2009 09 27 Festival Bande&Borghi in Allegria

Domenica 27 Settembre 2009
Festival Bande&Borghi in Allegria
in occasione della sagra patronale di S. Crispino a Porana, frazione di Pizzale
 
Parata di bande, cori e artisti popolari manifestazione interregionale che ospita complessi bandistici un po' da tutto il nord Italia. "Bande&Borghi in Allegria" è organizzato dall'Associazione Porana Eventi in collaborazione con Festival Borghi&Valli, Agenzia CreativaMente e Comune di Pizzale.
 
Protagonista della nuova edizione sarà il Corpo Bandistico "F. Corradi" di Castellucchio (MN), che può vantare una tradizione secolare (le sue origini sono anteriori al 1880) e che, può contare, dal 2002, anche su un gruppo di percussioni formato da dieci ragazze, che conferisce una coreografia originale al corpo bandistico vero e proprio.
 
In apertura eseguirà l'inno del Festival Borghi&Valli, quello dei Borghi più belli d'Italia e infine quello di Mameli. L'appuntamento è dalle 15,30 nell'area della stazione ferroviaria di Lungavilla, che sorge sul territorio comunale di Porana: da lì partirà la sfilata per la via principale del paese (accompagnata da majorettes e altri elementi di supporto) con la gente al seguito della statua di San Crispino e dei "Crocioni" portati da alcune caratteristiche confraternite, con costumi d'epoca; la banda, una volta giunta nel parco di Villa Meroni, e terminata la benedizione impartita dal parroco Don Cesare De Paoli, darà vita ad uno spettacolare concerto. Al suo fianco ci saranno anche gruppi corali, che eseguiranno canti tipici della tradizione popolare.
 
Quest'anno, poi, Porana invita gli altri Borghi lombardi e delle aree limitrofe a partecipare con una rappresentanza di artisti locali per dare vita ad un altro premio, "Borghi in allegria": cantanti, ballerini, gruppi folkloristici e fantasisti porteranno così una ventata di allegria nella piccola frazione di Pizzale. Ma ci sarà spazio anche per tutte le associazioni di volontariato del territorio, che avranno la possibilità di promuovere la loro attività, al pari dei produttori locali che vorranno fare conoscere le loro "perle".
Da sottolineare infine che il Festival è dedicato alla memoria del musicista Gino Marchesi, ma anche a Don Francesco Barbieri e Mons. Carlo Gomarasca, a lungo guide spirituali della Parrocchia di Porana, e al missionario salesiano Don Ivano Zanovello.
In caso di maltempo il concerto si terrà presso la Chiesa Parrocchiale di Porana. L'ingresso sarà ad offerta.
 
Porana si trova nel cuore dell'Oltrepò Pavese, a pochi chilometri da Voghera. Un paesino piccolo, poche anime, ma di grande fascino e dalla storia antica.
Fin dai primordi del Cristianesimo questo territorio rappresentò l'estremo baluardo della diocesi di Piacenza, anche se il primo documento certo in cui si menziona Porana risale al 13 Giugno 1218, quando viene nominata negli estimi del contado pavese. Vi era certamente un castello poiché ne riporta notizia una antica carta topografica.
Nel XIV secolo Porana fu in possesso della nobile famiglia vogherese dei Balduini, che la portò ad entrare nelle vicende politiche che dilaniarono l'alta Italia nel corso della guerra tra Guelfi e Ghibellini; fu invece Castellino Beccaria, agli inizi del '400, ad ordinare la distruzione della "gran torre", cioè il castello, di Porana, di cui oggi, purtroppo, rimane solo il ricordo nei documenti antichi.
Da quel momento non si hanno più notizie di Porana fino alla fine del secolo successivo, quando compare un documento relativo ad una visita pastorale del 1599 da cui si apprende che "in quella chiesa parrocchiale non si conservava il SS. Sacramento; la parrocchia faceva 70 anime da comunione e 30 non da comunione; i redditi del parroco consistevano in 12 sacchi di frumento, 12 brente di vino e 60 fasci di legna".
Dopo una lunga e travagliata vicenda durata oltre un secolo e che vide la parrocchia soppressa ed inglobata a quella di Lungavilla, Porana divenne libero patronato nel 1802, passando poi, nel 1817, sotto la nuova diocesi di Tortona.
In quell'epoca, rettore della chiesa era Don Siro Grattoni, zio di Severino, illustre personaggio vogherese, tra i costruttori della galleria del Frejus.
Fu proprio l'ingegner Severino Grattoni che, tra il 1850 ed il 1860, fece costruire, progettandola sulle strutture di un edificio settecentesco, la grandiosa villa neogotica nella quale abitò per il resto della sua vita. Tra gli ospiti illustri anche il re Umberto I che nel 1883, di ritorno dalle grandi manovre militari, che si svolgevano in Oltrepò pavese, pernottò proprio a Porana accompagnato dal suo aiutante di campo Generale Ferrero. La costruzione, immersa in un grande parco, è provvista anche di un bel giardino all'italiana e conserva una delle piante più grandi d'Italia (80 metri di altezza per 4.80 metri di circonferenza) catalogata dal Corpo Forestale di Stato.
Annessa alla villa è la Chiesa parrocchiale, anch'essa dalla struttura chiaramente neogotica, edificata ex novo dal Grattoni sulle basi dell'antica. Nulla si consoce invece del vecchio edificio sacro, da cui è stato ereditato il pavimento in mosaico genovese.
Il complesso architettonico fu acquistato dagli attuali proprietari, la famiglia Meroni, nel 1901.
Ancora oggi sono numerose le cerimonie religiose che si svolgono in questo quadro dal notevole impatto artistico: molti i fedeli che provengono dalle località limitrofe, specie alla messa festiva, accompagnata dai canti della corale "don Sandro Magnani"; tantissime le coppie di fidanzati che scelgono Porana come luogo di spiritualità ideale per coronare il loro sogno d'amore. Tra i matrimoni consegnati al ricordo delle cronache mondane, anche Ornella Vanoni pronunciò qui il suo primo "sì".
Di fronte all'edificio di culto agli inizi del '900 é stato eretto l'asilo intitolato a Rachele Meroni: fino ai primi anni '80 ospitava i figli dei dipendenti dell'azienda agricola di proprietà della famiglia Meroni, oltre ai bambini provenienti dai vicini paesi. Poi, con il progressivo spopolamento della frazione (oggi conta poco meno di 100 abitanti) l'asilo ha chiuso i battenti, le suore di Maria Ausiliatrice hanno abbandonato la struttura che oggi versa in stato di grave degrado. Come pure le cascine sparse sul territorio e le case coloniche attorno alla fattoria, anch'essa dismessa: occupa una superficie di 350 ettari, che ai tempi del massimo splendore contava 145 vitelli e 50 mucche.
 

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