2013_04_30 GIULIO CESARE di Georg Friederic Haendel al Cinemateatro Agorà di Robecco S/N

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Appuntamento conclusivo della rassegna curata da Mario Mainino al Cinemateatro Agorà di Robecco S/N.
Il successo della iniziativa ed il numero sempre crescente di pubblico ha fatto si che si inserissero in cartellone anche titoli impegnativi come opere in lingua originale e per la seconda volta un'opera barocca come il Giulio Cesare di Haendel che aveva riscontrato un ottimo gradimento dal pubblio
NEAR LIVE! IN ALTA DEFINIZIONE
in diretta dal Teatro METROPOLITAN DI NEW YORK
Martedì 30 aprile 2013 ore 20:00
George Friederic Handel
GIULIO CESARE 
Libretto di Nicola Francesco Haym
Giulio Cesare (Julius Caesar) David Daniels
Cleopatra Danielle De Niese
Cornelia Patricia Bardon
Sesto (Sextus) Alice Coote
Tolomeo (Ptolemy) Christophe Dumaux
Curio (Curius) John Moore
Nireno (Nirenus) Rachid Ben Abdeslam
Achilla (Achillas) Guido Loconsolo
Dancers Christina Luzwick, Karla Dionne Victum, Justin Flores, Kei Tsuruharatani
Actors Brian Baldwin, Sean Chin, Matthew Cusick, Tony Guerrero, Arthur Lazalde, Shad Ramsey, Christian Rozakis, Sasha Semin, Collin Ware, Philip Willingham, Joshua Wynter, Christian Zaremba
Violin Solo David Chan
Continuo:
Harpsichord Harry Bicket
Cello David Heiss
Theorbo/Lute/Baroque Guitar James Daniel Swenberg
Harpsichord ripieno Bradley Brookshire
Conductor Harry Bicket
Production David McVicar
Set Designer Robert Jones
Costume Designer Brigitte Reiffenstuel
Lighting Designer Paule Constable
Choreography Andrew George
Production owned by Glyndebourne Festival Opera
Durata: 2 h. 50 min.

Trama
Giulio Cesare in Egitto (talvolta indicata anche semplicemente come Giulio Cesare) è un’opera lirica in tre atti composta da Georg Friedrich Händel su libretto in lingua italiana di Nicola Francesco Haym. Venne rappresentata per la prima volta il 20 febbraio del 1724 al King’s Theatre di Londra. Per l’occasione, il libretto di Haym – derivato da un libretto omonimo di Giacomo Francesco Bussani presentato nel 1677 a Venezia con musiche di Antonio Sartorio – venne dallo stesso Haym tradotto in lingua inglese a beneficio del pubblico londinese. Alla prima – nella quale cantò la primadonna Francesca Cuzzoni – l’opera ebbe un successo immediato ed Händel la riprese, con cambiamenti, l’anno dopo quello della prima rappresentazione e poi ancora nel 1730 e nel 1732. Fu anche messa in scena, fra l’altro, a Parigi e ad Amburgo. Come tutte le opere serie del primo Settecento, anche Giulio Cesare è stato quasi dimenticato nel corso del XIX secolo. È stato riesumato solo in pieno Novecento, sia pure in una versione riveduta, a Göttingen nel 1922. In tempi più recenti l’opera si è tuttavia rivelata come una fra quelle maggiormente apprezzate dagli appassionati di musica barocca in generale e di Händel in particolare, per l’accessibilità e la gradevolezza della musica che qui il “grande Sassone” esprime, tanto da garantirle oltre duecento produzioni in diverse paesi. Il ruolo principale e i personaggi di Tolomeo e Nireno furono originariamente scritti per cantanti castrati (il primo Giulio Cesare fu il celebre castrato Senesino): oggi vengono interpretati, da contralti o mezzosoprani en travesti, oppure da controtenori. In epoca moderna è stata sperimentata una versione che prevede una riscrittura del ruolo di Giulio Cesare in chiave baritonale, che però è stata abbandonata, come simili tentativi di rendere ruoli maschili scritti per castrato o mezzosoprano con la corrispondente voce maschile all’ottava inferiore (ad esempio il Romeo dei Capuleti e i Montecchi di Bellini e Orfeo in Orfeo ed Euridice di Gluck Quest’opera è considerata da molti, assieme al Serse, come la migliore musicata da Händel e destinata principalmente alle scene italiane. Organizzata sul modello melodrammatico oggi noto come metastasiano, è apprezzata soprattutto per la superba scrittura vocale, l’impatto drammatico e la maestosa orchestrazione. E lo schema in uso al tempo – in grado di intrecciare amore e politica, gelosia ed eroismo, senza tralasciare i temi della vendetta e della ricerca della gloria – è qui supportato ancor meglio che altrove da una ricchezza di brani recitativi alternati ad un numero quanto mai copioso di arie (tanto quelle prettamente liriche che le cosiddette arie di sonno e di furia) che si alternano in assoluta armonia restituendo tutta la forza necessaria all’azione drammatica e all’unità scenica. Principalmente per questi motivi il Giulio Cesare è entrato a far parte del cosiddetto repertorio e conta oggi il maggior numero di registrazioni discografiche tra le opere di Händel.








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