2013_05_16 LaVerdi tra Wagner e Beethoven

Giovedì 16 maggio 2013_05_16, ore 20.30
Venerdì 17 maggio 2013_05_17, ore 20.00
Sabato 18 maggio 2013_05_18, ore 16.00
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo Largo Gustav Mahler
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
“musica delle sfere a misura d’uomo”
Programma

Richard Wagner
Tannhaüser, ouverture
Wesendonck Lieder
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Contralto Carina Vinke
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Zhang Xian


Biglietti Euro 31,00/23,5018,00/13,00
tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: da martedì a domenica 14.30 – 19.00)
www.laverdi.org

NOTA L’abituale replica della domenica pomeriggio viene anticipata al sabato (sempre alle ore 16.00), a causa di un impegno fuori sede dell’Orchestra.


Giovedì 16 maggio 2013 ore 18
Conferenza
Verdi e Wagner
Relatore Quirino Principe
Ingresso libero


Torna a laVerdi il “secolo tedesco”, con Beethoven e Wagner omaggiati dall’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi con questo 35° programma di stagione - completamente sinfonico – che propone pagine che non è ardito definire immortali. Si comincia con l’Ouverture del Tannhaüser, grande opera romantica del compositore di Lipsia ispirata alle due leggende tedesche di Tannhäuser e delle gare poetiche dei cantori della Wartburg. I temi chiave sono l'opposizione fra amore sacro e profano, e la redenzione tramite l'amore (tema presente in molte opere di Wagner). Si prosegue con Wesendonck Lieder, ciclo di cinque canzoni per voce femminile, rarissimo esempio di saggi del Maestro al di fuori dell’ambito drammaturgico. Guest Star de laVerdi, interprete vocale di Wesendonck Lieder, il contralto olandese Carina Vinke, di nuovo protagonista all’Auditorium di Milano dopo la mirabile interpretazione della Terza Sinfonia di Mahler lo scorso febbraio.
Dopo Wagner, è l’ora di Beethoven e della sua potente Settima Sinfonia: opera caratterizzata da una componente estrosa e da una originalità incondizionata, che spinsero Wagner a definirla “musica delle sfere a misura d’uomo”. E, come già la settimana precedente con l’esecuzione della Quinta Sinfonia, sarà ancora il direttore musicale de laVerdi, la Signora Zhang Xian, a guidare l’Orchestra con ferma autorevolezza e abile maestria , attraverso una pagina sinfonica tra le più esaltanti e coinvolgenti di sempre.
Come sempre, giovedì, prima del concerto (ore 18.30), il foyer del bar dell’Auditorium ospiterà la tradizionale conferenza di introduzione al programma musicale della settimana.

Note al programma
Il Tannhaüser, la grande opera romantica in tre atti scritta da Wagner tra il 1843 e il 1845, fu rappresentata per la prima volta a Dresda, il 19 ottobre 1845, sotto la direzione dell’autore. I conflitti interiori del cavaliere e Minnesänger Tannhaüser, dibattuto tra le tentazioni dei piaceri carnali e il puro amore spirituale, trovano una perfetta interpretazione sinfonica nell’Ouverture.La complessa tematica del dramma viene anticipata, infatti, in questa pagina che si apre con gli accordi solenni (Andante maestoso) dell’inno dei pellegrini, si sviluppa quindi (Allegro) sul motivo dedicato da Tannhaüser alla bellezza di Venere e su quello della “voluttà del monte di Venere“, per poi concludersi nel trionfo del canto dei pellegrini, nell’apoteosi della vittoria dello spirito sulla carne. 

Wesendonck Lieder (Mathilde Wesendonck songs) è un ciclo di cinque canzoni per voce femminile, con accompagnamento di pianoforte (più tardi orchestrata da Felix Mottl), composte da Wagner, rarissimi saggi del Maestro al di fuori dell'orbita del dramma. Il compositore tedesco venne ispirato da cinque poesie di Mathilde Wesendonck, moglie del banchiere e mecenate Otto Wesendonck. 

La Settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven nasce tra l’autunno 1811 e il giugno 1812, contemporaneamente all’Ottava e alle musiche di scena per Le rovine d’Atene. La prima esecuzione pubblica, sotto la direzione di Beethoven, fu organizzata l’8 dicembre 1813 nella sala dell’Università di Vienna, in una serata a beneficio dei soldati austriaci e  bavaresi feriti nella battaglia di Hanau: l’accoglienza fu entusiastica, in particolare in virtù el secondo movimento, l’Allegretto, di cui venne subito richieta la ripetizione. Già i contemporanei, anche i più spregiudicati come C. M. von Weber, avvertirono nell’opera una componente estrosa, una originalità spinta ai limiti del lecito; su questa linea si pone anche la celebre definizione di Wagner di “apoteosi della danza” e di “musica delle sfere a misura d’uomo”. In effetti, mai il ritmo strutturale, come elemento basilare dell’invenzione, aveva conosciuto una così straripante efficacia; come sempre, però, nella produzione centrale di B. l’energia scatenante è in equilibrio con il dominio formale, spinto qui a miracoli di controllo e maestria combinatoria. Considerando la natura particolare delle Sinfonie Ottava e Nona, si può dire che con la Settima B. chiude un capitolo nella storia della sinfonia, esaurendo tutto il potenziale linguistico e comunicativo evidenziato dalle ultime sinfonie di Haydn e Mozart circa venti anni prima. Alcuni spunti hanno una definizione così originale da non consentire altri sfruttamenti: così il collegamento fra il Poco sostenuto introduttivo e il Vivace (attraverso la ripetizione quasi  iperbolica di una sola nota), la costanza del ritmo puntato nel Vivace, l’essenzialità del profilo ritmico dell’Allegretto (una nota lunga e due brevi), l’entusiasmo dello scherzo (compreso il marziale trio ripetuto due volte come nella Quarta Sinfonia) e del finale (Allegro con brio), testimoni di quella “onnipotenza bacchica” messa in luce da Wagner e rimasta tale anche per il gusto moderno.



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