aguas. L’assenza, la presenza di Paco de Lucía pervadono ogni nota di Al-Andalus, sebbene siano filtrate come attraverso un balsamo lieve, che è la cifra caratteristica di Cañizares.
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