Musica Viva Aprile 1985
Completare Schubert
La nostra epoca, dopo aver coltivato a lungo i prati sfioriti dell'incompiutezza, della frammentarietà, dell'irrelazionabile e dell'incommensurabile, innestando in essi le mancanze di totalità e le crisi di identità più variopinte ed esotiche, si avvia ora a recuperare sistematicamente miti e "valori" diametralmente opposti.
La catalogazione, la normalizzazione, il compimento e il completamento di ciò che manca e sfugge ai principi delle convenzioni e dell'ordine costituito, sono propri delle età alessandrine che precedono la catastrofe, il nulla: sono quasi un ultimo anelito di perfezionamento e una chiusura dei conti con il passato.
Racchiudere in un cerchio, evoluzionisticamente, l'arco creativo di un autore o di un'epoca, in altri termini completare Schubert, significa ordinare e normalizzare fenomeni che ci sfuggono e ci inquietano, ci costringono a pensare veramente ai temi più profondi dell'arte e dell'esistenza umana, che non sono schematici.
Significa, da ultimo, pensare che Schubert in fondo era come noi, e se oggi tornasse sui suoi lavori capirebbe e utilizzerebbe i mezzi perfezionati della nostra superiore coscienza. Lui, l'incompiuto, diverrebbe così compiuto. A quando la Decima di Beethoven in compact-disc? di Sergio Sablich
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