2019_10_11 TEATRO DELLA COOPERATIVA CALENDARIO SPETTACOLI STAGIONE 2019 | 2020

TEATRO DELLA COOPERATIVA
STAGIONE 2019 | 2020
PIAZZA FONTANA


La Stagione 2019/20 del Teatro della Cooperativa, in sintonia con la sua identità, è una proposta artistica e culturale che si racconta come un viaggio all’interno della contemporaneità. Una particolare attenzione è rivolta alla dimensione dell’impegno civile e della memoria storica, così da stimolare il desiderio di conoscere e ricordare.
28 titoli tra produzioni, riprese e spettacoli ospiti, di cui 7 per la prima volta a Milano, 8 prime nazionali per più di 150 alzate di sipario e ancora una rassegna di teatro scolastico dedicata alla storia contemporanea (Be-Festival - seconda edizione).
È un teatro che si assume il compito di raccontare la storia collettiva, comprese le pagine più buie − gli anni degli eccidi e della strategia della tensione, i crimini impuniti, i depistaggi, la corruzione, gli scempi e i disastri ambientali, i morti sul lavoro e per il lavoro − ricorrendo a registri stilistici differenti. Una stagione variegata, caratterizzata da un fitto calendario, senza temere di utilizzare la comicità, l’ironia e lo sberleffo per parlare di argomenti alti o di farlo attraverso la canzone, la musica dal vivo e la danza, passando da spettacoli in cui a prevalere è il rigore espressivo ad altri che s’ispirano alla commedia dell’arte o attingono allo spirito antico e nobile del teatro popolare.
 
CALENDARIO SPETTACOLI
RASSEGNA CIONI MARIO
Venerdì 11 Ottobre 2019_10_11
Sabato 12 Ottobre 2019_10_12
Domenica 13 Ottobre 2019_10_13
TEORIA DEL CRACKER
prima milanese
di e con Daniele Aureli
produzione Occhisulmondo | Fontemaggiore

Martedì 15 Ottobre 2019_10_15
Mercoledì 16 Ottobre 2019_10_16
Giovedì 17 Ottobre 2019_10_17
Venerdì 18 Ottobre 2019_10_18
MI CHIAMO ANDREA, FACCIO FUMETTI
prima milanese
di Christian Poli
con Andrea Santonastaso
regia Nicola Bonazzi
produzione Teatro dell’Argine

Sabato 19 Ottobre 2019_10_19
Domenica 20 Ottobre 2019_10_20
IO, TRAFFICANTE DI UOMINI
prima nazionale
di e con Giampaolo Musumeci e Margherita Saltamacchia
regia Andrea Paolucci
produzione Teatro dell’Argine in collaborazione con Teatro Sociale Bellinzona

Venerdì 25 Ottobre 2019_10_25
Sabato 26 Ottobre 2019_10_26
Domenica 27 Ottobre 2019_10_27
MBIRA
prima milanese
coreografia e regia Roberto Castello
musiche Marco Zanotti, Zam Moustapha Dembélé
testi Renato Sarti / Roberto Castello, Andrea Cosentino
interpreti Ilenia Romano, Giselda Ranieri, Marco Zanotti, Zam Moustapha Dembélé, Roberto Castello
produzione AldesTeatro della Cooperativa

RASSEGNA CIONI MARIO
Venerdì 08 Novembre 2019_11_08
Sabato 09 Novembre 2019_11_09
Domenica 10 Novembre 2019_11_10
RIVA LUIGI ’69 ’70 - Cagliari ai dì dello scudetto
prima milanese
di e con Alessandro Lay
produzione Cada Die Teatro

Martedì 12 Novembre 2019_11_12
Mercoledì 13 Novembre 2019_11_13
Giovedì 14 Novembre 2019_11_14
Venerdì 15 Novembre 2019_11_15
Sabato 16 Novembre 2019_11_16
Domenica 17 Novembre 2019_11_17
COSÌ PARLÒ MONNA LISA
prima milanese
testo e regia Antonio Piccolo
con Stefania Ventura, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo
produzione Golden Show srl Impresa Sociale Trieste in collaborazione con Teatro In Fabula
con il contributo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, sponsor Beko

Venerdì 22 Novembre 2019_11_22
Sabato 23 Novembre 2019_11_23
Domenica 24 Novembre 2019_11_24
Martedì 26 Novembre 2019_11_26
Mercoledì 27 Novembre 2019_11_27
Giovedì 28 Novembre 2019_11_28
Venerdì 29 Novembre 2019_11_29
Sabato 30 Novembre 2019_11_30
Domenica 01 Dicembre 2019_12_01
ALLENAMENTO COL PUBBLICO
di e con Paolo Rossi
produzione Teatro della Cooperativa

FUORI NIGUARDA
Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare
Lunedì 09 Dicembre 2019_12_09
IL RUMORE DEL SILENZIO
prima nazionale
testo e regia Renato Sarti
con Laura Curino e Renato Sarti
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una storia quasi soltanto mia”.

Teatro della Cooperativa
Martedì 10 Dicembre 2019_12_10
Mercoledì 11 Dicembre 2019_12_11
Giovedì 12 Dicembre 2019_12_12
Venerdì 13 Dicembre 2019_12_13
Sabato 14 Dicembre 2019_12_14
Domenica 15 Dicembre 2019_12_15
IL RUMORE DEL SILENZIO INSERITO IN INVITO A TEATRO
testo e regia Renato Sarti
con Laura Curino e Renato Sarti
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una storia quasi soltanto mia”

Venerdì 20 Dicembre 2019_12_20
Sabato 21 Dicembre 2019_12_21
SPIN - serata di teatro sonoro autopromozionale
prima milanese
di Renato Gabrielli
con Emiliano Masala, Massimiliano Speziani, Gaetano Cappa
regia The Spin Masters
produzione Proxima Res

Giovedì 09 Gennaio 2020_01_09
Venerdì 10 Gennaio 2020_01_10
Sabato 11 Gennaio 2020_01_11
Domenica 12 Gennaio 2020_01_12
THE DEI AFTER
prima nazionale
di Domenico Ferrari
con Mila Boeri, Cristina Castigliola, Matilde Facheris
regia Rita Pelusio
produzione ATIR Teatro Ringhiera

Martedì 14 Gennaio 2020_01_14
Mercoledì 15 Gennaio 2020_01_15
Giovedì 16 Gennaio 2020_01_16
Venerdì 17 Gennaio 2020_01_17
Sabato 18 Gennaio 2020_01_18
Domenica 19 Gennaio 2020_01_19
Martedì 21 Gennaio 2020_01_21
Mercoledì 22 Gennaio 2020_01_22
Giovedì 23 Gennaio 2020_01_23
Venerdì 24 Gennaio 2020_01_24
Sabato 25 Gennaio 2020_01_25
Domenica 26 Gennaio 2020_01_26
SONO BRAVO CON LA LINGUA INSERITO IN INVITO A TEATRO
una storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer
prima nazionale
scritto da Antonello Taurino, Carlo Turati
con Antonello Taurino
regia Antonello Taurino
produzione Teatro della Cooperativa

FUORI NIGUARDA
Piccolo Teatro Grassi
Lunedì 27 Gennaio 2020_01_27
I ME CIAMAVA PER NOME: 44.787 – Risiera di San Sabba
testo e regia Renato Sarti
da testimonianze raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’IRSREC FVG
con Nicoletta Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti, Irene Serini
produzione Teatro della Cooperativa

Teatro della Cooperativa
28 gennaio | 2 febbraio
I ME CIAMAVA PER NOME: 44.787– Risiera di San Sabba
testo e regia Renato Sarti
da testimonianze raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’IRSREC FVG
con Nicoletta Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti, Irene Serini
produzione Teatro della Cooperativa

Martedì 28 Gennaio 2020_01_28
Mercoledì 29 Gennaio 2020_01_29
Giovedì 30 Gennaio 2020_01_30
Venerdì 31 Gennaio 2020_01_31
Sabato 01 Febbraio 2020_02_01
Domenica 02 Febbraio 2020_02_02
UNA MARCHESA AD ASSISI INSERITO IN INVITO A TEATRO
di e con Ippolita Baldini
collaborazione alla drammaturgia Emanuele Aldrovandi
regia Camilla Brison
produzione Teatro della Cooperativa

EVENTO SPECIALE
Domenica 09 Febbraio 2020_02_09
IL PARASSITA
di Teatribù

FUORI NIGUARDA
Teatro Verdi
Martedì 18 Febbraio 2020_02_18
Mercoledì 19 Febbraio 2020_02_19
Giovedì 20 Febbraio 2020_02_20
Venerdì 21 Febbraio 2020_02_21
Sabato 22 Febbraio 2020_02_22
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23
Martedì 25 Febbraio 2020_02_25
Mercoledì 26 Febbraio 2020_02_26
Giovedì 27 Febbraio 2020_02_27
Venerdì 28 Febbraio 2020_02_28
Sabato 29 Febbraio 2020_02_29
Domenica 01 Marzo 2020_03_01
Lunedì 02 Marzo 2020_03_02
Martedì 03 Marzo 2020_03_03
Mercoledì 04 Marzo 2020_03_04
Giovedì 05 Marzo 2020_03_05
Venerdì 06 Marzo 2020_03_06
Sabato 07 Marzo 2020_03_07
Domenica 08 Marzo 2020_03_08
NOI SIAMO VOI: VOTATEVI!
di e con Antonio Cornacchione, Sergio Sgrilli
regia e consulenza drammaturgica Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa
spettacolo sostenuto nell’ambito di NEXT – ed. 2018/2019,
progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo

Sabato 22 Febbraio 2020_02_22
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23
Martedì 25 Febbraio 2020_02_25
Mercoledì 26 Febbraio 2020_02_26
Giovedì 27 Febbraio 2020_02_27
Venerdì 28 Febbraio 2020_02_28
Sabato 29 Febbraio 2020_02_29
Domenica 01 Marzo 2020_03_01
COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA INSERITO IN INVITO A TEATRO
di Dario Fo, Franca Rame
con Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa

FUORI NIGUARDA
Teatro Filodrammatici
Martedì 03 Marzo 2020_03_03
Mercoledì 04 Marzo 2020_03_04
Giovedì 05 Marzo 2020_03_05
Venerdì 06 Marzo 2020_03_06
Sabato 07 Marzo 2020_03_07
Domenica 08 Marzo 2020_03_08
LA MOLTO TRAGICA STORIA DI PIRAMO E TISBE
CHE MUOIONO PER AMORE
INSERITO IN INVITO A TEATRO
liberamente tratto da William Shakespeare
testo e regia Renato Sarti
con Federica Fabiani, Milvys Lopez Homen, Marta M. Marangoni, Rossana Mola, Elena Novoselova, Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa

Giovedì 12 Marzo 2020_03_12
Venerdì 13 Marzo 2020_03_13
Sabato 14 Marzo 2020_03_14
Domenica 15 Marzo 2020_03_15
Martedì 17 Marzo 2020_03_17
Mercoledì 18 Marzo 2020_03_18
Giovedì 19 Marzo 2020_03_19
Venerdì 20 Marzo 2020_03_20
Sabato 21 Marzo 2020_03_21
Domenica 22 Marzo 2020_03_22
IL MATTO 4 – LA VERITÀ VI PREGO SUL CASO REGENI
una tragica farsa sull’Italia, la Bestia e le menzogne di Stato
prima nazionale
scritto, diretto e interpretato da Massimiliano Loizzi
produzione Mercanti di Storie

EVENTO SPECIALE
Mercoledì 18 Marzo 2020_03_18
Giovedì 19 Marzo 2020_03_19
Venerdì 20 Marzo 2020_03_20
Sabato 21 Marzo 2020_03_21
Domenica 22 Marzo 2020_03_22
CINQUE GIORNATE DI MILANO. II STAGIONE
strateghi Renato Sarti, Paolo Rossi
campo di battaglia le periferie di Milano
quartier generale Teatro della Cooperativa

Venerdì 27 Marzo 2020_03_27
Sabato 28 Marzo 2020_03_28
Domenica 29 Marzo 2020_03_29
Martedì 31 Marzo 2020_03_31
Mercoledì 01 Aprile 2020_04_01
Giovedì 02 Aprile 2020_04_02
Venerdì 03 Aprile 2020_04_03
Sabato 04 Aprile 2020_04_04
Domenica 05 Aprile 2020_04_05
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA
prima milanese
di Paolo Hendel, Marco Vicari
con Paolo Hendel
regia Gioele Dix
produzione AGIDI

EVENTO SPECIALE
Domenica 29 Marzo 2020_03_29
IL PARASSITA
di Teatribù

Martedì 14 Aprile 2020_04_14
Mercoledì 15 Aprile 2020_04_15
Giovedì 16 Aprile 2020_04_16
Venerdì 17 Aprile 2020_04_17
Sabato 18 Aprile 2020_04_18
Domenica 19 Aprile 2020_04_19
SOSPETTI (S.U.S.)
di Barrie Keeffe - traduzione Bruno Fornasari
con Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Umberto Terruso
regia Bruno Fornasari
produzione Teatro Filodrammatici di Milano

FUORI NIGUARDA
Teatro Out Off
Martedì 21 Aprile 2020_04_21
Mercoledì 22 Aprile 2020_04_22
Giovedì 23 Aprile 2020_04_23
Venerdì 24 Aprile 2020_04_24
Sabato 25 Aprile 2020_04_25
Domenica 26 Aprile 2020_04_26
NOME DI BATTAGLIA LIA
testo e regia Renato Sarti
con Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti
musiche Carlo Boccadoro
video BUZZ 2001
produzione Teatro della Cooperativa
MEDAGLIA COMMEMORATIVA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

FUORI NIGUARDA
Teatro Out Off
Giovedì 23 Aprile 2020_04_23
Sabato 25 Aprile 2020_04_25
MAI MORTI
testo e regia Renato Sarti
con Bebo Storti
produzione Teatro della Cooperativa
in collaborazione con Teatro Elfo Puccini, Teatro 90 Progetti / Maratona di Milano

Martedì 05 Maggio 2020_05_05
Mercoledì 06 Maggio 2020_05_06
Giovedì 07 Maggio 2020_05_07
Venerdì 08 Maggio 2020_05_08
Sabato 09 Maggio 2020_05_09
Domenica 10 Maggio 2020_05_10
MELODRAMMA ECOLOGICO
INSERITO IN INVITO A TEATRO
prima nazionale
di e con DUPERDU | Marta M. Marangoni e Fabio Wolf
consulenza alla drammaturgia Federica Di Rosa, Alice Grati
produzione Teatro della Cooperativa in collaborazione con Minima Theatralia
CON IL PATROCINIO DI LEGAMBIENTE

RASSEGNA CIONI MARIO
22 | 24 maggio
CI VUOLE FEGATO
di Fabrizio Brandi, Francesco Niccolini
con Fabrizio Brandi
produzione NTC Nuovo Teatro delle Commedie e Pilar Ternera

Venerdì 22 Maggio 2020_05_22
Sabato 23 Maggio 2020_05_23
Domenica 24 Maggio 2020_05_24
NINO EL CATA
prima nazionale
testo e regia Piero Lenardon
con Marino Zerbin
produzione Teatro della Cooperativa

RASSEGNA CIONI MARIO
19 | 21 giugno
COMU VENI FERRAZZANO
prima milanese
di e con Giuseppe Pitrè
co-produzione Associazione Babele e Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari

EVENTO SPECIALE
27 - 28 giugno
KAFKA OF SUBURBIA – Kafka delle periferie
progetto e regia Marta M. Marangoni
drammaturgia Francesca Sangalli
musiche e canzoni originali Fabio Wolf
con i cittadini – attori di Affori, Bovisa e dintorni e gli allievi del Workshop Intensivo
e con DUPERDUMarta M. Marangoni, Fabio Wolf 


RASSEGNA CIONI MARIO
11 | 13 ottobre
LA TEORIA DEL CRACKER
prima milanese
con Daniele Aureli
primo spettatore Massimiliano Burini
dramaturg Giusi De Santis
assistenza al lavoro Amedeo Carlo Capitanelli, Matteo Svolacchia
cura del suono Nicola “Fumo” Frattegiani
luci Christian Sorci
drammaturgia e regia Daniele Aureli
organizzazione Elena Marinelli
grafica locandina Francesco Capoch Capocci
produzione Fontemaggiore | Occhisulmondo
con il sostegno di
Fontemaggiore - Centro di Produzione Teatrale, Corsia Of - Centro di Creazione Contemporanea,
Spazio Zut! Foligno, Teatro Thesorieri di Cannara, Centrodanza Perugia
si ringraziano premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti, Spin Off Roma, Pro Loco Cesi

Quando mastichiamo un Cracker, il rumore che percepiamo dentro i noi è maggiore rispetto al rumore che sentono le persone che ci sono accanto. E così quando proviamo dolore.
Teoria del Cracker

In un piccolo paese di 900 abitanti una donna si ammala.
A pochi passi da lì, una città situata nel cuore dell'Italia ha come arterie fabbriche e inceneritori. Si producono nuvole grigie. In questo cuore, che batte irregolare, in nove anni si sono ammalati 3736 uomini e 3089 donne.

È lu bruttu male” qualcuno dice in giro. Una storia di nuvole tossiche e di amianto che coinvolge e sconvolge una nazione, un paese, una famiglia.
Bisognerebbe, forse, imparare a restare in apnea. Perché respirare non è più così semplice.
Ambientato in una provincia italiana, una delle quarantaquattro aree inquinate oltre ogni limite di legge, lo spettacolo scava all’interno di una società apparentemente silente, per far risuonare le urla nascoste di un’umanità ferita.

Al vaglio di una lente d’ingrandimento, da un punto di vista inusuale e scomodo, la storia è narrata dalla stessa malattia, ospite inaspettato e indesiderato dentro a un corpo inconsapevole.
Immagini ironiche e spietate che, insieme alle parole dell'insolito narratore, raccontano la storia di un paese, dei suoi abitanti e di una donna, che, come altri, camminava e respirava sotto un cielo ricoperto da nuvole grigie.

La madre con la vestaglia a fiori, il nipote dalle scarpe slacciate, l’amica che aspetta un bambino, il pazzo del paese, l’uomo seduto davanti al bar, il randagio a tre zampe… alcune delle persone coinvolte in questa storia, ricordate dalla malattia, tra un cumulo di parole e l’eco della polvere.
La Teoria del cracker indaga l’invisibile e il suo paradosso. Un pugno stretto pieno di rabbia e poesia che, con violenta intensità, sbriciola tutto, lasciando tracce di un inno di-sperato alla vita.

15 | 18 ottobre
MI CHIAMO ANDREA, FACCIO FUMETTI
prima milanese
testo Christian Poli
con Andrea Santonastaso
regia Nicola Bonazzi
foto Riccardo Farina
produzione Teatro dell'Argine

Perché io avevo un sogno e questa è la storia di un uomo che il mio sogno lo ha creato, coccolato e poi ucciso…

Mi chiamo Andrea, faccio fumetti è una biografia, ma non è una biografia. È un monologo disegnato. È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno. È una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino. È l'ennesima constatazione di un Salieri di fronte a un Mozart. Andrea Santonastaso, attore oggi, disegnatore di fumetti una volta, racconta, attraverso le parole scritte da Christian Poli, l'arte del più grande disegnatore di fumetti che il nostro paese abbia avuto, Andrea Pazienza. Lo fa dichiarando la sua impotenza di fronte al talento immenso di questo istrione dei pennelli. Lo fa dichiarando la sua inferiorità, ma anche la sua rabbia di fronte allo spreco cosciente e quasi premeditato di tanta arte pura in nome della follia di un buco. Lo fa raccontando Pentothal, Zanardi, Pertini… Lo fa entrando dentro a Gli ultimi giorni di Pompeo, soprattutto. E, infine, lo fa disegnando in scena e onorando indegnamente (o tentando di farlo) colui che è stato il più grande disegnatore vivente.

19 - 20 ottobre
IO, TRAFFICANTE DI UOMINI
prima nazionale
di e con Giampaolo Musumeci, Margherita Saltamacchia
tratto da Confessioni di un trafficante di uomini di Giampaolo Musumeci e Andrea Di Nicola, Chiarelettere, 2014
scenografie Carmela Delle Curti
regia Andrea Paolucci
produzione Teatro dell'Argine
in collaborazione con Teatro Sociale Bellinzona

Mancava un pezzo al racconto del fenomeno dell’immigrazione: la persona che fa i soldi sui migranti che io chiamo trafficante di uomini.

Il lavoro nato nell’estate del 2018 prende le mosse da testimonianze vere. Da un lato una giovane profuga siriana incontrata dai due autori, dall’altro un reportage inchiesta durato due anni e mezzo tra Europa, Medio Oriente e Africa a caccia di trafficanti. Un lavoro che mette in scena il più grande fenomeno dei nostri tempi.

In scena un giornalista e un’attrice fanno rivivere quel giorno in cui hanno incontrato Lucia, giovane siriana, che vive a Lugano da un paio di anni. Bevendo il tè, racconta la sua vita e il giornalista scopre le analogie tra i trafficanti che ha incontrato lui e la storia di Lucia. Non è un giorno qualsiasi. Quello è il giorno in cui suo fratello Gabi si è affidato a un trafficante per raggiungere la Grecia.

Dietro alle quinte di migliaia di migranti, che ogni anno arrivano in Europa, c’è un’industria fatta di grandi professionisti del crimine, gente in doppiopetto, uomini d’affari, il cui fatturato è secondo solamente a quello della droga. Tratto liberamente dal libro Confessioni di un trafficante di uomini (Ed. Chiarelettere) di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci, già tradotto e pubblicato con successo in sei paesi nel mondo, che ha fatto discutere tutte le principali testate giornalistiche internazionali, nasce uno spettacolo che vede protagonisti uno dei due autori del libro, Giampaolo Musumeci e l’attrice Margherita Saltamacchia. Un lungo e coraggioso viaggio durato più di tre anni, che svela per la prima volta ciò che rimane nascosto nei pensieri dei diabolici attori di questo grande teatro mondiale. E rivela che cosa davvero si muove dietro la massa di disperati che riempiono le pagine dei giornali. Donne e uomini spietati, bugie, speranze, miracoli, vittime e carnefici della più crudele agenzia di viaggi del mondo.

25 | 27 ottobre
MBIRA
prima milanese
coreografia e regia Roberto Castello
musiche Marco Zanotti, Zam Moustapha Dembélé
testi Renato Sarti e Roberto Castello con la preziosa collaborazione di Andrea Cosentino
interpreti Ilenia Romano, Giselda Ranieri (danza/voce), Marco Zanotti (percussioni, limba),
Zam Moustapha Dembélé (kora, tamanì, voce, balafon), Roberto Castello
produzione ALDES - Teatro della Cooperativa
con il sostegno di MIBAC / direzione generale spettacolo dal vivo,
Regione Toscana / sistema regionale dello spettacolo
media partner Nigrizia
ALDES sostiene l'opera di informazione critica della rivista Nigrizia, cui vanno i proventi della vendita delle t-shirt dello spettacolo

Spesso nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente entrando in contatto con la cultura dei conquistati...

Quanto ha contribuito l'Africa a renderci quelli che siamo? Per molti secoli europei e arabi hanno esplorato, colonizzato e convertito ogni angolo del pianeta. Oggi tante culture sono perdute e quella occidentale è diventata per molti versi il riferimento universale. Impossibile dire se sia un bene o un male o sapere se i colonizzati prima della colonizzazione fossero più o meno felici. Sta di fatto che il mondo è sempre più piccolo e meno vario, pieno di televisioni che trasmettono gli stessi programmi e di negozi identici che vendono prodotti identici dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco, dalla California a Madrid, a Riyad a Tokio. Ma spesso nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente, entrando in contatto con la cultura dei conquistati. Di questo prova a parlare Mbira, un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista, che - utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana.

Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. Bira è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira. Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l'estrema problematicità e complessità dell'intrico culturale e morale, che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa.

Mbira è insomma una parola, intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura, che fanno da trama ad uno spettacolo che ha come inevitabile epilogo una festa.


RASSEGNA CIONI MARIO
8 | 10 novembre
RIVA LUIGI ’69 ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto
prima milanese
di e con Alessandro Lay
luci Giovanni Schirru
suono Matteo Sanna
scene Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru
produzione Cada Die Teatro

I gol di Riva Luigi sono stati 252. Non solo: è anche il capocannoniere principe della Nazionale, con 35 reti segnate su 42 partite giocate.

Che cos'è una lingua?” “Un sistema di segni” risponde nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un sistema di segni; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella partita, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un prosatore realista; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un poeta realista.
Pierpaolo Pasolini

Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d'Italia, io avevo 8 anni. Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l'album della Panini e le partite a figurine sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare.
E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un'altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…
Alessandro Lay

12 | 17 novembre
COSÌ PARLÒ MONNA LISA
prima milanese
testo e regia Antonio Piccolo
con Stefania Ventura, Melissa Di Genova e con Antonio Piccolo
voci Valentina Acca, Antonia Cerullo, Sara Missaglia
scene Eleonora Scarponi
costumi Antonella Balsamo
aiuto costumi Roberta Blarasin
musiche Mario Autore
luci Marco Macrini
aiuto regia Marco Di Prima
sartoria Costumepoque srl Roma
trucco Baburka Production Factory Roma
foto di scena Pino Le Pera
grafica Angela Torzillo
ufficio stampa Francesco Fusco
produzione Golden Show srl Impresa Sociale Trieste
in collaborazione con
Teatro In Fabula, con il contributo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, sponsor BEKO

Cosa accade a questo mondo? Cosa passa per la testa a quest’uomo del nuovo secolo? È un uomo nuovo, rinascente come il mio Leonardo?

Parigi, 1940. Celestina è una ragazza vivace, curiosa e nel suo quartiere tutti la conoscono come “La Giocondina”. Sì! Lei è la figlia di Vincenzo Peruggia, il ladro della Gioconda. Celestina ha visto Monna Lisa tante volte: sui libri, sui giornali, sulle cartoline che il papà distribuiva in giro, ma dal vivo proprio mai. Non riesce a pensare ad altro: deve assolutamente vedere dal vivo il quadro che tanto ha significato per il suo papà. Lei, però, nel Louvre non può metterci piede. Decide dunque di usare un vecchio stratagemma, chissà che non funzioni ancora!

È notte, il Louvre dorme, ma due occhi penetranti sono aperti e vigilissimi: è lei, Monna Lisa, la Gioconda. La magnetica figura nel quadro osserva, scruta… Parla! “Insomma! È un vizio di famiglia, il vostro: presentarvi di notte, puntarmi una luce in faccia e restare lì imbambolati a guardarmi, senza proferir parola!”. L’incontro è irreale, divertente, fantastico! Ma che accade? Tuonano le bombe su Parigi. Celestina è intrappolata nel Louvre, a farle compagnia l’enigmatica e altrettanto curiosa amica: “Cosa accade a questo mondo? Cosa passa per la testa a quest’uomo del nuovo secolo? È un uomo nuovo, rinascente, come il mio Leonardo?”.

Un dialogo surreale in cui la fantasia e la dialettica dell’autore giocano con il fascino e i misteri che avvolgono la figura della Gioconda. Un pretesto per conoscere l’apice e il fondo dell’essere umano, dell’essere uomo: il genio di Leonardo contro la bassezza dell’uomo della guerra; lo spirito del Rinascimento contro il buio dei Nazionalismi e del razzismo.

22 novembre | 1° dicembre
ALLENAMENTO COL PUBBLICO – per un teatro illegal e a senso inverso
di e con Paolo Rossi
produzione Teatro della Cooperativa

Quando la politica diventa un teatrino, il teatro deve diventare un parlamento. Giusto?
E qualcuno deve pur cominciare. Perciò… Benvenuti in tempi interessanti!

La prima domanda che un commediante deve porsi in questi anni infami e quindi, in fondo in fondo, pure interessanti, è un gran bel “perché?”. Perché devo mettere in scena questo mio nuovo lavoro? Perché il pubblico deve mettersi il cappotto buono, uscire di casa e pagarmi per vedere e sentire e guardar senza toccar proprio me?

Racconto, per essere più chiaro, un fatto accadutomi poco tempo fa. Ogni riferimento a situazioni e persone è puramente causale. Avete letto bene: causale. Fui invitato, all’interno di una nota manifestazione teatrale, ad una serata di gala dedicata alla tragedia dei profughi. Mi fu richiesto, a onore del vero e dell’assurdo, solamente di presenziare… Pubblico elegante, invitato ma pagante, composto, stando ai sondaggi sulle prenotazioni, in maggioranza da quella sinistra che ben pensa. Pensa molto. È benpensante. Gente impegnata politicamente. Uomini e donne che, con grinta militante, si scambiano col telefonino vignette che ridicolizzano questo o quel ministro. Che si commuovono ad un reading dell’ultimo disoccupato. Che cerca sempre e comunque un dialogo col senegalese berrettino in mano davanti al supermarket. Che con furore si indigna davanti alla tv, mentre RAI News 24 manda le immagini di una barca che trova un porto chiuso già. Gente come me che scrivo e te che leggi. BRUTTA GENTE. Bene, detto ciò, ho declinato l’invito della gran serata e mi sono recato (confuso cantastorie) in una parrocchia di periferia a raccontar storiellette e canzonacce… ai profughi veri. Circa 200. Perché mi sono comportato così? Per rispondere al gran “perché” e al bel “per chi?”. E se questo, anche per un uomo di spettacolo, dovrebbe essere il punto di partenza, bene allora non si può pensare ai nuovi progetti o programmi da soli, in una soffitta angusta. Si deve procedere a senso inverso.

Il pubblico non viene inventato e poi invitato. Il pubblico deve essere invitato prima che tutto sia inventato! Lo spettacolo si fa col pubblico e non per sé stessi, per gli addetti o il Ministero. Però va allenato.

Oddio, sa un po’ di calcio. Del resto, la mitica frase “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio” vale anche per chi sa solo di teatro.
Benvenuti nella periferia dei tempi infami e, nonostante tutto, si spera divertenti. Fermo restando in forma impegnata, riflessiva, meditata, schierata e bla, bla, bla bla…
Paolo Rossi


FUORI NIGUARDA
Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare
9 dicembre
prima nazionale
e
Teatro della Cooperativa
10 | 15 dicembre
IL RUMORE DEL SILENZIO
testo e regia Renato Sarti
con Laura Curino e Renato Sarti
musiche originali Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
CON IL PATROCINIO DI ASSOCIAZIONE FAMILIARI STRAGE DI PIAZZA FONTANA,
ANED NAZIONALE e ANPI DI MILANO
SI RINGRAZIANO LICIA, CLAUDIA, SILVIA PINELLI e PIERO SCARAMUCCI, autore di “Una storia quasi soltanto mia”.

inserito in INVITO A TEATRO

Vorrei un giorno aver qualcuno da poter perdonare.

Il 12 dicembre 1969, alle 16:37, nella Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano esplose una bomba che causò la morte di 17 persone e ne ferì 88. In seguito ai primi arresti, il 15 dicembre l’anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto illegalmente, morì innocente precipitando dalla finestra di un ufficio situato al quarto piano della Questura di Milano.

Ricordare a cinquant’anni di distanza, con la forza di uno spettacolo teatrale, il tentativo della destra eversiva di imporre la legge dei carri armati attraverso il caos, le bombe e l’uccisione di innocenti, è un atto doveroso, innanzitutto nei confronti delle vittime delle stragi e dei loro familiari.

E altrettanto importante è ricordare i funerali di Piazza Fontana del 15 dicembre, quando centinaia di migliaia di uomini e donne confluirono in Piazza Duomo per rendere omaggio, ma anche per vigilare e presidiare, e sembrava che lanciassero al mondo politico un silente e inequivocabile monito: “Quella bomba non ha colpito soltanto le vittime, ma tutta l’Italia. Noi siamo determinati a difendere la libertà e la democrazia conquistate a caro prezzo. Le lancette della storia non si riportano indietro!”.

Senza rinunciare a pochi, ma essenziali cenni riguardanti i fatti politici e processuali, il testo si sofferma soprattutto sulla tragedia, spesso dimenticata, delle vittime e dei loro cari, concentrando l’attenzione soprattutto sugli aspetti umani, quelli circoscritti alla sfera prettamente personale.
Una messa in scena per rammentare agli smemorati di turno – sia a quelli senza, sia a quelli con secondi fini antidemocratici – che il teatro, anche quando tratta pagine di grande portata storica come questa, sempre dai legami affettivi e dai sentimenti umani più profondi deve partire o, dopo un lungo percorso, deve arrivare.


20 - 21 dicembre
SPIN: serata di teatro sonoro autopromozionale
prima milanese
di Renato Gabrielli
con Emiliano Masala, Massimiliano Speziani, Gaetano Cappa
regia The Spin Masters
musica Gaetano Cappa
spazio Luigi Mattiazzi
produzione Proxima Res

Può la narrazione del proprio fallimento trasformarsi in formidabile arma di autopromozione?

Sì, nel mondo parallelo alla realtà, ma dalla realtà non così dissimile, abitato da Dany e Ferdy, due estrosi spin doctor, esperti di comunicazione politica. Eternamente complici e rivali, hanno contribuito alla rapida ascesa del movimento La Svolta. Pochi mesi dopo la sua elezione a sindaco, il leader del movimento finisce, però, in galera per una brutta storia di corruzione, lasciando i suoi preziosi comunicatori avviliti e disoccupati. Ma nell’universo di Spin chi sa manipolare la percezione dei fatti attraverso le parole non può rimanere disoccupato a lungo.

L’inflazione d’immagini, a cui siamo quotidianamente sottoposti, ci fa spesso dimenticare il potere del linguaggio verbale – e sottovalutare la retorica del potere. Spin mette al centro dell’attenzione le parole. È un esperimento di teatro sonoro, in cui sono le voci di Emiliano Masala e Massimiliano Speziani, in dialogo con la partitura musicale di Gaetano Cappa, a farci immaginare non solo Dany e Ferdy, ma numerose altre figure protagoniste di un sogno di cambiamento, che si trasforma nell’incubo di una disfatta morale.

9 | 12 gennaio
THE DEI AFTER
prima nazionale
di Domenico Ferrari
con Mila Boeri, Cristina Castigliola, Matilde Facheris
regia Rita Pelusio
luci Luca De Marinis
scene e costumi Ilaria Ariemme
produzione ATIR Teatro Ringhiera

Crisi di valori, perdita di ruolo, paura della vita: l’uomo, il maschio, smarrisce la sua posizione nel mondo, il suo senso di esistere. E si ferma, si immobilizza. Smette di funzionare. Come aggiustarlo? Come ripararlo? È ancora possibile e soprattutto ne vale ancora la pena?

A questo problema sono chiamati a dare una soluzione tre improbabili dèi: un decrepito Zeus, un Efesto tracagnotto e un ingenuo Ermes.

Sono tre figure grottesche della crisi dell’uomo nel nostro quotidiano: insufficienti, inadeguati, perennemente alla ricerca di un riscatto che non arriva.

Posti davanti a una problema che sembra impossibile da risolvere daranno vita a un confronto-scontro comico e profondo allo stesso tempo in cui le singole istanze si riveleranno sempre troppo limitate, le proposte troppo sgangherate e fallimentari, facendo così procedere la storia in un susseguirsi serrato di dialoghi, giochi linguistici, gags e incastri di ragionamento che smonterà miti e certezza del maschile per approdare infine a una domanda decisiva: se il maschio è un tale fallimento perché continuiamo a metterlo al centro di ogni progetto sociale?

I nostri protagonisti sono tre buffoni contemporanei incastrati in una commedia che prende spunto da varie ispirazioni, dagli studi di Joan Bolen e dal sottile umorismo di Che cos’è l’uomo di Mark Twain. Commedia di ruoli che nasconde in sé un’ulteriore sorpresa: i nostri dèi infatti sono impersonati non da attori uomini, ma da tre attrici che, dopo anni di lavoro all’interno del collettivo King del Teatro Ringhiera, hanno deciso di portare in scena, in chiave comica, il maschile che le abita.

Un irriverente gioco nel gioco che non vuole risparmiare niente e nessuno e che promette di farci ridere e pensare.

14 | 26 gennaio
SONO BRAVO CON LA LINGUA
una storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer
prima nazionale
di Antonello Taurino e Carlo Turati
con Antonello Taurino
regia Antonello Taurino
suono e luci Ornella Banfi
produzione Teatro della Cooperativa

inserito in INVITO A TEATRO

Michelangelo chiese al suo Mosè, tant’era perfetto: "Perché non parli?"
Ma non bastava un movimento del piede? Doveva pure parlare?”

Lo sapete che i Kuuk Thaayorre non hanno parole per distinguere destra e sinistra? Che i Piraha non ne hanno per i numeri? Che i finlandesi nella loro lingua non marcano il genere ma hanno un termine per la distanza che una renna può percorrere senza fermarsi? Che non è vero che gli eschimesi hanno infiniti sinonimi per “neve”, ma che la propensione al risparmio dei cinesi dipende forse un po’ anche dalla loro lingua, dato che il tempo verbale del futuro non è grammaticalmente distinto dal presente? E poi: dove ci porteranno gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, della Linguistica Computazionale e della sempre maggiore diffusione di chatbot e assistenti vocali? E cosa sappiamo delle ultime scoperte della neurolinguistica?

Al momento, gli studiosi concordano nel dire che le più innovative tecnologie dei più esperti programmatori, ingegneri e linguisti, riunita insieme, ancora per molto non riuscirà a eguagliare la potenza del miracolo che accade nel cervello di un bimbo quando impara la lingua madre, ben prima di andare a scuola. Niente è più umano del linguaggio: nasciamo con una disposizione naturale a parlare, così come il volo per gli uccelli: “In-fante”, “In-fans”, è colui che non parla. Perché la lingua è ciò che usiamo per comunicare, scrivere, raccontare il mondo; ma è anche una finestra sui nostri meccanismi cerebrali e le curiosità più divertenti degli idiomi del mondo, un monologo nello stile di altri spettacoli di Antonello Taurino: argomenti serissimi trattati in modo comicissimo. Qui è l’esilarante confessione di un docente di lingue antiche alle prese con la svolta lavorativa più destabilizzante della sua carriera: la possibilità di traSferirsi in un’azienda hi-tech della Silicon Valley.


FUORI NIGUARDA
Piccolo Teatro Grassi
27 gennaio
e
Teatro della Cooperativa
28 gennaio | 2 febbraio
I ME CIAMAVA PER NOME: 44.787
Risiera di San Sabba
testo e regia Renato Sarti
da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’Irsrec FVG
con Nicoletta Ramorino, Ernesto Rossi, Renato Sarti e Irene Serini
brani musicali Alfredo Lacosegliaz, Moni Ovadia
foto e video Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest, Irsrec FVG
si ringrazia Mario Sillani.

Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare. Dimenticare mai.

Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime).

Un colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di settantacinque anni fa. Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia mi misero a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario. Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e “dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un linguaggio del tutto particolare.

Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare» afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, a nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi.
Renato Sarti


4 | 16 febbraio
UNA MARCHESA AD ASSISI
di e con Ippolita Baldini
collaborazione alla drammaturgia Emanuele Aldrovandi
regia Camilla Brison
costumi Rosa Mariotti
produzione Teatro della Cooperativa

inserito in INVITO A TEATRO

Ci sono tante altre religioni! Il buddismo per esempio è più divertente, c’è il Dalai Lama, Oysho…
Mamma, quella è una catena di intimo!

Quando sembra che niente vada al proprio posto, la cosa migliore da fare è cercare di mettere a posto almeno sé stessi.

Roberta vorrebbe innamorarsi, ma non trova l’uomo giusto; vorrebbe imparare a gestire i timori e le insicurezze per la propria carriera artistica, ma si lascia sopraffare dagli eventi; vorrebbe conciliare le abitudini di una famiglia nobile con il mondo del lavoro, ma sembra che i due ambienti facciano di tutto per non capirsi a vicenda. Per uscire da questa impasse, sceglie di intraprendere un cammino di fede. Ma anche trovare sé stessa in mezzo ai pellegrini che marciano verso Assisi non si rivelerà affatto facile.

Ippolita Baldini torna in scena con il secondo capitolo delle peripezie della giovane Roberta, ancora alle prese con le sue insicurezze e i suoi dubbi. La ricerca di sé stessa questa volta porta Roberta ad Assisi, dove incontra un nuovo personaggio con cui confrontarsi oltre all’onnipresente mamma Marchesa, ovvero la Fede. Un nuovo interlocutore che la aiuta a vivere e gestire al meglio la confusione che ha nella testa. Uno spettacolo ironico e brillante, realizzato attraverso lo stile inconfondibile del racconto di Ippolita Baldini, che ci porta nel mondo aristocratico e confuso della protagonista, insieme a tantissimi nuovi personaggi (frati, suore, milanesi imbruttiti…).

Una storia privata che diventa uno strumento di una riflessione più ampia sul desiderio di capire chi siamo.


EVENTO SPECIALE
9 febbraio e 29 marzo
IL PARASSITA
di Teatribù

Ovvero: come sfruttare il lavoro degli altri

Il parassita usa il suo ospite. Il parassita vive meno del suo ospite. Il parassita si relaziona con un solo ospite per volta e se ne nutre. Lo sfrutta. Ne fa casa e cibo. Ne fa ricovero e dispensa. Il parassita ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa.

Anche gli attori-improvvisatori di Teatribù fanno questo e come perfetti parassiti si nutriranno della scenografia, del progetto luci e dei suoni di uno spettacolo già esistente, quello che trova nel teatro che li ospita, per dare vita a uno spettacolo di improvvisazione teatrale che nasce al momento, seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico e quindi una scena di un interno dei primi del ‘900 può diventare uno studio fotografico a New York negli anni ‘90; una serie di veli di uno spettacolo di teatro danza può essere il purgatorio o l’anticamera di una casa d’appuntamenti.


FUORI NIGUARDA
Teatro Verdi
18 febbraio | 8 marzo
NOI SIAMO VOI: VOTATEVI!
di e con Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli
regia e consulenza drammaturgica Renato Sarti
voce “da Dio” Tony Rucco
assistente Chicco Dossi
consulenza Bruno Furnari
produzione Teatro della Cooperativa
spettacolo sostenuto nell’ambito di NEXT edizione 2018/2019, progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo

Noi siamo per la gente, con la gente e in mezzo alla gente. Capito gente? Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi siamo?

L’Italia come sempre è nel caos. Maggioranze di varia natura non sono riuscite a risolvere i problemi endemici del Paese. Secondo Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli gran parte della colpa è dell’elevato numero di partiti politici e per questo propongono una geniale soluzione: fondarne un altro!

I nostri due eroi hanno deciso di scendere in campo, sì anche loro. Del resto nel nostro Paese, negli ultimi anni, la comicità e la politica sono sempre andate d’accordo e sembra ormai che solo il comico sappia parlare alla pancia degli Italiani e possieda il curriculum giusto per governare la Nazione.
Quindi, i due neopolitici, fautori di una nuovissima politica che non si è mai vista prima, hanno deciso di incontrare i loro potenziali elettori nei teatri di tutta Italia. I cittadini presenti in sala saranno invitati a confrontarsi con gli aspiranti candidati Cornacchione e Sgrilli sui temi del nostro tempo: ambiente, emigrazione, lavoro, scuola, cultura, sicurezza. «Abbiamo bisogno di attivisti pronti a collaborare con noi per creare un partito – se poi sarà un’associazione, un gruppo solidale, un dopolavoro ferroviario lo capiremo strada facendo – di sostenitori propositivi con cui decidere il simbolo, l’inno, in quale quartiere affittare la sede, quante penne acquistare e, soprattutto, con cui redigere l’atto costitutivo», così arringano i due salvatori della Patria.

«Il nostro programma lo fate voi, noi siamo per la gente, con la gente e in mezzo alla gente. Capito gente? Noi siamo uno di voi, anzi due. Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi siamo!».

Questa è la nuova politica.


22 febbraio | 1° marzo
COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA
di Dario Fo, Franca Rame
con Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Luca Grimaldi
produzione Teatro della Cooperativa
si ringraziano Lunatica Festival e Festival dei Tacchi

inserito in INVITO A TEATRO

Parlando con te mi sono calmata, ho cambiato idea. Non mi sparo più. È a te che sparo!

Dario Fo e Franca Rame hanno scritto Coppia aperta, quasi spalancata nel 1982, in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, cominciava a svincolarsi dal giogo clerico fascista, come avevano dimostrato l’approvazione delle leggi sul divorzio, l’aborto e l’annullamento del delitto d’onore.

Si dovrebbe dedurre quindi che sia un testo superato? Assolutamente no. Secoli di repressione e di machismo non spariscono al primo colpo di tosse. Per di più negli ultimi vent’anni le forze reazionarie hanno cercato di minare alla base i grandi mutamenti culturali e le conquiste civili ottenute. Se è vero che le lancette della storia non si possono portare indietro, è altrettanto vero che il testo è sempre attuale e porta il pubblico, soprattutto quello maschile, a riconoscersi nel personaggio sul palco e a dire: “Caspita, ma quello sono io”. Mettere in scena oggi questo spettacolo significa non solo ricordare un’attrice, una donna straordinaria che ha dato tanto a tutti noi e ha pagato fino in fondo le sue scelte, ma anche rendere omaggio alla sua intelligenza e al suo talento.
Un testo che denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini “sempre arrazzati” e soprattutto pronti a menar le mani, quando non a far di peggio, e valorizza la sensibilità e l’ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e trascurate, capace di dire: “Tutte ’ste storie di letto, letto, sempre letto! Con tutti i mobili che ci sono per casa…”.
FUORI NIGUARDA
Teatro Filodrammatici di Milano
3 | 8 marzo
LA MOLTO TRAGICA STORIA DI PIRAMO E TISBE
CHE MUOIONO PER AMORE
liberamente tratto dal Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare
testo e regia Renato Sarti
con Federica Fabiani, Marta Marangoni, Rossana Mola, Elena Novoselova,
Milvys Lopez Homen, Renato Sarti
scene Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro – canzoni originali Cochi Ponzoni e Flavio Pirini
produzione Teatro della Cooperativa

inserito in INVITO A TEATRO

Il leone non fa male, non è mica un animale, il leone è Pout Pourrì, più sfigata di così!

Quando si parla di comicità, spesso ci si dimentica del contributo fondamentale − per intelligenza e ironia − apportato da attrici del calibro di Franca Valeri, Franca Rame, Ave Ninchi e Tina Pica. Le scene degli artigiani che rappresentano la tragedia di Piramo e Tisbe durante le nozze dei signori nel Sogno di una notte di mezza estate sono un appuntamento costante del teatro comico, e tanto più i maldestri interpreti cercano di essere tragici e di commuovere il pubblico, quanto più esilarante è il risultato ottenuto.

Alcuni anni fa il Teatro della Cooperativa mise in scena un’originale versione del capolavoro di Shakespeare firmata da Renato Sarti, in cui anche le scene dei comici furono reinventate: la sgangherata compagnia amatoriale non era composta da artigiani che facevano i mestieri tipici del tempo, ma dalle dipendenti di una moderna e multietnica cooperativa di pulizie.
Sulla spinta del successo a dir poco travolgente di quelle scene è nato uno spettacolo che vede in scena lo stesso straordinario gruppo di attrici insieme a Renato Sarti nel ruolo del loro datore di lavoro venetoleghista.

Nel momento in cui ho deciso di adattare questo testo ero conscio del rischio in cui potevo incorrere, ossia quello di attirarmi le più feroci critiche da parte degli addetti ai lavori e di quegli spettatori legati al testo originale da una sorta di rispetto reverenziale, e direi quasi devozionale. A sostenermi, però, c’era la convinzione che Shakespeare riusciva a coinvolgere il pubblico perché nelle sue opere non affrontava solo i grandi temi universali della vita e dell’uomo, ma anche perché parlava, in modo diretto e vivo, dei problemi legati al quotidiano. Quando questo non avviene, nel migliore dei casi si rischia di fare un teatro museale.”
Renato Sarti

13 | 22 marzo
IL MATTO 4 – LA VERITÀ VI PREGO SUL CASO REGENI
una tragica farsa sull’Italia, la Bestia e le menzogne di Stato
prima nazionale
scritto, diretto e interpretato da Massimiliano Loizzi
produzione Mercanti di Storie
organizzazione Patrizia Gandini
si ringrazia per la collaborazione il Teatro della Cooperativa

Il comico è tragico altrimenti non sarebbe comico. Enzo Jannacci

Dopo il grande successo di critica e pubblico della trilogia de Il Matto, Massimiliano Loizzi porta in scena il quarto capitolo, nonché epilogo, della sua personale opera sull'Italia, le tre Repubbliche e sullo Stato delle cose.

È un’indagine sulle menzogne di Stato, sulle fake news portate al potere, sull’uso deviato dei mezzi di comunicazione di massa: la tragica vicenda di Giulio Regeni - uno dei casi più drammatici e discussi degli ultimi anni, capace, incomprensibilmente, di dividere l’opinione pubblica - diviene purtroppo emblema di tutto ciò, insieme ad altri casi abbandonati e irrisolti. È un’indagine che punta dritta al cuore del problema: la Bestia, l’algoritmo che controlla le reti social dell’ex vice premier Matteo Salvini.

Nella forma di un folle processo, lo spettacolo diviene caricatura che mette in luce le pecche grottesche della giustizia e le storture del Bel Paese nel solco della migliore tradizione della satira e del teatro civile. L’autore, nelle vesti del Matto, in un'incredibile girandola di ingressi, dà vita a personaggi agli antipodi fra loro (giudice, avvocati, testimoni, giornalisti…) e “utilizza con padronanza gli strumenti di un’arte di cui è da anni pressoché unico interprete, raccogliendo il testimone di Paolo Rossi, alla cui scuola tra l’altro si è formato. Un percorso che in questi anni ne ha fatto il principale, e per molti versi unico esponente della satira politica teatrale nel panorama italiano.” (Renzo Francabandera)

Il Matto 4 è quindi una tragicomica apologia dell’antifascismo. Ma è anche un’indagine metateatrale sul ruolo del comico, del satiro, del matto in questa società, e sulla funzione pubblica della risata come cura ai mali della stessa: un’antivirus alle menzogne di Stato, la folle verità.

EVENTO SPECIALE
18 | 22 marzo
CINQUE GIORNATE DI MILANO – II STAGIONE
strateghi Renato Sarti, Paolo Rossi
campo di battaglia le periferie di Milano
quartier generale Teatro della Cooperativa

Questa volta Radetzky non c’entra, tutt’al più centra il Radetzky che è dentro ognuno di noi. Tutti gli artisti sulle barricate!

Dopo il successo (e la sorpresa!) della scorsa stagione, ritorna l’appuntamento che, al Teatro della Cooperativa, celebra l’anniversario delle Cinque Giornate di Milano.

Una serie di eventi, dal teatro di strada alla stand-up resistente, dall’happening al teatro all’improvviso, dalla lettura di poesie al dibattito / assemblea spettacolarizzato. Campo di battaglia: le periferie di Milano. Quartier generale: il Teatro della Cooperativa; Renato Sarti e Paolo Rossi gli strateghi che guideranno armate di saltimbanchi, cantastorie, musicisti, burattinai, pensionati, migranti ed esodati del teatro per le vie della città.

Da Niguarda al centro e ritorno!

27 marzo | 5 aprile
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA
prima milanese
di Paolo Hendel e Marco Vicari
con Paolo Hendel
regia Gioele Dix
produzione ADIGI

La giovinezza è sopravvalutata, ma sono comunque contento di essere stato giovane: mi dovesse ricapitare, lo rifarei volentieri.

Tutto è iniziato il giorno in cui ho accompagnato mia madre novantenne dalla nuova geriatra. In sala d’attesa la mamma si fa portare in bagno dalla badante. Un attimo dopo la geriatra apre la porta del suo studio, mi vede e mi fa: ‘Prego, sta a lei...’.”

Grazie a quell’incontro Paolo Hendel si rende conto che si sta pericolosamente avvicinando alla stagione della terza età e che è venuto il momento di fare i conti con quella che Giacomo Leopardi definisce la detestata soglia di vecchiezza. Lo fa a suo modo, in una sorta di confessione autoironica sugli anni che passano, con tutto ciò che questo comporta: ansie, ipocondria, visite dall’urologo, la moda dei ritocchini estetici e le inevitabili riflessioni, sia di ordine filosofico che pratico, sulla dipartita (“Meglio farsi cremare e diventare un diamante, secondo le più recenti tendenze, o far spedire le proprie ceneri con un razzo nello spazio”?). Le paure, le debolezze, gli errori di gioventù sommati agli errori di maturità sono una continua occasione di gioco nel quale è impossibile non rispecchiarsi, ciascuno con la propria vita, la propria esperienza e la propria sensibilità, in una risata liberatoria.

Utilizzando il linguaggio dello stand up comedy, avvalendosi della preziosa e irrinunciabile complicità del coautore Marco Vicari e del regista Gioele Dix, Paolo Hendel racconta con una sincerità disarmante non solo sé stesso ma anche un Paese, l’Italia, che, come dicono le statistiche, sta invecchiando inesorabilmente, tra supernonni che mandano avanti le famiglie e anziani medici in pensione richiamati al lavoro per mancanza di personale (“Di questo passo, quando il paziente dirà al medico ‘C’è da cambiare il pannolone’, si sentirà rispondere: - Quale? Il mio o il suo?”).

14 | 19 aprile
SOSPETTI (S.U.S)
di Barrie Keeffe, traduzione Bruno Fornasari
con Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Umberto Terruso
regia Bruno Fornasari
scene e costumi Erika Carretta
disegno luci Fabrizio Visconti
assistente alla regia Valentina Sichetti
produzione Teatro Filodrammatici di Milano

inserito in INVITO A TEATRO

Perdi il controllo con uno sbirro ed è aggressione. Loro perdono il controllo con te ed è resistenza.
È solo un gioco di semantica.

Vedi, quello che serve a questo paese è un governo forte, che faccia delle leggi, che metta ordine.”
1979, Inghilterra. Due agenti di turno in una caserma della periferia di Londra nella notte che porterà alla vittoria della Thatcher, scommettono su quale sarà il partito vincitore.
Nel Regno Unito sono in vigore le leggi SUS (Suspect Under Suspicion), in italiano “sospetti da sospettare”, che consentono legalmente alla polizia di fermare e perquisire chiunque, solo sulla base di un sospetto.

Viene prelevato un uomo di colore. Gli agenti lo fanno infuriare, convinti che possa essere carne fresca per il governo entrante, entusiasta all’idea di mostrare i muscoli attraverso legge e ordine. Lo spettacolo esplora con lucidità e sarcasmo il potere come forma di abuso. Messo in scena per la prima volta nel 2011 al Teatro Filodrammatici, il testo di Barrie Keeffe è, purtroppo, ancora attuale e necessario; un’occasione per affermare la volontà di guardare agli errori del passato recente e, con lucidità, diventare tutti spettatori consapevoli, affinché tali errori non si ripetano.

FUORI NIGUARDA
Teatro Out Off
21 | 26 aprile
NOME DI BATTAGLIA LIA
testo e regia Renato Sarti
con Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti
musiche Carlo Boccadoro
video BUZZ 2001
produzione Teatro della Cooperativa
con il patrocinio di Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Associazione Nazionale Ex Deportati,
Istituto Nazionale Ferruccio Parri
Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea,
Federazione Italiana Associazioni Partigiane, Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia
MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo.

Forse a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci si dimentica che al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo.

All’interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano e le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, un giorno in anticipo su Milano. E proprio in quel giorno si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva – incinta di otto mesi – Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna. Quest’ultimo vantava a Milano ben 40.000 aderenti, oltre 3.000 attiviste: assisteva i militari abbandonati da un esercito allo sbando; assisteva economicamente le famiglie in cui il marito, il padre, era nei lager o in carcere; era parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà e del comitato cittadino del C.L.N.; compiva manifestazioni e comizi improvvisati nei mercati rionali o in altre zone della città; forniva staffette in operazioni delicate; stampava Noi Donne, un foglio clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella fame e nelle malattie.

Un ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato alle donne e al loro coraggio. Un testo basato su testimonianze dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico.

FUORI NIGUARDA
Teatro Out Off
23 e 25 aprile
MAI MORTI
testo e regia Renato Sarti
con Bebo Storti
progetto luci Nando Frigerio
video Mirko Locatelli
foto Bruna Ginammi
produzione Teatro della Cooperativa
in collaborazione con Teatro dell’Elfo, Teatri 90 Progetti/Maratona di Milano

Per ricordare che la parola antifascismo ha ancora un profondo motivo di esistere, per riflettere su quanto razzismo, nazionalismo e xenofobia siano difficili da estirpare.

Una affabulazione nera che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove. Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle belle imprese del Ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.

Mai Morti” era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista, il personaggio guarda con delirante nostalgia.

Durante una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le gloriose azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili.

Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di Piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969, fino al G8 di Genova.

Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.

5 | 10 maggio
MELODRAMMA ECOLOGICO
prima nazionale
di e con DUPERDU | Marta M. Marangoni e Fabio Wolf
musiche e canzoni originali Fabio Wolf
spazio scenico e costumi Marta M. Marangoni
consulenza alla drammaturgia Federica Di Rosa e Alice Grati
organizzazione e comunicazione Dianora Zacchè
foto e video Fabio Lorenzini
produzione Teatro della Cooperativa in collaborazione con Minima Theatralia
CON IL PATROCINIO DI LEGAMBIENTE

inserito in INVITO A TEATRO

Amo questo vasto vento di metamorfosi che precede primavera. Amo la sua melodia che passa in mezzo alle cose come se non esistessero.

In seguito al Premio di Legambiente per il progetto La Canzone Circolare e dopo lo spettacolo Le otto Montagne, tratto dal romanzo di Paolo Cognetti Premio Strega 2017, dove il contatto con la natura, attraverso i paesaggi emozionali, è ricerca della propria identità, i DUPERDU presentano uno spettacolo di teatro-canzone dedicato all’ecologia, all’ambiente e all’ancestrale legame tra l’essere umano e la madre terra. Ispirandosi alla letteratura da Rilke fino a Thoreau, la pièce nasce dal desiderio di interrogarsi sull’armonia del mondo naturale e sul rapporto che l’uomo può recuperare con questo, resistendo al richiamo delle sirene della cosiddetta civiltà. Dimenticare il molteplice per desiderare l’essenziale: ecco la chiave per arrivare a udire quella “grande melodia partecipe delle cose e dei profumi, di sensazioni presenti e ricordanze passate, di tramonti e nostalgie”.

Questa è la musica che accompagna un’opera da coltivare un germoglio alla volta, perché cresca in modo naturale, una sinfonia climatica, un melodramma ecologico! Sul palco anche illustri ospiti ecologisti a sorpresa!

Basta plastica dentro l’astice, basta mastice nelle vongole, non più Tetrapak meno Domopak!

RASSEGNA CIONI MARIO
22 | 24 maggio
CI VUOLE FEGATO
prima milanese
di Fabrizio Brandi e Francesco Niccolini
con Fabrizio Brandi
produzione NTC Nuovo Teatro delle Commedie e Pilar Ternera

Per una volta nella vita mi sono sentito invincibile, come l’Uomo Ragno, come Steve Mc Queen…

Maggio 2002. Mentre il sole tramonta dietro le montagne del Mugello, una Fiat Punto sgangherata è lanciata sull’autostrada Firenze-Bologna. Alla guida c’è Mario Nesi. Ha ricevuto una telefonata urgente e corre in ansia all’appuntamento con suo fratello Ivano.

Nel tempo di viaggio verso la città emiliana, Mario - tra una sosta all’autogrill e qualche incontro inaspettato – ripercorre con i ricordi la storia dei fratelli Nesi: il padre che ha perso il lavoro per un grave infortunio, la madre che decide di far crescere Ivano con gli zii benestanti, la ricerca di un lavoro sicuro, la voglia di Mario di viaggiare.

Nel tempo, i destini dei due fratelli si incontrano e si allontanano; divisi da un rancore progressivo, a un certo punto si scoprono estranei, finché un evento inatteso complica tutto, e rompe l’argine che li ha tenuti separati. Un racconto struggente ed ironico, che tratteggia la complessità degli affetti familiari.

9 | 14 giugno
NINO EL CATA
prima nazionale
testo e regia Piero Lenardon
con Marino Zerbin
produzione Teatro della Cooperativa

367 buste trovate in via Finzi, una bici in un fosso alla Barona, 5 tolle di vernice in un’ex-carosseria di Baranzate… una vergogna!

No, non ramazza, non è neanche un barbone… no, non si può dire un balordo… Ecco, Nino detto El Cata diciamo che fa due cose: beneficenza e l’operatore ecologico supplente e gratuito… Non si è mai capito quale tipo di beneficenza, dice che regala mazzi di biro ai Vucumprà per avviarli meglio al commercio al minuto, ma nessuno ha mai visto ‘ste biro…

Di sicuro lo trovate alle campane e presso ogni discarica abusiva… vigila preferibilmente di notte perché nulla che può essere riutilisato venga buttato via... l’è ona vergogna!

E dico che ci ha ragione, ci ha moltissima ragione, oggi sprechiamo tutto, magari anche vite umane con troppa facilità. Nino raccoglie oggetti per strada che gli sembrano ancora riutilisabili: 367 buste di plastica trovate in via Finzi, una bici da bambino trovata in un fosso alla Barona, 5 tolle di vernice antiruggine in una dentro un’ex-carosseria di Baranzate e via così...

Il materiale se lo porta a casa e lo cataloga, la sua casa è un magasino di oggetti sperduti lì tra il Gratosoglio e Rozzano, forse di fianco al Naviglio, forse in qualche ultima Cassina dimenticata dalla speculazione edilisia di questi anni, non si sa: da anni Nino El Cata non fa entrare nessuno in ca’ soa.

Però ci presenterà in esclusiva con questo monologo, parte del suo catalogo con divertimento e candore, ogni oggetto una storia, ma non solo storie di oggetti sperduti ma anche storie di persone incontrate o immaginate nella sua vita. Naturalmente si tratta di Milano, delle sue notti, anche del suo dialetto, ormai lasciato come un materasso sul marciapiede... eh Nino il tempo passa…
ma raccontaci di te Nino… della tua Milano, la Milano degli oggetti sperduti… perché mi commuove... ci commuove.

Piero Lenardon
RASSEGNA CIONI MARIO
19 | 21 giugno
COMU VENI FERRAZZANO
prima milanese
da Giuseppe Pitrè
di e con Giuseppe Provinzano
ambiente scenico Petra Trombini
assistente alla regia Diana Turdo
una produzione Babel Crew - Associazione per la Conservazione delle tradizioni popolari -
Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino - Festival di Morgana

Accussì a fici e comu veni… va cuntu.

Comu Veni Ferrazzano è il secondo capitolo della Trilogia P3 - Coordinate Popolari, ideata da Giuseppe Provinzano e Petra Trombini per trasportare il patrimonio culturale tradizionale dell’antropologo siciliano Giuseppe Pitrè restituendolo attraverso i linguaggi scenici contemporanei.

Nel primo capitolo della Trilogia abbiamo lavorato su U’ pappaiaddu ca cunta tri cunti, una delle favole più significative dell’autore, capolavoro narrativo e drammaturgico di storie nella storia, capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio tra reale e immaginifico, una storia carica di simbologia e saggezza popolare.

Per guidarci in questa trilogia abbiamo scelto di affidarci alla figura di Ferrazzano, alter ego scaltro di Giufà, al quale il Giuseppe Pitrè ha dedicato diverse storie nella sua opera a fare da contraltare al babbasone di lui più noto. Ferrazzano è una sorta di Virgilio, un trait d'union tra i vari capitoli, che in questo secondo lavoro si presenta in tutta la potenza narrativa e performativa.

Comu Veni Ferrazzano è a tutti gli effetti un esperimento scenico performativo: nell'opera di Pitrè, Ferrazzano è presente più volte con tanti frammenti, piccole storie che ne delineano il carattere ma non ne restituiscono un'identità riconoscibile in unico racconto. Ferrazzano ci condurrà pertanto tra le storie nelle storie, passando da una all'altra, facendo scegliere al pubblico attorno a sé una o più storie delle tante che sarà in grado di raccontare, quale primo esemplare delle posteggie ancora prima che queste fossero tali. Un personaggio denso capace di raccontare tutto e il contrario di tutto, in un meccanismo aperto che si modifica di giorno in giorno, così come lui era abituato a fare. Un tutto fare nella vita / Un tutto raccontare sulla scena. Un primordiale performer dei cunti e delle narrazioni.
Sono 35 e più le storie che Ferrazzano conosce: potrebbe raccontarle tutte fino a quando il pubblico ne avrà voglia o solo alcune. Quali non è dato saperlo, in un gioco che ricorda quello delle vecchie osterie, sfidandosi "a chi la racconta meglio", con un bicchiere di vino quale premio o come pegno. E così, come un tempo queste entravano e uscivano dal calesse dell’antropologo siciliano, oggi muoveranno il loro incedere dalla voglia di sentire una storia di uno spettatore e da un corpo capace di narrare con tutti i suoi mezzi a disposizione, quello di Ferrazzano, che vivrà questa sfida in un ambiente scenico che lo farà sentire un gigante, o forse un nano sulle spalle di un gigante, Giuseppe Pitrè.


EVENTO SPECIALE
27 - 28 giugno
KAFKA OF SUBURBIA – Kafka delle periferie
progetto e regia Marta M. Marangoni
con i cittadini-attori di Affori, Bovisa e dintorni e gli allievi del WORKSHOP INTENSIVO
e con DUPERDU (Marta M. Marangoni e Fabio Wolf)
drammaturgia Francesca Sangalli
musiche e canzoni originali Fabio Wolf
spazio scenico e costumi Marta M. Marangoni
collaborazione alla regia Chiara Callegari | foto e video Fabio Lorenzini
organizzazione e comunicazione Dianora Zacchè
amministrazione Vittorio Benuzzi e Francesca Di Girolamo
In collaborazione con Centro di Cultura e iniziativa teatrale "Mario Apollonio" (CIT) –
Corso di Teatro Sociale - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
Dipartimento di Germanistica, Corso di Storia del Teatro Tedesco - Università Statale di Milano
con il sostegno di
Municipio 9, Fondazione Cariplo, Quelli del villaggio/ABITARE Società Cooperativa, ANPI Niguarda

Stiamo solo camminando in silenzio tra le gallerie labirintiche dei tuoi sogni.

Kafka of Suburbia-Kafka delle periferie è uno spettacolo con la partecipazione di artisti professionisti dello spettacolo e dell’arte insieme a cittadini-attori di diversa età, abilità e provenienza.

Un cammino alla scoperta del quadrilatero che Kafka percorreva ogni giorno, con i piedi in una Praga paradossale e con la mente persa a inseguire sogni indecifrabili. Un percorso a piccoli passi nel suo animo delicato e inquieto. Attraversando le sue parole gli interpreti hanno scritto nuove figure, tra autobiografia e ispirazione letteraria, come proiettando le loro stesse ombre con sembiante kafkiano. Il protagonista imprigionato dalla burocrazia è un giovane immigrato di periferia: un sub-urbe valica i cancelli superando le proibizioni e si ritrova perseguitato dalle colpe che affondano le radici nel suo intricato conflitto con il femminile. Il tribunale del processo assumerà forme di volta in volta differenti fino a giungere alla condanna. Insieme a lui e alle spigolose strade di periferia percorreremo il labirinto dei sogni, degli incubi e degli incessanti pensieri di uno dei più grandi scrittori mai esistiti.”
Marta M. Marangoni e Francesca Sangalli

Minima Theatralia è incontro tra cittadini e artisti, unione di arte e società, coesione sociale, mutuo soccorso, protagonismo civico, integrazione delle differenze, diritto all’espressione, all’arte, alla creatività, alla bellezza. Risponde all'esigenza di cercare forme innovative per un Teatro Sociale e di Comunità people and site-specific, favorisce il dialogo fra le discipline e prosegue la sua ricerca artistica nella convinzione che “il teatro possa essere uno strumento di incontro realmente rivoluzionario per le nostre vite e per le nostre solitudini”.


STAGIONE 2019|2020
PIAZZA FONTANA


TEATRO DELLA COOPERATIVA

via privata Hermada 8, Milano
Tel. 02 6420761
info@teatrodellacooperativa.it
www.teatrodellacooperativa.it

BIGLIETTERIA

Da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato 18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica 15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino
a 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo
I biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket

ORARI SPETTACOLI
(salvo diverse indicazioni)

Martedì, mercoledì, venerdì e sabato 20:30
giovedì 19:30
domenica 17:00 (a giugno 20:30)
lunedì riposo

BIGLIETTI

Intero 18€ - convenzionati 15€ - under 27 10€ - over 65 9€
giovedì biglietto unico 10€


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