lunedì 18 aprile 2011_04_18 ore 21
martedì 19 aprile 2011_04_19 ore 21.00
giovedì 20 aprile 2011_04_20 ore 21.00
Stagione di Prosa 2010-2011 del Teatro Fraschini di Pavia
Compagnia del Teatro Carcano
Carlo Goldoni
LA BOTTEGA DEL CAFFE'
L’allestimento nasce nel segno della sobrietà e della fedeltà al testo e all’autore con la firma di Giuseppe Emiliani, seguendo, in modo rigoroso, il percorso artistico tracciato da Giulio Borsetti, attore intuitivo, con uno spiccato senso per il lavoro corale, nel pieno rispetto dell’opera teatrale. E’l’affresco di una società, ma, in termini teatrali ed artistici, è anche un eccezionale banco di prova per attori, registi e scenografi. Compaiono attori che fanno parte del glorioso assetto teatrale italiano, come Antonio Salines (Don Marzio) e Virgilio Zernitz (il caffettieri Ridolfo). In scena Cristina Sarti (Placida) Alice Redini (Vittoria).
Anche in questa edizione l’aspetto scenico è fondamentale per l’efficacia del testo: è stata realizzata da Guido Fiorato, allievo prediletto di Emanuele Luzzati.
La compagnia del Teatro Carcano rende omaggio a Giulio Borsetti con La Bottega del caffè di Carlo Goldoni che è stato uno dei suoi grandi “cavalli di battaglia” di una lunga carriera teatrale: attore, regista e direttore artistico, Bosetti ha lasciato in eredità alla moglie Marina Bonfigli, sua compagna di vita e di palcoscenico per quasi mezzo secolo, lo spirito di un lavoro appassionato e rigoroso, pienamente espresso in questo spettacolo.
Giulio Bosetti esordì, dopo gli studi teatrali in Accademia, nel 1950 e dopo una esperienza al Piccolo di Milano e al fianco di Vittorio Gassman. Iniziò così una lunga e fortunata carriera che lo vide direttore dei Teatri Stabili di Trieste e del Veneto, regista di prosa e d’opera, fino alla nascita della sua compagnia negli anni ottanta del secolo scorso. Giulio Bosetti era stato interprete de La bottega nel 1989 al Teatro Romano di Verona, con un allestimento diretto da Gianfranco De Bosio.
La trama
Carnevale 1750. Campiello di Venezia. Protagonista della commedia è don Marzio, che tesse le fila della maldicenza seduto al suo tavolo d’angolo di un caffè, scrutando gli accadimenti attraverso le lenti dei suoi occhiali. I suoi sono occhi insidiosi, le sue lenti deformanti, è il prototipo dei frequentatori curiosi, che raccolgono notizie per farsene portavoce, senza curarsi della fondatezza, mescolando verità e invenzione. Egli trova particolare godimento nel frapporre una serie di ostacoli al desiderio di due donne, Placida e Vittoria, di ricondurre sulla retta via i rispettivi mariti, Flaminio e Eugenio. Il primo è un giovane torinese che si spaccia per nobile, il secondo è un giovane mercante di stoffe che continua a perdere denaro nella bisca di Pandolfo. Don Marzio trova anche il modo di istigare i due uomini alla libertà sentimentale, spingendo la ballerina Lisaura, ignara del fatto che Flaminio fosse sposato, tra le sue braccia. I sotterfugi di don Marzio verranno smascherati dal caffettiere Ridolfo e dal suo garzone Trappola: sciolti gli inganni al furbo orchestratore/ orditore di trame, non resterà che abbandonare la città.
Carlo Goldoni, oltre a ritrarre un carattere come quello di Don Marzio alla perfezione, riesce a infondere piena concretezza all’ambiente circostante, attingendo dal reale vissuto veneziano così variegato da emergere come società del pettegolezzo e del possesso quale di fatto era: agli spettatori settecenteschi la piazzetta in cui si svolge la vicenda, altro non era che il prolungamento della città lagunare. Un spazio anche simbolico, quello della bottega, osservatorio privilegiato per scoprire come va il mondo e per giudicarlo. La realtà si colora di tinte particolari, verità e menzogna si mescolano. L’impronta dell’autore è nitida anche oggi perché in questa indagine sui comportamenti veneziani che Goldoni conduceva ai suoi tempi, è eternata dai temi e situazioni universali, validi per l’umanità di ogni tempo: amori, odi, brama di possesso, conquista del potere, lotta per il benessere, ci accompagnano senza perdere mai né di importanza né di smalto.
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Ultimi appuntamenti al Teatro Fraschini di Pavia, domani sera, venerdì 15 ore 21 con la musica ed il concerto dedicato a Cole Porter con l’Orchestra i Pomeriggi Musicali diretta da Antonio Ballista e lunedì 18 ore 21 con “La bottega del caffè” di Carlo Goldoni.
Sono gli ultimi due spettacoli e la chiusura musicale sarà particolarmente brillante ospitando la formazione milanese de I Pomeriggi per una serata dedicata ad uno dei più importanti compositori di musical americani: Cole Porter. La ideazione di questo programma musicale si deve al pianista Alessandro Lucchetti che ha raccolto, come in diversi quadri, alcune delle canzoni più famose di Porter. Quadri che richiamano famosi musical come “Kiss me Kate” o “Can Can” con la proposta di melodie immortali come “Begin the beguine”, “So in love”, “Night and day” e tante altre. Antonio Ballista è un famoso pianista che si dedica anche alla direzione d’orchestra. Da alcuni anni ha iniziato a collaborare con Alessandro Lucchetti con il quale ha ideato questa intrigante proposta musicale. Biglietti da 20 euro a 8 euro.
Lunedì poi arriva in scena al Fraschini “La bottega del caffè” di Carlo Goldoni che resterà in scena per tre serate sino a giovedì 20. Questo allestimento vuole essere un omaggio a Giulio Bosetti per il quale ha costituito per anni uno dei suoi cavalli di battaglia.
La Compagnia del Teatro Carcano di Milano porta in scena un allestimento sobrio e fedele al testo goldoniano per la regia di Giuseppe Emiliani con Antonio Salines, Virgilio Zernitz, Cristina Sarti e Alice Redini.
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