Mercoledì 13 Marzo 2013, ore 21.15
secondo appuntamento al cinemateatroNuovo di Magenta con
I TEATRI DEL SACRO
Il Vangelo visto da un cieco
scritto da Giampiero Pizzol e interpretato da:Bernardino Bonzani (il cieco Bartimeo),
Monica Morini (la samaritana),
Laura Aguzzoni (la moglie di Zaccheo),
con le musiche dal vivo di Gaetano Nenna (il custode)
è ambientato nell'anticamera del Sinedrio (tratteggiata da intrecci tessili e scenografici di Antonella De Nisco)
ed è l'esito dell'incontro artistico di due Compagnie teatrali professioniste che hanno all'attivo numerosi spettacoli: Teatro dell' Orsa di Reggio Emilia e Compagnia Bella di Forlì.
ingresso Euro 5,00
prevendita presso cinemateatroNuovo - Via San Martino 19 – Magenta, nei normali orari di apertura della sala Info: 02.97291337 – www.teatronuovo.com - info@teatronuovo.com
Progetto vincitore prima edizione I TEATRI DEL SACRO
Durante la Pasqua, a Gerusalemme, si incontrano in attesa di testimoniare al processo di Gesù, un uomo con un bastone e un paio di occhiali scuri e una donna con un secchio d'acqua al collo : sono il cieco nato di Gerico e la Samaritana di Sichar.
L'esaltazione scanzonata e fiduciosa del cieco, entusiasta di poter ora guardare il mondo e godere finalmente della piacevole visione dell’universo femminile, apre lo spettacolo alla comicità . Vista con gli occhi di un cieco risanato l'umanità mostra tutto il suo lato più divertente. A questo simpatico e ciarliero personaggio fa da contrasto la drammatica e silenziosa figura della Samaritana, una donna violata e sfruttata dai mariti che la opprimevano.
Tra i due irrompe la moglie di Zaccheo il pubblicano, giunta da Gerico in cerca del marito, corso a testimoniare in favore del Messia. I tre vengono accolti da un misterioso guardiano musicista che li fa attendere in una stanza sospesa nel tempo.
Così, il Vangelo viene raccontato per bocca dei personaggi con un linguaggio più vicino alla vita reale. Si alternano racconti epici e comici, poetici e buffi che attingono al pozzo della saggezza e della commedia popolare: la caduta delle mura di Gerico e il tumulto di piazza in cui Zaccheo stava per essere ucciso, gli incontri si mescolano con le parabole, sulla scena si materializzano paesaggi e identità diverse, si accende la luce del miracolo e sgorga l' acqua della vita, uomini e donne si trovano a confronto fra loro e con Gesù.
La scelta di questi tre personaggi non è casuale , ma offre allo spettacolo che forse si potrebbe definire una originale “commedia religiosa”, registri diversi . Infatti l'allegria del cieco porta in tutto il testo una vena di comicità irrefrenabile derivata non solo dal carattere del personaggio, ma anche dal suo modo di vedere il mondo con gli occhi di un bambino appena venuto alla luce. La samaritana invece è una donna giovane ma stanca della vita, stanca come l'acqua, di cadere e percorrere infinite strade che non portano a nulla: cinque matrimoni alle spalle ma nessun vero amore. Poi l'incontro con quell'Uomo al pozzo.
Il dramma tocca i vertici più profondi dell' anima di ciascuno di noi attraverso le parole che Cristo le rivolge e che nessuno potrà mai più cancellare dalla sua mente.
Infine la tragedia non più di un singolo individuo ma di una intera famiglia, quella del pubblicano Zaccheo. Attraverso i racconti della moglie rivediamo la morte dell'unico figlio e da quel momento l'anima del padre diventare spietata così come la vita lo è stata verso di lui. Una famiglia di ricchi senza pace e senza speranza fino all' istante in cui Dio stesso decide di entrare in quella casa, sedersi a quella tavola e compiere il più grande miracolo, quello di portare la vita dove regnava l'ombra della morte.
Il linguaggio del testo è spesso venato da elementi contemporanei come gli occhiali del cieco, il megafono o il casuale coinvolgimento di un accompagnatore dal pubblico. Oppure si apre a rivelazioni improvvise come quella secondo cui Zaccheo sale sull'albero non per vedere Gesù ma per cercare un tipo che gli doveva del denaro. Questa contaminazione avviene anche nella narrazione della guerra di Gerico, emblema di tutte le guerre del mondo o nel finale quando sarà chiaro che nessun giudice ha voluto ascoltare i testimoni, ma la voce correrà ugualmente sulla terra perché a Dio non si può mettere una pietra sopra!
Dunque un Vangelo che fa ridere e piangere, diverte e commuove, antico e nuovo, semplice e profondo, allegro come il vino e chiaro come il sole, fresco come l'acqua e caldo come il pane.
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