2015_09_07 laVerdi Concerto straordinario dedicato a FRANCO FERRARA

Lunedì 7 settembre 2015_09_07 ore 20:30
Auditorium di Milano, largo Mahler 
Concerto straordinario
dedicato a FRANCO FERRARA
in collaborazione con Sky Classica HD
Franco Ferrara
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi 

Programma
Franco Ferrara: Scherzo brillante e Notte di tempesta
Bixio, Parlami d’amore Mariù
Martucci, Sinfonia I in re minore op. 75

A trent'anni dalla scomparsa, laVerdi dedica un concerto alla memoria di  Franco Ferrara, uno dei più grandi nomi della direzione italiana e riferimento indiscusso per la cultura tout court del Novecento. Lunedì 7 settembre, all'Auditorium di Milano in largo Mahler, doppio appuntamento per celebrare il Maestro siciliano: alle ore 19.00 proiezione del film-documentario Franco Ferrara, il maestro caduto dal podio di Anton Giulio Onofri e Giorgio Mezzanotte Nehamas, film del 2012 che raccoglie una densa serie di testimonianze dei grandi artisti che conobbero da vicino il Maestro  (tra questi: Michele Marvulli, Gilberto Serembe, Bruno Aprea, Gianluigi Gelmetti, Alipi Naydenov, Umberto Benedetti Michelangeli, Franco Petracchi, Riccardo Chailly, Luciano Alberti, Leonardo Pinzauti, Eliahu Inbal, Roman Vlad, Gian Luigi Zampieri.) A seguire (ore 20.30), Giorgio Mezzanotte Nahamas, allievo di Ferrara, guiderà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi  nel concerto celebrativo. In programma due composizioni di Franco Ferrara: Scherzo brillante e Notte di tempesta); seguono Bixio, Parlami d’amore Mariù, composizione per il film Gli uomini che mascalzoni, da lui incisa nella versione originale cantata da Vittorio De Sica; infine, Martucci, Sinfonia I in re minore op. 75. Prova generale e concerto saranno ripresi e registrati da Sky Classica HD.
(Biglietti: euro 15,00/9,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).

Franco Ferrara, musicista e personaggio a tutto tondo 
Franco Ferrara (Palermo, 1911- Firenze, 1985) fu Maestro in duplice accezione: grandissimo talento della direzione, lavorò con le orchestre più prestigiose d'Italia e d’Europa, ricoprendo tra l’altro l'incarico di direttore stabile dell'Orchestra di Santa Cecilia. Una carriera lucente, cessata prematuramente nel 1948 per una malattia divenuta leggenda (Ferrara soffriva di un disturbo che gli causava svenimenti in pieno stato di coscienza). "Dirigevo la sinfonia del Nuovo Mondo di Dvorak al Teatro Adriano di Roma, aveva appena attaccato il corno, e io sono caduto... Mica svenivo: cadevo ad occhi aperti e questa era la mia grande, terribile, vergogna.": con queste parole Ferrara ricordava il primo episodio dei mancamenti che lo avrebbero portato ad abbandonare la scena pubblica. Una rinuncia dolorosa, che tuttavia non rappresentò una totale perdita per il mondo musicale, dal momento che Ferrara si dedicò all’insegnamento della direzione d’orchestra; Maestro dei Maestri, Ferrara ebbe tra i suoi allievi alcune tra le bacchette più celebri della nuova generazione di direttori: Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Adam Fischer, Gianluigi Gelmetti, Daniel Oren, Gabriele Ferro, Andrew Davis, Edo De Waart, Eliahu Inbal, Zoltan Pesko, Roberto Abbado sono alcuni tra i tanti che attinsero alla sua profonda conoscenza della musica, alla tecnica e alla passione, talvolta irruenta. Il suo carisma e la sua preparazione furono il faro (“un faro che ci illumina e ci guida”, con le parole di Lorin Maazel) di molti, tra cui lo stesso Karajan che ammetteva: “non sono mai così teso e nervoso come quando so che c’è lui in sala”. Oltre all’insegnamento, Ferrara declinò l’attività compositiva e di direzione alla musica per il cinema, per cui scrisse e incise colonne sonore in collaborazione con grandissimi registi, tra cui Fellini, Antonioni e Visconti.  Onorato l’1 settembre 1985 con il Premio “Una vita per la Musica”, a fianco del collega Gianandrea Gavazzeni, al Teatro La Fenice di Venezia, si spense improvvisamente dopo pochi giorni, lasciando una densa eredità musicale che dalle grandiose incisioni avrebbe avuto il suo riverbero più intenso nella sapienza del gesto degli illustri allievi.

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