PRIMA NAZIONALE
Dal 19 aprile al 2 maggio 2016
IL CALAPRANZI
di Harold
Pinter
traduzione
di Alessandra Serra
progetto
e regia Corrado d'Elia
assistente
alla regia Marco Brambilla
con
Alessandro Castellucci e Francesco Maria Cordella
assistente alle scene e grafica Chiara
Salvucci
tecnico
luci Marcello Santeramo
produzione
Compagnia Corrado d'Elia
Corrado
d'Elia torna nel “suo” Teatro Libero, per la prima volta non da direttore, e lo
fa ambientando la stanza de Il Calapranzi proprio in un teatro, proprio
a Teatro Libero. Un appassionato, commovente saluto.
In
uno squallido seminterrato senza uscite, due sicari, Ben e Gus, sono in attesa
dell’ordine che dovrebbe loro arrivare attraverso un calapranzi. Man mano che
il tempo passa l’attesa si fa estenuante e i due riempiono il tempo parlando
tra loro. Sembra che tutto si svolga come sempre, un’azione di routine, fatta
della solita attesa e della solita noia. Ci è chiaro solo che non conoscono la
loro vittima.
Col passare del tempo, ecco che due dimensioni prendono forma su tutto: il fuori, misterioso, minaccioso e sconosciuto e il dentro, claustrofobico, sempre più carico di tensione, in attesa di un pericolo imminente.
Col passare del tempo, ecco che due dimensioni prendono forma su tutto: il fuori, misterioso, minaccioso e sconosciuto e il dentro, claustrofobico, sempre più carico di tensione, in attesa di un pericolo imminente.
Dal
calapranzi arrivano oggetti e messaggi incomprensibili che non fanno altro che
aumentare la tensione fino a sfociare in un violento diverbio tra i due.
Chi
sarà la prossima vittima? Quale delle due dimensioni vincerà?
Corrado
d'Elia ambienta la scena proprio in un teatro, contribuendo così a far cadere
ogni barriera tra finzione e realtà, tra spettacolo e vita reale.
Ne nasce uno spettacolo denso, teso, privo di cadute, di impeccabile rigore, duro e straziante al tempo stesso, sempre in bilico tra realismo esasperato e tensione visionaria.
Ne nasce uno spettacolo denso, teso, privo di cadute, di impeccabile rigore, duro e straziante al tempo stesso, sempre in bilico tra realismo esasperato e tensione visionaria.
Così
vita e teatro si mischiano di continuo e la sensazione che lo spettatore vive è
quella che questa non sia una recita, ma un assurdo, autentico spaccato di
vita.
A
questo anche contribuisce l'omaggio emozionato di d'Elia: lo spazio dove i due personaggi attendono,
“vivono” e si muovono è lo stesso spazio che il regista, gli attori e il loro
pubblico hanno “abitato” per 18 anni. Un appassionato, commovente saluto.
NOTE DI REGIA – UNA STANZA, LA PAROLA E IL TEMPO
Non
è solo un testo d'attore il Calapranzi. Sbaglieremmo a pensare solo in
termini di attori che devono essere sempre in tensione, sempre vivi, sempre in
comunicazione. …
Tutto
questo è giusto, ma non può bastare... ci mancherebbe qualcosa.
Innanzitutto il luogo: una stanza.
Innanzitutto il luogo: una stanza.
È la
stanza che muove, che parla, che imprigiona i due killers.
È
una stanza dimensionale. Non solo fisica.
È
uno scontro tra dentro e fuori, tra assenza e presenza, tra essere e non
essere.
C'è molto di più quindi ed è materia che qualsiasi regista vorrebbe visitare.
C'è quindi una stanza sospesa e un fuori infinito.
C'è molto di più quindi ed è materia che qualsiasi regista vorrebbe visitare.
C'è quindi una stanza sospesa e un fuori infinito.
E
poi c'è il lavoro appassionante sul testo pinteriano.
È un
lavoro di aderenza innanzitutto, alla ricerca di quella libertà infinita che
sta nel rigore, in quell'autentica partitura di battute, non detti e azioni
fisiche, di quell'equilibrio tra l’assurdo e l’iperrealismo che è il Calapranzi.
Una
scrittura vivace, a tratti allucinatori, una macchina perfetta di teatralità.
E infine c'è il tempo. Il tempo sospeso, il tempo
che non passa, il tempo che, anche lui, come i due protagonisti nella stanza,
aspetta.
Questa illuminante provvisorietà che abbiamo cercato di ricreare ogni giorno con il nostro lavoro, vivendola in ogni momento come vera, fa sì che quasi di non-teatro si tratti, ma di continuo laboratorio creativo, di continuo stare, di non recitare.
Questa illuminante provvisorietà che abbiamo cercato di ricreare ogni giorno con il nostro lavoro, vivendola in ogni momento come vera, fa sì che quasi di non-teatro si tratti, ma di continuo laboratorio creativo, di continuo stare, di non recitare.
Teatro Libero
Via Savona, 10 - Milano
BIGLIETTERIA
PREZZI BIGLIETTI
Intero € 21,00
Ridotto under26 e over60 € 15,00
Studenti universitari con tesserino € 10,00
Prevendita € 1,50
Allievi Teatri Possibili con TPCard € 10,00
Spettacolo inserito in INVITO A TEATRO
ORARIO SPETTACOLI
Da lunedì a sabato ore 21.00
Da lunedì a sabato ore 21.00
Domenica ore 16.00
Riposo lunedì 25 aprile
ORARI BIGLIETTERIA
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Nei giorni di spettacolo:
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Da lunedì a venerdì fino alle 21.30
Sabato dalle 19.00 alle 21.30
Domenica dalle 14.00 alle 16.30
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