Venerdì 12 novembre 2010, ore 20.30
ATO Associazione Ticinese degli Organisti
www.ato-ti.ch e-mail: info@ato-ti.ch
Serata di ascolto e di approfondimento sul tema
quando Bach copiava ... sé stesso
aula 201 del
Conservatorio della Svizzera Italiana, via Soldino 9, Lugano-Besso
La serata è stata preparata da Lauro Filipponi
Tutti i compositori, chi più chi meno, hanno sempre riutilizzato in varie forme le loro composizioni. Anche Johann Sebastian Bach lo fece, adattando le nuove versioni agli strumentisti che aveva a di-sposizione, a nuovi testi e alle circostanze del momento. E diverse Cantate "sacre" non sono altro che parodie di Cantate "profane" precedenti.
Ad esempio, nella Cantata BWV 146 "Wir müssen durch viel Trübsal" il primo momento (una "Sinfonia" strumentale con organo obbligato) non è altro che il primo tempo del concerto in re mi-nore per cembalo e archi BWV 1052. Il quale, a sua volta, con quasi assoluta certezza è l'adatta-mento di un concerto per violino e archi, andate perso. E il secondo momento è pure stato costruito sul secondo movimento (Adagio) dello stesso concerto, cui sono state aggiunte le quattro parti del coro.
Nelle Cantate, i momenti strumentali dove le voci tacciono (le cosiddette "Sinfonie") sono quasi sempre trascrizioni da altri concerti scritti per vari strumenti. E anche alcuni movimenti delle sue Sonate in Trio per organo sono stati riutilizzati nelle Cantate (o piuttosto viceversa?).
Insomma, se si fruga un po' nel mare magnum delle opere di Bach si scoprono cose assai interes-santi e inattese sul modo in cui riutilizzava la sua musica (per non parlare di quella altrui). A chi, ad esempio, verrebbe in mente di trasformare un brano scritto per violino solo in una sonata per orga-no, tromba e timpani?
Per la serata non viene richiesta nessuna preparazione musicale specifica (non si tratta di una "le-zione per specialisti"), e non è necessaria nessuna forma di iscrizione: basta presentarsi alle 20.30 nell'aula 201.
www.ato-ti.ch e-mail: info@ato-ti.ch
Serata di ascolto e di approfondimento sul tema
quando Bach copiava ... sé stesso
aula 201 del
Conservatorio della Svizzera Italiana, via Soldino 9, Lugano-Besso
La serata è stata preparata da Lauro Filipponi
Tutti i compositori, chi più chi meno, hanno sempre riutilizzato in varie forme le loro composizioni. Anche Johann Sebastian Bach lo fece, adattando le nuove versioni agli strumentisti che aveva a di-sposizione, a nuovi testi e alle circostanze del momento. E diverse Cantate "sacre" non sono altro che parodie di Cantate "profane" precedenti.
Ad esempio, nella Cantata BWV 146 "Wir müssen durch viel Trübsal" il primo momento (una "Sinfonia" strumentale con organo obbligato) non è altro che il primo tempo del concerto in re mi-nore per cembalo e archi BWV 1052. Il quale, a sua volta, con quasi assoluta certezza è l'adatta-mento di un concerto per violino e archi, andate perso. E il secondo momento è pure stato costruito sul secondo movimento (Adagio) dello stesso concerto, cui sono state aggiunte le quattro parti del coro.
Nelle Cantate, i momenti strumentali dove le voci tacciono (le cosiddette "Sinfonie") sono quasi sempre trascrizioni da altri concerti scritti per vari strumenti. E anche alcuni movimenti delle sue Sonate in Trio per organo sono stati riutilizzati nelle Cantate (o piuttosto viceversa?).
Insomma, se si fruga un po' nel mare magnum delle opere di Bach si scoprono cose assai interes-santi e inattese sul modo in cui riutilizzava la sua musica (per non parlare di quella altrui). A chi, ad esempio, verrebbe in mente di trasformare un brano scritto per violino solo in una sonata per orga-no, tromba e timpani?
Per la serata non viene richiesta nessuna preparazione musicale specifica (non si tratta di una "le-zione per specialisti"), e non è necessaria nessuna forma di iscrizione: basta presentarsi alle 20.30 nell'aula 201.
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