2017_04_03 Ascesa e distruzione di un dio, Marco Pantani, il “Pirata”

3 aprile – 15 aprile 2017 | Residenza Urbana Progetto TLLT  
MARCO PANTANI 
In polvere. Ascesa e distruzione di un dio 
Drammaturgia e regia Alessandro Veronese
con Luisa Bigiarini, Giulia Martina Faggioni, Francesca Gaiazzi,
Alessandro Prioletti, Federico Sala, Alessandro Veronese
Aiuto Regia Michela Giudici
Fotografa di scena Greta Pelizzari
Grafica & Artwork Bianca Beltramello
Produzione Fenice dei Rifiuti
Date e orari:
da lunedì 3 aprile a sabato 15 aprile ore 21.00, domenica 9 aprile ore 16
biglietti: interi 16 euro, ridotti 12
Info biglietteria:
acquisto online: https://www.teatrolibero.it/pantani
telefono: 02.8323126

www.teatrolibero.it
E’ il 14 febbraio 2004, Rimini, stanza 5D del Residence “Le Rose”. Un uomo a torso nudo è riverso a terra. Ha un'ecchimosi dietro l’orecchio e un taglio sull’arcata sopraccigliare; una sostanza bianca gli esce dalla bocca. E’ Marco Pantani, il “Pirata”, forse il più grande campione italiano di ciclismo.
Lo spettacolo “Marco Pantani – in polvere: ascesa e distruzione di un dio”, riprcorre le tappe della sua vita, i successi e le sconfitte, la caduta e la gloria. E lo fa alternando diversi linguaggi espressivi, narrazione, teatro fisico e arti visive, a partire dal giorno della sua scomparsa in un percorso a ritroso nel tempo. La compagnia Fenice dei Rifuti in questo viaggio scandito dal ritmo di un’indagine, per la regia di Alessandro Veronese, si propone di ricostruirne l’ascesa e la caduta, dalla nascita della passione per il ciclismo alle prime vittorie sportive, dalla popolarità fino all’inferno della cocaina, dalla distruzione di un campione fino alla scomparsa di un uomo.Alternando momenti di racconto biografico a momenti di azione teatrale talvolta esilaranti, talvolta drammatici, la storia racconta di montagne scalate a tempi record, di incidenti agghiaccianti, di ossa spezzate, di attimi di gloria e bandane che sfidano il vento. Ma soprattutto ci parla d’amore per lo sport. E anche di quello disperato per una donna. Si arriva così a Campiglio, “dove non c’era nessuna Madonna”, per dirla con le sue parole, e da quella montagna ha inizio la caduta inesorabile. La storia qui potrebbe svoltare con una sorta di resurrezione; invece, in un gioco distruttivo crudele e sistematico, finisce al livello del mare, a centinaia di chilometri dalle adorate montagne in una stanza d’albergo.  Tra indagine realistica e apporto creativo, lo spettacolo intende fare luce sul capitolo più buio dello sport italiano.

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