La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello
Tieffe Teatro Milano
Teatro di Stato di Constanta (Romania)
presentano
LE BACCANTI
Dionysus il Dio nato due volte
prima milanese
da Euripide
regia Daniele Salvo
con
Daniele Salvo (Dioniso), Manuela Kustermann (Agave), Paolo
Bessegato (Cadmo),
Paolo Lorimer (Tiresia), Diego Facciotti (Penteo),
Simone Ciampi (Una Guardia/Primo Messaggero), Melania Giglio
(Secondo Messaggero)
e con
Giulia Diomede, Giulia Galiani, Annamaria Ghirardelli, Melania
Giglio,
Francesca Mària, Silvia Pietta, Alessandra Salamida (le
Baccanti)
scene Michele Ciacciofera
costumi Daniele Gelsi
musiche Marco Podda
luci Valerio Geroldi, videoproiezioni Paride Donatelli, maschere
e trucchi Creafix Firenze
assistente alla regia Alessandro Gorgoni
Durata 110 minuti senza intervallo
ORARI SPETTACOLI feriali ore 20.30 domenica ore 16.30
Arriva a Milano al Teatro Menotti dal 16 al 26 novembre Le
Baccanti_Dionysus il dio nato due volte, con un cast stellare, diretto da
Daniele Salvo e interprete principale dello spettacolo.
Le Baccanti rappresentano una finestra sull'irrazionale, su
un mondo antico di reale libertà espressiva, di possessione dionisiaca, una
riflessione sul senso del divino nelle nostre vite e su ciò che, nella nostra
quotidianità, viene rimosso. La parola antica è un grido proveniente da un
altro tempo, un appello alla riflessione, al risveglio dei sensi,
un'esortazione a guardarci dentro in altri modi. Nel frenetico vivere odierno
noi affidiamo gli ultimi scampoli di irrazionalità e presenza fisica ai momenti
dell'eros, della malattia, del sonno. Le Baccanti, invece, agiscono in stato di
automatismo mentale, di sonno perenne, sono in qualche modo agite dal Dio,
Dioniso opera attraverso di loro, attraverso i loro corpi e le loro voci, li
trasforma e ne fa strumento di ebbrezza, sensualità, stordimento, morte,
dolcezza infinita, ambiguità demoniaca. Il Dio in qualche modo si fa corpo e
plasma le loro voci. La febbre del nostro tempo ci porta a vivere in una realtà
anestetizzata, un mondo fittizio, in cui l'emozione è bandita, al servizio di
un intellettualismo sterile e desolante. I nostri occhi sono quotidianamente
accecati da immagini provenienti dai media. La legge del mercato non perdona:
si vendono cadaveri, posizioni sociali, incarichi pubblici, armi, sesso,
infanzia, organi. Restiamo indifferenti. La dimensione borghese soffoca i
nostri migliori istinti, la nostra sensibilità (che brutta parola oggi,
considerata quasi scandalosa), la nostra sincerità e si porta via ogni forma di
creatività, ogni volo. La nostra dimensione irrazionale viene completamente
annientata. Il senso dell'affermazione dell'Io divora i nostri giorni. L'arte è
svuotata della sua dimensione spirituale.
I
media, persuasori occulti, agiscono sui nostri cuori e sulle nostre menti
addomesticando anche gli spiriti più ribelli, sigillando gli occhi più attenti.
La dimensione spirituale è irrimediabilmente perduta.
Il senso del tragico è ormai sconosciuto. Il corpo viene
cancellato. Siamo ormai definitivamente trasformati in consumatori e, nel medesimo
istante, in prodotti, sconvolti da una guerra mediatica senza precedenti nella
storia. Illusi della nostra unicità, della nostra peculiarità, in realtà
pensiamo tutti nello stesso modo, pronunciamo le stesse parole, abbiamo tutti
le stesse esigenze, le stesse speranze, le stesse ansie, la stessa quotidianità
fabbricata in serie. Ci illudiamo di essere liberi.
NOTE DI REGIA
Abbiamo deciso di creare uno spettacolo che indaghi nel
profondo il mistero di Dioniso,
assaporandone l'essenza più pura, abbandonandoci alla vertigine delle Baccanti
di Euripide, lasciandoci ipnotizzare dal dio dell'Irrazionale, dal dio del
Mistero, dal dio del Teatro. La prima domanda: dov'è Dioniso oggi? Dove si
cela? Da circa 25 anni continuo il lavoro sulla vocalità e sul suono nelle sue
più diverse forme, in stretta collaborazione con il Dottor Marco Podda, medico
foniatra e compositore.
Questo lavoro passa da tecniche foniatriche sofisticate,
dall'analisi e riproduzione di canti etnici del mondo, dalle tecniche
riabilitative e rieducative del linguaggio, dallo studio dell'espressione
sonora nel periodo prenatale, nel parto e nei primi anni di vita, dall'analisi
dei suoni prodotti nelle sedute di trance regressiva e nelle danze tribali,
dall'indagine sugli effetti delle frequenze sonore sul cervello umano
(Psicoacustica).
Nel Dionysus si è mirato ad un lavoro sul suono estremo,
perturbante, utilizzando suoni privatissimi, poco utilizzati nel quotidiano ed
altamente significanti, suoni di false corde, falsetti estremi, stimbrati,
sgranati e vocalità ipercinetiche non usuali. Si tenta quindi di utilizzare il
mezzo vocale in modo non convenzionale, non solamente al servizio del
linguaggio (soprattutto nei cori). Ma attenzione però: penso ad una recitazione
non stilistica, senza elementi esibiti o innaturali. Questo lavoro sul suono
non è fine a stesso, non ha intenti dimostrativi, anzi è celato all'interno
della struttura linguistica. Penso ad una recitazione senza tracce di
elementi borghesi: le parole di Euripide sono radicate nel corpo e celate nella
macchina attoriale più antica. Gli stati emotivi sono soprattutto stati vocali
e fisici. Il coro, qui agisce in stato di trance perenne, come i protagonisti
di Cuore di vetro di Werner Herzogh. Le Baccanti non comunicano solo attraverso
il linguaggio ed i suoi significanti, ma attraverso un lavoro teso alla ricerca
di una vocalità antica e di una fortissima emotività. L'emotività: ecco il
punto focale di questo lavoro. Dal mio punto di vista, è proprio la tanto
vituperata emotività il veicolo che rende possibile ancora oggi la fruizione
del tragico e della catarsi.
È profondamente necessario per un interprete della tragedia
greca, lavorare al raggiungimento di temperature emotive elevatissime,
compromettere la voce ed il corpo per raggiungere degli stati davvero
perturbanti. Non troverete quindi in questo lavoro elementi spettacolari
esibiti, soluzioni visive bizzarre o avanguardistiche tese a stupire
l'uditorio.
Credo fermamente che l'elemento della ricerca teatrale
contemporanea sia da celare all'interno di una struttura apparentemente lineare
dello spettacolo, senza compiacimenti o citazioni visive e sonore del teatro di
ricerca anni '70 - '80. Nel mio lavoro, seguendo l'esempio di molti artisti
europei contemporanei, miro invece a ricostruire una possibile via ad un
teatro di interpretazione, ad un teatro di attori/interpreti, che sappiano
avvicinarsi con umiltà ad un testo, che lo possano decodificare e che possano
indagare e ricostruire i meccanismi compositivi e di scrittura di quel testo,
senza sovrapporre soluzioni gratuite od arbitrarie a buon mercato e soprattutto
senza mettersi in competizione con l'autore.
Tutto ciò che vedrete, dunque, parte dal testo e ritorna al
testo, passando per una percezione visiva e sonora contemporanea. Non troverete
sovrapposizioni intellettualistiche, esibizioni tecnologiche o meravigliose idee
del regista. Abbiamo deciso di creare uno spettacolo complesso, perturbante ed
emozionante partendo da Euripide e ritornando ad Euripide.
Spero saremo in grado di raggiungere i nostri obiettivi.
Daniele Salvo
TRAMA
Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere fisico e
mentale, era nato dall'unione tra Zeus e Semele, donna mortale. Tuttavia le
sorelle della donna e il nipote Penteo (re di Tebe) per invidia sparsero la
voce che Dioniso in realtà non era nato da Zeus, ma da una relazione tra Semele
e un uomo mortale, e che la storia del rapporto con Zeus era solo uno
stratagemma per mascherare la scappatella. In sostanza, quindi, essi negavano
la natura divina di Dioniso, considerandolo un comune mortale. Nel prologo
della tragedia, Dioniso afferma di essere sceso tra gli uomini per convincere
tutta Tebe di essere un dio e non un uomo. A tale scopo per prima cosa ha
indotto un germe di follia in tutte le donne tebane, che sono dunque fuggite
sul monte Citerone a celebrare riti in onore di Dioniso stesso (diventando
quindi Baccanti, ossia donne che celebrano i riti di Bacco, altro nome di
Dioniso). Questo fatto però non convince Penteo: egli rifiuta strenuamente di
riconoscere un dio in Dioniso, e lo considera solo una sorta di demone che ha
ideato una trappola per adescare le donne. Invano Cadmo (nonno di Penteo) e
Tiresia (indovino cieco) tentano di dissuaderlo e di fargli riconoscere Dioniso
come un dio. Il re di Tebe fa allora arrestare lo stesso Dioniso (che si lascia
catturare volutamente) per imprigionarlo, il dio però scatena un terremoto che
gli permette di liberarsi immediatamente. Nel frattempo dal monte Citerone
giungono notizie inquietanti: le donne che compiono i riti sono in grado di far
sgorgare vino, latte e miele dalla roccia, e in un momento di furore dionisiaco
si sono avventate su una mandria di mucche, squartandole vive con forza
sovrumana. Hanno poi invaso alcuni villaggi, devastando tutto, rapendo bambini
e mettendo in fuga la popolazione. Dioniso, parlando con Penteo, riesce allora
a convincerlo a mascherarsi da donna per poter spiare di nascosto le Baccanti.
Una volta che i due sono giunti sul Citerone, però, il dio aizza le Baccanti contro
Penteo. Esse sradicano l'albero sul quale il re si era nascosto, si avventano
su di lui e lo fanno letteralmente a pezzi. Non solo, ma la prima ad infierire
su Penteo, spezzandogli un braccio, è sua madre Agave. Questi fatti vengono
narrati a Cadmo da un messaggero che è tornato a Tebe dopo aver assistito alla
scena. Poco dopo arriva anche Agave, munita di un bastone sulla cui sommità è
attaccata la testa di Penteo, che lei, nel suo delirio di Baccante, crede
essere una testa di leone. Cadmo, sconvolto di fronte a quello spettacolo,
riesce pian piano a far rinsavire Agave, che infine si accorge con orrore di
ciò che ha fatto. A quel punto riappare Dioniso ex machina, che spiega di aver
architettato questo piano per punire chi non credeva nella sua natura divina, e
condanna Cadmo e Agave a essere esiliati in terre lontane. Con l'immagine di
Cadmo e Agave che, commossi, si dicono addio, si conclude la vicenda.
BIGLIETTERIA
PREZZI
intero 26,50 € (25,00 € + 1,50 € prevendita)
ridotto over/under 14,00 € (12,50 € + 1,50 € prevendita)
ridotto convenzionato aziende, cral etc.16,50 € (15,00 € +
1,50 € prevendita)
ridotto studenti e associazioni 11,50 € (10,00 € + 1,50 €
prevendita)
ridotto operatori 6,00 € (5,00 € + 1,00 € prevendita)
ridotto scolastiche mattinée 10,00 € (9,00 € + 1,00 €
prevendita)
ridotto scolastiche serale 11,50 € (10,00 € +1,50 €
prevendita)
ABBONAMENTI
MENOTTI 10 spettacoli
150 € (abbonamento libero e strettamente personale)
MENOTTI 5 spettacoli
80 €
(abbonamento libero e strettamente personale)
TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano - tel. 02 36592544 - biglietteria@tieffeteatro.it
ORARI BIGLIETTERIA
lunedì e mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 18.00
martedì, giovedì, venerdì
dalle ore 15.00 alle ore 19.00
sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.00
domenica dalle ore 15.00 alle ore 17.00 solo per la vendita
della replica pomeridiana
Acquisti online
con carta di credito su www.teatromenotti.org
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