2014_01_24 Don Giovanni in scena a Bergamo per la stagione del CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI

CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI39ª STAGIONE OPERISTICA
VENERDÌ 24 GENNAIO 2014  •  ORE 21:00TEATRO SAN GIOVANNI BOSCOBergamo – via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
Don Giovanni
Dramma giocoso in due atti. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi ed interpreti
Don Giovanni CARLO MORINI
Donna Anna ELIZAVETA MARTIROSYAN
Don Ottavio LIVIO SCARPELLINI
Il commendatore FULVIO VALENTI
Donna Elvira TATIANA MARIA MEIRA DE AGUIAR
Leporello LUCA GALLO
Masetto ROBERTO MAIETTA
Zerlina VALENTINA PENNINO
Coro Opera Ensemble
maestro del coro UBALDO COMPOSTA
Pavlova Intenational Ballet Company
pianoforte GIOVANNI BROLLO
intervento alla chitarra GIANLUCA CICOLARI
direttore DAMIANO MARIA CARISSONI
Per scaricare la locandina:
http://www.mayrdonizetti.it/file_pdf/Locandine/2013-2014/20140124_Don_Giovanni.pdf

Terminati i festeggiamenti verdiani, il Circolo Musicale Mayr-Donizetti inaugura il nuovo anno con uno dei più lucenti capolavori prodotti dal genio mozartiano. Don Giovanni, fin dalla sua nascita, ha scatenato l’interesse dei più grandi uomini di cultura (non solo musicisti, ma anche psicologi e filosofi), tutti tesi a cogliere la chiave di questa miracoloso affresco musicale e teatrale che in un lampo ci rivela una moltitudine di sfumature sull’umanità. Don Giovanni non era più una semplice “nuova opera”, ma piuttosto un prodigio da tramandarsi attraverso le generazioni! Parte di questo risultato è attribuibile alla felice collaborazione tra Mozart e il librettista Lorenzo da Ponte: i due, infatti, affrontarono il tema di Don Giovanni riferendosi a molti lavori noti, tra cui la celebre pièce di Molière (Don Giovanni o il convitato di pietra), apportando insieme sostanziali modifiche che permisero di raggiungere un equilibrio e una profondità del tutto nuovi. Per inciso, i temi della misoginia e della questione femminile formano un curioso collegamento con la nostra precedente opera in cartellone: Rigoletto.

Note di regia
I tratti fondamentali della vicenda di Don Giovanni sono antichi e profondamente radicati nella tradizione narrativa occidentale. Il tema del “convitato di pietra” e l’implicita condivisione del cibo tra vivi e morti è infatti riconducibile ai primordi della storia della narrazione. Quest’argomento riveste poi una duplice e contraria valenza: è suggello di un patto ineluttabile legato al destino della morte terrena (o dell’abbondono della vita), ma è anche metafora di trionfo dell’esistenza umana sulla fugacità della vita stessa. Spesso il “mangiare con i morti” si trasfigura in riti di rinascita - con possibili estensioni anche verso l’elemento sessuale - derivato dal concetto di resurrezione. Questi caratteri trovano la loro massima manifestazione nel dramma barocco francese o spagnolo che elegge come protagonista il nobiluomo: a questo filone fa direttamente riferimento sia il magistrale libretto di da Ponte sia lo straordinario clima musicale plasmato da Mozart.
Allestire Don Giovanni vuol dire quindi porsi di fronte ad uno dei massimi capolavori del teatro musicale di tutti i tempi ma è anche un’occasione per rievocare una liturgia ancestrale e mitica di lotta tra il bene e il male, tra la vita e la morte. 
Per rendere questo complesso di suggestioni introdurrò come specifico elemento scenico un insieme di muri, che occuperà la scena fungendo sia da sostegno materiale sia da limite fisico: i protagonisti vi si troveranno di volta in volta imprigionanti, difesi, aggirati. Ognuno di loro sarà virtualmente assimilato ad una sezione rettangolare mobile plasmata sulle proprie fragilità e ambizioni. Il contatto e l’opposizione di queste strutture darà origine a confini e varchi e a “stanze” familiari e sicure, ma anche a enigmatici labirinti,  in cui i cantanti si inseguiranno, si ritroveranno, si smarriranno in un gioco senza fine. Vorrei in definitiva che rivivesse il valore simbolico che anche il grande poeta Eugenio Montale attribuì proprio al concetto di “muro” in due sue celebri poesie: Meriggiare pallido e assorto e Non chiederci la parola. Il muro sarà il principale elemento caratterizzante in scena e, grazie a questa presenza, i personaggi saranno percepibili anche attraverso la manifestazione della loro ombra, intesa come confine visibile tra il mondo dei vivi e quello dei morti. I continui passaggi porteranno ad avvertire l’esistenza di qualcosa che sta “oltre” il muro, cui è difficile impossibile accedere; solo don Giovanni, come precisa da Ponte nel recitativo che precede la scena del cimitero, oserà sfidare il valico ma, una volta dall’altra parte, gli sarà fatalmente impossibile ritornare al mondo dei vivi.
a cura di VALERIO LOPANE 

Questo nuovo allestimento presenta un cast che comprende, oltre a cantanti che in molte occasioni hanno già collaborato con il Circolo, anche voci nuove e giovani, apprezzate in occasione delle audizioni conoscitive del luglio scorso. Tra i “veterani” del Mayr-Donizetti ospiteremo il poliedrico Carlo Morini, impegnato nel title role, e Luca Gallo cui è affidata la comicità misurata e saggia di Leporello. Don Ottavio sarà interpretato dal “nostro” provetto Livio Scarpellini e Roberto Maietta caratterizzerà la spontaneità di Masetto. A ricreare quel grande miracolo musicale che è Don Giovanni, completeranno il cast diverse voci nuove, scelte per il loro specifico temperamento: donna Anna sarà Elizaveta Martirosyan; donna Elvira, Anna Consolaro; Zerlina, Valentina Pennino; il Commendatore, Fulvio Valenti. Il coro Opera Ensemble sarà istruito dalla puntualità a cui Ubaldo Composta ci ha abituato. La presenza del Pavolva International Ballet Company darà spessore all’ampia sezione di ballo del grande finale primo. Spetterà infine al maestro Damiano Carissoni dirigere con mano esperta l’insieme che sarà completato dall’accompagnamento al pianoforte del maesto Giovanni Brollo e dall’intervento alla chitarra di Gianluca Cicolari, studente particolarmente promettente dell'istituto Musicale Secco Suardo.

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