DOPPIO APPUNTAMENTO SABATO 23 MARZO E DOMENICA 24 MARZO: "SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE"
Sabato 23 Marzo 2019 - Ore 21.00
Domenica 24 Marzo 2019_03_24 - Ore 16.00
Compagnia Teatrale Il Mosaico
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
da William Shakespeare
regia: Corrado Gambi
“Se noi ombre vi abbiamo irritato non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia… noi altro non v’offrimmo che un sogno”
Il Sogno di una notte di mezza estate è un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni. Un gioco, a volte divertente a volte crudele, di specchi e di scatole cinesi che rivelano quanto la vita degli uomini sia soggetta a mutamenti inspiegabili e come il meccanismo del “teatro nel teatro” riveli la verità più profonda della vita.
Gli uomini si affannano in un folle girotondo e nel frattempo le fate si burlano di loro per soddisfare i propri capricci: il dissidio tra Oberon e Titania, infatti, sconvolge la natura e le stagioni mentre un magico fiore rompe le dinamiche degli innamorati che si scambiano ruoli e amanti.
In questo turbine di parallelismi e proiezioni si sviluppano le vicende del Sogno imbastito su tre piani, tre regni differenti ognuno dei quali è regolato da linguaggi e dinamiche specifiche. Il mondo delle fate è un mondo parallelo, mentre Oberon e Titania sono proiezioni Oberononiriche del duca d’Atene e della di lui futura sposa. Gli eterei sovrani però, sono più vivi degli uomini. La legge che li governa è la natura intesa come passione, sensualità e debolezza. Non sono astratti ed inconsistenti ma masticano piuttosto passioni e pensieri senza dubbio umani. Al contrario la razionalità e la legge dominano il mondo degli uomini.
Quello degli artigiani rappresenta invece il mondo dell’arte che avvicina e mette in comunicazione gli altri due e si fa portatore di un legame indissolubile tra la vita reale e quella ideale. Uno spettacolo sul dissidio continuo e inevitabile tra ragione e istinto, tra apollineo e dionisiaco, tra il bello e il bestiale che vive in ognuno di noi e sulla riflessione quanto mai attuale di come nell’uomo questi due aspetti debbano necessariamente convivere.
Il Sogno di una notte di mezza estate racconta delle imminenti nozze tra Teseo, duca d’Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni, da lui sconfitta e suo bottino di guerra. Un gruppo di artigiani-attori prepara una recita per l’occasione, mentre Titania e Oberon, rispettivamente regina e re delle fate, presumibilmente protettori dei talami nuziali, sono in lite fra loro e assistono nel bosco, tra un dispetto e l’altro, all’incontro tra amanti incompresi, amanti in fuga, amanti non corrisposto. Un fitto bosco di equivoci e malintesi, un re e una regina litigiosi, folletti dispettosi e creature magiche sono gli ingredienti ideali per una commedia divertente ma anche ricca di poesia e delicatezza, apparentemente elegante e cortese, impregnata di spunti noir e talvolta inquietanti. Il notturno, le visioni, il sovrapporsi di atmosfere che precedono il sonno e la veglia, l’inquietudine, sono caratteristiche che attraversano l’opera e lo spettacolo e che permettono di fare un vero salto nel fantastico da un lato, un’incursione nelle ambigue immagini della mente umana dall’altro.
Databile agli anni 1593-95 (come attestano le affinità stilistiche con Pene d’amor perdute, Romeo e Giulietta e Riccardo II), il Sogno si presenta come commedia epitalamica (si apre con l’annuncio del matrimonio tra i sovrani di Atene e si conclude con la consacrazione del talamo da parte delle fate), probabilmente composta in occasione della celebrazione solenne di nozze tra i membri dell’aristocrazia inglese.
Mito, fiaba, e quotidianità si intersecano continuamente senza soluzione di continuità e questo porta a riconoscere, all’interno dell’opera, suggestioni che vanno da fonti classiche (Metamorfosi ovidiane ed apuleiane) al patrimonio folkloristico tipico dell’Inghilterra, come fate e folletti burloni, sempre originalmente e genialmente contaminati e ricreati dalla fervida fantasia visionaria del drammaturgo.
Ancora un allestimento di una commedia di William Shakespeare, da parte della Compagnia Teatrale Il Mosaico, che completa un percorso di ricerca di rivisitazione in chiave contemporanea di alcuni classici della storia della letteraura e del teatro mondiale, di queste ultime due stagioni al Teatro Moderno di Vigevano.
Info e prenotazioni tramite la pagina FB “Teatro Moderno – Associazione Culturale Il Mosaico”, sul sito internet www.teatroilmosaico.it oppure al numero 348.1127776
Biglietto intero 13 €
Biglietto ridotto 10 €
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