Giovedì 14 novembre 2019 Ore 21
Chiesa di San Bernardino alle Monache
Via Lanzone 13 - Milano (google maps)
MM Sant’Ambrogio, tram 2, 3, 14, bus 58, 94
Ingresso, 10 Euro
Ingresso, 10 Euro
"I concerti da camera di Vivaldi"
Arianna Art Ensemble
Giorgio Matteoli, Flauto dolce
Gioacchino Comparetto, oboe
Mauro Massa, violino
Alessandro Nasello, fagotto
Andrea Rigano, violoncello
Cinzia Guarino, clavicembalo
Programma
Concerto Rv 105 in sol minore per flauto dolce, oboe, violino, fagotto e b.c.
Sonata Rv 801 in do maggiore per flauto dolce, violino, violoncello e b.c.
Concerto Rv 103 in sol minore per flauto dolce, oboe e fagotto
Concerto Rv 801 concerto a quattro in Do maggiore per oboe, violino , violoncello e b.c.
Concerto Rv 107 in sol minore per flauto dolce, oboe, violino, fagotto e b.c.
La grande disponibilità di abili musiciste che Vivaldi poteva avere in qualità di “Maestro de’ Concerti” presso la Pietà a Venezia, contribuì a favorire un’ampia ricerca di diverse combinazioni strumentali, prospettando un’esplorazione più ricca e varia rispetto alla consuetudine, con soluzioni paragonabili a quelle dei Brandeburghesi di Bach.
Composizioni dunque di insolita strumentazione, la maggior parte di questi “Concerti senza orchestra” rivela il gusto vivaldiano per l’onomatopea e per il descrittivismo sonoro; alcuni possono essere considerati come una serie di concerti per flauto, altri invece, per l’alternarsi di episodi stilistici in varie combinazioni strumentali, possono essere considerati assimilabili alla struttura del Concerto Grosso.
Sono opere nelle quali le forme della tradizione musicale barocca sembrano venire intenzionalmente trasformate, sviluppando modelli compositivi più aperti, consentendo di sperimentare nuove possibilità formali e timbriche.
Composizioni dunque di insolita strumentazione, la maggior parte di questi “Concerti senza orchestra” rivela il gusto vivaldiano per l’onomatopea e per il descrittivismo sonoro; alcuni possono essere considerati come una serie di concerti per flauto, altri invece, per l’alternarsi di episodi stilistici in varie combinazioni strumentali, possono essere considerati assimilabili alla struttura del Concerto Grosso.
Sono opere nelle quali le forme della tradizione musicale barocca sembrano venire intenzionalmente trasformate, sviluppando modelli compositivi più aperti, consentendo di sperimentare nuove possibilità formali e timbriche.
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