2017_12_01 concerto in attesa del Natale alla Chiesa di Sant'Angelo

Venerdì 1 dicembre 2017, ore 20
Chiesa di Sant'Angelo Piazza Sant'Angelo 2 (Via Moscova) Milano
concerto in attesa del Natale
pianoforte/organo
un duo sinfonico
ingresso libero e gratuito
fino ad esaurimento dei posti disponibili

Francesco Attesti, pianoforte
Matteo Galli, organo

in collaborazione con il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, fondato a Milano nel 1563, viene proposto un particolare concerto in attesa del Natale. Il programma musicale prevede un particolare abbinamento di raro ascolto. L’organo sinfonico di Sant’Angelo dialoga con un pianoforte a coda. In realtà si tratta di una tradizione che ha avuto un diffuso sviluppo nella seconda parte del XIX secolo, soprattutto in Francia, dove, in quasi tutte le sale da concerto, era sempre presente un importante organo. Il programma si conclude, come ormai tradizione, con una rassegna di Christmas Carols che siglano l’inizio al tempo che conduce al Natale.

PROGRAMMA

Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
Dies Irae
Tuba Mirum
Lacrymosa
Sanctus
da “Messa da Requiem”
nella trascrizione originale per pianoforte e organo di Alfred Lebeau (1874)

Gioacchino Rossini (1792 - 1868) Aria
dall’ opera “Il Barbiere di Siviglia”

Matteo Galli
improvvisazione all'organo

Camille Saint-Saëns (1835 - 1921)
Il cigno
da “Le Carnaval des Animaux"

Gioacchino Rossini (1792 - 1868)
Ouverture
dall’opera “Gugliemo Tell”

Maurice Ravel (1875 - 1937)
Bolero

autori vari
Traditional Christmas Carols
con la partecipazione di
Francesca Martini, soprano

Note al programma

Si tratta di un concerto decisamente non usuale. Organo e pianoforte. Potrebbe sembrare un’operazione apparentemente insensata ma, invece, si tratta di un abbinamento che ha avuto una grande fortuna e un’importante diffusione a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Soprattutto in Francia dove, quasi sempre, nelle sale da concerto non mancava un importante organo al fianco dell’abituale pianoforte giunto proprio in quel periodo al suo ottimale e completo perfezionamento. Non è arbitrario definire questo abbinamento strumentale come qualcosa di sinfonico. Infatti, organo e pianoforte insieme danno vita ad una interessantissima e molto ben riuscita fusione sonora, qualcosa che va oltre il duo per diventare un colore unico in grado di interpretare, con un abito nuovo, importanti brani di carattere sinfonico. Il repertorio dedicato a questo due strumentale si è rapidamente arricchito di brani originali e di numerose trascrizioni d’autore. Basti citare la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi che il Francese Lebeau ha trascritto integralmente (e dato alle stampe per i tipi di Giulio Ricordi) a pochi mesi dalla prima rappresentazione milanese del 1874. Organo e pianoforte sono in grado di dialogare, fondere e confondere i loro caratteri dando vita ad una tavolozza timbrica molto variegata dove le situazioni rendono protagonista ora l’uno e ora l’altro senza una vera e propria prassi di subalternità. Il dialogo tra questi due strumenti richiede una grande sinergia artistica che i due musicisti Attesti e Galli hanno affinato nel corso di una collaborazione che ormai conta dodici anni di lavoro e centinaia di concerti eseguiti insieme nelle chiese e sale da concerto di tutto il mondo. E’ questo certamente un programma che ancora una volta valorizza le caratteristiche del grande organo sinfonico di cui la chiesa di Sant’Angelo è dotata. Questo importante strumento costituisce una testimonianza interessantissima di una fase storica modernista, quando la tecnologia, all’epoca prorompente, ha posto le condizioni per superare una barriera fino ad allora considerata insormontabile permettendo di distanziare – anche in modo sostanziale – le canne (che producono il suono) dalle tastiere che – sotto le dita dell’organista - le comandando. Vediamo intorno a noi quattro corpi d’organo dislocati in alto, ai vertici del presbiterio. Un quinto corpo si trova nascosto nel coro. Si tratta di un totale oltre cinquemila canne comandate da quattro tastiere e da una completa pedaliera di trentadue note. Tutta la gestione di questa vera e proprio macchina musicale avviene tramite contatti elettrici e cavi che segretamente raggiungono ogni singolo corpo. Questo strumento, per dimensione e complessità, è secondo solo all’organo del Duomo di Milano. Sono tantissimi i dibattiti, anche feroci, che animano gli addetti ai lavori sulla facilità con cui questi giganti "futuristi" abbiano, in un recente passato, fatto perdere di vista il senso musicale delle esecuzioni. Dobbiamo tuttavia considerare con grande onestà intellettuale, che i pochi strumenti di questo tipo che oggi si conservano rappresentano un’interessantissima e inalienabile testimonianza di un passato irripetibile a cui si connette un repertorio ricchissimo tipicamente “sinfonico”. Una tavolozza timbrica fatta di grandi pennellate, di macchie di colori, di chiaroscuri orchestrali, d’impressionismo musicale.
ingresso libero e gratuito
fino ad esaurimento dei posti


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