2020_06_20 A Roma in scena LA DONNA DEL MARE da Ibsen a Petricich

Venerdì 19 giugno 2020
Sabato 20 giugno 2020
Teatro Lo Spazio, Via Locri Roma
Inizio primo spettacolo ore 20:00
Henrik Ibsen
LA DONNA DEL MARE
con 
Sara de Bellis (la Donna)
Giuseppe Prestano (il Marito)
John Alexander Petricich (lo Straniero)
Regia, Costumi di
John Alexander Petricich
Versione scenica di Milo Dainese
Scene Marco Ghislieri
Musiche di Gustav Mahler
Con l’alto patrocinio dell'Ambasciata Norvegese in Italia


Finisce il lock down per John Alexander Petricich che ha scelto una data fortunata, appena dopo la chiusura che ha bloccato l’intero paese per l’epidemia mondiale, e in particolare il mondo dello spettacolo, per portare in scena la sua “Donna del mare”.
E non è usato a caso il “sua” infatti John Alexander Petricich che è da sempre attore, regista, produttore affronta questo testo anche come costumista della riduzione nella quale andrà in scena. Originale la formula che - per mantenere in distanziamento sociale - vedrà nelle due serate di programmazione praticamente rappresentare ben quattro volte questa riduzione per “trio di attori” del dramma di Ibsen.
Quattro repliche, due venerdì 19 e due sabato 20 giugno 2020, con partenza alle ore 20 per la durata di circa un ora, e alle 21.30 la seconda rappresentazione della serata.
Massimo 35 spettatori per recita che dovranno prenotarsi allo 06-77204149 oppure 339-7759351 altre info su www.teatrolospazio.it

Note di regia: Henrik Ibsen LA DONNA DEL MARE
Simbolo, mitologia, ossessione, tensione inespressa, cura maniacale per il non detto, lirismo, poesia (intesa nell’etimo): abbiamo deciso di parlarne, e di farne uno spettacolo. Strindberg inaugurò l’esperienza del Teatro Intimo con una serie di capolavori, pensati e scritti appositamente per una sala di un’ottantina di posti: l’intimità di questa versione forse troverà, in questa fase storica, le condizioni ideali per la messa in scena.
E’ il racconto di una creatura magica intrappolata, prigioniera nel canale del fiordo, tra le pareti di una casa grigia, con lo sguardo perennemente rivolto al mare, il grande assente, in attesa di qualcosa che non accade mai: potrebbe essere una lettura.
Oppure: La Donna del Mare parla del passato e dei ricordi, e prepara la strada per il futuro. 
Descrive quello che vorremmo: libertà perduta, mito e simbolo che non riconosciamo più.
Un’incisione su una pietra che è troppo lontana parla di un’esplosione termonucleare che si è cercata di nascondere, con scarso successo, e che si è tentata di sopprimere: parla di qualcosa che non ci appartiene più; qualcosa che è stato soffocato.
Poi scopriremmo, in realtà, che è la solita vicenda sentimentale, che il mare - che è lontano ed è il grande mistero - è il vero protagonista.
Invece, come sempre è capitato, abbiamo deciso di lasciarci cullare dal testo, di non risolvere un problema, di mantenere un atteggiamento interrogante e di stupirci.
“Quando noi morti ci destiamo, ci accorgiamo di non aver mai vissuto.”
Quante volte la storia del ventesimo secolo, così pretenziosamente vittorioso, ci ha restituito le immagini di morti che camminano? Forse di questo parla questa Donna del Mare.
“Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo.”
Con queste parole di Kant siamo già proiettati in avanti, per la prossima domanda.
Sara De Bellis
Giuseppe Prestano
John Alexander Petricich

Elementi di Scena: Marco Ghislieri
Music Editor: Alessandro Lattanzi
Versione Scenica: Milo Dainese
Consulenza Storico – Teatrale: Franco Perrelli
Regia: John-Alexander Petricich


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