2018_04_30 Incontro improvviso con Sonia Bo dalla poesia alla musica

Un incontro fortuito in Conservatorio Verdi di Milano, è stato con gli appunti relativi alla composizione di Sonia Bo che potete trovare in dettaglio al seguente link:
http://www.soniabo.eu/sulla-pedana-dautobus-antica/

SULLA PEDANA D’AUTOBUS ANTICA
(1998) per voce recitante e piccolo organico strumentale
Notazioni; II. Esclamazioni; III. Parti del discorso; IV. Canzone; V. Interiezioni;
Botanico; VII. Ingiurioso
E' interessante vedere la costruzione testuale di questo progetto musicale, che da idea del lavoro che oggi compie il compositore di musiche non con le sole note.
In questo link trovate un interessante confronto con la poesia di Giacomo Leopardi "Il passero solitario".

Sulla pedana d'autobus antica,
D'in su la vetta della torre antica,
pollastro solitario sopra l'Esse,
passero solitario, alla campagna
sussulti e vai, nel pieno mezzogiorno,
cantando vai finché non more il giorno;
il collo lungo come lunga calle.
ed erra l'armonia per questa valle.
Al cappello d'intorno
Primavera d'intorno
brilla una treccia che un gallone tesse
brilla nell'aria e per li campi esulta
sì che al vederla mi s'aggriccia il core.
sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odo costui belar con gran lamenti
Odi greggi belar, muggire armenti;
e dir dei suoi scontenti e di sue pene
Gli altri augelli contenti a gara insieme
a un tizio che gl'infligge gran martìri.
per lo libero ciel fan mille giri,

pur festeggiando il lor tempo migliore:
Basta che poi gelido lo miri,
tu pensoso in disparte il tutto miri;
ed ecco con gran voli
non compagni, non voli,
il pollastro s'assiede a larghi passi,
non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
s'insinua e scarsi spassi
canti e così trapassi
si concede, quel collo lungo in fiore.
dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Ohibò, che parapiglia!
Ohimè, quanto somiglia
Nè lo scordo e l'oblio:
al tu costume il mio! Sollazzo e riso,
ben tosto lo ravviso

lontan dalla Bastiglia,
della novella età dolce famiglia,

e te german di giovinezza, amore,

sospiro acerbo de' provetti giorni,
passante, io non so come,
non curo, io non so come; anzi da loro
e un esteta assai strano
quasi fuggo lontano;
rimiro di lontano
quasi romito e strano

al mio loco natio
che un botton gli consiglia, verso sera,
passo del viver mio la primavera.
di spostare al paltò di primavera
...
Questo giorno ch'omai cede alla sera
...

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