Giovedì 12 febbraio 2015_02_12 (ore 20.30)
Venerdì 13 febbraio 2015_02_13 (ore 20.00)
Domenica 15 febbraio 2015_02_15 (ore 16.00)
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2014/15
CONCERTO SINFONICO
Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Shai Wosner, Pianoforte
Direttore Otto Tausk
Programma:
Sergej Prokofiev
L’amore delle tre melarance
Suite n.2 dal balletto Romeo e Giulietta
Wolfgang Amadeus Mozart
oncerto per pianoforte e orchestra n.21 K467
(Biglietti euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334).
Il 21° programma della Stagione sinfonica de laVerdi, che vedrà il debutto della star israelo-statunitense Shai Wosner e il ritorno dell’olandese Otto Tausk alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, è dedicato alla commemorazione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe (10 febbraio) e della Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio).
Si ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E. (Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).
Il 21° programma della Stagione principale de laVerdi propone una parte sinfonica dedicata a Prokof’ev e una concertistica nel segno di Mozart. Due deliziosi camei del compositore russo – L’amore delle tre melarance e la Suite n.2 dal balletto Romeo e Giulietta – faranno da scrigno all’esecuzione del popolarissimo Concerto per pianoforte e orchestra n.21 K467 del salisburghese, affidata alla star internazionale israelo-statunitense Shai Wosner, al debutto con laVerdi.
Per l’occasione, torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, dopo due anni, la bacchetta dell’olandese Otto Tausk.
Giovedì 12, sempre in Auditorium (Foyer della Balconata, ore 18.30, ingresso libero), i musicologi Enzo Beacco e Fausto Malcovati terranno la conferenza di introduzione a Prokof’ev teatrale, per il ciclo Storia della musica russa.
In occasione della commemorazione del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe (10 febbraio) e della Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio), laVerdi ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E. (Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).
Note al programma di Enzo Beacco
La reazione dei grandi musicisti alla fine della Grande guerra è molto varia. Per alcuni reduci dal dissolvimento dell’impero austro-ungarico, come Korngold e Janacek, resta l’incubo della tragedia appena consumata. Per altri è pura liberazione, come nel caso del beffardo Milhaud del microballetto Le boeuf sur le toit. Per altri ancora, e sono i più, è un invito a reinventare un passato settecentesco, immaginato limpido e senza problemi. Ecco Stravinskij che riscrive Pergolesi e Ravel che ritrova Couperin.
Così fa anche il trentenne Prokof’ev, uscito da una Russia in fiamme e approdato al compunto capitalismo di Chicago con un’opera che porta in scena una bizzarra commedia dell’illuminista italiano Carlo Gozzi. Si chiude il suo periodo iconoclasta e percussivo degli anni anteguerra e si apre l’assimilazione dello spirito “occidentale” che segnerà la sua residenza nella Parigi degli anni Venti.
Un altro salto stilistico, Prokof’ev è obbligato a compiere quando rientra in Unione sovietica nel 1936 e si mette al servizio dei programmi di educazione musicale e civile propagandati da Stalin. Scrive colonne sonore per film d’autore, cantate celebrative, fiabe per bambini; stando attento a inventare melodie cantabili e armonie più soffici. Sa che al grande dittatore e alla sua cerchia piacciono i balletto e produce un capolavoro fuori dal tempo, non d’avanguardia, forse neo-romantico come Romeo e Giulietta. Il successo si propaga fuori dai confini dell’URSS e a suo modo contagia i colleghi sovietici, dal più anziano e anzi maestro Nikolaj Miaskovskij ai circa coetanei Dmitri Šostakovic e Aram Khachaturian. Prokof’ev crea così un’oasi di lirismo, che nulla presagisce del tremendo giro di vite che si abbatterà da quell’anno sulla società civile sovietica. E neppure del prossimo secondo conflitto, che colpirà il mondo intero. E che forse intuiscono lo straniato lirismo del Concerto per violino di Alban Berg e le allucinate geometrie di Musica per archi, celesta e percussione di Bela Bartók.
Tutt’altri intorni ha il Concerto K 467 che apre la serie di ultimi concerti per pianoforte e orchestra di Mozart proposti nella nostra stagione. Siamo nel 1785, anno felice e denso di ogni soddisfazione, ricco di capolavori immortali, che oscurano qualunque concorrenza, compresa quella di Haydn, di Cimarosa e (si direbbe: ovviamente) di Salieri. Prima che la nobiltà viennese volti le spalle a Mozart, offesa per l’irriverenza delle Nozze di Figaro e sgomenta per la rivoluzione di Don Giovanni.
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi - www.laverdi.org
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