Domenica 10 settembre 2017, ore 20.00
Milano - Teatro alla Scala
Concerto straordinario
in collaborazione con Teatro alla Scala
G.Bizet - L’Arlésienne, Suite
M.Ravel - Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore
A.Dvořák - Sinfonia n. 9 in Mi minore op. 95 Dal Nuovo Mondo
Pianoforte Alexandre Tharaud
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Patrick Fournillier
Biglietti da 85.00 a 14.00 euro; per informazioni e prenotazioni: 02.83389401/2/3 www.laverdi.org - www.vivaticket.it
FOTOSERVIZIO CONCERTODAUTUNNO
Domenica 10 Settembre, ore 20.00, laVerdi torna al Teatro alla Scala di Milano con il tradizionale concerto straordinario di inizio autunno, giunto alla sua dodicesima edizione, che apre le porte alla nuova Stagione 2017/18.
Dal podio al pianoforte, eccezionale sodalizio francese: la bacchetta del neo Direttore principale ospite Patrick Fournillier e il pianoforte della star d’Oltralpe Alexandre Tharaud accompagnano l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un programma di grande fascino e respiro. Protagonista il Concerto per pianoforte i Sol maggiore di Ravel, poliedrico capolavoro del XX secolo, incastonato tra due celeberrime pagine del sinfonismo ottocentesco: L’Arlésienne (Suite) di Bizet e la sontuosa, immaginifica ed emozionante Sinfonia n. 9 in Mi minore di Dvořák, universalmente conosciuta come Dal Nuovo Mondo.
Programma
Georges Bizet compose le musiche di scena per L'Arlesienne di Alphonse Daudet nell'estate del 1872. Quando fu rappresentato al Teatro Vaudeville di Parigi, il primo ottobre successivo, il dramma fu nettamente disapprovato e la musica fu quasi del tutto ignorata. Tuttavia l’autore si adoperò per riutilizzare quattro pezzi, strumentandoli per grande orchestra e arricchendoli di nuovi ed interessanti dettagli: il risultato fu la Prima Suite de L'Arlesienne. Per quanto riguarda la Seconda Suite, fu realizzata nel 1879, dopo la morte di Bizet, dal suo amico Ernest Guiraud, che adottò metodi compositivi simili a quelli usati dal musicista scomparso. L'Arlesienne, nonostante il suo insuccesso iniziale, è annoverata tra le vette più alte del genere delle musiche di scena.
Maurice Ravel comincia a comporre il Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore nel 1929, per terminarlo nel 1931. È contemporaneo del Concerto per pianoforte per mano sinistra; le due composizioni hanno avuto la loro “prima” a soli due mesi di distanza.
Il Concerto in Sol maggiore è stato abbozzato da Ravel subito dopo il suo viaggio negli Stati Uniti, intrapreso nel 1928. Al compositore era stata da poco diagnosticata un malattia cerebrale che di lì a dieci anni l'avrebbe portato alla morte. Tuttavia, questo fu uno dei periodi più prolifici per l’autore basco, che nello stesso periodo aveva scritto, oltre al succitato Concerto per pianoforte per mano sinistra, il celebre Bolero.
Non si stacca molto dalla sua precedente produzione in quanto a colori e a disegno musicale; è invece agli antipodi del Concerto per la mano sinistra: quest'ultimo improntato alla drammaticità e al cupo tormento artistico; il primo invece felice, allegro, e, sebbene attraversato da quella vena malinconica che caratterizza il secondo movimento, rimane fresco e spumeggiante. L'orchestrazione è leggera e raffinata, definita dalla scelta del minor numero di strumenti individuati però in tutte le famiglie musicali (4 ottoni, diversi tipi di legni, pochi archi e molte percussioni). L'armonia è sì raveliana, così come l'orchestrazione, ma gli influssi di altri generi, oltre che dell'impressionismo e della tradizione concertistica per orchestra, si sentono ben presenti: c'è anche una spruzzata di jazz che Ravel conosceva da molto tempo, ma solo con il viaggio negli Stati Uniti aveva toccato con mano.
La Sinfonia n. 9 in Mi minore di Antonín Dvořák, universalmente nota con il titolo Dal Nuovo Mondo, fu pubblicata come n. 5: in realtà è la nona e ultima fra le sinfonie del compositore ceco.
Il titolo si riferisce evidentemente al Nuovo Mondo, ossia il continente americano, dato che l’opera fu scritta quando Dvořák era direttore del New York National Conservatory of Music. La cultura americana stimolò e arricchì Dvořák, che propose una sinfonia di matrice classica europea, ma contaminata dalla musica autoctona, come gli spiritual.
Fu composta nel 1893 a New York ed eseguita in prima assoluta alla Carnegie Hall il 16 dicembre dello stesso anno dalla New York Philharmonic, diretta da Anton Seidl, ottenendo un enorme successo. Neil Armstrong portò l'opera sulla Luna durante la missione “Apollo 11”, nel 1969.
Una delle prime citazioni rock del quarto movimento, di gran lunga il più popolare della sinfonia, è quella dei Nice di Keith Emerson nel brano America, a sua volta una rivisitazione del celebre tema di Leonard Bernstein. Numerose le successive riutilizzazioni del tema in ambito non classico: dal gruppo symphonic black metal norvegese Dimmu Borgir, da cui la sinfonia è stata utilizzata nel 1996 come introduzione per il brano Guds Fortapelse Apenbaring Av Dommedag; dai Rhapsody of Fire per la canzone The Wizard's Last Rhymes; dai Blind Guardian nella canzone By The Gates of Moria. Anche il gruppo svedese symphonic metal dei Therion nel primo dei due dvd intitolati The Miskolc Experience, esegue una versione riarrangiata del movimento finale, nella quale, accanto agli strumenti dell'orchestra sinfonica, sono presenti la batteria, le chitarre distorte ed il basso elettrico.
Il brano fa parte anche della colonna sonora del film Underground di Emir Kusturica.
laVERDI COMINCIA CON IL “SOLD OUT” ALLA SCALA
laVerdi apre al meglio la nuova Stagione 2017/18 con il “tutto esaurito” al concerto straordinario di inizio autunno al Teatro alla Scala in programma domenica 0 settembre.
Il tradizionale appuntamento scaligero inaugura di fatto la stagione sinfonica che – dal 21 settembre prossimo – riaprirà le porte dell’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo in largo Mahler.
“Una iniezione di ottimismo e di sano entusiasmo – ha commentato il presidente de laVerdi Gianni Cervetti -, di buon auspicio per l’imminente apertura della nuova stagione, a conferma del lavoro che la Fondazione sta svolgendo sul territorio, per essere presente il più possibile con la sua offerta culturale, al servizio dei Cittadini.
“Un grazie di cuore ai Milanesi e a tutti coloro che ci sostengono, sperando di poter proseguire con questo passo, peraltro ben consapevoli delle quotidiane difficoltà che costellano il nostro percorso; ma possiamo assicurare che nostro impegno non potrà mai venir meno”.
Fonte ufficio stampa
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