23 gennaio 1982
Piccolo Teatro di Pontedera - centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale
UN PO' PER NON MORIRE
Veglie di Giacomo Puccini
Personaggi ed interpreti:
Giacomo Puccini - Giacomo Pardini
Un'amica, Minnie, Suor Angelica, Musetta, Elvira, una suora, Tosco, Scarpia, Turandot - Maria Teresa Telara
Un'amica, Mimi, Butterfly, una suora - Noemi Rinolfi
Un amico, Giulio Ricordi, un avvocato, Ping - Aldo Innocenti
Un amico, Rodolfo, un avvocato, Pong, Prof. edoux - Massimo Bertolaccini
Scene, costumi, testi: Piccolo Teatro di Pontedera
Adattamento delle musiche: a cura del M° Riccardo Moretti Musiche originali di G. Puccini (edite dalla Casa Ricordi) e del M°Moretti
Messa in scena e regia: Roberto Bacci - Direzione tecnica: Massimo Agus - Organizzazione: Maurizio Settembri
Con l'amichevole assistenza di Bustric
Lo spettacolo è stato prodotto in collaborazione col Centro per la Sperimentazione e la ricerca teatrale di Pontedera.
Giacomo Puccini, a veglia con gli amici di Torre del Lago, era solito mettere in scena, tra i tavoli dell'osteria «Gambe di Merlo», commedie, tragedie e farse composte per l'occasione.
È la notte tra il 31 dicembre 1899 ed il lu gennaio 1900: quegli stessi amici decidono di mettere in scena dinazi a Puccini la sua vita passata prevedendo, nello stesso tempo, quella che il Maestro deve ancora vivere.
Questo «gioc » viene diviso in scene che così si susseguono dopo un prologo cantato:
Nel 1° quadro:
Minnie - la Fanciulla del West - sfoglia la Bibbia e da a tutti buoni consigli.
Nel 2° quadro:
Viene data lettura pubblica e drammatica di una lettera di Giulio Ricordi a Giacomo Puccini, dove il «papà» milanese mette in guardia il Maestro sui rischi di un amore extra-coniugale.
Nel 3° quadro:
Si intravede Giacomo Puccini a caccia sul lago di Massaciuccoli, da cui si alzano in volo strani uccelli con fasci di romanze sotto le ali.
Nel 4° quadro:
Due amici-avvocati sussurrano alle orecchie del Maestro la «verità» sul suicidio della domestica di Casa Puccini, Doria Manfredi, avvelenatasi per le continue persecuzioni della gelosissima Elvira Puccini.
Nel 5° quadro:
Lettera di Elvira a Ramelde, sorella di Giacomo
Puccini : «Cara cognata, ogni sera, per cena, è un piatto di menzogne ».
Nel 6° quadro:
Il Maestro, malato in gola, entra nella cllnica del Prof. Ledoux a Bruxelles per tentare di guarire da un male incurabile.
Nel 7° ed ultimo quadro:
Giacomo Puccini intravede la propria fine. Il rumore di una bacchetta di legno spezzata da una Turandot-strega si trasforma ai suoi orecchi in un gioco di shangai, in cui la «principessa nera» se ne resta immobile ed imprendibile sotto un fitto strato di ricordi.
Con David Whitson
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