2017_10_18 Nabucco in anteprima al ridotto della Scala

Dal 24 Ottobre al 19 Novembre 2017
Giuseppe Verdi
NABUCCO
Dramma lirico in quattro parti
Libretto di Temistocle Solera
(Edizione critica a cura di R. Parker;
The University of Chicago Press e Casa Ricordi, Milano)
Nabucco Leo Nucci
Ismaele Stefano La Colla
Zaccaria Mikhail Petrenko
Abigaille  Martina Serafin (24, 27, 31 ott.; 4 nov.);  Anna Pirozzi (7, 11, 16, 19 nov.)
Fenena Annalisa Stroppa
Abdallo Oreste Cosimo
Anna Ewa Tracz
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore  Nello Santi
Regia  Daniele Abbado
Scene e costumi Alison Chitty
Luci Alessandro Carletti
Video Luca Scarzella
Movimenti Coreografici Simona Bucci
Produzione Teatro alla Scala, Royal Opera House - Covent Garden di Londra, Lyric Opera di Chicago, Gran Teatre de Liceu di Barcellona
Durata spettacolo: 2 ore e 40 minuti incluso intervallo


Prima delle prime - Nabucco
Organizzato da Amici della Scala e Teatro alla Scala
Teatro alla Scala @teatro.alla.scala
INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO POSTI
“Una nuova drammaturgia musicale per il Risorgimento”,
con ascolti e video, parla di Nabucco
Relatore Marco Ravasini, librettista e docente di Storia della Musica al Conservatorio di Torino.

Nabucco (in origine Nabucodonosor) è la terza opera di Giuseppe Verdi. Dopo la falsa partenza con le prime due opere Oberto, Conte di San Bonifacio e Un giorno di regno ossia il finto Stanislao, che costituiscono una specie di antefatto della sua arte, arrivò trionfalmente, nel 1842, Nabucco. “Con quest’opera si può dire veramente che ebbe principio la mia carriera artistica”: così scrisse Verdi stesso.
L’infelice inizio operistico e la tragedia familiare, con la perdita della moglie e dei due figli in soli tre anni, avevano gettato Verdi in una crisi di sconforto tale da portarlo alla decisione di abbandonare la composizione. A distoglierlo da un ripetuto rifiuto intervenne, con sottile intuizione, l’impresario Bartolomeo Merelli, che gli infilò di forza in tasca lo “scartafaccio” del Nabucodonosor scritto da Temistocle Solera, personaggio dalla vita movimentata e dai molteplici talenti. Il libretto piacque a Verdi tanto da indurlo al ritorno alla composizione: andava infatti incontro alla sua passione per i testi sacri. Solera si attenne nella prima parte del libretto alla Bibbia, in altre parti invece prese come fonti il dramma francese Nabuchodonosor (sic) di Anicet-Bourgeois e Cornu e il ballo Nabuccodonosor (sic) di Antonio Cortesi. Frutto della fantasia del librettista è invece l’amore di Abigaille per Ismaele.
L’opera – che ebbe una gestazione difficile non solo per gli scontri con il librettista, ma anche per il rinvio della rappresentazione deciso da Merelli per ragioni di strategia teatrale – già terminata nel 1841 andò in scena al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842, come si è detto con grande successo.
Ma in cosa consisteva la grande novità dell’opera? Non si trattava certo di novità di ordine specificatamente musicale bensì il nuovo stava “nell’energia morale di cui si sentiva ora caricato il linguaggio musicale” (Massimo Mila).
La produzione che è andata in scena nel febbraio del 2014 ritorna alla Scala il 24 ottobre 2017 ora con la direzione di Nello Santi - nel 2013 era di Nicola Luisotti - sempre con la regia di Daniele Abbado. Ci sembra interessante riportare una dichiarazione del regista: “Il pensiero secondo cui Nabucco sia un ‘affresco statico’ ha marcato il senso comune per decenni. Anch’io ovviamente sono partito da questo pensiero. Ma poi viene da chiedersi – e oggi più che mai – come faccia a essere ‘statico’ un testo teatrale che dall’inizio alla fine parla di Libertà. E di violenza, paura eccetera? È scritto in modo ‘statico’? Questo non lo credo.”



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