2011_07_05 Notturni in Villa Reale (via Palestro Milano)

Ogni giovedì, venerdì e sabato dal 7 al 23 luglio 2011 ore 21.30
VILLA REALE via Palestro, 16 – Milano
NOTTURNI IN VILLA - XVIII edizione
OMAGGIO ALL’ITALIA
ANTEPRIMA
Martedì 5 luglio 2011 ore 21.30
INGRESSO LIBERO
fino ad esaurimento posti

Notturni in Villa giunge alla XVIII edizione e come ogni anno si rinnova dando una linea, un tema che collega tra loro le dieci serate in calendario. E’ un omaggio all’Italia il Leitmotiv di questa edizione nell’anno in cui si festeggia il 150° anniversario dell’Unità. 
Sono soprattutto artisti stranieri, europei e non, a porgere questo tributo alla cultura e alla musica italiana inserendo nel programma, a loro libera scelta, una composizione, un celebre brano, una canzone della nostra tradizione. 
La collaborazione di Consolati e Istituti di Cultura europei su molte delle serate in programma rafforza e rende ancor più significativo l’omaggio alla nostra nazione.
In calendario anche artisti italiani in tre serate con programmi a tema, dal Poema di Garibaldi interpretato da David Riondino, che inaugurerà il festival, alla rivisitazione in chiave jazz dei classici della canzone napoletana con il trio di Fabio Morgera, ad uno spettacolo teatral-musicale sul Rigoletto con testi e regia di Francesco Montemurro.
Due le occasioni in cui potremmo apprezzare la Civica Orchestra di Fiati, una con David Riondino nello spettacolo di apertura della stagione, l’altra il 22 luglio con un programma di musiche del periodo risorgimentale.
Un’ultima annotazione: il programma di questa XVIII edizione di Notturni offrirà la possibilità in gran parte delle serate di apprezzare artisti che normalmente non sono inseriti nel circuito italiano, ma che fuori dai nostri confini hanno popolarità e successo. Una scelta forse anticonvenzionale, ma coerente con il nostro operato di sempre che vuole dare un contributo di originalità alla vita musicale milanese.  
Il festival è realizzato da Amici della Musica di Milano per conto del Settore Cultura del Comune di Milano.
Sponsor:
Credito Artigiano
Consolato Generale della Repubblica d’Ungheria 
Consolato Generale di Spagna 
Consolato Generale dei Paesi Bassi 
Consolato Generale della Repubblica di Polonia 
Goethe-Institut di Milano
Info: Amici della Musica Milano via Barona ang. via Boffalora 20142 Milano 
Amici della Musica cell. 348.7113004 



PROGRAMMA

martedì 5 luglio 2011_07_05 
DAVID RIONDINO - PAOLO BESSEGATO 
CIVICA ORCHESTRA DI FIATI DI MILANO diretta dal M°Fabrizio Tallachini
Produzione PROMO MUSIC
POEMA DI GARIBALDI
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Giuseppe Garibaldi è certamente figura imprescindibile; si presume di conoscerne l’aspetto politico e militare, ma assai meno quella che tratteremo nell’evento: Garibaldi poeta.
Il generale Garibaldi, ferito all’Aspromonte, ebbe una lunga convalescenza, come si sa. Quello che si sa molto meno è che usò la sua immobilità per scrivere un poema. Un poema autobiografico, il cui incipit è concepito a Caprera, e che racconta le proprie gesta, dalle guerre d’America a quelle d’Europa, in endecasillabi sciolti. Se di Garibaldi sono abbastanza noti i romanzi, quasi sconosciuto è il poema autobiografico. Che, indipendentemente dalle qualità letterarie, ci restituisce, come fa sempre la poesia, il sentimento e l’emozione privata del guerriero. E ci illumina su alcuni momenti sentimentali, come nei versi che raccontano la morte di Anita, oppure ci accompagnano tra i bagliori della battaglia di Palermo. Tutta l’impresa americana, e tutta l’impresa dei mille sono raccontate, rivissute, celebrate in versi dal Generale. Integrando i versi del poema, opportunamente ridotti e montati, con brani
dell’autobiografia in prosa, seguiamo lo svolgersi delle vicende e soprattutto lo stile dell’uomo,
nella sua scrittura oggettiva e soggettiva, in un turbinoso viaggio. Intonandosi alla musica di una banda. La musica, saranno le arie che Garibaldi aveva in mente e nel cuore: la fanfara, la banda, e i temi d’opera che accompagnano il viaggio di Garibaldi. 

giovedì 7 luglio 2011_07_07
in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica d'Ungheria in Milano
LAJKÓ ISTVÁN pianoforte 
LISZT E L’ITALIA
Programma:
Liszt À la Chapelle Sixtine (Miserere d'Allegri e Ave Verum Corpus di Mozart)
         Ave Maria 
         La lugubre gondola N°2
         Sonetto 123 del Petrarca
Donizetti-Liszt Reminescenze da Lucia di Lammermoor
Liszt Zwei Episoden aus Lenaus Faust - Due episodi dal Faust di Nikolaus Lenau
La processione notturna - Der nächtliche Zug
Der Tanz in der Dorfschenke - La danza nella locanda del villaggio (Mephisto-Walzer)
Un giovane talento da Budapest, premiato in diversi concorsi nazionali ed internazionali - Primo Premio all’Andor Földes e Carl Filtsch International Piano Competition, Terzo Premio all’International Piano Competition in memoria di Franz Liszt e all’International Liszt-Bartók Piano Competition (WFIMC member), Primo Premio al Leó Weiner Chamber Music Competition.
Vincitore di una borsa di studio Yamaha e due volte di una borsa di studio della Repubblica Ungherese. Tre volte premiato con la borsa di studio Annie Fischer e recentemente con il Premio Junior Prima. 
Ci presenta nel bicentenario della nascita di Liszt alcune composizioni del grande ungherese dedicate all’Italia, paese che gli fu molto caro e in cui soggiornò per lungo tempo.

venerdì 8 luglio 2011_07_08
in collaborazione con il Consolato Generale di Spagna in Milano
MOCAMBO 5ET
Jorge Pardo sax, flauto
Alex Gwis pianoforte
Alfredo Paixao  basso, voce
Israel Varela batteria
Gilson Silveira percussioni
LATINO TOUR 2011
Un formidabile quintetto con il flautista/sassofonista Jorge Pardo, uno dei musicisti jazz spagnoli con maggiore proiezione internazionale. Collaboratore di Chick Corea e Paco De Lucia vanta al proprio attivo incisioni con le più prestigiose etichette discografiche. La critica specializzata lo definisce un geniale innovatore del flamenco e del jazz. 
Con lui l’italiano Alex Gwis, già pianista del gruppo Aires Tango e una sezione ritmica latina con i brasiliani Alfredo Paixao al basso e Gilson Silveira alle percussioni e il messicano Israel Varela alla batteria. I cinque musicisti fondono i loro diversi linguaggi - flamenco, jazz, musica contemporanea, musica popolare brasiliana- in questo nuovo progetto di World Music: una musica che supera gli steccati dei confini standardizzati dei generi musicali e si arricchisce di contaminazioni, culture e colori. In esclusiva per Notturni Jorge e il suo quintetto interpreteranno inoltre “Tu si ‘na cosa grande”, un omaggio all’Italia e alla canzone napoletana. 

sabato 9 luglio 2011_07_09
FABIO MORGERA TRIO
Fabio Morgera tromba
Emiliano Pintori  organo Hammond
Walter Paoli  batteria
NAPOLI & BEYOND 
Un concerto tratto dall’ultimo lavoro discografico (Neapolitan Hearth - 2010) debutto di Fabio Morgera con EmArcy, una delle etichette-simbolo del mainstream jazz. 
Da vent'anni protagonista della scena newyorchese, Morgera realizza un disco dedicato alla classica canzone napoletana, ma non ci si lasci ingannare: si tratta di jazz. 
"Reginella","'O paese do sole", "Funiculì funiculà" suonano in modo inedito: a volte aggressive, a volte tenere, ma sempre e comunque hard bop rivelando le due anime musicali che convivono nel “nostro” stimato trombettista.

giovedì 14 luglio 2011_07_14
in collaborazione con il Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano
ENSEMBLE DELL’ORCHESTRA DEL ROYAL CONCERTGEBOUW DI AMSTERDAM 
Marijn Mijnder violino
Annebeth Webb violino
Henk Rubingh viola
Floris Mijnders violoncello
Herman Kogelenberg flauto
Lavinia Meijer arpa
TRA L’IMPRESSIONISMO FRANCESE E IL NUOVO CLASSICISMO DI BUSONI
Programma:
Busoni Suite in sol minore per clarinetto e quartetto d’archi
Pierné Impromptu-Caprice, op. 9 per arpa 
Ravel Settimino (Introduction et Allegro) per flauto, arpa, clarinetto e quartetto d’archi 
Debussy Quartetto per archi in sol min. op. 10
L’Ensemble del Royal Concertgebouw di Amsterdam è una formazione cameristica composta da prime parti della famosa orchestra olandese che prende il nome dalla “Sala da Concerti” di Amsterdam progettata dall’architetto Adolf Leonard van Gendt, alla quale dal 1988 la Regina Beatrice d’Olanda ha conferito il titolo di “Royal”. 
Il Royal Concertgebouw è una delle formazioni più celebri al mondo ed ha al suo attivo un migliaio di incisioni discografiche. Con quello che è stato definito il velluto degli archi, l’oro degli ottoni e l’eccezionale timbro dei fiati, alcune volte descritti come “tipicamente olandesi”, continua ad ottenere eccezionali successi nei più prestigiosi teatri del mondo.
Il programma della serata si concentra sulla poetica creatività che ha contraddistinto la musica dei primi decenni del Novecento, con due celeberrime composizioni di Claude Debussy e Maurice Ravel, alle quali si aggiunge un breve capriccio per sola arpa di G. Pierné e la bellissima Suite per clarinetto e quartetto d’archi di Ferruccio Busoni, un grande della musica italiana troppo spesso dimenticato e in questa occasione riproposto dall’ensemble olandese in omaggio all’Italia e alla musica italiana del ‘900. Un tributo all’Italia a cui si unisce anche il Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano che ha sostenuto la realizzazione dell’evento.

venerdì 15 luglio 2011_07_15
TIGRAN HAMASYAN pianoforte
A FABLE
E’ un giovanissimo pianista armeno di grande talento, Tigran Hamasyan, già vincitore della Thelonius Monk Competition del 2006. Un ragazzo prodigio che a soli 24 anni è già un musicista stimato e riconosciuto da grandi maestri come Chick Corea e Herbie Hancock e ha all’attivo numerosi album, tanti riconoscimenti importanti e prestigiose collaborazioni. Il suo ultimo lavoro discografico “A Fable”, pubblicato quest’anno per la Universal, ha ottenuto un enorme successo in Francia. 
Tigran propone una vibrante raccolta di pezzi per pianoforte solo, brani molto lirici che vanno da composizioni delicatamente raffinate a performance dinamiche dalla forte diversità ritmica e armonica. Il giovane e originale artista jazz trae ispirazione dalle melodie popolari dell’Armenia così come dalla poesia. A Fable contiene alcune composizioni che Tigran ha scritto e arrangiato negli ultimi anni. Oltre ai pezzi scritti da lui l’album include brani armeni adattati da Tigran e un’interpretazione mistica dello standard “Someday My Prince Will Come”.
“Il titolo dell’album l’ho scelto perché ogni composizione racconta una storia,” dice Tigran. “Penso che le persone siano colpite dalle favole perché sono semplici e allo stesso tempo profonde.”

sabato 16 luglio 2011_07_016
L'ITALIA È (UN) MOBILE: 150 ANNI NELL'ARMADIO
Tiziano Ferrari attore
Paolo Cauteruccio tenore 
Francesca Pacileo soprano 
Pedro Carrillo baritono 
Caterina Argese mezzosoprano 
N.N. basso 
Davide Cucchetti pianoforte 
Massimo Hackem scene
Nicola Olivieri costumi
Francesco Montemurro testo e regia 
Francesco Bacigalupo regista assistente
Un giovane mazziniano sbalzato nell'Italia di oggi dopo essere rimasto chiuso per 150 anni in un armadio, cerca di fare il punto su quanto è successo nel frattempo. L'ultimo ricordo vivido che porta con sé, prima della sua lunga assenza dovuta ad una strana forma di narcosi, è quello di una rappresentazione del Rigoletto a cui ha assistito a Teatro ed i cui suoni continuano ad ossessionarlo. Tanto è vero che da quell'armadio emergono via via, interrompendo il suo tentativo di ricostruzione delle vicende storiche, le figure dell'Opera nelle diverse scene salienti. Irruzioni inizialmente fastidiose ed apparentemente incongrue, ma che nello sviluppo dello spettacolo si rivelano sempre più calzanti con vizi e virtù della nostra giovane Italia. 
Un attore, cinque cantanti, un pianista e un grande armadio per uno spettacolo che abbina leggerezza e riflessione, la passione sempre viva per l'Opera e quella altrettanto forte per una Nazione ormai fatta, i cui cittadini sembrano ancora molto... da fare (Francesco Montemurro)

giovedì 21 luglio 2011_07_21
in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand
QUARTETTO LE MUSICHE Solisti dei Berliner Philarmoniker
ALESSANDRO COMMELLATO pianoforte
Simone Bernardini violino
Giulia Bellingeri violino
Andreas Willwohl viola
Ulrike Hofmann violoncello
KENNST DU DAS LAND, WO DIE ZITRONEN BLÜHEN.. (J.W.GOETHE)
Programma:
Mahler Quartettsatz con pianoforte
Verdi       Quartetto per archi in mi minore
Brahms   Quintetto con pianoforte op.34
"Questo lavoro è magnifico, ma è così pieno di idee che richiederebbe un'intera orchestra!"
Così si espresse Clara Schumann ascoltando la prima versione per soli archi del quintetto op. 34 di Brahms che infatti approdò successivamente alla definitiva  versione "sinfonica", con pianoforte. "Non si ascoltava nulla di simile dal 1828" (anno della morte di Schubert), disse un contemporaneo, e in effetti bisogna andare con la mente agli ultimi quartetti di Beethoven per comprendere l'assoluta genialità di questo capolavoro e dell'ultimo movimento in particolare.
L'accostamento col Quartetto per archi di Giuseppe Verdi non è casuale; scritto sull'onda del nascente interesse delle prime Società del Quartetto italiane per la musica strumentale tedesca e in particolare per i quartetti di Beethoven, lo stesso Verdi lo definì "una pianta fuori clima" e lo scrisse per una sua intima esigenza di misurarsi con la scrittura per quattro archi ma anche con la polifonia, avendo in mente il grande esempio di Palestrina. Un omaggio all’Italia da parte del prestigioso ensemble tedesco interpretando l’autore più rappresentativo del nostro periodo risorgimentale.
In apertura il Quartettsatz di Gustav Mahler a cento anni dalla morte. Il suo Quartetto con pianoforte è una delle rare testimonianze della sua produzione giovanile e unico suo lavoro cameristico. Il clima melanconico e struggente ricorda in qualche modo il grande trio di Ciaikovsky e ne condivide certi tratti angosciosi e armonicamente contorti che sfoceranno di lì a pochi anni nelle atmosfere cupe dei lavori espressionistici di Arnold Schonberg.

venerdì 22 luglio 2011_07_22
CIVICA ORCHESTRA DI FIATI 
Fabrizio Tallachini direttore 
IL CANTO DEGLI ITALIANI
All’interno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia la musica riveste necessariamente un ruolo significativo se è vero che, proprio attraverso quest’arte, compresa e condivisa da tutti, al di là delle differenze geografiche e politiche, si pensava di poter incitare gli Italiani alla liberazione e all’unificazione della Patria. Non va trascurato inoltre il fatto che molti uomini di armi e intellettuali erano appassionati di tale arte e la coltivavano non soltanto a livello amatoriale, così come non va dimenticato che numerosi musicisti furono al fianco dei combattenti, talora imbracciando in prima persona le armi o affidando alla composizione musicale il ricordo e l’esaltazione, spesso commossa, dei momenti più gloriosi o delle sconfitte più tristi e dolorose. 
Accanto al più celebrato compositore del nostro Ottocento musicale, Verdi, alcune pagine di autori coevi: un’unica trama per celebrare l’importante ruolo che le bande musicali, già allora molto diffuse in ogni angolo della penisola, recitarono durante la lunga stagione del Risorgimento. 


sabato 23 luglio 2011_07_23
in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano
HENDRIX PIANO
ARTUR DUTKIEWICZ TRIO
Artur Dutkiewicz pianoforte
Darek Oles Oleszkiewicz contrabbasso
Lukasz Zyta batteria
Il jazz nella storia polacca ricopre un ruolo molto importante; negli anni ’60-’70 era musica quasi clandestina, ascoltata in piccoli club, lontano dagli occhi e orecchie del governo comunista. Un jazz che naturalmente guardava all’Occidente e ne imitava gli stili, ma con molti influssi del folklore locale che gli davano una connotazione unica ed originale. Si pensi ad esempio alle colonne sonore dei film di Roman Polanski e al leggendario pianista Krzysztof Komeda. Oggi la scena jazz in Polonia è alquanto vivace e giovane: talenti emergenti, festival prestigiosi come quello di Cracovia, ottima reputazione dei jazzisti polacchi anche fuori dai confini nazionali. Artur Dutkiewicz è un autorevole rappresentante di questa nuova generazione. Con il suo trio porterà sul palco di Notturni alcuni brani tratti dal suo ultimo lavoro discografico da leader “Hendrix Piano” e un omaggio all’Italia con una personale interpretazione di “Torna a Surriento”.


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