2013_10_23 Pavia Barocca omaggia Federico Fellini con sue tre opere di regia.

PAVIA BAROCCA 2013
RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA ANTICA DEL COLLEGIO GHISLIERI


Con l’autunno, come ogni anno, Pavia Barocca propone al proprio pubblico, parallelamente alla Rassegna internazionale di Musica antica, una serie di appuntamenti diversamente dedicati ai temi in programma. Al centro è sempre l’attenzione per il mondo barocco, declinato secondo esperienze artistiche, sensibilità, linguaggi diversi.
Nasce così la rassegna cinematografica di quest’anno, omaggio a Federico Fellini, e al suo cinema, in certa misura barocco, nel ventennale della scomparsa del grande artista. Tre gli appuntamenti in programma, per altrettanti titoli, diversamente rappresentativi di tre momenti della parabola creativa del loro autore. 

OMAGGIO A FEDERICO FELLINI
NEL VENTENNALE DELLA SCOMPARSA
a cura di Jacopo Binazzi
Presentazione Roberto Figazzolo

Pavia, Aula Magna del Collegio Ghislieri

Mercoledì 23 ottobre 2013_10_23, ore 20:30
LO SCEICCO BIANCO
con Alberto Sordi, Giulietta Masina, Leopoldo Trieste,
Brunella Bovo, Gina Mascetti, Fanny Marchio, Lilia Landi
per gentile concessione di Videodue

Mercoledì 13 novembre 2013_11_13, ore 20:30
con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Anouk Aimée,
Sandra Milo, Barbara Steele, Rossella Falk, Madeleine Lebeau
per gentile concessione di Mediaset

Mercoledì 27 novembre 2013_10_27, ore 20:30
GINGER E FRED
con Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Franco Fabrizi,
Frederick Ledenburg, Martin Maria Blau, Frederick Thun
per gentile concessione di Istituto Luce - Cinecittà

INGRESSO ALLE PROIEZIONI LIBERO
FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI

È il 1945. Un Giovane alto, magro e allampanato, che viene da Rimini e si è appena stabilito a Roma, sta aiutando Roberto Rossellini a scrivere un film epocale per il nostro neorealismo: Roma città aperta. E, anche se di mestiere fa ancora il giornalista e disegna vignette e caricature per il «Marc’Aurelio», il suo rapporto col cinema non è poi così casuale, visto che continua l’anno dopo, sempre alla sceneggiatura, sempre con Rossellini, anche con Paisà. Stupiscono questi soggetti, così distanti dai temi che interessano il regista che sarà. Eppure certo bozzettismo,. alcune situazioni ricordano da vicino una temperie, l’atmosfera, che si respirerà nei film che Federico Fellini si appresta a giurare. Ed è proprio la co-regia del ’51 con Lattuada di Luci del varietà che lo svela, chiarendolo appieno: al “provinciale” Fellini interessa l’umanità spicciola e ridicola, che gira intorno al “mondo dello spettacolo”. Un universo patetico e illusorio, fatto di pailettes e lustrini, fatto di sentimenti (non sempre nobili) e di speranze (spesso disattese). È il mondo “fotoromanzesco” caricaturale e fantastico de’ Lo sceicco bianco, sospeso tra comico e patetico, primo film del tutto suo del 1952. Rispecchia “cinematograficamente” quell’inquietudine umana e artistica, che ritroviamo nel suo capolavoro autobiografico, del 1963. Chiude senza rimpianti anche se con dolore e lucidità il suo rapporto con la televisione che c’è (ma soprattutto che ci sarà) con il sospeso Ginger e Fred, 1985, testamento elegiaco e barocco di un’impaurita, tracotante, incerta nazione sospesa tra un passato, che non si vuol ricordare, e un futuro, che si immagina con spavento.

(Roberto Figazzolo)

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