venerdì 24 gennaio 2014_01_24 ore 20:00
domenica 26 gennaio 2014_01_26 ore 16:00
Auditorium di Milano – largo Mahler
La “Resurrezione” di Mahler per laVerdi e John Axelrod
L’Orchestra Sinfonica guidata da Axelrod nell’opera che vide l’inaugurazione dell’Auditorium di Milano
Eteri Gvazava, soprano
María José Montiel, mezzosoprano
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Maestro del Coro Erina Gambarini
Direttore John Axelrod
Il concerto sarà dedicato alla memoria del Maestro Claudio Abbado
A distanza di una settimana dall’ultima performance, l’americano John Axelrod, direttore principale de laVerdi, è di nuovo alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, all’Auditorium di Milano in largo Mahler, per il 18° programma della Stagione del Ventennale.
Appuntamento venerdì 24 (ore 20.00) e domenica 26 gennaio (ore 16.00) con un grande classico del sinfonismo mitteleuropeo, la Sinfonia n. 2 in Do minore “Resurrezione” di Mahler: proprio l’opera che vide laVerdi – allora diretta da Riccardo Chailly, insieme con il Coro Sinfonico sotto la guida di Romano Gandolfi - inaugurare l’Auditorium di Milano, appena restaurato, il 6 ottobre 1999.
Sul palco di largo Mahler, naturalmente, anche il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretto da Erina Gambarini, insieme con due star internazionali del calibro del soprano siberiano Eteri Gvazava e del mezzosoprano spagnolo María José Montiel.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org, biglietti euro 40,00/13,00).
Venerdì 24 gennaio (Auditorium, Foyer del primo piano, ore 18.00, ingresso libero) si terrà la conferenza di introduzione all’ascolto della Seconda sinfonia di Mahler, relatore Francesco Attardi, con la partecipazione del Maestro John Axelrod.
Dalle note al programma di Enzo Beacco
Ascoltare, a poche settimane di distanza, Seconda e Ottava sinfonia consente di scoprire numerose e non ovvie analogie e differenze. Sono i lavori più impegnativi, come organico, dell’intera produzione di Mahler, con voci soliste, cori, grande orchestra. La durata è analoga, circa 80-85 minuti.
Sul piano quantitativo prevale ovviamente l’Ottava, con i suoi millantati mille esecutori, che nella realtà scendono a meno di seicento. Sul piano della varietà prevale la Seconda, con i tre primi movimenti soltanto strumentali e con fitti segnali emotivi tanto polivalenti quanto indecifrabili.
I testi sono sempre importanti, in ciascuna sinfonia. Aulici (il mistico medioevale Rabano Mauro e il vate tedesco Goethe) nell’Ottava; spontanei (da una raccolta di canti popolari) e illuministi (del settecentesco Klopstock) nella Seconda. Nell’Ottava i solisti sono tanti, nella Seconda canta soltanto la voce calda di un contralto. Nell’Ottava il coro è quasi onnipresente. Nella Seconda anima il finale, attaccando in sublime pianissimo, sottovoce e senza strumenti, per esplodere nella speranza della Resurrezione.
Non a caso la Seconda ha dato il primo grande trionfo di pubblico a Mahler, nel 1895. E l’Ottava il trionfo ultimo e più grande.
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