2013_04_27 Sandro Riboni, le sue opere in mostra allo Spazio Scotellaro di Vigevano


Dal 27-04-2013 al 05-05-2013
Spazio Rocco Scotellaro, Vigevano
Con il patrocinio della Amministrazione Comunale di Vigevano  
Sandro Riboni, opere da collezioni vigevanesi
INAUGURAZIONE: sabato 27-04-2013 ore 17.30
A CURA DI: Annalisa Vella e Vincenzo Pellitta
Spazio Rocco Scotellaro via Cesarea 49 Vigevano
orari: merc. e ven. dalle 21 alle 23 giovedì, sabato e domenica dalle 17,00 alle 19,00 Su appuntamento 3389018980

Note sull'artista:
Sandro Riboni, (Pavia 1921 – 1986), artista autodidatta ed eclettico per poter assecondare la sua passione per l’arte e la sua personale ricerca spirituale ed artistica, abbandona il lavoro di lucidatore alla Necchi ed intraprende una lunga serie di viaggi di studio e di ricerca sulla luce e sul colore. Nel 1949 partecipa ad una collettiva a Brest in Francia e vince il 2° premio. Poi si imbarca come mozzo su una nave diretta a Marrakech; l’esplosione di colori che lo accolgono in Marocco segneranno per sempre la sua arte. Nel 1950 parte per Parigi in bicicletta, dove frequenta lo studio del pittore Pierre Marzin, uno degli allievi di Henri Matisse. L’apprendistato artistico continua in Spagna, a Granada, presso l’Accademia di Belle Arti, dove apprende la difficile tecnica dell’encausto che diverrà il mezzo espressivo preferenziale della poetica di Riboni, (tecnica antichissima che consiste nello sciogliere i colori nella cera anziché nell’olio). Ritornerà più volte in Spagna, forse per perfezionare le sue conoscenze su questa particolare tecnica. «Ho visitato e soggiornato nei paesi europei e in quelli che si affacciano al Mediterraneo – racconta in un’intervista – a scopo culturale  e per studio: mi muovevo con la bicicletta, facevo il “globettrotter” ed ero assiduo frequentatore degli ostelli della gioventù». Sempre negli anni ’50, il lungo soggiorno di studio e lavoro in Costa Azzura mette il giovane Riboni in contatto con le più attente avanguardie artistiche del periodo. A Vallauris, dove si reca a far ceramica presso l’atelier Madoura di Suzanne Ramié, respira la stessa aria di Pablo Picasso, anch’egli al lavoro presso lo stesso forno. A St. Paul de Vence, è presente Fernand Leger, con cui sembra che Riboni abbia intrattenuto dei rapporti artistici. A Nizza partecipa ad importanti rassegne pittoriche nel 1950 e nel 1958. Negli anni ‘60 è ad Albisola a far ceramica e qui viene in contatto con Lucio Fontana, Wilfredo Lam e altri importanti artisti che stanno creando un nuovo modo di far arte e che sfocerà con la fondazione del movimento artistico noto come Spazialismo. Ad Albisola Riboni modellerà i suoi pezzi più belli presso la manifattura La Fenice. Vivere facendo l’artista non è facile, soprattutto per un personaggio come Riboni, molto riservato e schivo, lontano da logiche di mercato e di mercanti (non ha mai avuto e voluto un gallerista di riferimento). Per guadagnare e sopravvivere rivolge il suo talento alle arti applicate sia nel settore dell’abbigliamento e, più raramente, nel settore dell’arredamento, ma sempre con l’approccio dell’artista professionista senza mai cedere ad indulgenze ‘commerciali’. Negli anni ’70, i disegni che esegue per le seterie Taroni di Como verranno riprodotti su foulard e tessuti per importanti maison di moda. Si cimenta infine anche con la grafica raggiungendo effetti di grande qualità ed eleganza perfettamente in sintonia con le migliori e più moderne correnti artistiche del momento. Le linee artistiche lungo cui si muove Riboni sono dunque, inizialmente, all’interno del Cubismo e del Surrealismo per poi giungere a maturare, attraverso lo Spazialismo, un personalissimo linguaggio artistico in cui coniuga tutte le esperienze artistiche vissute. Negli ultimi anni di attività,la poetica di Riboni si astrae dal reale e si esprime attraverso grandi e luminosi cieli che si perdono nello spazio infinito. Spunti biografici tratti dal catalogo Edizioni Cardano del 2006 “Dialoghi con la luce” a cura di Paola Migliorini Casati e Carlo Migliorini. 

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