2018_09_11 MiTo la Messa per il Duca di Milano nell'anniversario del tremendo 11settembre

MiTo, concerti a Milano Festival edizione 2018
 

MISSA GALEAZESCHA 
PER IL DUCA DI MILANO


A Milano, MITO SettembreMusica propone una gemma del repertorio rinascimentale franco-fiammingo, nell’interpretazione “all stars” di Odhecaton, La Pifarescha, La Reverdie e l’Ensemble Pian & Forte. Solista Gabriele Cassone alla tromba. Paolo Da Col, direttore

Martedì 11 settembre 2018, ore 21
Chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia
Piazzetta S. Alessandro, Milano
 
PROGRAMMA

Heinrich Lübeck (secc. XVI-XVII)
Sonata n. 100 (trombe)

Gaspar van Weerbeke (c.1445-post 1516) Virgo Maria (organo) Ave, stella matutina a 4 

Alexander Agricola (1445/1446-1506) Ave Domina Sancta Maria 

Loyset Compère (c. 1445-1518) Missa Galeazescha a 5 

Loco Introitus. Ave, Virgo gloriosa Loco Gloria. Ave, salus infirmorum 

Johannes Martini (1430/1440-1497)
Tousjours bien 

Loyset Compère 
Missa Galeazescha a 5 Loco Credo. Ave, decus virginale 

Johannes Martini 
La Martinella (organo)

Loyset Compère 
Missa Galeazescha a 5 Loco Offertorii. Ave, sponsa verbi summi 

Alexander Agricola 
Tota pulchra es (organo)

Loyset Compère 
Missa Galeazescha a 5
Loco Sanctus. 
O Maria
Ad elevationem. 
Adoramus te, Christe 

Alexander Agricola 
L’homme banni a 3 

Loyset Compère 
Missa Galeazescha a 5 Loco Agnus. Salve, Mater Salvatoris 

Gaspar van Weerbeke 
Christi mater, ave 

Loyset Compère 
Missa Galeazescha a 5 Loco Deo Gratias. Virginis Mariae laudes 

Heinrich Lübeck 
Etzliche Punctenn aus einer Sonada (trombe)

anonimo secolo XVI 
Intonazione (organo)

Gaspar van Weerbeke 
Mater digna Dei 

Cesare Bendinelli (sec. XVI-1617)
Sonata n. 336 (trombe)

Odhecaton
Alessandro Carmignani, Andrea Arrivabene, Gianluigi Ghiringhelli controtenori
Alberto Allegrezza, Mauro Collina, Massimo Lombardi, Luca Dordolo, Vincenzo Di Donato tenori
Marco Scavazza baritono
Giovanni Dagnino, Marcello Vargetto bassi
 
La Pifarescha
Doron Sherwin cornetto
Marco Ferrari bombarda
Corrado Colliard trombone tenore
Mauro Morini trombone tenore e basso 
LaReverdie
Doron Sherwin cornetto
Elisabetta de Mircovich viella
Claudia Caffagni liuto
Livia Caffagni viella, flauto

Ensemble Pian&Forte / Gabriele Cassone
Gabriele Cassone, Simone Amelli, Matteo Macchia, Matteo Frigè, Mauro Morini trombe
Stefano Bardella timpani 
Liuwe Tamminga organo 
Paolo Da Col direttore
Ingresso gratuito

L’omaggio di MITO SettembreMusica 2018 alla grande musica dei secoli passati culmina martedì 11 settembre alle 21, nella Chiesa di S. Alessandro in Zebedia coll’esecuzione della Missa Galeazescha, composta da Loyset Compère per il Duca Galeazzo Maria Sforza, nella straordinaria interpretazione di una compagine all stars, comprensiva dell’ensemble vocale Odhecaton, del consort di “piffari” (tromboni e cornetti) La Pifarescha, de La Reverdie e dell’Ensemble Pian & Forte, solista alla tromba, Gabriele Cassone e con la direzione musicale di Paolo Da Col.

La grandiosa messa di Compère sarà al centro di un florilegio di compositori franco - fiamminghi coevi, operanti nella cerchia sforzesca, come Heinrich Lūbeck, Gaspar van Weerbeke, Alexander Agricola, Johannes Martini tra cui spunta anche il nome di un milanese, Cesare Bendinelli.

Il concerto, in esclusiva milanese, regalerà l’eccitante sensazione della scoperta di un autore tutto sommato ancora poco conosciuto, qual è il francese Loyset Compère del quale cadono quest’anno i 500 anni dalla morte. L’atmosfera dell’evento, che si tiene nella Chiesa di S. Alessandro, a pochi passi dalla Basilica di Santo Stefano Maggiore – dove il Duca fu assassinato – ci riporta a quella, sontuosa e al contempo enigmatica e oscura, del nostro Rinascimento, segnato da misteri e segreti tutt’oggi inesplicabili che sembrano aver tentato di disseminare, nella musica del loro tempo, tracce crittografate e indizi utili alla loro soluzione.

Il particolare stile della Missa Galeazescha è caratterizzato da un affascinante intreccio di magistero contrappuntistico e cantabilità laudistica, che deriva probabilmente anche dalla sua anomalia liturgico-musicale: paradossalmente, questa messa non è una messa, intesa quale regolare serie dei canti dell’Ordinario della messa romana (sul cui modello essa è scritta) o della messa ambrosiana, bensì una sequela di mottetti composti su testi nuovi, o rielaborati da testi preesistenti, che vanno a sostituire in totola componente musicale della celebrazione.  Così, al posto del Gloria si canta il mottetto Ave, salus infirmorum; al posto del Sanctus, il mottetto O Maria e via dicendo. Ma le sostituzioni non riguardano solo i canti dell’Ordinario; anche per i canti del Proprio sono previsti mottetti specifici. La questione è complicata dal fatto che ciò non avviene per tutti i canti, ma solo per alcuni.

Per non smarrirsi in questo intrico liturgico-musicale, conviene fare mente locale al contesto in cui si collocava la prassi dei motetti missales. La prassi sembra nata, o quantomeno particolarmente coltivata, nella Milano degli Sforza, precisamente durante il ducato di Galeazzo Maria durato un decennio — dal 1466 al 1476 — e bruscamente troncato dall’assassinio del signore, personaggio spregiudicato, arrogante e brutale, sospettato di matricidio, ma che aveva ricevuto un’educazione umanistica di prim’ordine e fu un instancabile patrocinatore delle arti. Addirittura straordinaria la cura che rivolse alla cappella musicale, che divenne una delle più importanti d’Europa grazie all’ingaggio dei migliori musicisti ultramontani, cioè di origine franco-fiamminga. Fra questi, Loyset figura in compagnia di Josquin Desprez, Alexander Agricola, Johannes Martini, Gaspar van Weerbecke, Jean Cordier e altri boss della cupola musicale transalpina.

Una prima ragione di questa prassi singolare può essere stato il culto della Vergine, molto osservato dagli Sforza. In sostanza, si sarebbe trattato di una forma di “marianizzazione” della messa che poteva applicarsi alle celebrazioni quotidiane, riflesso della particolare devozione sforzesca e “galeazzesca” per la Madonna consolatrice e misericordiosa (ancorché “Galeazescha Vittoriosa” fosse anche il nome della bombarda più possente del Castello). A conferma dello stretto legame fra la composizione e la città sta il fatto che l’unica fonte che la tramanda è un manoscritto della Veneranda Fabbrica del Duomo.

Un’altra questione sorge: come poteva essere accettabile la sostituzione perfino del Credo con un mottetto? È evidente che questa pratica non poteva riguardare la messa solenne cantata, né nelle domeniche correnti né tantomeno in una solennità. Si ipotizza così che i motetti missales si cantassero nel contesto di una messa letta, in cui il celebrante leggeva sottovoce tutti i testi propri e ordinari della messa mentre i cantori “coprivano” pressoché ininterrottamente con la musica lo svolgersi del rito.

Il concerto è preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon
Il testo si avvale del contributo musicologico di Angelo Rusconi
 

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