2012_11_15 Italiana in Algeri al Teatro Fraschini, in scena la nuova produzione

Giovedì 15 novembre 2012_11_15 
replica 
sabato 17 novembre 2012_11_17, alle ore 20.30
Gioachino  Rossini 
L'ITALIANA IN ALGERI
La seconda opera in cartellone è la produzione pavese che porta in scena lo "storico" allestimento di Pierluigi Pizzi con nuovo cast (sul palco anche il pavese Bruno Taddia). La ripresa è firmata dal regista Paolo Panizza. La direzione è affidata a Francesco Pasqualetti.
Nel cast  Carmen Topciu (Isabella) vincitrice del Concorso As.Li.Co 2010, mezzosoprano rumena, classe 1981, Enea Scala (Lindoro) giovane tenore siciliano, Bruno Taddia (Taddeo), Abramo Rosalen (Mustafà), Sonia Ciani (Elvira), Alessia Nadin (Zulma), Davide Luciano (Haly)
Gioachino Rossini impiegò solo ventisette giorni per musicare il libretto che prendeva spunto dalle disavventure di una  signora milanese, Antonietta Frapolli, prigioniera dei corsari (1805), finita nell'harem del Pascià e infine ricondotta in Patria. 

Mustafà stanco della moglie Elvira, la vuole sostituire con una sposa italiana e cederla allo schiavo italiano Lindoro. Isabella, la nuova sposa da lui catturata, è in realtà la fidanzata di Lindoro.  Appare anche Taddeo, presunto zio di Isabella, in realtà corteggiatore di quest'ultima. Dopo una serie di burle e buffe peripezie, Mustafà torna tra le braccia della fedele Elvira.
Francesco Pasqualetti, che ha studiato presso l'Accademia Chigiana, si è perfezionato in direzione d'orchestra alla Royal Academy of Music di Londra.
Paolo Panizza, regista e scenografo,  è collaboratore del Maestro Pierluigi Pizzi.
Maestro del Coro Diego Maccagnola – Coro del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo
Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como – As.Li.Co.
Allestimento Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari
Il Circuito Lirico Lombardo è un progetto promosso, sostenuto e coordinato da Regione Lombardia, con il quale si è voluta valorizzare la ricca tradizione operistica dei Teatri di Tradizione lombardi. Il circuito regionale ha permesso di realizzare e promuovere programmazioni liriche di grande qualità attraverso la formazione di un sistema strutturato di coproduzione, distribuzione e promozione.
Opera rappresentata con sovratitoli

NOTE a cura di Francesco Pasqualetti
Ci sono opere che infiammano l'animo d'interpreti e spettatori con temi grandiosi ed esaltanti: Libertà, Fratellanza, Religione assurgono a dimensione epica per esempio in Nabucco, Traviata è forse l'apoteosi del dramma personale, tra amore, dignità e orgoglio, ma già ai tempi di Mozart fondamentali tematiche filosofiche e di strettissima rilevanza sociale erano trattate nelle sue opere con una leggerezza solo apparente.
Anche la trama di Italiana in Algeri avrebbe tutte le caratteristiche di un grande dramma. Immaginate la prima scena messa in musica da Verdi: una moglie è crudelmente abbandonata dal marito e pubblicamente derisa, oppure figuratevi la struggente malinconia della musica di Puccini che racconta le vicende di Isabella, amante fedele e coraggiosa, che contro tutto e contro tutti s'imbarca alla ricerca dell'amato scomparso, affronta mille pericoli finché la sua nave fa naufragio e viene addirittura fatta prigioniera dai Turchi: ce ne sarebbe abbastanza da sentire anche qui come in Tosca tutta la struggente disperazione del "Signore, perché me ne rimuneri cosi?".
Ma ovviamente qua il compositore è Rossini, e tanto per chiarire bene la situazione il momento più drammatico del primo atto è espresso dalle parole: "Come colpo di cannone la mia testa fa Bum Bum, Sono come una cornacchia che spennata fa Cra Cra".
Assoluta genialità o spudorata superficialità?
La domanda se la ponevano già i contemporanei di Stendhal. Nella sua "Vita di Rossini" egli ci informa infatti che la prima edizione parigina di Italiana in Algeri fu mutilata dell'intera scena dei Pappataci, ritenuta cosi esilarante da diventare oltraggiosa ("Tutto sommato, signori, il nostro teatro non è un teatro da boulevard per rappresentarvi buffonerie" cosi si sarebbe espresso uno dei capi del Teatro del Louvois a tal proposito).
Povero Rossini! Come rispondere a cotanto buon senso? Sicuramente con l'effetto pratico che quest'opera costantemente produce da due secoli: una contagiosa ilarità generale. Eppure dobbiamo concedere un po' di ragione a questi signori. Perché Rossini sceglie uno scoppiettante e solare sol maggiore per accompagnare l'apertura del sipario sulle parole "Ah comprendo, me infelice che il mio sposo or più non m'ama!" ? Non era in grado di scrivere una melodia un poco più triste? Sì, ovviamente era in grado, di melodie struggenti e' pieno il Tancredi, opera immediatamente precedente. E allora perché fa questa scelta deliberata e apparentemente folle e straniante? Forse vuole suggerirci qualcosa. Forse ci vuole mettere sulla strada giusta, forse ci vuole dire qualcosa come "Signori, Attenzione! Non siamo nel mondo reale e non ho alcuna intenzione di raccontarvi questa storia in modo verista o realista, siamo in un'altra dimensione, decidete voi come chiamarla: "Surreale", o forse "Sogno" o meglio ancora semplicemente "Favola".
Immediatamente, in quest'ottica tutto riacquista coerenza straordinaria e perfino geniale. Nulla di più gaio, di meno crudele, di più straordinariamente naturale di Mustafa che esclama "Cara m'hai rotto il timpano"! E ancora nulla di più gioiosamente spontaneo e spiazzante della frase di Isabella "Tutti la chiedono, tutti la vogliono, da vaga femmina… felicità".
La tradizione occidentale ci insegna che l'uomo si distingue dal resto della natura per la legge morale che scopre in se stesso. Eppure l'uomo appartiene alla natura, e la natura non ha morale. La sua legge è la necessità.  Avete mai sentito parlare di un protone che smette di attrarre elettroni perché è immorale attrarne uno in più? Probabilmente no! Esso fino a che ha carica sufficiente continuerà ad attrarre per pura necessità, cosi come fa Mustafà con le donne. Tutto questo ha una gigantesca portata di gaiezza liberatoria!
Rossini è straordinario, intuisce con quasi cento anni di anticipo ciò che Freud esporrà nel suo libro "Il motto di spirito".  E' solo apparentemente sorprendente che il padre della psicoanalisi si diletti nello spiegare il funzionamento della risata. Freud è forse il primo ad accorgersi che alcuni dei processi che generano i sogni sono anche il presupposto dell'umorismo. In estrema sintesi potremmo affermare che sogno e motto di spirito trovano nella sospensione della logica e della morale un territorio comune. E che questa liberazione dalla logica scatena un rilascio di energia psichica che si manifesta nella risata. E cosa c'e' di piu' tremendamente illogico e immorale, se non trasformare i cantanti in veri e propri strumenti a percussione sulla scena, costretti a ripetere infiniti e frenetici sillabati di puro ritmo?! Scelta non solo illogica, ma addirittura… folle!
Rossini questa follia la ricerca, la corteggia, la prepara e la organizza, generando una musica che mai nessuno prima di lui aveva neanche lontanamente immaginato, una musica che mandava letteralmente in delirio gli spettatori, loro malgrado coinvolti in una sorta di irrefrenabile delirio collettivo. Una musica capace di annullare d'un colpo le nostre aspettative logiche e morali e di spalancarci le porte di un mondo diverso dal nostro e molto piu' allegro.
"Se i nostri stimati letterati vogliono ragionevolezza e passione, rimandiamoli a Mozart!" si infuriava Stendhal. E se tutto questo ancora non bastasse a difendere Rossini dalle accuse del buon senso, ci sia infine avvocato Montaigne:
"La vita è in parte follia, in parte prudenza, sicché parlarne solo con stile regolare e ordinato, è perderne più di metà " Montaigne Essais III, 5.
BIGLIETTERIA
C.so Strada Nuova 136 - Pavia
Aperta dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19
Aperta un'ora prima di ogni spettacolo
Tel. 0382-371214
PREZZI
Da 55 euro (platea e palchi centrali) a 14 euro (posti in piedi non numerati).
Sono riconosciute riduzioni, oltre che di legge, anche per le scuole e gli studenti universitari.
Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito www.teatrofraschini.org 
Call center Vivaticket by Charta 899.666.805
Call center 89.24.24 Pronto PagineGialle
fondazione Teatro Fraschini - C.so Strada Nuova 136 - 27100 Pavia

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