2015_02_11 LaVerdi Barocca alla riscoperta di Giacomo Carissimi con Gianluca Capuano

Mercoledì 11 febbraio 2015_02_11, ore 20.00
Auditorium di Milano – largo Mahler
Alla riscoperta di Giacomo Carissimi 
Ensemble laBarocca
Ensemble Vocale
Direttore Gianluca Capuano
(Biglietti: euro 25,00/17,50/10,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334). 

Programma
Judicium Extremum, oratorio per 5 solisti, doppio coro, 2 violini & continuo
Le trombe del Giudizio
Sinfonia
Propheta - Aspiciebam in visione noctis
Christus - Ite, ite, angeli miei
Chorus - Tunc horribili sonitu
Angelus - Surgite, primi qui obdomistis in Domino
Angelus - Congregamini populi
Angeli - Surgite, mortui
Angeli - State omnes ante tribunal Christi
Angelus - Plangite omnes
Chorus - Quam magna
Historicus - Tunc, apertis cælis
Christus - Congregate angeli mei
Angeli - lusti separentur ab impiis
Iusti - Ecce nos, pro te, Domine
Christus - Venite benedicti Paris miei
Peccatores - Cur in æternum
Christus - Quare exurivi, sitivi
Peccatores - Domine, quando te vidimus
Christus - Quod non fecistis
Angelus - O vox nimium tremenda!
Angelus - O vox tristis et funesta
Chorus - Quam magna

Diluvium universale, Oratorio per soli, coro e orchestra
Lavoro imponente per dimensioni e carattere, il Diluvium universale (nella titolazione del manoscritto di Amburgo) fa parte del gruppo delle grandi historiae in latino. Con le sue 779 misure, è superato in ampiezza solo dal Daniele (789) e dalla Historia divitis (825). Fonte per il testo sono alcuni passi della Genesi, nella versione della Vulgata, in cui si narra di Noè, del diluvio, e della finale riconciliazione tra Dio e l'uomo. Da notare i numerosi riferimenti classici: alcuni versi non sono altro che parafrasi di passi di Virgilio e Ovidio (vedi le note al testo latino). Il riecheggiare di autori che erano oggetto quotidiano di studio e di memorizzazione nelle scuole latine dell'epoca fa propendere per l'ipotesi espressa da Andrew Jones, secondo cui autore dei testi degli oratori sarebbe un padre gesuita della cerchia del Collegio Romano o del Collegio Ungarico-Germanico. L’oratorio è diviso in due parti: la prima interamente dedicata alla vicenda del diluvio; la seconda si sofferma sul giubilo per la recuperata unione con Dio tramite l'immagine spettacolare dell'arcobaleno, segno del rinnovato patto fra Dio e gli uomini. Due violini accompagnano il doppio coro (SSATB-SSATB) insieme al basso continuo. Un ruolo speciale è affidato a due soprani solisti Cantus XI e Cantus XII) che intessono un fitto dialogo con i due cori nei grandi momenti di commento all'azione. La voce di Dio – in maniera inconsueta rispetto al caso sopra citato e ad altri esempi carissimiani: si pensi, ad esempio, all'Extremum judicium, dove è intonata dal basso – è affidata al Tenor del primo coro. Noè è impersonificato, invece, dal Bassus del primo coro. I violini, oltre alla sinfonia iniziale, intervengono nei cori e rispondono talora con piccoli ritornelli agli interventi dei soli o dopo i duetti tra i due soprani. Impressionante la vicinanza stilistica e sintattica con altri oratori policorali, e in particolare con Extremum Dei judicium e ancor più con Historia divitis (conosciuto anche con il titolo di Dives malus). Il doppio coro è in entrambi i casi il vero protagonista dell'azione.

Appuntamento speciale quello di mercoledì 11 febbraio 2015_02_11 (ore 20.00) con la Stagione di musica barocca all’Auditorium di Milano: laBarocca, orchestra specialistica de laVerdi, e il gemello Ensemble Vocale, per l’occasione diretti da Gianluca Capuano, andranno alla riscoperta (anche se per i più si tratterà di una vera e propria scoperta) di Giacomo Carissimi e dei suoi Oratori. Capuano è uno dei massimi conoscitori e studiosi del compositore laziale, per troppo tempo lasciato nel dimenticatoio, a causa della perdita dei suoi manoscritti.
Atmosfera austera e solenne per il quinto appuntamento della stagione di musica barocca, mercoledì 11 febbraio (ore 20.00). Sul palco dell’Auditorium di Milano, in largo Mahler, l’Orchestra laBarocca e il gemello Ensemble, per l’occasione diretti da Gianluca Capuano, renderanno omaggio a Giacomo Carissimi. Il compositore laziale fu l’iniziatore del genere musicale dell’oratorio e una delle due colonne portanti – insieme a Claudio Monteverdi – del Barocco italiano, purtroppo per lungo tempo dimenticato a causa della perdita dei suoi manoscritti. La serata sarà dedicata a uno dei temi più affascinanti e misteriosi della religione, così come dell’animo umano universalmente inteso: la fine del mondo, con l’esecuzione di due oratori per soli, coro e orchestra: Diluvium universale e Extremum Dei Judicium, opere al pari poco note e di grande impatto emotivo. 
Gianluca Capuano un approfondimento della figura di Giacomo Carissimi: 
“Giacomo Carissimi è da considerare una delle due grandi colonne su cui poggia l’edificio del barocco musicale italiano: insieme a Claudio Monteverdi, sovrano indiscusso del nuovo stile concertato distillato nella musica sacra, nel madrigale, nel melodramma, Carissimi trionfa e unirà in eterno il suo nome e la sua fama all’oratorio barocco, di cui è ritenuto l’iniziatore. In quell’Oratorio del Crocefisso, ancora oggi visitabile a Roma, che diede il nome al genere musicale, videro la luce per la prima volta i capolavori grazie al quale Carissimi, pur non muovendosi mai dall’Urbe, divenne così famoso in Europa attirando alla sua scuola alcuni dei migliori talenti dell’epoca, Charpentier, Bernhard, Kerll e molti altri. Le Historiae sacrae da lui composte, tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, segnano un esito altissimo nella storia della rappresentazione musicale di un testo letterario, scolpito in modo indimenticabile nella tempesta dello Jonas, nel lamento della figlia di Jephte, nel brivido metafisico dell’annuncio della fine dei tempi nell’Extremum judicium. L’eccezionale varietà degli affetti musicali, la capacità di dipingere con tratti precisi le più lievi sfumature dell’animo umano, la sapienza nel creare spazi sonori inediti resero famosissimo Carissimi fra gli amanti di musica dell’epoca. Purtroppo un destino beffardo - la perdita di tutti i suoi manoscritti alla chiusura dell’ordine dei Gesuiti (1773) con la conseguente dispersione dell’archivio musicale del Collegium Germanicum in cui insegnò per tutta la vita - hanno fatto in modo che l’opera di Carissimi fosse presto dimenticata. Ancora oggi solo pochissime composizioni sono state incise e ancora meno sono entrate nel repertorio dei gruppi di musica antica”.
Oratori eseguiti:
La fine del mondo e il giudizio universale sono qualcosa di presente in tutte le religioni, a qualsiasi latitudine. L’idea di una fine di tutte le cose ha ispirato in tutti i secoli pittori,
musicisti scrittori, che in vario modo hanno dato immagini, parole e suoni a questo evento sovrannaturale. Per il cattolicesimo si tratta dell’avvenimento sommo, del momento in cui i morti risorgeranno e ognuno dovrà rispondere delle proprie azioni in vita.
Impressionante il modo in cui Giacomo Carissimi, con grande dispiego di forze, ha voluto rappresentare il Giudizio, un oratorio poco conosciuto ma di grande impatto emotivo. Ancora meno noto l’oratorio a doppio coro “Diluvium universale”, conservato in un manoscritto seicentesco custodito nella Repubblica Ceca, in cui si rievoca a forti tinte la vicenda del Diluvio e della salvezza concessa da Dio a Noè e alla sua stirpe. Raramente eseguito in tempi moderni, è di recente uscita l’edizione critica dell’oratorio a cura di Gianluca Capuano per l’Istituto Italiano di Storia della Musica.

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