2017_02_20 Maria Perrotta rende omaggio alla musica di Chopin e Schubert

Lunedì 20 febbraio 2017 ore 20:30
M.A.C. de La Verdi, Piazza Tito Lucrezio Caro 1
MILANO: MARIA PERROTTA- CHOPIN & SCHUBERT
la pianista calabrese trapiantata a Parigi rende omaggio alla musica di Chopin e Schubert in occasione dell'uscita dei suoi ultimi CD per Decca.

«È fatta così, Maria Perrotta, apre col primo Notturno op. 9 e lo canta come fosse  Bellini, largo, timbrato, rotondo, cercando nel colore un'ombra che al secondo tema si trasforma in un corale. Sposa in un sol gesto l'espressione e la forma, segreto di Chopin che dispiegava il ventaglio dei suoi sentimenti sul Clavicembalo ben temperato di Bach. Dunque non l'ha frequentato invano». Così sì è espresso l'autorevole critico francese Jean-Charles Hoffelé a proposito della pianista Maria Perrotta, da sei anni residente a Parigi. E continua: «Si aggiunga una stupefacente arte del timbro: basterebbe l'effetto iridescente sulla modulazione dello stesso secondo tema. Improvvisamente un raggio di sole al tramonto passa sotto una nube. L'effetto è ottico, pittorico, esattamente l'immagine che Chopin vuole trarre dal pianoforte». Un'occasione preziosa per riascoltare Maria Perrotta a Milano è il suo recital con musiche di Chopin e Schubert in programma lunedì 20 febbraio 2017 al M.A.C., Piazza Tito Lucrezio Caro 1, ore 20.30, per la stagione da camera dell'Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” in collaborazione con Universal Music Italia. Apertura di programma coi 3 Notturni op. 9 di Chopin, composti a vent’anni all’indomani della partenza dalla sua amata Polonia, ispirati ai notturni del compositore irlandese John Field (inventore del genere); poi la delicata Berceuse (Ninna Nanna) op. 57, in cui una breve frase melodica si dissolve in sedici variazioni di inusitata bellezza. Quindi la Quarta Ballata op. 52 (ispirata al poeta polacco Adam Mickiewicz), in cui esplode in tutta la sua potenza la maturità espressiva di Chopin. Poi Franz Schubert, con l'ultima Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D960, contenuta nel nuovo cd Decca di Maria Perrotta uscito in questi giorni. Una sonata 'monstre' quest'ultima, dai tempi eccezionalmente dilatati, in cui Schubert fa confluire tutto il suo magistero armonico-formale e la sua inimitabile fantasia creativa. Il secondo movimento, 'Andante sostenuto' “possiede un'atmosfera di attonita, lugubre introspezione – scrive Sergio Sablich – quasi una plumbea stagnazione della volontà nell'offuscamento, nell'apatia e nella stanchezza. L'uso impressionistico del pedale di risonanza rende evanescenti i contorni di questo canto velato dal pianto, mentre la scrittura a mani incrociate realizza persino vivamente l'idea di movimento impedito, incatenato. Si contemplano qui i desolati paesaggi della Winterreise, ma nel chiuso di una stanza parata a lutto: come se la musica ripensasse la vita in interni sul letto di morte, soffocando ma non reprimendo i singhiozzi.” Maria Perrotta, che ama portare in pubblico programmi complessi e opere considerate capisaldi della letteratura come le Variazioni Goldberg di Bach o le Ultime Sonate di Beethoven, approda discograficamente a Schubert, oggetto del suo nuovo cd inciso dal vivo per la Decca, contenente oltre alla Sonata D960 anche la drammatica Sonata in la minore D784 e un'autentica rarità: la sconosciuta Fantasia in do maggiore D 605a “Grazer”, ritrovata nel 1969 a Graz e quasi mai eseguita e incisa.


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