2016_12_01 Teatro Dell'Arte si da all'opera

Giovedì 01 dicembre 2016_12_01 ore 20:00
Sabato 03 dicembre 2016_12_03 ore 20:00
Teatro Dell'Arte - viale Alemagna, 6 20100 MILANO (MI)
Fornasetti presenta
Wolfang Amadeus Mozart
IL DISSOLUTO PUNITO ossia IL DON GIOVANNI
Su libretto di Lorenzo Da Ponte

Personaggi e interpreti
Don Giovanni (baritono o basso) Riccardo Novaro,Christian Senn (nelle date di Firenze)
Il Commendatore (basso profondo) Mauro Borgioni
Donna Anna (soprano) Raffaella Milanesi
Don Ottavio (tenore) Krystian Adam, Andres Agudelo (nelle date di Firenze)
Donna Elvira (soprano) Emanuela Galli
Leporello (basso-baritono o basso) Renato Dolcini
Masetto (baritono o basso) Mauro Borgioni
Zerlina (soprano) Lucía Martín-Cartón
Contadine e contadini, servi, suonatori e coro di sotterra (coro)

Danzatori
Anita Lorusso, Vittoria Franchina, Erica Meucci, Luana Rossin, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel lanza, Giuseppe Morello, Donato Demita

ORCHESTRA Silete Venti - Milano
DIRETTORE Simone Toni
Maestro del coro Marco Bellasi
REGISTA Davide Montagna
Progetto e Scenografia: Barnaba Fornasetti
Costumi e direzione creativa: Romeo Gigli
Luci: Gigi Saccomandi
Direzione artistica: Valeria Manzi e Roberto Coppolecchia
Direzione di produzione: Andrea Nannoni

Settore Posti - prezzo Intero
182.50 Euro PLATEA PREMIUM
142.50 Euro PLATEA
182.50 Euro  BALCONATA GOLD
142.50 Euro BALCONATA PREMIUM
102.50 Euro BALCONATA
NOTA: I prezzi indicati sono comprensivi di prevendita e commissioni di servizio su circuito VivaTicket.

L’orchestra Silete Venti! nasce a Milano  per approfondire lo studio del periodo barocco e classico. Un percorso di ricerca musicale che investe sia la parte esecutiva che quella teorica e didattica attraverso l’uso di strumenti originali, una grande attenzione verso le tecniche esecutive non ancora utilizzate, la ricerca di fonti antiche e la conoscenza dei vari contesti storico-culturali. Silete Venti!. Simone Toni è il fondatore e direttore del gruppo

Note della produzione
IL "DON GIOVANNI" TORNA ALLO SPLENDORE DELLA SUA VERSIONE ORIGINALE PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA 
Era il 29 ottobre 1787 quando il pubblico di Praga ebbe l'occasione di assistere alla prima de "Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni", capolavoro di W. A. Mozart. Il melodramma andò in scena l'anno successivo a Vienna con un cambiamento del libretto che divenne il più comunemente rappresentato. Insieme a un gruppo d'artisti d'eccellenza, Fornasetti riporta alla luce l'impetuoso manoscritto praghese. 
I suoni e gli strumenti originali per cui Mozart ha concepito il suo capolavoro 229 anni fa saranno accompagnati da una straordinaria visione artistica basata sul surreale mondo iconografico di Fornasetti.
Grazie a un team di artisti eccellenti ed eterogenei di cui Fornasetti si fa catalizzatore, le autentiche e infinite potenzialità dell’opera sono ripristinate e la grandezza della sua partitura originaria è nuovamente rispettata
Fornasetti si incarica direttamente della produzione dell’opera e, coinvolgendo un team di artisti d’eccellenza, riporta alla luce l’impetuoso manoscritto praghese, rinunciando alla più consueta tradizione di rappresentare la seconda versione del Don Giovanni, scritta dallo stesso Mozart per il pubblico di Vienna. Le stratificazioni accumulate nei secoli sono così eliminate per lasciar riaffiorare tutta la straordinaria forza creativa originaria.
Anche l’orchestra Silete Venti!, diretta da Simone Toni, rispecchia l’autentica formazione mozartiana: 30 elementi che suonano strumenti d’epoca, con gli archi disposti in contrapposizione ai fiati, proprio com’era prassi nel Settecento.
Gli interpreti vocali, parte fondamentale del progetto artistico, perseguono una scelta precisa di complementarità all’orchestra e ai suoi strumenti.
Le scenografie sono realizzate tramite l’uso dell’iconografia tratta dall’archivio dello storico atelier milanese, reinterpretata in chiave moderna da Barnaba Fornasetti.
I costumi di Romeo Gigli si intridono della fragilità dei personaggi, al di fuori di spazio e tempo, ma con tutta la memoria delle emozioni.
La regia di Davide Montagna vede il rispetto della scrittura originale, creando dimensioni parallele in cui armonizzare l’immaginario fornasettiano con l’armonia mozartiana.
Le luci di Gigi Saccomandi rivelano o nascondono, suggeriscono, a volte dichiarano; non sono mai innocenti.
L’opera, così come proposta da questo inedito gruppo di lavoro sotto la direzione artistica di Valeria Manzi e Roberto Coppolecchia, si sottrae a ogni tentativo di farne una rappresentazione consueta con l’intenzione di coinvolgere gli appassionati di lirica, ma anche di stimolare una platea eterogenea.

Vedi http://www.triennale.org/teatro/il-dissoluto-punito-ossia-il-don-giovanni/

Dopo la prima abbiamo ricevuto il commento di una nostra amica appassionata che pubblichiamo in quanto è il parere di una persona non certo sprovveduta, peccato che il commento sia fortemente negativo. Ma non tutte le ciambelle escono con il buco, alcune con il BUUU!.
"... stasera ho visto il dissoluto punito (dal cielo), come era chiamato il Don Giovanni di Mozart al suo esordio il 29 ottobre 1787 a Praga, nell'edizione originale, con pochi strumenti d'epoca, prodotta da Fornasetti, che ha curato ovviamente anche la scenografia, costumi di Romeo Gigli. 
Due nomi che hanno attirato numerosissimi spettatori. La regia era quasi inesistente. Si basava tutto sui disegni delle scene firmati da Fornasetti junior! ..ma la parte musicale....ahimè! 
Bisognerebbe diffidare da queste operazioni se non sono fatte da grossi calibri. 
L'orchestra, pur così ridotta, sovrastava con gli ottoni tonanti le voci dei cantanti che già di per sé erano comunque urlatori che usavano ed abusavano dei vibrati. 
Si salvavano solo Masetto (Mauro Borgioni), Zerlina (Lucía Martín-Cartón) e Don Ottavio(Krystian Adam). 
Il direttore, Simone Toni,  ha persino ricevuto dei "Buuu" coperti però dagli applausi di chi era venuto per motivi non certo musicali. 
Se pensate che Donna Elvira urlava l'aria "Non ti fidare o misera" ho detto tutto. 
Donn'Anna abbaiava tra il tripudio generale. 
La voce del commendatore nel finale, non si sentiva affatto, coperta dal fragore dell'orchestra. 
L'aria di Don Ottavio "Dalla sua pace" (che Mozart ha aggiunto dopo il 1787 per la versione Vienna) è stata ovviamente tagliata: peccato perché il tenore l'avrebbe ben interpretata, avendo eseguito perfettamente la seconda aria "Il mio tesoro intanto"). 
Alcuni spettatori si lamentavano di non capire le parole dei cantanti. E come potevano? 
Non si distinguevano tra gli ululati e non c'erano i sovra-titoli per cui occorreva sapere a memoria il libretto! 
Mi è capitato di pensare che se fossi stata al posto di Woody Allen nella scena del pre-finale di Manhattan avrei messo il Don Giovanni tra i motivi per continuare a vivere e mi sono ancor più arrabbiata. 
Anche perché avevo una voglia matta di un'opera dal vivo, visto che la Scala è proibitiva (in loggione non posso andare per motivi fisici), che al Ponchielli di Cremona non vado più per gli stessi motivi e che mi devo accontentare della lirica trasmessa da Sky Classica o da Rai5. 
Resto in attesa trepidante della Butterfly del 7 dicembre (ovviamente non alla Scala, ma sullo schermo gigante del Teatro Ringhiera) e del Rigoletto a regia Alberto Oliva al Teatro Litta l'11 dicembre. Non ti ho visto, Mario Mainino. C'eri? [DC].

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