1998_01_23 Teatro Cagnoni Vigevano in scena Rosencrantz e Guildenstern sono morti

23 gennaio 1998
Teatro Cagnoni di Vigevano
Rosencrantz e Guildenstern sono morti
commedia di Tom Stoppard
con 
Stefano Braschi (Rosencrartz o Gildestern ?)
Franco Palmieri (Rosencrartz o Gildestern ?)
Carlo Ottolini (a Vigevano Giampiero Pizzol)
scene e costumi Emanuela Pischedda
elaborazione dei filmati Joannis Vlatakis
musiche Alessandro Nidi
regia Letizia Quintavalla e Bruno Stori

Di che cosa siamo, veramente certi? Dall'unica certezza che "Rosencrartz e Gildestern sono morti" e parte un gioco serrato di domande che costituisce la turbinante giostra della commedia di Tom Stoppard.
L'inaugurazione della stagione "Altri Percorsi" ha visto in scena uno spettacolo degno di essere rappresentato ogni anno per gli anni a venire, un testo destinato a quella immortalità che hanno acquisito i grandi lavori dei geni teatrali di Shakespeare e Pirandello; testi nei quali non troviamo un effimero impiego del tempo dedicato allo svago, ma dove il teatro assume veramente il connotato del confronto con se stessi e di indagatore dei misteri della vita.
Forse la commedia può essere in certi punti nebulosa se non si conosce l'antefatto che ne da il titolo, 1'Amleto, ed inoltre lo spettatore deve essere preparato a seguire attentamente il dialogo, ma il solo fatto che il pubblico non abbandoni immediatamente la sala e si soffermi, non solo a lodarne la bellezza, ma soprattutto a discuterne il contenuto ne testimonia la validità.
Due voci che arrivano da luoghi imprecisati della platea danno inizio allo spettacolo, e ci troviamo subito di fronte a qualcosa di straordinario, per cento volte la moneta buttata in aria cade con "testa", caso o qualcosa di magico? 
Rosencranz e Gildestern ne discutono, e ci fanno pensare che siamo anche noi come loro in cerca domande o di risposte. Il capocomico che si affaccia dal sipario propone di non stare in sala ad osservare ma di salire sul palcoscenico, ed i due accettano di partecipare alla recita.
La scena buia, presenta le inquietanti corde pronte per la loro impiccagione, il fondale crollato, inclinato, a malapena sorretto dalle corde sul quale verranno proiettati spezzoni della pellicola su Amleto con L. Olivier, uno specchio di lamiera, le altalene e pochi elementi. 
Subito gli amici si sfidano nel gioco delle "domande senza risposta"; il gioco è serio tanto più serio in quanto le uniche due certezze, che sono subito chiare, sono siamo certi di essere nati e certi quindi che moriremo
Non sappiamo pero neppure quando ce ne siamo accorti; se e poi vero che ce ne siamo accorti. 
I due, con i loro abiti in costume, siamo noi; loro non si ricordano neppure chi sia l'uno e chi sia l'altro e neanche perchè sono li, eppure gli eventi li portano verso l'unica certezza: il capestro. 
Sara mai esistito un momento nel quale avrebbero potuto dire "No!".
Bravissimi i tre protagonisti Stefano Braschi, Franco Palmieri ed il capocomico Giampiero Pizzol, unici attori in scena, il resto era affidato, come dicevamo, al film sullo sfondo, alle marionette, ed alle bellissime musiche scelte.
Articolo di Mario Mainino

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