2012_02_20 Un debutto a Milano

Lunedì 20 febbraio 2012_02_20 ore 21.30

L'OMBELICO DI ALVISE
di Claudia Porta
regia di Luca Ligato
con Alessia Bedini e Stefano Pirovano
scenografia Giovanna Angeli
costumi Carla Goddi
musiche originali Alberto Campi
organizzazione Monica De Giuli
Per prenotazioni e informazioni:
Spazio Cicco Simonetta
Via Cicco Simonetta 16 - 20123 Milano - zona Navigli
Tram 14, 2 - Bus 94 - MM verde S. Agostino, P.ta Genova
Per informazioni stampa: Monica De Giuli monica.degiuli81@gmail.com

Siamo solo buchi neri dentro buchi neri

Dopo aver fatto tanto parlare di sé sul web, il 20 febbraio 2012 debutta finalmente L'Ombelico di Alvise, la prima regia di Luca Ligato che spalanca le sue ali per volare sul piccolo palcoscenico dello Spazio Cicco Simonetta. Uno spettacolo tratto dal racconto omonimo di Claudia Porta, totalmente autoprodotto e che dimostra non solo il grande sforzo fatto, ma anche la grande complicità che lega questo gruppo di giovani promesse unite per il solo desiderio di fare Teatro e di raccontare qualcosa di sincero e puro. "Siamo solo buchi neri dentro buchi neri"... così recita il testo che racconta la storia di un vero amore e di un ombelico, pronto ad accogliere tutto quello che di meraviglioso c'è nella vita. Una pièce soave e malinconica di due individui in cerca della loro dimensione, del loro posto nel mondo che non può essere che l'uno dentro l'altro. 
Ma chi sono Alvise e Gala? Due mondi imprescindibili eppure tanto diversi: lui, dolce, sensibile eppure tanto timido, lei, sola, disperata, con un'incredibile voglia di sentirsi desiderata. Se si pronuncia il loro nome in un unico fiato, Alvise e Gala, è come una formula magica pronta a donare alle loro vite un senso assoluto e indescrivibile, una chiave per universi sconosciuti, come quello che si nasconde dentro l'ombelico di Alvise. Un ombelico qualunque se non fosse che Gala, riesce ad inserire, al suo interno, qualsiasi tipo di oggetto... Lo spettacolo si snoda in non luoghi attraverso una resa scenica completamente caratterizzata dalla bidimensionalità. E così come non esiste una collocazione spaziale, allo stesso modo viene accentuata la totale mancanza di oggetti, seppur nello spettacolo essi siano praticamente i co-protagonisti dei due attori, per spingere lo spettatore ad immaginare piuttosto che a guardare, ad intuire piuttosto che ad assistere inerti. 
Un finale a sorpresa che porterà a quella che sarà una vera e propria svolta nella vita dei due ragazzi, per sfuggire alla convenzionalità della vita quotidiana e per non sottomettersi ad una realtà a cui non sentono più di appartenere. Perché cos'è in fondo la realtà? Un insieme di regole e precetti che servono soltanto a reprimere le nostre pulsioni, a stringere i sentimenti in una morsa troppo stretta per dar spazio all'abbandono dei sensi. Una realtà di cui Alvise e Gala si accorgono di non voler far parte.

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