Uomini che
uccidono - Il cinema
di guerra
Gli
uomini sono animali che si uccidono, che hanno la
passione di uccidersi tra loro. Quando lo fanno in
piccolo, con un delitto isolato, siamo nel noir
cinematografico. Se si
ripetono, sempre individualmente, siamo nei film con i
serial killer. Se
invece lo fanno alla grande, su
scala più estesa, fino ai milioni di morti, e con la
benedizione e per ordine del potere, allora siamo
nelle guerre e nei film di guerra. Guerre che sembrano
essere, fin dalla notte dei tempi, fin dagli ominidi di 2001:
Odissea nello spazio, uno
dei cardini della nostra “civiltà”. Ci si combatte:
così, in guerra, l'uomo, inteso come maschio, può
misurarsi con i suoi simili, può sfidarli in duelli
singolari, uno contro uno, sotto le mura di Troia, può
affrontare l'avversario in una guerra cavalleresca,
che abbiamo visto parodiata nell'Armata
Brancaleone, può
marcire insieme al nemico in una guerra di trincea.
Può, infine, negli ultimi decenni, combattere guerre
dove a morire sono più i civili che non i militari,
guerre combattute da lontano, con aerei senza pilota,
con missili, con bombe (poco) intelligenti.
Al
cinema, il war movie è un
genere a parte. Dalla guerra omerica e teicoscopica
(cosa vorrà dire?) di Troy, fino
alla guerra autodistruttiva di The
Hurt Locker e alla
guerra mediatica di Redacted, il
fascino della battaglia, il dolore per i morti, la
disperazione di chi è a casa, la condanna di chi spera
nella pace hanno fatto presa su molti registi, dai
convinti sostenitori (ci sono anche loro) della
nobiltà, bellezza ed epicità dello scontro con il
nemico, ai più accorati antimilitaristi e accesi
pacifisti. E nei film corrono tante domande: perché ci
si uccide in guerra, ci sono guerre giuste, cos'è
l'eroismo, chi è il nemico, come si torna a casa dopo
una guerra, come ci si prepara ad essere soldati...
La guerra, al cinema, è
spettacolo ed è tragedia, è commozione e disperazione,
fango e medaglie, mito e massacro. E ha un potere
rivelativo: ci dice chi siamo noi e chi abbiamo contro.
Definisce sempre un confine, una trincea: di qua, noi e
la nostra verità; di là, il nemico e le sue menzogne. Se
poi un film va a vedere chi sia davvero il nemico
(qualcuno, in fondo, identico a noi), è probabile che la
guerra appaia come la più insensata delle imprese umane.
Si passa allora dalla rappresentazione “nello splendore
della gloria”, dove la guerra è bella, l'eroe ambisce
alla fama eterna e cerca la vittoria o la morte
gloriosa, alla guerra come scomparsa e distruzione di
tutto ciò che è umano, dove la morte è paura, l'assalto
è suicidio, la pausa tra uno scontro e il successivo è
lo spazio delle domande: ma perché, per chi, per cosa
combattiamo?
Nella
guerra eroica, tutto è visibile e lo scontro tra
Achille ed Ettore è guardato, in piena luce, dalle
mura di Troia. Nelle guerre della modernità, è il buio
a dominare, è il non vedere, il morire oscuramente,
l'essere presi in mezzo a un caos sensoriale come
nello sbarco di Salvate
il soldato Ryan. Il
cinema sa penetrare il caos della guerra e metterci
davanti al suo orrore.
venerdì 9 ottobre 2015 ore 20.30 I lezione
sabato 10 ottobre 2015 ore 15.30 II lezione
domenica 11 ottobre 2015 ore 9.30 III lezione
Auditorium Biblioteca A.Loria - via Rodolfo Pio 1 - Carpi (Modena)
UOMINI CHE UCCIDONO, Il cinema di guerra - 3 Lezioni
Il corso è tenuto da Bruno Fornara, critico cinematografico di “Cineforum”, docente di cinema alla Scuola Holden, collaboratore del Torino Film Festival, selezionatore dei film per la Mostra del Cinema di Venezia. Trovi Bruno Fornara su facebook.
Costo di una singola lezione € 8.00; abbonamento a tre lezioni € 20.00.
(pagamento direttamente presso la sede delle lezioni nei giorni programmati)
Ingresso fino ad esaurimento posti
sabato 10 ottobre 2015 ore 21.00
Nuovo Cinema Teatro Italia - via Giuseppe Garibaldi 80 - Soliera (Modena)
sabato 10 ottobre 2015 ore 21.00
Proiezione del film L'UOMO CHE HO UCCISO (Broken Lullaby) di Ernst Lubitsch
Presentato e commentato da Bruno Fornara
ingresso libero e gratuito
Info:
Biblioteca A.Loria - tel. 059 649950 - videoteca @carpidiem.it - antonia.mascioli @carpidiem.it - www.bibliotecaloria.it
Fondazione Campori - tel. 059 568581 - 059 568580 - matteo.gozzi @fondazionecampori.it
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