Stagione 2018 - 2019 d’Opera, Danza e Grande Arte al cinema
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CineTeatroAgorà Cell. 349 82 53 070
P.zza XXI luglio Robecco sul Naviglio
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Martedì 2 Aprile 2019 ore 19.15
Cineteatro Agorà di Robecco s/n
In diretta da The Royal Opera House Londra
Giuseppe Verdi
LA FORZA DEL DESTINO
Melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto da Don Álvaro o la Fuerza del sino di A. Saavedra, duca di Rivas
Prima rappr. 10 novembre 1862 al Teatro Teatro Imperiale, San Pietroburgo
Personaggi ed interpreti
Il marchese di Calatrava (basso) ROBERT LLOYD
Donna Leonora, figlia del marchese (soprano) ANNA NETREBKO
Don Carlo di Vargas, figlio del marchese (baritono) LUDOVIC TÉZIER
Don Alvaro (tenore) JONAS KAUFMANN
Padre guardiano, francescano (basso) FERRUCCIO FURLANETTO
Fra Melitone, francescano (baritono buffo) ALESSANDRO CORBELLI
Preziosilla, giovane zingara (mezzosoprano) VERONICA SIMEONI
Curra, cameriera di Leonora (mezzosoprano) ROBERTA ALEXANDER
Un alcade (basso) MICHAEL MOFIDIAN
Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo (tenore brillante) CARLO BOSI
Un chirurgo, militare spagnolo (basso)
Royal Opera Chorus
Chorus Master WILLIAM SPAULDING
Orchestra of the Royal Opera House
Direttore ANTONIO PAPPANO
Concert Master Sergey Galaktionov
Regia di Christof Loy
Durata complessiva circa 3 ore e 55'
Atto I e II 1h 25' Intervallo 25' Atto III 1h Intervallo 25' Atto IV 40'
The
Royal Opera House Londra.
Giuseppe
Verdi LA FORZA DEL DESTINO
Melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave
tratto da Don Álvaro o la Fuerza del sino di A. Saavedra, duca di
Rivas Prima rappr. 10 novembre 1862 al Teatro Teatro Imperiale, San
Pietroburgo Personaggi ed interpreti Il marchese di Calatrava (basso)
ROBERT LLOYD; Donna Leonora, figlia del marchese (soprano) ANNA
NETREBKO; Don Carlo di Vargas, figlio del marchese (baritono)
LUDOVIC TÉZIER; Don Alvaro (tenore) JONAS KAUFMANN; Padre guardiano,
francescano (basso) FERRUCCIO FURLANETTO; Fra Melitone, francescano
(baritono buffo) ALESSANDRO CORBELLI; Preziosilla, giovane zingara
(mezzosoprano) VERONICA SIMEONI; Curra, cameriera di Leonora
(mezzosoprano) ROBERTA ALEXANDER; Un alcade (basso) MICHAEL MOFIDIAN;
Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo (tenore brillante)
CARLO BOSI Orchestra of the Royal Opera House Direttore ANTONIO
PAPPANO Regia di Christof Loy Durata
complessiva circa 3 ore e 55' Atto I e II 1h 25' Intervallo 25' Atto
III 1h Intervallo 25' Atto IV 40'
Per
il direttore del Teatro Imperiale di San Pietroburgo fu relativamente
facile convincere Verdi a scrivere un’opera nuova per la stagione
1861-62, anche per la consistente offerta economica: sessantamila
franchi oro. Il difficile fu invece trovare un soggetto che
soddisfacesse sia la censura che il compositore. Dopo lunghe ricerche
fu scelto Don Álvaro, ó La fuerza del sino di Ángel de Saavedra y
Ramírez duca di Rivas. “Il
dramma è potente, singolare, e vastissimo; a me piace assai”:
il compositore era attratto dall’intensa tragicità della vicenda,
il pittoresco e romantico colore locale, la vastità delle
dimensioni, e soprattutto l’implacabilità di quel destino che
trascina i protagonisti in situazioni abnormi e metodicamente li
elimina. Ma dopo la prima, trionfale rappresentazione a San
Pietroburgo il 24 settembre 1862 dove morivano tutti i protagonisti,
Verdi sentì la necessità di modificare la conclusione dell’opera,
con il perdono finale a don Alvaro. Ci saranno anche altre modifiche
nella musica: una, particolarmente importante, è la nuova sinfonia.
“Con le gambe
aggiustate” –
l’espressione è di Verdi – l’opera andò in scena alla Scala
il 27 febbraio 1869.
Atto
I. È sera, e
nella casa di Siviglia il marchese di Calatrava indugia nell’augurare
la buona notte alla figlia Leonora Buona
notte, mia figlia e,
convinto che ella abbia rinunciato a un amore che egli considera
indegno per lei, la esorta a confidare nel suo affetto. Ritiratosi il
Marchese nei suoi appartamenti, la cameriera Curra si affretta a
riaprire la porta che dà sul verone: da lì entrerà don Alvaro,
l’uomo che Leonora ama segretamente, e con il quale fuggirà dalla
casa paterna. Me
pellegrina ed orfana Leonora
ha il cuore gonfio d’angoscia, ed è combattuta da opposti
sentimenti. Quando giunge don Alvaro, che con ardente trasporto la
sollecita a fuggire
Ah! per sempre, o mio bell'angiol ,
essa indugia, non sa risolversi, e quando infine si appresta alla
fuga Seguirti
fino agli ultimi,
è troppo tardi. Il Marchese, seguito dai servi, entra nella stanza
con la spada sguainata e ripudia la figlia, nonostante don Alvaro
protesti l’innocenza di Leonora e offra la propria vita per
salvare l’onore. Il Marchese provoca don Alvaro il quale, armatosi
a sua volta di pistola, nell’intimare ai servi di allontanarsi
lascia cadere a terra l’arma; ne parte un colpo che ferisce a morte
il Marchese Vil
seduttor!... infame figlia!....
Leonora, inorridita, si precipita ai piedi del padre, il quale la
respinge e la maledice, spirando fra le braccia dei servi, mentre don
Alvaro trascina via Leonora e fugge.
Atto
II. Un’osteria
nel villaggio di Hornachuelos, affollata di gente di ogni genere Coro
e Ballabile Holà, holà, holà! .
Fra gli altri uno studente, che osserva attentamente tutto e tutti:
si tratta di don Carlo, fratello di Leonora, sulle tracce della
sorella e di don Alvaro, deciso a vendicare la morte del padre.
Nell’osteria c’è anche Leonora in fuga travestita da uomo: essa
crede che don Alvaro sia stato ucciso dai servi del padre. Don Carlo,
insospettito dallo strano aspetto del giovane imberbe, ne chiede
invano notizie al mulattiere Mastro Trabuco. Ma il dialogo è
interrotto dall’arrivo di Preziosilla, Viva
la guerra! … Al suon del tamburro la
bella zingara venuta ad arruolare giovani per la guerra in Italia
contro i Tedeschi, e da un corteo di pellegrini diretti al convento
della Madonna degli Angeli, per il giubileo Padre
Eterno Signor....
L’Alcade, infastidito dalla curiosità dello studente, lo invita a
raccontare la sua storia. Don Carlo dice Son
Pereda, son ricco d'onore ,
di essere uno studente che ha interrotto gli studi per aiutare un
amico a rintracciare il seduttore della sorella per vendicarne il
padre da questi assassinato. Ora la sorella dell’amico è morta, il
seduttore è fuggito in America, e così lui ha deciso di tornare
all’università. Preziosilla non crede affatto al racconto dello
studente; Ucciso
fu quel Marchese? Ma gnaffe a me non la si fà.
Leonora si reca al convento della Madonna degli Angeli, decisa di
abbandonare il mondo Sono
giunta!... grazie, o Dio! Aria Madre, pietosa Vergine .
Bussa alla porta, e al guardiano fra Melitone Una
donna a quest’ora? Chiedo il Superiore .. giunge
il Padre Guardiano,
al quale rivela la propria identità e l’intenzione di isolarsi in
un eremo. Il religioso cerca di far meditare Leonora sul passo che si
accinge a compiere, e, accertata la fermezza della donna, acconsente
a schiuderle le porte di un eremo isolato nella montagna Più
tranquilla l'alma sento .
Quindi ordina a fra Melitone di radunare nella chiesa i confratelli,
ai quali, durante la cerimonia della consacrazione, presenta il
penitente senza svelarne il nome e il sesso, e invoca la benedizione
della Vergine degli Angeli sul capo di Leonora. Il
santo nome di Dio Signore … La Vergine degli Angeli (Padre
Guardiano, Leonora, Coro)
Atto
III. Don Alvaro,
che crede Leonora morta, sotto il falso nome di don Federico
Herreros, è divenuto capitano dei granatieri, gloria dell’esercito
spagnolo che combatte in Italia presso Velletri. Mentre è assorto
nei suoi più tormentosi ricordi La
vita è inferno all'infelice... Romanza O tu che in seno agli angeli
(egli è di
stirpe reale, ma meticcio, figlio di uno spagnolo ed una principessa
e ultimo discendente di una dinastia Incas perseguitata dai
conquistadores spagnoli), ode suoni di lotta Scena
Attenti al gioco... (Coro) e
corre in soccorso di un ufficiale spagnolo coinvolto nella lite per
una partita di carte, e riesce a salvarlo. L’ufficiale non è altri
che don Carlo sotto il falso nome di don Felice de Bornos; i due, non
conoscendosi, si giurano amicizia eterna Amici
in vita e in morte,
e si gettano eroicamente nella battaglia che nel frattempo si è
accesa Battaglia
Arde la mischia!... .
Don Alvaro però viene ferito Piano...
qui posi... approntisi il mio letto e
trasportato in barella, accompagnato da un chirurgo e da don Carlo,
che lo rincuora, e gli promette che una volta guarito sarà insignito
dell’ordine di Calatrava. Al sentire questa parola il ferito ha un
sussulto, e credendosi ormai in fin di vita, consegna all’amico la
chiave di una valigia, nella quale è conservato un plico che
custodisce il più geloso segreto della sua vita: se dovesse morire,
il plico dovrà essere bruciato Solenne
in quest'ora giurarmi dovete ... Or muoio tranquillo....
Il chirurgo porta via il ferito, e don Carlo insospettito vorrebbe
aprire lo scrigno Urna
fatale del mio destino E s'altra prova rinvenir potessi?... ma
frugando
vi trova il ritratto di Leonora e comprende chi sia il ferito. In
quel momento il chirurgo annuncia che l’operazione è riuscita,don
Carlo esulta per la gioia feroce di poterlo uccidere con le proprie
mani Egli è
salvo!... oh gioia immensa.
Nell’accampamento militare presso Velletri, sorge il sole, e
l’accampamento si anima di soldati, di vivandiere, di mendicanti,
di reclute, Coro
Lorché pifferi e tamburi ai
quali Mastro Trabuco cerca di vendere la sua povera merce A
buon mercato chi vuol comprare? ,
mentre Preziosilla predice la sorte Venite
all'indovina.
Giunge anche fra Melitone che rimprovera i peccatori con una buffa
predica Pane, pan
per carità! Toh, toh!... Poffare il mondo!...
Preziosilla per salvare il povero frate minacciato da folla e soldati
intona Lasciatelo,
ch'ei vada... Rataplan Rataplan, rataplan.
Atto
IV. Sono trascorsi
cinque anni, e nel chiostro del convento della Madonna degli Angeli
fra Melitone distribuisce la minestra ai poveri, Fate
la carità (Mendicanti) Aria buffa Che? siete all'osteria?...
(Melitone) e si
irrita quando i più impertinenti gli ricordano la gentilezza del
padre Raffaele (che altri non è che don Alvaro fattosi frate). Anche
il Padre Guardiano rimprovera fra Melitone, per la sua insofferenza
nei confronti di padre Raffaele Pazienza
non v'ha che basti! Del mondo i disinganni (Padre Guardiano,
Melitone). Alla
porta si presenta un cavaliere, che chiede di padre Raffaele è don
Carlo. I due nemici sono nuovamente di fronte, invano don Alvaro
invita a dimenticare il passato ma Don Carlo lo affronta con
arroganza ... la
macchia del tuo stemma Ah, segnasti la tua sorte! don
Alvaro rifiuta di combattere, ma quando viene insultato si ribella, e
i due si allontanano per battersi. Una grotta fra rupi inaccessibili.
Leonora in eremitaggio, coperta dal saio monacale, ripensa al suo
tragico amore, Pace,
pace, mio Dio! e
invoca il Signore quando ode un improvviso cozzare di spade, giunge
don Alvaro con la spada insanguinata perché ha appena ucciso il suo
fratello, è impuro e chiama il presunto eremita affinché dia
l’estrema benedizione al morente. Quando Leonora esce i due si
riconoscono, la donna accorre verso il fratello che nel momento di
spirare, la uccide con un pugnale compiendo così la sua vendetta.
Don Alvaro assiste impotente alla morte dell’amata, Non
imprecare, umiliati confortato
dal Padre Guardiano che lo esorta alla fede nella pietà divina.
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