Venerdì 6 febbraio 2015_01_06 ore 20.00
Domenica 8 febbraio 2015_01_08 ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2014/15
Giacomo Puccini
Madama Butterfly
La grande opera italiana nella casa de laVerdi
Coro sinfonico di Milano Giuseppe verdi
Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Svetlana Kasyan, soprano (Cio-cio-san)
Manuela Custer, mezzosoprano (Suzuki)
Julie Mellor, mezzosoprano (Kate)
Vincenzo Costanzo, tenore (Pinkerton)
Luca Grassi, baritono (Sharpless)
Nicola Pamio, tenore (Goro)
William Corrò, basso (Yamadori)
Cristian Saitta, basso (Zio Bonzo)
Maestro del Coro Erina Gambarini
Direttore Jader Bignamini
Nella maxi stagione che apre le porte all’Expo, laVerdi conferma la tradizione di inserire l’opera nel suo cartellone principale. E, naturalmente, di opera italiana si tratta. Non solo. Quello di venerdì 6 febbraio (ore 20.00), con replica domenica 8 (ore 16.00) all’Auditorium di Milano in largo Mahler, sarà un evento speciale, in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia. Titolo protagonista del doppio appuntamento Madama Butterfly. Il capolavoro di Giacomo Puccini, che debuttò alla Scala nel febbraio 1904, sarà eseguito in forma di concerto dall’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e rappresenta l’anteprima della versione in forma scenica in programma il prossimo maggio nello storico teatro veneziano, con lo stesso direttore e lo stesso cast. A dirigere laVerdi sarà infatti il cremasco Jader Bignamini, “bacchetta” contesa dai teatri di tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda il repertorio tricolore e che in largo Mahler ha affinato la sua arte.
Note al Programma: Puccini esotico e tragico di Laura Nicora
Madama Butterfly è il primo lavoro di Puccini ambientato in Oriente. Si tratta di una tragedia giapponese su libretto di Illica e Giacosa.
L’argomento cui Puccini si ispirò è un fatto di cronaca avvenuto in Giappone, cui avevano fatto seguito il romanzo Madame Chrysanthème (1887) del francese Pierre Loti, il racconto Madame Butterfly (1898) di John Luther Long, pubblicato a Philadelphia sul Century Magazine, e la “tragedia giapponese in un atto” dallo stesso titolo, dell’americano David Belasco.
Alla fine dell’800 cominciava ad andare di moda un diffuso interesse per le Civiltà dell’Estremo Oriente, anche grazie ai molti rapporti commerciali con quelle terre. Il Japonisme si sviluppa in Francia dopo l’Exposition parigina del 1867 e raggiunge il suo culmine con quella del 1900. Le opere pittoriche e plastiche accolgono questo stile e la passione contagia tutta Europa. Il fascino esotico dell’ambientazione giapponese arriva in Italia solo nel 1902 con l’Esposizione Internazionale di arte decorativa di Torino, che influenzerà molti artisti: da Antonio Fontanesi a Galileo Chini (amico di Puccini) e Anselmo Bucci. In musica questa moda influenza dapprima l’operetta e poi il melodramma: è Mascagni, con Iris (1898), il primo in Italia ad ambientare un’opera in Giappone. Puccini, nel luglio del 1900, assiste a Londra alla pièce teatrale Madame Butterfly di Belasco. Capisce ben poco dei dialoghi, dal momento che non conosce l’inglese, ma in un’intervista rilasciata al “Giornale d’Italia” dice: “ne rimasi così impressionato.. così preso da non poterlo raccontare. Credevo si trattasse di uno stato speciale dell’animo mio e ci tornai una seconda sera. Fu lo stesso che versare benzina sul fuoco… volli che Denza e Tosti e altri amici mi accompagnassero a teatro. Anche loro si commossero… Decisi subito che Butterfly sarebbe stato il mio libretto”.
Puccini è attentissimo alle novità e vede in questa ventata nipponica uno sbocco per la sua arte. In Madama Butterfly l’esotismo può diventare un simbolo potente della sua fantasia musicale. Per caratterizzare l’atmosfera, ascolta dischi provenienti da Tokyo e canti originali giapponesi, annota melodie e si confronta con artisti e personalità della cultura orientale. Inserirà l’esotico non solo nelle scene, nei costumi e negli arredi, ma anche nel testo, nella musica, nella strumentazione e nella recitazione. Molti temi sono autentici; quelli reinventati riesce a fonderli con il linguaggio armonico occidentale. Per caratterizzare al meglio la tragedia utilizza strumenti come i campanelli giapponesi, le campane tubolari e il tam-tam (lo farà anche per Turandot, ambientata in Cina).
Un argomento di profonda suggestione gli deriva dal personaggio della protagonista: Cio-Cio-San, in lingua originale la “signora farfalla” (madama Butterfly), ragazza giapponese di appena quindici anni. La giovane è sognatrice e immatura e vede il matrimonio come un riscatto dall'infamante professione di geisha. Per Pinkerton, l’americano che deve sposare e dal quale avrà un figlio, rinnega la sua religione. Si innamora di lui perché fragile e bisognosa d’affetto. All’uomo chiede “un bene piccolino… un bene da bambino”, ma non è ricambiata e l’epilogo non può essere che tragico: il duro scontro con la realtà, la caduta finale e la terribile decisione del suicidio. E’ la legge della tragedia che si basa sul “contrasto sempre più lancinante tra le convinzioni ostinate di Butterfly e il mondo circostante che le è estraneo”.
Puccini inizia a scrivere la musica di Madama Butterfly nel 1901 e la completa solo due anni dopo. La prima rappresentazione avviene alla Scala la sera del 17 febbraio 1904, ma è un fiasco clamoroso. Una claque ostile boicotta l’opera, che viene ritirata. Puccini vi rimette mano con qualche taglio e poche modifiche (soprattutto la divisione del secondo atto in due parti). L’opera viene trionfalmente riabilitata tre mesi dopo al Teatro Grande di Brescia, che la accoglie con intensa commozione.
(Biglietti euro 40,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334 www.laverdi.org).
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