2010_05_03 Spazio89 con lattoria

Lunedì 3 maggio 2010, ore 21.00
SpazioTeatro 89, Milano (via F.lli Zoia 89)
lattoria presenta
Radice\ CORSIA DEGLI INCURABILI
Di Patrizia Valduga

Un progetto di Simona Severini e Sara Urban
Regia di Alessia Gennari
Con Simona Severini e Sara Urban
Disegno luci di Marco Grisa
Scenografie di Arnaldo Boschini e Sara Rigoni
Costumi di Gabriella Rampi

Corsia degli incurabili di Patrizia Valduga è un testo sulla morte di estremo vitalismo.
Scritto nel 1995, ci colpisce profondamente per la sua amara attualità. Corsia degli incurabili è un urlo di sdegno, è l'invettiva verso un paese in cui a dominare sono l'ipocrisia, la corruzione, il qualunquismo, la non cultura della tv e della "similpoesia".
Ma è anche la preghiera disperata e vitale di chi denuncia l'oblio degli ultimi, dei malati e dei morenti. Il protagonista, un malato terminale, pronuncia, circondato solo dalle mura della sua stanza d'ospedale, i suoi ultimi pensieri.
E nella sua solitudine parla: a chi ha incontrato nella sua vita, ai politici, ai poeti, a tutta la società civile. Attraversa con rabbia, dolore, tenerezza e un pizzico di umorismo nero, la sua vita passata: gli amori, i luoghi, i fallimenti, i successi, l'amore per la cultura di un paese ormai in decadenza, di cui descrive l'impoverimento, intraprendendo una personale crociata contro una società, quella del suo amato e odiato paese, l'Italia, alla quale non si arrende neanche poco prima di morire.
Sulla scena la "corsia degli incurabili" diviene un luogo della mente in cui il malato non è solo. Ad accompagnarlo, i suoi pensieri, a cui si sceglie di dare un corpo, ma soprattutto una voce. Una cantante accompagna l'intero svolgersi del monologo, permettendo il concreto manifestarsi in scena del rumore dell'anima. Quasi che, per interpretare l'eccesso di vitalità che il malato, sul letto di morte, vive, non possa bastare un solo corpo, ma due.
Due corpi, moltiplicazione di una sola anima e di una sola vita.

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