STAGIONE 2019 | 2020
PIAZZA FONTANA
La
Stagione
2019/20
del Teatro
della Cooperativa,
in sintonia con la sua identità, è una proposta artistica e
culturale che si racconta come un viaggio all’interno della
contemporaneità.
Una particolare attenzione è rivolta alla dimensione dell’impegno
civile e della memoria storica, così
da stimolare il desiderio di conoscere e ricordare.
28
titoli
tra
produzioni,
riprese
e spettacoli
ospiti,
di cui 7
per la prima volta a Milano,
8
prime nazionali per
più di
150 alzate di sipario e
ancora una
rassegna
di teatro scolastico
dedicata alla storia contemporanea (Be-Festival
- seconda edizione).
È
un teatro che si assume il compito di raccontare la storia
collettiva, comprese le pagine più buie − gli anni degli eccidi e
della strategia della tensione, i crimini impuniti, i depistaggi, la
corruzione, gli scempi e i disastri ambientali, i morti sul lavoro e
per il lavoro − ricorrendo a registri stilistici differenti. Una
stagione variegata,
caratterizzata da un fitto calendario, senza temere di utilizzare la
comicità,
l’ironia
e lo sberleffo
per parlare di argomenti alti o di farlo attraverso la canzone,
la musica
dal vivo
e la danza,
passando da spettacoli in cui a prevalere è il rigore espressivo ad
altri che s’ispirano alla commedia
dell’arte
o attingono allo spirito antico e nobile del teatro
popolare.
CALENDARIO
SPETTACOLI
RASSEGNA
CIONI MARIO
Venerdì
11 Ottobre 2019_10_11
Sabato
12 Ottobre 2019_10_12
Domenica
13 Ottobre 2019_10_13
TEORIA
DEL CRACKER
prima
milanese
di e con Daniele
Aureli
produzione
Occhisulmondo | Fontemaggiore
Martedì
15 Ottobre 2019_10_15
Mercoledì
16 Ottobre 2019_10_16
Giovedì
17 Ottobre 2019_10_17
Venerdì
18 Ottobre 2019_10_18
MI
CHIAMO ANDREA, FACCIO FUMETTI
prima
milanese
di
Christian Poli
con
Andrea Santonastaso
regia
Nicola Bonazzi
produzione
Teatro dell’Argine
Sabato
19 Ottobre 2019_10_19
Domenica
20 Ottobre 2019_10_20
IO,
TRAFFICANTE DI UOMINI
prima
nazionale
di e con Giampaolo
Musumeci e Margherita Saltamacchia
regia Andrea
Paolucci
produzione Teatro
dell’Argine in collaborazione con Teatro Sociale Bellinzona
Venerdì
25 Ottobre 2019_10_25
Sabato
26 Ottobre 2019_10_26
Domenica
27 Ottobre 2019_10_27
MBIRA
prima
milanese
coreografia e regia
Roberto Castello
musiche Marco
Zanotti, Zam Moustapha Dembélé
testi Renato
Sarti / Roberto Castello, Andrea
Cosentino
interpreti Ilenia
Romano, Giselda Ranieri, Marco Zanotti,
Zam Moustapha Dembélé, Roberto Castello
produzione Aldes
– Teatro della Cooperativa
RASSEGNA
CIONI MARIO
Venerdì
08 Novembre 2019_11_08
Sabato
09 Novembre 2019_11_09
Domenica
10 Novembre 2019_11_10
RIVA
LUIGI ’69 ’70 - Cagliari
ai dì dello scudetto
prima
milanese
di e con Alessandro
Lay
produzione Cada
Die Teatro
Martedì
12 Novembre 2019_11_12
Mercoledì
13 Novembre 2019_11_13
Giovedì
14 Novembre 2019_11_14
Venerdì
15 Novembre 2019_11_15
Sabato
16 Novembre 2019_11_16
Domenica
17 Novembre 2019_11_17
COSÌ
PARLÒ MONNA LISA
prima
milanese
testo e regia
Antonio Piccolo
con Stefania
Ventura, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo
produzione Golden
Show srl Impresa Sociale Trieste in collaborazione con
Teatro In Fabula
con il contributo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla
Cultura, sponsor Beko
Venerdì
22 Novembre 2019_11_22
Sabato
23 Novembre 2019_11_23
Domenica
24 Novembre 2019_11_24
Martedì
26 Novembre 2019_11_26
Mercoledì
27 Novembre 2019_11_27
Giovedì
28 Novembre 2019_11_28
Venerdì
29 Novembre 2019_11_29
Sabato
30 Novembre 2019_11_30
Domenica
01 Dicembre 2019_12_01
ALLENAMENTO
COL PUBBLICO
di e con Paolo
Rossi
produzione Teatro
della Cooperativa
FUORI
NIGUARDA
Teatro
Elfo Puccini, Sala
Shakespeare
Lunedì
09 Dicembre 2019_12_09
IL
RUMORE DEL SILENZIO
prima
nazionale
testo e regia Renato
Sarti
con Laura
Curino e Renato Sarti
musiche Carlo
Boccadoro
produzione Teatro
della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI
ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO
LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una
storia quasi soltanto mia”.
Teatro
della Cooperativa
Martedì
10 Dicembre 2019_12_10
Mercoledì
11 Dicembre 2019_12_11
Giovedì
12 Dicembre 2019_12_12
Venerdì
13 Dicembre 2019_12_13
Sabato
14 Dicembre 2019_12_14
Domenica
15 Dicembre 2019_12_15
IL
RUMORE DEL SILENZIO INSERITO
IN INVITO A TEATRO
testo e regia Renato
Sarti
con Laura
Curino e Renato Sarti
musiche Carlo
Boccadoro
produzione Teatro
della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI
ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO
LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una
storia quasi soltanto mia”
Venerdì
20 Dicembre 2019_12_20
Sabato
21 Dicembre 2019_12_21
SPIN
- serata di teatro sonoro autopromozionale
prima
milanese
di Renato
Gabrielli
con Emiliano
Masala, Massimiliano Speziani, Gaetano
Cappa
regia The
Spin Masters
produzione Proxima
Res
Giovedì
09 Gennaio 2020_01_09
Venerdì
10 Gennaio 2020_01_10
Sabato
11 Gennaio 2020_01_11
Domenica
12 Gennaio 2020_01_12
THE
DEI AFTER
prima
nazionale
di Domenico
Ferrari
con Mila Boeri,
Cristina Castigliola, Matilde Facheris
regia Rita
Pelusio
produzione ATIR
Teatro Ringhiera
Martedì
14 Gennaio 2020_01_14
Mercoledì
15 Gennaio 2020_01_15
Giovedì
16 Gennaio 2020_01_16
Venerdì
17 Gennaio 2020_01_17
Sabato
18 Gennaio 2020_01_18
Domenica
19 Gennaio 2020_01_19
Martedì
21 Gennaio 2020_01_21
Mercoledì
22 Gennaio 2020_01_22
Giovedì
23 Gennaio 2020_01_23
Venerdì
24 Gennaio 2020_01_24
Sabato
25 Gennaio 2020_01_25
Domenica
26 Gennaio 2020_01_26
SONO
BRAVO CON LA LINGUA
INSERITO IN INVITO A
TEATRO
una
storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer
prima
nazionale
scritto da Antonello
Taurino, Carlo Turati
con Antonello
Taurino
regia Antonello
Taurino
produzione Teatro
della Cooperativa
FUORI
NIGUARDA
Piccolo
Teatro Grassi
Lunedì
27 Gennaio 2020_01_27
I
ME CIAMAVA PER NOME: 44.787 – Risiera
di San Sabba
testo e regia Renato
Sarti
da testimonianze
raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per
l’IRSREC FVG
con Nicoletta
Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti, Irene
Serini
produzione Teatro
della Cooperativa
Teatro
della Cooperativa
28
gennaio | 2 febbraio
I
ME CIAMAVA PER NOME: 44.787– Risiera
di San Sabba
testo e regia Renato
Sarti
da testimonianze
raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per
l’IRSREC FVG
con Nicoletta
Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti, Irene
Serini
produzione Teatro
della Cooperativa
Martedì
28 Gennaio 2020_01_28
Mercoledì
29 Gennaio 2020_01_29
Giovedì
30 Gennaio 2020_01_30
Venerdì
31 Gennaio 2020_01_31
Sabato
01 Febbraio 2020_02_01
Domenica
02 Febbraio 2020_02_02
UNA
MARCHESA AD ASSISI INSERITO
IN INVITO A TEATRO
di e con Ippolita
Baldini
collaborazione alla
drammaturgia Emanuele Aldrovandi
regia Camilla
Brison
produzione Teatro
della Cooperativa
EVENTO
SPECIALE
Domenica
09 Febbraio 2020_02_09
IL
PARASSITA
di Teatribù
FUORI
NIGUARDA
Teatro
Verdi
Martedì
18 Febbraio 2020_02_18
Mercoledì
19 Febbraio 2020_02_19
Giovedì
20 Febbraio 2020_02_20
Venerdì
21 Febbraio 2020_02_21
Sabato
22 Febbraio 2020_02_22
Domenica
23 Febbraio 2020_02_23
Martedì
25 Febbraio 2020_02_25
Mercoledì
26 Febbraio 2020_02_26
Giovedì
27 Febbraio 2020_02_27
Venerdì
28 Febbraio 2020_02_28
Sabato
29 Febbraio 2020_02_29
Domenica
01 Marzo 2020_03_01
Lunedì
02 Marzo 2020_03_02
Martedì
03 Marzo 2020_03_03
Mercoledì
04 Marzo 2020_03_04
Giovedì
05 Marzo 2020_03_05
Venerdì
06 Marzo 2020_03_06
Sabato
07 Marzo 2020_03_07
Domenica
08 Marzo 2020_03_08
NOI
SIAMO VOI: VOTATEVI!
di e con Antonio
Cornacchione, Sergio Sgrilli
regia e consulenza
drammaturgica Renato Sarti
produzione Teatro
della Cooperativa
spettacolo sostenuto
nell’ambito di NEXT – ed. 2018/2019,
progetto di Regione
Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo
Sabato
22 Febbraio 2020_02_22
Domenica
23 Febbraio 2020_02_23
Martedì
25 Febbraio 2020_02_25
Mercoledì
26 Febbraio 2020_02_26
Giovedì
27 Febbraio 2020_02_27
Venerdì
28 Febbraio 2020_02_28
Sabato
29 Febbraio 2020_02_29
Domenica
01 Marzo 2020_03_01
COPPIA
APERTA, QUASI SPALANCATA INSERITO
IN INVITO A TEATRO
di Dario Fo,
Franca Rame
con Alessandra
Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato
Sarti
produzione Teatro
della Cooperativa
FUORI
NIGUARDA
Teatro
Filodrammatici
Martedì
03 Marzo 2020_03_03
Mercoledì
04 Marzo 2020_03_04
Giovedì
05 Marzo 2020_03_05
Venerdì
06 Marzo 2020_03_06
Sabato
07 Marzo 2020_03_07
Domenica
08 Marzo 2020_03_08
LA
MOLTO TRAGICA STORIA DI PIRAMO E TISBE
CHE MUOIONO PER AMORE INSERITO IN INVITO A TEATRO
CHE MUOIONO PER AMORE INSERITO IN INVITO A TEATRO
liberamente tratto
da William Shakespeare
testo e regia Renato
Sarti
con Federica
Fabiani, Milvys Lopez Homen, Marta M.
Marangoni, Rossana Mola, Elena
Novoselova, Renato Sarti
produzione Teatro
della Cooperativa
Giovedì
12 Marzo 2020_03_12
Venerdì
13 Marzo 2020_03_13
Sabato
14 Marzo 2020_03_14
Domenica
15 Marzo 2020_03_15
Martedì
17 Marzo 2020_03_17
Mercoledì
18 Marzo 2020_03_18
Giovedì
19 Marzo 2020_03_19
Venerdì
20 Marzo 2020_03_20
Sabato
21 Marzo 2020_03_21
Domenica
22 Marzo 2020_03_22
IL
MATTO 4 – LA VERITÀ VI PREGO SUL CASO REGENI
una
tragica farsa sull’Italia, la Bestia e le menzogne di Stato
prima
nazionale
scritto, diretto e
interpretato da Massimiliano Loizzi
produzione Mercanti
di Storie
EVENTO
SPECIALE
Mercoledì
18 Marzo 2020_03_18
Giovedì
19 Marzo 2020_03_19
Venerdì
20 Marzo 2020_03_20
Sabato
21 Marzo 2020_03_21
Domenica
22 Marzo 2020_03_22
CINQUE
GIORNATE DI MILANO. II
STAGIONE
strateghi Renato
Sarti, Paolo Rossi
campo di battaglia
le periferie di Milano
quartier generale
Teatro della Cooperativa
Venerdì
27 Marzo 2020_03_27
Sabato
28 Marzo 2020_03_28
Domenica
29 Marzo 2020_03_29
Martedì
31 Marzo 2020_03_31
Mercoledì
01 Aprile 2020_04_01
Giovedì
02 Aprile 2020_04_02
Venerdì
03 Aprile 2020_04_03
Sabato
04 Aprile 2020_04_04
Domenica
05 Aprile 2020_04_05
LA
GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA
prima
milanese
di Paolo
Hendel, Marco Vicari
con Paolo
Hendel
regia Gioele
Dix
produzione AGIDI
EVENTO
SPECIALE
Domenica
29 Marzo 2020_03_29
IL
PARASSITA
di Teatribù
Martedì
14 Aprile 2020_04_14
Mercoledì
15 Aprile 2020_04_15
Giovedì
16 Aprile 2020_04_16
Venerdì
17 Aprile 2020_04_17
Sabato
18 Aprile 2020_04_18
Domenica
19 Aprile 2020_04_19
SOSPETTI
(S.U.S.)
di Barrie Keeffe
- traduzione Bruno Fornasari
con Tommaso
Amadio, Emanuele Arrigazzi, Umberto Terruso
regia Bruno
Fornasari
produzione Teatro
Filodrammatici di Milano
FUORI
NIGUARDA
Teatro
Out Off
Martedì
21 Aprile 2020_04_21
Mercoledì
22 Aprile 2020_04_22
Giovedì
23 Aprile 2020_04_23
Venerdì
24 Aprile 2020_04_24
Sabato
25 Aprile 2020_04_25
Domenica
26 Aprile 2020_04_26
NOME
DI BATTAGLIA LIA
testo e regia
Renato Sarti
con Marta
Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti
musiche Carlo
Boccadoro
video BUZZ 2001
produzione Teatro
della Cooperativa
MEDAGLIA
COMMEMORATIVA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
FUORI
NIGUARDA
Teatro
Out Off
Giovedì
23 Aprile 2020_04_23
Sabato
25 Aprile 2020_04_25
MAI
MORTI
testo e regia
Renato Sarti
con Bebo Storti
produzione Teatro
della Cooperativa
in collaborazione
con Teatro Elfo Puccini, Teatro 90 Progetti / Maratona di
Milano
Martedì
05 Maggio 2020_05_05
Mercoledì
06 Maggio 2020_05_06
Giovedì
07 Maggio 2020_05_07
Venerdì
08 Maggio 2020_05_08
Sabato
09 Maggio 2020_05_09
Domenica
10 Maggio 2020_05_10
MELODRAMMA
ECOLOGICO
INSERITO
IN INVITO A TEATRO
prima
nazionale
di e con DUPERDU
| Marta M. Marangoni e Fabio Wolf
consulenza alla
drammaturgia Federica Di Rosa, Alice
Grati
produzione Teatro
della Cooperativa in collaborazione con Minima
Theatralia
CON IL PATROCINIO DI
LEGAMBIENTE
RASSEGNA
CIONI MARIO
22
| 24 maggio
CI
VUOLE FEGATO
di Fabrizio
Brandi, Francesco Niccolini
con Fabrizio
Brandi
produzione NTC
Nuovo Teatro delle Commedie e Pilar Ternera
Venerdì
22 Maggio 2020_05_22
Sabato
23 Maggio 2020_05_23
Domenica
24 Maggio 2020_05_24
NINO
EL CATA
prima
nazionale
testo e regia Piero
Lenardon
con Marino Zerbin
produzione Teatro
della Cooperativa
RASSEGNA CIONI MARIO
19
| 21 giugno
COMU
VENI FERRAZZANO
prima
milanese
di e con Giuseppe
Pitrè
co-produzione
Associazione Babele e Associazione per la conservazione delle
tradizioni popolari
EVENTO
SPECIALE
27
- 28 giugno
KAFKA
OF SUBURBIA – Kafka
delle periferie
progetto e regia
Marta M. Marangoni
drammaturgia
Francesca Sangalli
musiche e canzoni
originali Fabio Wolf
con i cittadini –
attori di Affori, Bovisa e dintorni e gli allievi del Workshop
Intensivo
e con DUPERDU
– Marta M. Marangoni, Fabio Wolf
RASSEGNA CIONI MARIO
11
| 13 ottobre
LA
TEORIA DEL CRACKER
prima milanese
con Daniele Aureli
primo spettatore Massimiliano Burini
dramaturg Giusi De Santis
assistenza al lavoro Amedeo Carlo Capitanelli, Matteo
Svolacchia
cura del suono Nicola “Fumo” Frattegiani
luci Christian Sorci
drammaturgia e regia Daniele Aureli
organizzazione Elena Marinelli
grafica locandina Francesco Capoch Capocci
produzione Fontemaggiore | Occhisulmondo
con il sostegno di
Fontemaggiore - Centro di Produzione Teatrale, Corsia Of -
Centro di Creazione Contemporanea,
Spazio Zut! Foligno, Teatro Thesorieri di Cannara,
Centrodanza Perugia
si ringraziano premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti, Spin
Off Roma, Pro Loco Cesi
Quando
mastichiamo un Cracker, il rumore che percepiamo dentro i noi è
maggiore rispetto al rumore che sentono le persone che ci sono
accanto. E così quando proviamo dolore.
In
un piccolo paese di 900 abitanti una donna si ammala.
A
pochi passi da lì, una città situata nel cuore dell'Italia ha come
arterie fabbriche e inceneritori. Si producono nuvole grigie. In
questo cuore, che batte irregolare, in nove anni si sono ammalati
3736 uomini e 3089 donne.
“È
lu bruttu male” qualcuno dice in giro. Una storia di nuvole
tossiche e di amianto che coinvolge e sconvolge una nazione, un
paese, una famiglia.
Bisognerebbe,
forse, imparare a restare in apnea. Perché respirare
non è più così semplice.
Ambientato
in una provincia italiana, una delle quarantaquattro aree inquinate
oltre ogni limite di legge, lo spettacolo scava all’interno di una
società apparentemente silente, per far risuonare le urla nascoste
di un’umanità ferita.
Al
vaglio di una lente d’ingrandimento, da un punto di vista inusuale
e scomodo, la storia è narrata dalla stessa malattia, ospite
inaspettato e indesiderato dentro a un corpo inconsapevole.
Immagini
ironiche e spietate che, insieme alle parole dell'insolito narratore,
raccontano la storia di un paese, dei suoi abitanti e di una donna,
che, come altri, camminava e respirava sotto un cielo ricoperto da
nuvole grigie.
La
madre con la vestaglia a fiori, il nipote dalle scarpe slacciate,
l’amica che aspetta un bambino, il pazzo del paese, l’uomo seduto
davanti al bar, il randagio a tre zampe… alcune delle persone
coinvolte in questa storia, ricordate dalla malattia, tra un cumulo
di parole e l’eco della polvere.
La
Teoria del cracker
indaga l’invisibile e il suo paradosso. Un pugno stretto pieno di
rabbia e poesia che, con violenta intensità, sbriciola tutto,
lasciando tracce di un inno di-sperato
alla vita.
15 | 18 ottobre
MI
CHIAMO ANDREA, FACCIO FUMETTI
prima milanese
testo Christian Poli
con Andrea Santonastaso
regia Nicola Bonazzi
foto Riccardo Farina
produzione Teatro dell'Argine
Perché
io avevo un sogno e questa è la storia di un uomo che il mio sogno
lo ha creato, coccolato e poi ucciso…
Mi
chiamo Andrea, faccio fumetti
è una biografia, ma non è una biografia. È un monologo disegnato.
È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno. È una dichiarazione
di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino. È l'ennesima
constatazione di un Salieri di fronte a un Mozart. Andrea
Santonastaso,
attore oggi, disegnatore di fumetti una volta, racconta, attraverso
le parole scritte da Christian
Poli, l'arte del
più grande disegnatore di fumetti che il nostro paese abbia avuto,
Andrea Pazienza. Lo fa dichiarando la sua impotenza di fronte al
talento immenso di questo istrione dei pennelli. Lo fa dichiarando la
sua inferiorità, ma anche la sua rabbia di fronte allo spreco
cosciente e quasi premeditato di tanta arte pura in nome della follia
di un buco.
Lo fa raccontando Pentothal,
Zanardi, Pertini…
Lo fa entrando dentro
a Gli ultimi giorni
di Pompeo,
soprattutto. E, infine, lo fa disegnando in scena e onorando
indegnamente (o tentando di farlo) colui che è stato il
più grande disegnatore vivente.
19 - 20 ottobre
IO,
TRAFFICANTE DI UOMINI
prima
nazionale
di e con Giampaolo Musumeci, Margherita Saltamacchia
tratto da Confessioni di un trafficante di uomini di Giampaolo
Musumeci e Andrea Di Nicola, Chiarelettere, 2014
scenografie Carmela Delle Curti
regia Andrea Paolucci
produzione Teatro dell'Argine
in collaborazione con Teatro Sociale Bellinzona
Mancava
un pezzo al racconto del fenomeno dell’immigrazione: la persona che
fa i soldi sui migranti che io chiamo trafficante di uomini.
Il
lavoro nato nell’estate del 2018 prende le mosse da testimonianze
vere. Da un lato una giovane profuga siriana incontrata dai due
autori, dall’altro un reportage inchiesta durato due anni e mezzo
tra Europa, Medio Oriente e Africa a
caccia di trafficanti.
Un lavoro che mette in scena il più grande fenomeno dei nostri
tempi.
In
scena un giornalista e un’attrice fanno rivivere quel giorno in cui
hanno incontrato Lucia, giovane siriana, che vive a Lugano da un paio
di anni. Bevendo il tè, racconta la sua vita e il giornalista scopre
le analogie tra i trafficanti che ha incontrato lui e la storia di
Lucia. Non è un giorno qualsiasi. Quello è il giorno in cui suo
fratello Gabi si è affidato a un trafficante per raggiungere la
Grecia.
Dietro
alle quinte di migliaia di migranti, che ogni anno arrivano in
Europa, c’è un’industria fatta di grandi professionisti del
crimine, gente in doppiopetto, uomini d’affari, il cui fatturato è
secondo solamente a quello della droga. Tratto liberamente dal libro
Confessioni di un
trafficante di uomini
(Ed. Chiarelettere) di Andrea
Di Nicola e
Giampaolo Musumeci,
già tradotto e pubblicato con successo in sei paesi nel mondo, che
ha fatto discutere tutte le principali testate giornalistiche
internazionali, nasce uno spettacolo che vede protagonisti uno dei
due autori del libro, Giampaolo
Musumeci e
l’attrice Margherita
Saltamacchia. Un
lungo e coraggioso viaggio durato più di tre anni, che svela per la
prima volta ciò che rimane nascosto nei pensieri dei diabolici
attori di questo grande teatro mondiale. E rivela che cosa davvero si
muove dietro la massa di disperati che riempiono le pagine dei
giornali. Donne e uomini spietati, bugie, speranze, miracoli, vittime
e carnefici della più crudele agenzia di viaggi del mondo.
25 | 27 ottobre
MBIRA
prima milanese
coreografia e regia
Roberto Castello
musiche Marco
Zanotti, Zam Moustapha Dembélé
testi Renato
Sarti e Roberto Castello con la preziosa
collaborazione di Andrea Cosentino
interpreti Ilenia
Romano, Giselda Ranieri (danza/voce), Marco
Zanotti (percussioni, limba),
Zam Moustapha
Dembélé (kora, tamanì, voce, balafon),
Roberto Castello
produzione ALDES
- Teatro della Cooperativa
con il sostegno di
MIBAC / direzione generale spettacolo dal vivo,
Regione
Toscana / sistema regionale dello spettacolo
media partner
Nigrizia
ALDES
sostiene l'opera di informazione critica della rivista Nigrizia,
cui vanno i proventi della vendita delle t-shirt dello spettacolo
Spesso
nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi
irreversibilmente entrando in contatto con la cultura dei
conquistati...
Quanto
ha contribuito l'Africa a renderci quelli che siamo? Per molti secoli
europei e arabi hanno esplorato, colonizzato e convertito ogni angolo
del pianeta. Oggi tante culture sono perdute e quella occidentale è
diventata per molti versi il riferimento universale. Impossibile dire
se sia un bene o un male o sapere se i colonizzati prima della
colonizzazione fossero più o meno felici. Sta di fatto che il mondo
è sempre più piccolo e meno vario, pieno di televisioni che
trasmettono gli stessi programmi e di negozi identici che vendono
prodotti identici dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco, dalla
California a Madrid, a Riyad a Tokio. Ma spesso nel processo di
colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente,
entrando in contatto con la cultura dei conquistati. Di questo prova
a parlare Mbira,
un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista, che -
utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul
complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana.
Mbira
è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome
della musica tradizionale che con questo strumento si produce. Bira è
anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo
Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al
suono della Mbira. Mbira
è però anche il
titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è
nata una controversia che ben rappresenta l'estrema problematicità e
complessità dell'intrico culturale e morale, che caratterizza i
rapporti fra Africa ed Europa.
Mbira
è insomma una parola, intorno a cui si intreccia una sorprendente
quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e
cultura, che fanno da trama ad uno spettacolo che ha come inevitabile
epilogo una festa.
RASSEGNA CIONI MARIO
8
| 10 novembre
RIVA
LUIGI ’69 ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto
prima
milanese
di e con Alessandro
Lay
luci Giovanni
Schirru
suono Matteo
Sanna
scene Mario
Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna,
Giovanni Schirru
produzione Cada
Die Teatro
I
gol di Riva Luigi sono stati 252. Non solo: è anche il
capocannoniere principe della Nazionale, con 35 reti segnate su 42
partite giocate.
“Che
cos'è una lingua?” “Un sistema di segni” risponde nel modo
oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un sistema
di segni; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si
esprime nella partita, che è un vero e proprio discorso drammatico.
Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico
e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi
darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un
prosatore realista; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un poeta
realista.
Pierpaolo Pasolini
Nel
1970, quando il Cagliari divenne campione d'Italia, io avevo 8 anni.
Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come
ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l'album
della Panini e le partite a figurine sui gradini della scuola
elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del
Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare.
E
ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava
sempre da un'altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che
puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni
volta che segnava un gol…
Alessandro
Lay
12 | 17 novembre
COSÌ
PARLÒ MONNA LISA
prima milanese
testo e regia
Antonio Piccolo
con Stefania
Ventura, Melissa Di Genova e con Antonio
Piccolo
voci Valentina
Acca, Antonia Cerullo, Sara Missaglia
scene Eleonora
Scarponi
costumi Antonella
Balsamo
aiuto costumi
Roberta Blarasin
musiche Mario
Autore
luci Marco
Macrini
aiuto regia Marco
Di Prima
sartoria
Costumepoque srl Roma
trucco Baburka
Production Factory Roma
foto di scena Pino
Le Pera
grafica Angela
Torzillo
ufficio stampa
Francesco Fusco
produzione Golden
Show srl Impresa Sociale Trieste
in collaborazione
con
Teatro In
Fabula, con il contributo Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla
Cultura, sponsor BEKO
Cosa
accade a questo mondo? Cosa passa per la testa a quest’uomo del
nuovo secolo? È un uomo nuovo, rinascente come il mio Leonardo?
Parigi,
1940. Celestina è una ragazza vivace, curiosa e nel suo quartiere
tutti la conoscono come “La
Giocondina”.
Sì! Lei è la figlia di Vincenzo Peruggia, il ladro della Gioconda.
Celestina ha visto Monna Lisa tante volte: sui libri, sui giornali,
sulle cartoline che il papà distribuiva in giro, ma dal vivo proprio
mai. Non riesce a pensare ad altro: deve assolutamente vedere dal
vivo il quadro che tanto ha significato per il suo papà. Lei, però,
nel Louvre non può metterci piede. Decide dunque di usare un vecchio
stratagemma, chissà che non funzioni ancora!
È
notte, il Louvre dorme, ma due occhi penetranti sono aperti e
vigilissimi: è lei, Monna Lisa, la Gioconda. La magnetica figura nel
quadro osserva, scruta… Parla! “Insomma! È un vizio di famiglia,
il vostro: presentarvi di notte, puntarmi una luce in faccia e
restare lì imbambolati a guardarmi, senza proferir parola!”.
L’incontro è irreale, divertente, fantastico! Ma che accade?
Tuonano le bombe su Parigi. Celestina è intrappolata nel Louvre, a
farle compagnia l’enigmatica e altrettanto curiosa amica: “Cosa
accade a questo mondo? Cosa passa per la testa a quest’uomo del
nuovo secolo? È un uomo nuovo, rinascente, come il mio Leonardo?”.
Un
dialogo surreale in cui la fantasia e la dialettica dell’autore
giocano con il fascino e i misteri che avvolgono la figura della
Gioconda. Un pretesto per conoscere l’apice e il fondo dell’essere
umano, dell’essere uomo: il genio di Leonardo contro la bassezza
dell’uomo della guerra; lo spirito del Rinascimento contro il buio
dei Nazionalismi e del razzismo.
22 novembre | 1° dicembre
ALLENAMENTO
COL PUBBLICO – per un teatro illegal
e a senso inverso
di e con Paolo
Rossi
produzione
Teatro della Cooperativa
Quando
la politica diventa un teatrino, il teatro deve diventare un
parlamento. Giusto?
E
qualcuno deve pur cominciare. Perciò… Benvenuti in tempi
interessanti!
La
prima domanda che un commediante deve porsi in questi anni infami e
quindi, in fondo in fondo, pure interessanti, è un gran bel
“perché?”. Perché devo mettere in scena questo mio nuovo
lavoro? Perché il pubblico deve mettersi il cappotto buono, uscire
di casa e pagarmi per vedere e sentire e guardar senza toccar proprio
me?
Racconto,
per essere più chiaro, un fatto accadutomi poco tempo fa. Ogni
riferimento a situazioni e persone è puramente causale. Avete letto
bene: causale. Fui invitato, all’interno di una nota manifestazione
teatrale, ad una serata di gala dedicata alla tragedia dei profughi.
Mi fu richiesto, a onore del vero e dell’assurdo, solamente di
presenziare… Pubblico elegante, invitato ma pagante, composto,
stando ai sondaggi sulle prenotazioni, in maggioranza da quella
sinistra che ben pensa. Pensa molto. È benpensante. Gente impegnata
politicamente. Uomini e donne che, con grinta militante, si scambiano
col telefonino vignette che ridicolizzano questo o quel ministro. Che
si commuovono ad un reading dell’ultimo disoccupato. Che cerca
sempre e comunque un dialogo col senegalese berrettino in mano
davanti al supermarket. Che con furore si indigna davanti alla tv,
mentre RAI News 24 manda le immagini di una barca che trova un porto
chiuso già. Gente come me che scrivo e te che leggi. BRUTTA GENTE.
Bene, detto ciò, ho declinato l’invito della gran serata e mi sono
recato (confuso cantastorie) in una parrocchia di periferia a
raccontar storiellette e canzonacce… ai profughi veri. Circa 200.
Perché mi sono comportato così? Per rispondere al gran “perché”
e al bel “per chi?”. E se questo, anche per un uomo di
spettacolo, dovrebbe essere il punto di partenza, bene allora non si
può pensare ai nuovi progetti o programmi da soli, in una soffitta
angusta. Si deve procedere a senso inverso.
Il
pubblico non viene inventato e poi invitato. Il pubblico deve essere
invitato prima che tutto sia inventato! Lo spettacolo si fa col
pubblico e non per sé stessi, per gli addetti o il Ministero. Però
va allenato.
Oddio,
sa un po’ di calcio. Del resto, la mitica frase “Chi sa solo di
calcio, non sa niente di calcio” vale anche per chi sa solo di
teatro.
Benvenuti
nella periferia dei tempi infami e, nonostante tutto, si spera
divertenti. Fermo restando in forma impegnata, riflessiva, meditata,
schierata e bla, bla, bla bla…
Paolo
Rossi
FUORI NIGUARDA
Teatro
Elfo Puccini, Sala
Shakespeare
9
dicembre
prima
nazionale
e
Teatro
della Cooperativa
10
| 15 dicembre
IL
RUMORE DEL SILENZIO
testo e regia Renato
Sarti
con Laura
Curino e Renato Sarti
musiche originali
Carlo Boccadoro
produzione Teatro
della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI
ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e
ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO
LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una
storia quasi soltanto mia”.
inserito
in INVITO A TEATRO
Vorrei
un giorno aver qualcuno da poter perdonare.
Il
12 dicembre 1969, alle 16:37, nella Banca dell’Agricoltura di
Piazza Fontana a Milano esplose una bomba che causò la morte di 17
persone e ne ferì 88. In seguito ai primi arresti, il 15 dicembre
l’anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto illegalmente, morì
innocente precipitando dalla finestra di un ufficio situato al quarto
piano della Questura di Milano.
Ricordare
a cinquant’anni di distanza, con la forza di uno spettacolo
teatrale, il tentativo della destra eversiva di imporre la legge dei
carri armati attraverso il caos, le bombe e l’uccisione di
innocenti, è un atto doveroso, innanzitutto nei confronti delle
vittime delle stragi e dei loro familiari.
E
altrettanto importante è ricordare i funerali di Piazza Fontana del
15 dicembre, quando centinaia di migliaia di uomini e donne
confluirono in Piazza Duomo per rendere omaggio, ma anche per
vigilare e presidiare, e sembrava che lanciassero al mondo politico
un silente e inequivocabile monito: “Quella bomba non ha colpito
soltanto le vittime, ma tutta l’Italia. Noi siamo determinati a
difendere la libertà e la democrazia conquistate a caro prezzo. Le
lancette della storia non si riportano indietro!”.
Senza
rinunciare a pochi, ma essenziali cenni riguardanti i fatti politici
e processuali, il testo si sofferma soprattutto sulla tragedia,
spesso dimenticata, delle vittime e dei loro cari, concentrando
l’attenzione soprattutto sugli aspetti umani, quelli circoscritti
alla sfera prettamente personale.
Una
messa in scena per rammentare agli smemorati
di turno – sia a
quelli senza, sia a quelli con secondi fini antidemocratici – che
il teatro, anche quando tratta pagine di grande portata storica come
questa, sempre dai legami affettivi e dai sentimenti umani più
profondi deve partire o, dopo un lungo percorso, deve arrivare.
20 - 21 dicembre
SPIN:
serata di teatro sonoro autopromozionale
prima milanese
di Renato
Gabrielli
con Emiliano
Masala, Massimiliano Speziani, Gaetano
Cappa
regia The
Spin Masters
musica Gaetano
Cappa
spazio Luigi
Mattiazzi
produzione Proxima
Res
Può
la narrazione del proprio fallimento trasformarsi in formidabile arma
di autopromozione?
Sì,
nel mondo parallelo alla realtà, ma dalla realtà non così
dissimile, abitato da Dany e Ferdy, due estrosi spin doctor, esperti
di comunicazione politica. Eternamente complici e rivali, hanno
contribuito alla rapida ascesa del movimento La Svolta. Pochi mesi
dopo la sua elezione a sindaco, il leader del movimento finisce,
però, in galera per una brutta storia di corruzione, lasciando i
suoi preziosi comunicatori avviliti e disoccupati. Ma nell’universo
di Spin chi sa manipolare la percezione dei fatti attraverso le
parole non può rimanere disoccupato a lungo.
L’inflazione
d’immagini, a cui siamo quotidianamente sottoposti, ci fa spesso
dimenticare il potere del linguaggio verbale – e sottovalutare la
retorica del potere. Spin
mette al centro dell’attenzione le parole. È un esperimento di
teatro sonoro, in cui sono le voci di Emiliano
Masala e
Massimiliano
Speziani, in
dialogo con la partitura musicale di Gaetano
Cappa, a farci
immaginare non solo Dany e Ferdy, ma numerose altre figure
protagoniste di un sogno di cambiamento, che si trasforma nell’incubo
di una disfatta morale.
9 | 12 gennaio
THE
DEI AFTER
prima
nazionale
di Domenico
Ferrari
con Mila
Boeri, Cristina Castigliola, Matilde
Facheris
regia Rita
Pelusio
luci Luca De
Marinis
scene e costumi
Ilaria Ariemme
produzione ATIR
Teatro Ringhiera
Crisi
di valori, perdita di ruolo, paura della vita: l’uomo, il maschio,
smarrisce la sua posizione nel mondo, il suo senso di esistere. E si
ferma, si immobilizza. Smette di funzionare. Come aggiustarlo? Come
ripararlo? È ancora possibile e soprattutto ne vale ancora la pena?
A
questo problema sono chiamati a dare una soluzione tre improbabili
dèi: un decrepito Zeus, un Efesto tracagnotto e un ingenuo Ermes.
Sono
tre figure grottesche della crisi dell’uomo nel nostro quotidiano:
insufficienti, inadeguati, perennemente alla ricerca di un riscatto
che non arriva.
Posti
davanti a una problema che sembra impossibile da risolvere daranno
vita a un confronto-scontro comico e profondo allo stesso tempo in
cui le singole istanze si riveleranno sempre troppo limitate, le
proposte troppo sgangherate e fallimentari, facendo così procedere
la storia in un susseguirsi serrato di dialoghi, giochi linguistici,
gags e incastri di ragionamento che smonterà miti e certezza del
maschile per approdare infine a una domanda decisiva: se il maschio è
un tale fallimento perché continuiamo a metterlo al centro di ogni
progetto sociale?
I
nostri protagonisti sono tre buffoni contemporanei incastrati in una
commedia che prende spunto da varie ispirazioni, dagli studi di Joan
Bolen e dal sottile umorismo di Che
cos’è l’uomo
di Mark Twain. Commedia di ruoli che nasconde in sé
un’ulteriore sorpresa: i nostri dèi infatti sono impersonati non
da attori uomini, ma da tre attrici che, dopo anni di lavoro
all’interno del collettivo King del Teatro Ringhiera, hanno deciso
di portare in scena, in chiave comica, il maschile che le abita.
Un
irriverente gioco nel gioco che non vuole risparmiare niente e
nessuno e che promette di farci ridere e pensare.
14 | 26 gennaio
SONO
BRAVO CON LA LINGUA
una
storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer
prima
nazionale
di Antonello
Taurino e Carlo Turati
con Antonello
Taurino
regia Antonello
Taurino
suono e luci Ornella
Banfi
produzione Teatro
della Cooperativa
inserito
in INVITO A TEATRO
Michelangelo
chiese al suo Mosè, tant’era perfetto: "Perché non parli?"
Ma
non bastava un movimento del piede? Doveva pure parlare?”
Lo
sapete che i Kuuk Thaayorre non hanno parole per distinguere destra e
sinistra? Che i Piraha non ne hanno per i numeri? Che i finlandesi
nella loro lingua non marcano il genere ma hanno un termine per la
distanza che una renna può percorrere senza fermarsi? Che non è
vero che gli eschimesi hanno infiniti sinonimi per “neve”, ma che
la propensione al risparmio dei cinesi dipende forse un po’ anche
dalla loro lingua, dato che il tempo verbale del futuro non è
grammaticalmente distinto dal presente? E poi: dove ci porteranno gli
sviluppi dell’intelligenza artificiale, della Linguistica
Computazionale e della sempre maggiore diffusione di chatbot e
assistenti vocali? E cosa sappiamo delle ultime scoperte della
neurolinguistica?
Al
momento, gli studiosi concordano nel dire che le più innovative
tecnologie dei più esperti programmatori, ingegneri e linguisti,
riunita insieme, ancora per molto non riuscirà a eguagliare la
potenza del miracolo che accade nel cervello di un bimbo quando
impara la lingua madre, ben prima di andare a scuola. Niente è più
umano del linguaggio: nasciamo con una disposizione naturale a
parlare, così come il volo per gli uccelli: “In-fante”,
“In-fans”, è colui che non parla. Perché la lingua è ciò che
usiamo per comunicare, scrivere, raccontare il mondo; ma è anche una
finestra sui nostri meccanismi cerebrali e le curiosità più
divertenti degli idiomi del mondo, un monologo nello stile di altri
spettacoli di Antonello
Taurino:
argomenti serissimi trattati in modo comicissimo. Qui è l’esilarante
confessione di un docente di lingue antiche alle prese con la svolta
lavorativa più destabilizzante della sua carriera: la possibilità
di traSferirsi in un’azienda hi-tech della Silicon Valley.
FUORI NIGUARDA
Piccolo
Teatro Grassi
27
gennaio
e
Teatro
della Cooperativa
28
gennaio | 2 febbraio
I
ME CIAMAVA PER NOME: 44.787
Risiera
di San Sabba
testo e regia Renato
Sarti
da testimonianze di
ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva
Bon per l’Irsrec FVG
con Nicoletta
Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti
e Irene Serini
brani musicali
Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran
Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest,
Irsrec FVG
si ringrazia Mario
Sillani.
Credo
che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare. Dimenticare mai.
Pochi
sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba
a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio
(da tremila a cinquemila le vittime).
Un
colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci,
a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di
settantacinque anni fa. Quando gli storici triestini Marco
Coslovich e Silva
Bon dell’Istituto
per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia
mi misero a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le
deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro
dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di
ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le
mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario.
Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non
andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e
“dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un
linguaggio del tutto particolare.
Credo
che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare» afferma uno dei
sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza
che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di
Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine,
oggi, a nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti,
fascisti e xenofobi.
Renato
Sarti
4 | 16 febbraio
UNA
MARCHESA AD ASSISI
di e con
Ippolita Baldini
collaborazione
alla drammaturgia Emanuele Aldrovandi
regia Camilla
Brison
costumi Rosa
Mariotti
produzione Teatro
della Cooperativa
inserito in INVITO A
TEATRO
−Ci
sono tante altre religioni! Il buddismo per esempio è più
divertente, c’è il Dalai Lama, Oysho…
−Mamma,
quella è una catena di intimo!
Quando
sembra che niente vada al proprio posto, la cosa migliore da fare è
cercare di mettere a posto almeno sé stessi.
Roberta
vorrebbe innamorarsi, ma non trova l’uomo giusto; vorrebbe imparare
a gestire i timori e le insicurezze per la propria carriera
artistica, ma si lascia sopraffare dagli eventi; vorrebbe conciliare
le abitudini di una famiglia nobile con il mondo del lavoro, ma
sembra che i due ambienti facciano di tutto per non capirsi a
vicenda. Per uscire da questa impasse, sceglie di intraprendere un
cammino di fede. Ma anche trovare sé stessa in mezzo ai pellegrini
che marciano verso Assisi non si rivelerà affatto facile.
Ippolita
Baldini torna in
scena con il secondo capitolo delle peripezie della giovane Roberta,
ancora alle prese con le sue insicurezze e i suoi dubbi. La ricerca
di sé stessa questa volta porta Roberta ad Assisi, dove incontra un
nuovo personaggio con cui confrontarsi oltre all’onnipresente mamma
Marchesa, ovvero la Fede. Un nuovo interlocutore che la aiuta a
vivere e gestire al meglio la confusione che ha nella testa. Uno
spettacolo ironico e brillante, realizzato attraverso lo stile
inconfondibile del racconto di Ippolita
Baldini, che ci
porta nel mondo aristocratico e confuso della protagonista, insieme a
tantissimi nuovi personaggi (frati, suore, milanesi imbruttiti…).
Una
storia privata che diventa uno strumento di una riflessione più
ampia sul desiderio di capire chi siamo.
EVENTO SPECIALE
9
febbraio e 29 marzo
IL
PARASSITA
di Teatribù
Ovvero:
come sfruttare il lavoro degli altri
Il
parassita usa il suo ospite. Il parassita vive meno del suo ospite.
Il parassita si relaziona con un solo ospite per volta e se ne nutre.
Lo sfrutta. Ne fa casa e cibo. Ne fa ricovero e dispensa. Il
parassita ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa.
Anche
gli attori-improvvisatori di Teatribù
fanno questo e come perfetti parassiti si nutriranno della
scenografia, del progetto luci e dei suoni di uno spettacolo già
esistente, quello che trova nel teatro che li ospita, per dare vita a
uno spettacolo di improvvisazione teatrale che nasce al momento,
seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico e quindi una
scena di un interno dei primi del ‘900 può diventare uno studio
fotografico a New York negli anni ‘90; una serie di veli di uno
spettacolo di teatro danza può essere il purgatorio o l’anticamera
di una casa d’appuntamenti.
FUORI NIGUARDA
Teatro
Verdi
18
febbraio | 8 marzo
NOI
SIAMO VOI: VOTATEVI!
di e con Antonio
Cornacchione e Sergio Sgrilli
regia e consulenza
drammaturgica Renato Sarti
voce “da Dio”
Tony Rucco
assistente Chicco
Dossi
consulenza Bruno
Furnari
produzione Teatro
della Cooperativa
spettacolo sostenuto
nell’ambito di NEXT edizione
2018/2019, progetto di Regione Lombardia in
collaborazione con Fondazione Cariplo
Noi
siamo per la gente, con la gente e in mezzo alla gente. Capito gente?
Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi siamo?
L’Italia
come sempre è nel caos. Maggioranze di varia natura non sono
riuscite a risolvere i problemi endemici del Paese. Secondo Antonio
Cornacchione e
Sergio Sgrilli
gran parte della colpa è dell’elevato numero di partiti politici e
per questo propongono una geniale soluzione: fondarne un altro!
I
nostri due eroi hanno deciso di scendere in campo, sì anche loro.
Del resto nel nostro Paese, negli ultimi anni, la comicità e la
politica sono sempre andate d’accordo e sembra ormai che solo il
comico sappia parlare alla pancia degli Italiani e possieda il
curriculum giusto per governare la Nazione.
Quindi,
i due neopolitici, fautori di una nuovissima politica che non si è
mai vista prima, hanno deciso di incontrare i loro potenziali
elettori nei teatri di tutta Italia. I cittadini presenti in sala
saranno invitati a confrontarsi con gli aspiranti candidati
Cornacchione
e Sgrilli
sui temi del nostro
tempo: ambiente, emigrazione, lavoro, scuola, cultura, sicurezza.
«Abbiamo bisogno di attivisti pronti a collaborare con noi per
creare un partito – se poi sarà un’associazione, un gruppo
solidale, un dopolavoro ferroviario lo capiremo strada facendo – di
sostenitori propositivi con cui decidere il simbolo, l’inno, in
quale quartiere affittare la sede, quante penne acquistare e,
soprattutto, con cui redigere l’atto costitutivo», così arringano
i due salvatori della Patria.
«Il
nostro programma lo fate voi, noi siamo per la gente, con la gente e
in mezzo alla gente. Capito gente? Noi siamo uno di voi, anzi due.
Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi
siamo!».
Questa
è la nuova politica.
22 febbraio | 1° marzo
COPPIA
APERTA, QUASI SPALANCATA
di Dario Fo,
Franca Rame
con Alessandra
Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato
Sarti
scene e costumi
Carlo Sala
musiche Carlo
Boccadoro
disegno luci Luca
Grimaldi
produzione Teatro
della Cooperativa
si ringraziano
Lunatica Festival e Festival dei Tacchi
inserito in INVITO A
TEATRO
Parlando
con te mi sono calmata, ho cambiato idea. Non mi sparo più. È a te
che sparo!
Dario
Fo e Franca
Rame hanno scritto
Coppia aperta, quasi
spalancata nel
1982, in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di
contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista,
cominciava a svincolarsi dal giogo clerico fascista, come avevano
dimostrato l’approvazione delle leggi sul divorzio, l’aborto e
l’annullamento del delitto d’onore.
Si
dovrebbe dedurre quindi che sia un testo superato? Assolutamente no.
Secoli di repressione e di machismo non spariscono al primo colpo di
tosse. Per di più negli ultimi vent’anni le forze reazionarie
hanno cercato di minare alla base i grandi mutamenti culturali e le
conquiste civili ottenute. Se è vero che le lancette della storia
non si possono portare indietro, è altrettanto vero che il testo è
sempre attuale e porta il pubblico, soprattutto quello maschile, a
riconoscersi nel personaggio sul palco e a dire: “Caspita, ma
quello sono io”. Mettere in scena oggi questo spettacolo significa
non solo ricordare un’attrice, una donna straordinaria che ha dato
tanto a tutti noi e ha pagato fino in fondo le sue scelte, ma anche
rendere omaggio alla sua intelligenza e al suo talento.
Un
testo che denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di
certi uomini “sempre arrazzati” e soprattutto pronti a menar le
mani, quando non a far di peggio, e valorizza la sensibilità e
l’ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e
trascurate, capace di dire: “Tutte ’ste storie di letto, letto,
sempre letto! Con tutti i mobili che ci sono per casa…”.
FUORI NIGUARDA
Teatro
Filodrammatici di Milano
3
| 8 marzo
LA
MOLTO TRAGICA STORIA DI PIRAMO E TISBE
CHE
MUOIONO PER AMORE
liberamente tratto
dal Sogno di una notte di mezza
estate di William Shakespeare
testo e regia Renato
Sarti
con Federica
Fabiani, Marta Marangoni, Rossana Mola,
Elena Novoselova,
Milvys Lopez
Homen, Renato Sarti
scene Carlo
Sala
musiche Carlo
Boccadoro – canzoni originali Cochi Ponzoni e
Flavio Pirini
produzione Teatro
della Cooperativa
inserito in INVITO A
TEATRO
Il
leone non fa male, non è mica un animale, il leone è Pout Pourrì,
più sfigata di così!
Quando
si parla di comicità, spesso ci si dimentica del contributo
fondamentale − per intelligenza e ironia − apportato da attrici
del calibro di Franca
Valeri, Franca
Rame, Ave
Ninchi e Tina
Pica. Le scene degli
artigiani che rappresentano la tragedia di Piramo e Tisbe durante le
nozze dei signori nel Sogno
di una notte di mezza estate
sono un appuntamento costante del teatro comico, e tanto più i
maldestri interpreti cercano di essere tragici e di commuovere il
pubblico, quanto più esilarante è il risultato ottenuto.
Alcuni
anni fa il Teatro
della Cooperativa
mise in scena un’originale versione del capolavoro di Shakespeare
firmata da Renato
Sarti, in cui anche
le scene dei comici furono reinventate: la sgangherata compagnia
amatoriale non era composta da artigiani che facevano i mestieri
tipici del tempo, ma dalle dipendenti di una moderna e multietnica
cooperativa di pulizie.
Sulla
spinta del successo a dir poco travolgente di quelle scene è nato
uno spettacolo che vede in scena lo stesso straordinario gruppo di
attrici insieme a Renato
Sarti nel ruolo del
loro datore di lavoro venetoleghista.
“Nel
momento in cui ho deciso di adattare questo testo ero conscio del
rischio in cui potevo incorrere, ossia quello di attirarmi le più
feroci critiche da parte degli addetti ai lavori e di quegli
spettatori legati al testo originale da una sorta di rispetto
reverenziale, e direi quasi devozionale. A sostenermi, però, c’era
la convinzione che Shakespeare riusciva a coinvolgere il pubblico
perché nelle sue opere non affrontava solo i grandi temi universali
della vita e dell’uomo, ma anche perché parlava, in modo diretto e
vivo, dei problemi legati al quotidiano. Quando questo non avviene,
nel migliore dei casi si rischia di fare un teatro museale.”
Renato
Sarti
13 | 22 marzo
IL
MATTO 4 – LA VERITÀ VI PREGO SUL CASO REGENI
una
tragica farsa sull’Italia, la Bestia e le menzogne di Stato
prima
nazionale
scritto, diretto e
interpretato da Massimiliano Loizzi
produzione Mercanti
di Storie
organizzazione
Patrizia Gandini
si ringrazia per la
collaborazione il Teatro della Cooperativa
Il
comico è tragico altrimenti non sarebbe comico.
Enzo Jannacci
Dopo
il grande successo di critica e pubblico della trilogia de Il
Matto, Massimiliano
Loizzi
porta in scena il
quarto capitolo, nonché epilogo, della sua personale opera
sull'Italia, le tre Repubbliche e sullo Stato delle cose.
È
un’indagine sulle menzogne di Stato, sulle fake
news portate al
potere, sull’uso deviato dei mezzi di comunicazione di massa: la
tragica vicenda di Giulio
Regeni - uno dei casi
più drammatici e discussi degli ultimi anni, capace,
incomprensibilmente, di dividere l’opinione pubblica - diviene
purtroppo emblema di tutto ciò, insieme ad altri casi abbandonati e
irrisolti. È un’indagine che punta dritta al cuore del problema:
la Bestia, l’algoritmo che controlla le reti social dell’ex vice
premier Matteo Salvini.
Nella
forma di un folle processo, lo spettacolo diviene caricatura che
mette in luce le pecche grottesche della giustizia e le storture del
Bel Paese nel
solco della migliore tradizione della satira e del teatro civile.
L’autore, nelle vesti del Matto, in un'incredibile girandola di
ingressi, dà vita a personaggi agli antipodi fra loro (giudice,
avvocati, testimoni, giornalisti…) e “utilizza con padronanza gli
strumenti di un’arte di cui è da anni pressoché unico interprete,
raccogliendo il testimone di Paolo
Rossi, alla cui scuola
tra l’altro si è formato. Un percorso che in questi anni ne ha
fatto il principale, e per molti versi unico esponente della satira
politica teatrale nel panorama italiano.” (Renzo
Francabandera)
Il
Matto 4 è quindi
una tragicomica apologia dell’antifascismo. Ma è anche un’indagine
metateatrale sul ruolo del comico, del satiro,
del matto in questa società, e sulla funzione pubblica della risata
come cura ai mali della stessa: un’antivirus alle menzogne di
Stato, la folle verità.
EVENTO SPECIALE
18 | 22 marzo
CINQUE
GIORNATE DI MILANO – II
STAGIONE
strateghi Renato
Sarti, Paolo Rossi
campo di battaglia
le periferie di Milano
quartier generale
Teatro della Cooperativa
Questa
volta Radetzky non c’entra, tutt’al più centra il Radetzky che è
dentro ognuno di noi. Tutti gli artisti sulle barricate!
Dopo
il successo (e la sorpresa!) della scorsa stagione, ritorna
l’appuntamento che, al Teatro della Cooperativa, celebra
l’anniversario delle Cinque Giornate di Milano.
Una
serie di eventi, dal teatro di strada alla stand-up resistente,
dall’happening al teatro all’improvviso, dalla lettura di poesie
al dibattito / assemblea spettacolarizzato. Campo di battaglia: le
periferie di Milano. Quartier generale: il Teatro
della Cooperativa;
Renato Sarti
e Paolo Rossi
gli strateghi che guideranno armate di saltimbanchi, cantastorie,
musicisti, burattinai, pensionati, migranti ed esodati del teatro per
le vie della città.
Da
Niguarda al centro e ritorno!
27 marzo | 5 aprile
LA
GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA
prima
milanese
di Paolo
Hendel e Marco Vicari
con Paolo
Hendel
regia Gioele
Dix
produzione ADIGI
La
giovinezza è sopravvalutata, ma sono comunque contento di essere
stato giovane: mi dovesse ricapitare, lo rifarei volentieri.
“Tutto
è iniziato il giorno in cui ho accompagnato mia madre novantenne
dalla nuova geriatra. In sala d’attesa la mamma si fa portare in
bagno dalla badante. Un attimo dopo la geriatra apre la porta del suo
studio, mi vede e mi fa: ‘Prego, sta a lei...’.”
Grazie
a quell’incontro Paolo
Hendel si rende
conto che si sta pericolosamente
avvicinando alla
stagione della terza età e che è venuto il momento di fare i conti
con quella che Giacomo
Leopardi definisce la
detestata soglia di vecchiezza.
Lo fa a suo modo, in una sorta di confessione autoironica sugli anni
che passano, con tutto ciò che questo comporta: ansie, ipocondria,
visite dall’urologo, la moda dei ritocchini estetici e le
inevitabili riflessioni, sia di ordine filosofico che pratico, sulla
dipartita
(“Meglio farsi cremare e diventare un diamante, secondo le più
recenti tendenze, o far spedire le proprie ceneri con un razzo nello
spazio”?). Le paure, le debolezze, gli errori di gioventù sommati
agli errori di maturità
sono una continua occasione di gioco nel quale è impossibile non
rispecchiarsi, ciascuno con la propria vita, la propria esperienza e
la propria sensibilità, in una risata liberatoria.
Utilizzando
il linguaggio dello stand up comedy, avvalendosi della preziosa e
irrinunciabile complicità del coautore Marco
Vicari e del
regista Gioele Dix,
Paolo Hendel
racconta con una sincerità disarmante non solo sé stesso ma anche
un Paese, l’Italia, che, come dicono le statistiche, sta
invecchiando inesorabilmente, tra supernonni
che mandano avanti le
famiglie e anziani medici in pensione richiamati al lavoro per
mancanza di personale (“Di questo passo, quando il paziente dirà
al medico ‘C’è da cambiare il pannolone’, si sentirà
rispondere: - Quale? Il mio o il suo?”).
14 | 19 aprile
SOSPETTI
(S.U.S)
di Barrie
Keeffe, traduzione Bruno Fornasari
con Tommaso
Amadio, Emanuele Arrigazzi, Umberto
Terruso
regia Bruno
Fornasari
scene e costumi
Erika Carretta
disegno luci
Fabrizio Visconti
assistente alla
regia Valentina Sichetti
produzione Teatro
Filodrammatici di Milano
inserito
in INVITO A TEATRO
Perdi
il controllo con uno sbirro ed è aggressione. Loro perdono il
controllo con te ed è resistenza.
È
solo un gioco di semantica.
Vedi,
quello che serve a questo paese è un governo forte, che faccia delle
leggi, che metta ordine.”
1979,
Inghilterra. Due agenti di turno in una caserma della periferia di
Londra nella notte che porterà alla vittoria della Thatcher,
scommettono su quale sarà il partito vincitore.
Nel
Regno Unito sono in vigore le leggi SUS (Suspect Under Suspicion), in
italiano “sospetti da
sospettare”, che
consentono legalmente alla polizia di fermare e perquisire chiunque,
solo sulla base di un sospetto.
Viene
prelevato un uomo di colore. Gli agenti lo fanno infuriare, convinti
che possa essere carne fresca per il governo entrante, entusiasta
all’idea di mostrare i muscoli attraverso legge e ordine. Lo
spettacolo esplora con lucidità e sarcasmo il potere come forma di
abuso. Messo in scena per la prima volta nel 2011 al Teatro
Filodrammatici, il
testo di Barrie
Keeffe è,
purtroppo, ancora attuale e necessario; un’occasione per affermare
la volontà di guardare agli errori del passato recente e, con
lucidità, diventare tutti spettatori consapevoli, affinché tali
errori non si ripetano.
FUORI NIGUARDA
Teatro
Out Off
21
| 26 aprile
NOME
DI BATTAGLIA LIA
testo e regia Renato
Sarti
con Marta
Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti
musiche Carlo
Boccadoro
video BUZZ
2001
produzione Teatro
della Cooperativa
con il patrocinio di
Associazione Nazionale Partigiani Italiani,
Associazione Nazionale Ex Deportati,
Istituto
Nazionale Ferruccio Parri
Rete degli
Istituti per la storia della Resistenza e
dell’età contemporanea,
Federazione
Italiana Associazioni Partigiane, Laboratorio Nazionale per la
Didattica della Storia
MEDAGLIA
COMMEMORATIVA DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
Quando
nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo.
Forse
a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci
si dimentica che al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un
mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più
sconosciuta ma dal valore estremamente significativo.
All’interno
della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a
Milano e le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo particolare.
Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, un giorno in anticipo su
Milano. E proprio in quel giorno si consumò uno degli episodi più
tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una
raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva – incinta
di otto mesi – Gina
Galeotti Bianchi, nome
di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di
Difesa della Donna. Quest’ultimo vantava a Milano ben 40.000
aderenti, oltre 3.000 attiviste: assisteva i militari abbandonati da
un esercito allo sbando; assisteva economicamente le famiglie in cui
il marito, il padre, era nei lager o in carcere; era parte integrante
dei Gruppi Volontari della Libertà e del comitato cittadino del
C.L.N.; compiva manifestazioni e comizi improvvisati nei mercati
rionali o in altre zone della città; forniva staffette in operazioni
delicate; stampava Noi
Donne, un foglio
clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle
spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà
quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella
fame e nelle malattie.
Un
ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato
alle donne e al loro coraggio. Un testo basato su testimonianze
dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura
drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico.
FUORI NIGUARDA
Teatro
Out Off
23
e 25 aprile
MAI
MORTI
testo e regia Renato
Sarti
con Bebo Storti
progetto luci
Nando Frigerio
video Mirko
Locatelli
foto Bruna
Ginammi
produzione Teatro
della Cooperativa
in collaborazione
con Teatro dell’Elfo, Teatri 90 Progetti/Maratona
di Milano
Per
ricordare che la parola antifascismo ha ancora un profondo motivo di
esistere, per riflettere su quanto razzismo, nazionalismo e xenofobia
siano difficili da estirpare.
Una
affabulazione nera
che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove. Con una
scrittura evocativa, Renato
Sarti ripercorre la
nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai
pentito. È affidato a Bebo
Storti il
difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle belle
imprese del Ventennio
fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine
pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.
“Mai
Morti” era il nome di
uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa
formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione
anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista, il
personaggio guarda con delirante nostalgia.
Durante
una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a
ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le gloriose
azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di
quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Ricorda le stragi
compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato
e massiccio dei gas contro le popolazioni civili.
Ad
animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del
passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di Piazza
Fontana nella Milano incandescente del 1969, fino al G8 di Genova.
Un
monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non
l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo
ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per
riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la
xenofobia siano difficili da estirpare.
5 | 10 maggio
MELODRAMMA ECOLOGICO
prima nazionale
di e con DUPERDU
| Marta M. Marangoni e Fabio Wolf
musiche e canzoni
originali Fabio Wolf
spazio scenico e
costumi Marta M. Marangoni
consulenza alla
drammaturgia Federica Di Rosa e Alice Grati
organizzazione e
comunicazione Dianora Zacchè
foto e video Fabio
Lorenzini
produzione Teatro
della Cooperativa in collaborazione con Minima Theatralia
CON IL PATROCINIO DI
LEGAMBIENTE
inserito
in INVITO A TEATRO
Amo
questo vasto vento di metamorfosi che precede primavera. Amo la sua
melodia che passa in mezzo alle cose come se non esistessero.
In
seguito al Premio di Legambiente per il progetto La
Canzone Circolare e
dopo lo spettacolo Le
otto Montagne,
tratto dal romanzo di Paolo
Cognetti Premio Strega
2017, dove il contatto con la natura, attraverso i paesaggi
emozionali, è ricerca della propria identità, i DUPERDU
presentano
uno spettacolo di teatro-canzone dedicato all’ecologia,
all’ambiente e all’ancestrale legame tra l’essere umano e la
madre terra. Ispirandosi alla letteratura da Rilke
fino a Thoreau,
la pièce nasce dal desiderio di interrogarsi sull’armonia del
mondo naturale e sul rapporto che l’uomo può recuperare con
questo, resistendo al richiamo delle sirene della cosiddetta civiltà.
Dimenticare il molteplice per desiderare l’essenziale: ecco la
chiave per arrivare a udire quella “grande melodia partecipe delle
cose e dei profumi, di sensazioni presenti e ricordanze passate, di
tramonti e nostalgie”.
Questa
è la musica che accompagna un’opera da coltivare un germoglio alla
volta, perché cresca in modo naturale, una sinfonia climatica, un
melodramma ecologico! Sul palco anche illustri ospiti ecologisti a
sorpresa!
Basta
plastica dentro l’astice, basta mastice nelle vongole, non più
Tetrapak meno Domopak!
RASSEGNA CIONI MARIO
22 | 24 maggio
CI VUOLE FEGATO
prima milanese
di Fabrizio
Brandi e Francesco Niccolini
con Fabrizio
Brandi
produzione NTC
Nuovo Teatro delle Commedie e Pilar Ternera
Per
una volta nella vita mi sono sentito invincibile, come l’Uomo
Ragno, come Steve Mc Queen…
Maggio
2002. Mentre il sole tramonta dietro le montagne del Mugello, una
Fiat Punto sgangherata è lanciata sull’autostrada Firenze-Bologna.
Alla guida c’è Mario Nesi. Ha ricevuto una telefonata urgente e
corre in ansia all’appuntamento con suo fratello Ivano.
Nel
tempo di viaggio verso la città emiliana, Mario - tra una sosta
all’autogrill e qualche incontro inaspettato – ripercorre con i
ricordi la storia dei fratelli Nesi: il padre che ha perso il lavoro
per un grave infortunio, la madre che decide di far crescere Ivano
con gli zii benestanti, la ricerca di un lavoro sicuro, la voglia di
Mario di viaggiare.
Nel
tempo, i destini dei due fratelli si incontrano e si allontanano;
divisi da un rancore progressivo, a un certo punto si scoprono
estranei, finché un evento inatteso complica tutto, e rompe l’argine
che li ha tenuti separati. Un racconto struggente ed ironico, che
tratteggia la complessità degli affetti familiari.
9 | 14 giugno
NINO
EL CATA
prima
nazionale
testo e regia Piero
Lenardon
con Marino Zerbin
produzione Teatro
della Cooperativa
367
buste trovate in via Finzi, una bici in un fosso alla Barona, 5 tolle
di vernice in un’ex-carosseria di Baranzate… una vergogna!
No,
non ramazza, non è neanche un barbone… no, non si può dire un
balordo… Ecco, Nino detto El Cata diciamo che fa due cose:
beneficenza e l’operatore ecologico supplente e gratuito… Non si
è mai capito quale tipo di beneficenza, dice che regala mazzi di
biro ai Vucumprà per avviarli meglio al commercio al minuto, ma
nessuno ha mai visto ‘ste biro…
Di
sicuro lo trovate alle campane e presso ogni discarica abusiva…
vigila preferibilmente di notte perché nulla che può essere
riutilisato
venga buttato via... l’è
ona vergogna!
E
dico che ci ha ragione, ci ha moltissima ragione,
oggi sprechiamo
tutto, magari anche vite umane con troppa facilità. Nino raccoglie
oggetti per strada che gli sembrano ancora riutilisabili:
367 buste di plastica trovate in via Finzi, una bici da bambino
trovata in un fosso alla Barona, 5 tolle
di vernice antiruggine
in una dentro un’ex-carosseria
di Baranzate e via così...
Il
materiale se lo porta a casa e lo cataloga, la sua casa è un
magasino di oggetti sperduti lì tra il Gratosoglio e Rozzano, forse
di fianco al Naviglio, forse in qualche ultima Cassina dimenticata
dalla speculazione edilisia
di questi anni, non si sa: da anni Nino El Cata non fa entrare
nessuno in ca’ soa.
Però
ci presenterà in esclusiva con questo monologo, parte del suo
catalogo con divertimento e candore, ogni oggetto una storia, ma non
solo storie di oggetti sperduti ma anche storie di persone incontrate
o immaginate nella sua vita. Naturalmente si tratta di Milano, delle
sue notti, anche del suo dialetto, ormai lasciato come un materasso
sul marciapiede... eh Nino il tempo passa…
ma
raccontaci di te Nino… della tua Milano, la Milano degli oggetti
sperduti… perché mi commuove... ci commuove.
Piero
Lenardon
RASSEGNA CIONI MARIO
19
| 21 giugno
COMU
VENI FERRAZZANO
prima milanese
da Giuseppe Pitrè
di e con Giuseppe
Provinzano
ambiente scenico
Petra Trombini
assistente alla
regia Diana Turdo
una produzione
Babel Crew - Associazione per la Conservazione delle
tradizioni popolari -
Museo
Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino - Festival
di Morgana
Accussì
a fici e comu veni… va cuntu.
Comu
Veni Ferrazzano è
il secondo capitolo della Trilogia
P3 - Coordinate Popolari,
ideata da Giuseppe
Provinzano e Petra
Trombini per
trasportare il patrimonio culturale tradizionale dell’antropologo
siciliano Giuseppe
Pitrè
restituendolo
attraverso i linguaggi scenici contemporanei.
Nel
primo capitolo della Trilogia abbiamo lavorato su U’
pappaiaddu ca cunta tri cunti,
una delle favole più significative dell’autore, capolavoro
narrativo e drammaturgico di storie nella storia, capace di far
viaggiare nel tempo e nello spazio tra reale e immaginifico, una
storia carica di simbologia e saggezza popolare.
Per
guidarci in questa trilogia abbiamo scelto di affidarci alla figura
di Ferrazzano, alter ego scaltro di Giufà, al quale il Giuseppe
Pitrè ha dedicato
diverse storie nella sua opera a fare da contraltare al babbasone
di lui più noto. Ferrazzano è una sorta di Virgilio, un trait
d'union
tra i vari capitoli, che in questo secondo lavoro si presenta in
tutta la potenza narrativa e performativa.
Comu
Veni Ferrazzano è
a tutti gli effetti un esperimento scenico performativo: nell'opera
di Pitrè,
Ferrazzano è presente più volte con tanti frammenti, piccole storie
che ne delineano il carattere ma non ne restituiscono un'identità
riconoscibile in unico racconto. Ferrazzano ci condurrà pertanto tra
le storie nelle storie, passando da una all'altra, facendo scegliere
al pubblico attorno a sé una o più storie delle tante che sarà in
grado di raccontare, quale primo esemplare delle posteggie
ancora prima che queste fossero tali. Un personaggio denso capace di
raccontare tutto e il contrario di tutto, in un meccanismo aperto che
si modifica di giorno in giorno, così come lui era abituato a fare.
Un tutto fare nella vita / Un tutto raccontare sulla scena. Un
primordiale performer dei cunti
e delle narrazioni.
Sono
35 e più le storie che Ferrazzano conosce: potrebbe raccontarle
tutte fino a quando il pubblico ne avrà voglia o solo alcune. Quali
non è dato saperlo, in un gioco che ricorda quello delle vecchie
osterie, sfidandosi "a chi la racconta meglio", con un
bicchiere di vino quale premio o come pegno. E così, come un tempo
queste entravano e uscivano dal calesse dell’antropologo siciliano,
oggi muoveranno il loro incedere dalla voglia di sentire una storia
di uno spettatore e da un corpo capace di narrare con tutti i suoi
mezzi a disposizione, quello di Ferrazzano, che vivrà questa sfida
in un ambiente scenico che lo farà sentire un gigante, o forse un
nano sulle spalle di un gigante, Giuseppe
Pitrè.
EVENTO SPECIALE
27
- 28 giugno
KAFKA
OF SUBURBIA – Kafka delle periferie
progetto
e regia Marta
M. Marangoni
con
i cittadini-attori
di Affori, Bovisa e dintorni
e
gli
allievi del WORKSHOP
INTENSIVO
e
con DUPERDU
(Marta
M. Marangoni e
Fabio Wolf)
drammaturgia
Francesca
Sangalli
musiche
e canzoni originali Fabio
Wolf
spazio
scenico e costumi Marta
M.
Marangoni
collaborazione
alla regia Chiara
Callegari
| foto e video Fabio
Lorenzini
organizzazione
e comunicazione Dianora
Zacchè
amministrazione
Vittorio
Benuzzi
e Francesca
Di
Girolamo
In
collaborazione con Centro
di Cultura e iniziativa teatrale "Mario Apollonio" (CIT)
–
Corso
di Teatro Sociale
- Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
Dipartimento
di Germanistica,
Corso
di Storia del Teatro Tedesco
- Università Statale di Milano
con
il sostegno di
Municipio
9,
Fondazione
Cariplo,
Quelli
del villaggio/ABITARE
Società Cooperativa,
ANPI
Niguarda
Stiamo
solo camminando in silenzio tra le gallerie labirintiche dei tuoi
sogni.
Kafka
of Suburbia-Kafka delle periferie
è uno spettacolo con la
partecipazione di artisti professionisti dello spettacolo e dell’arte
insieme a cittadini-attori di diversa età, abilità e provenienza.
“Un
cammino alla scoperta del quadrilatero che Kafka
percorreva ogni giorno, con i piedi in una Praga paradossale e con la
mente persa a inseguire sogni indecifrabili. Un percorso a piccoli
passi nel suo animo delicato e inquieto. Attraversando le sue parole
gli interpreti hanno scritto nuove figure, tra autobiografia e
ispirazione letteraria, come proiettando le loro stesse ombre con
sembiante kafkiano. Il protagonista imprigionato dalla burocrazia è
un giovane immigrato di periferia: un sub-urbe valica i cancelli
superando le proibizioni e si ritrova perseguitato dalle colpe che
affondano le radici nel suo intricato conflitto con il femminile. Il
tribunale del processo assumerà forme di volta in volta differenti
fino a giungere alla condanna. Insieme a lui e alle spigolose strade
di periferia percorreremo il labirinto dei sogni, degli incubi e
degli incessanti pensieri di uno dei più grandi scrittori mai
esistiti.”
Marta
M. Marangoni e Francesca
Sangalli
Minima
Theatralia è incontro tra cittadini
e artisti, unione di arte e società, coesione sociale, mutuo
soccorso, protagonismo civico, integrazione delle differenze, diritto
all’espressione, all’arte, alla creatività, alla bellezza.
Risponde all'esigenza di cercare forme innovative per un Teatro
Sociale e di Comunità people and site-specific, favorisce il dialogo
fra le discipline e prosegue la sua ricerca artistica nella
convinzione che “il teatro possa essere uno strumento di incontro
realmente rivoluzionario per le nostre vite e per le nostre
solitudini”.
STAGIONE 2019|2020
PIAZZA
FONTANA
TEATRO
DELLA COOPERATIVA
via
privata Hermada 8, Milano
Tel.
02 6420761
info@teatrodellacooperativa.it
www.teatrodellacooperativa.it
BIGLIETTERIA
Da
martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato
18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica
15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il
ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino
a
30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo
I
biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket
ORARI
SPETTACOLI
(salvo
diverse indicazioni)
Martedì,
mercoledì, venerdì e sabato 20:30
giovedì
19:30
domenica
17:00 (a giugno 20:30)
lunedì
riposo
BIGLIETTI
Intero
18€ - convenzionati 15€ - under 27 10€ - over 65 9€
giovedì
biglietto unico 10€
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