2010_01_22 Al Coccia la poesia diventa teatro

Teatro Coccia di Novara
Venerdì 22 gennaio 2010 ore 21
RELIGIONI CONTRO
Opera di Prosa tratta da alcuni monologhi della poetessa Maria Gloria Grifoni, adattati per il teatro e trascritti nella forma attuale da Abner Rossi, che ne ha curato anche la regia.

ANTEPRIMA ASSOLUTA
INGRESSO LIBERO
In collaborazione con la Fondazione Faraggiana
Opera Teatrale di Maria Gloria Grifoni
Proiezioni Artistiche Daniela Grifoni
Musiche Originali Dario Martinelli
Adattamento e Regia Teatrale Abner Rossi
In coproduzione con
Fondazione Teatro Coccia di Novara

Personaggi ed interpreti
Maddalena - Anna Maria Castelli (http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2010/01/anna-maria-castelli-attrice.html)
Giuda - Omero Antonutti (http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2010/01/omero-antonutti-attore.html)
Il Tempo - Anita Sofia Borselli (http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2010/01/anita-sofia-borselli-attrice.html)

Adattamento di Abner Rossi (http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2010/01/abner-rossi-autore-teatrale.html)

I personaggi principali sono Giuda e Maddalena dei quali, attraverso i Vangeli, conosciamo le storie. L'Opera non si occupa del loro ruolo nella vicenda religiosa ma (ed a questo deve il suo appellativo "Contro" inteso come qualcosa d'altro da aggiungere a ciò che già si conosce), delle vicende umane ed emotive dei due e se quest'ultime, con ricordi ed emozioni, abbiano qualcosa da dirci ancora oggi o, meglio, se non ci riguardino profondamente. Giuda infatti già dall'inizio sottolinea che "siamo dei corpi, siamo di carne, siamo un fiume, ma ci comportiamo come se solo le nostre presunzioni avessero una valore ".

Così continuando per tutta l'opera e partendo dalla loro esperienza viva, dal loro carattere, dalla loro conoscenza umana di Cristo e non dalla agiografia di una storia Divina necessariamente e giustamente fideistica e sovrumana, essi come modelli si fanno "noi" traendo dalla loro vicenda riflessioni, passioni, disperazioni, autocritiche e critiche che rimandano alla nostra specie ed al suo futuro.

Certo le personalità di Giuda e di Maddalena sono completamente diverse, come diversa è la loro esperienza riferita al Cristo. Discepolo ed Apostolo il primo, peccatrice convertita la seconda, hanno in comune ruoli fondamentali nella vicenda sui quali, ancora oggi, si dibatte per comprenderne la vera dimensione. Giuda fu un traditore o la vittima di giochi di potere che nella lontana Provincia dell'Impero Romano si stavano svolgendo? Giuda (il più intellettuale degli Apostoli) usò il suo ruolo per interessi personali o fu la vittima di un disegno divino già scritto e necessario affinchè la crocifissione sanasse i mali dell'umanità? Lui ovviamente si sente la vittima, così come noi ci sentiamo vittime di ingiustizie ogni volta che deleghiamo la responsabilità della nostra vita, ma Giuda rivendica soprattutto il suo diritto alla verità, rivendica la conclusione della sua condanna a rappresentare, con il suo stesso nome, il tradimento, la vigliaccheria, il sopruso. Non vuole essere un Maestro, vuole giustizia!

Maddalena, la quale conosce perfettamente le vicende umane degli Apostoli e dello stesso Gesù, rivendica il diritto ad essere riconosciuta come essere di carne e sangue. Femmina fin nei recessi più profondi dell'anima essa porta nella propria esperienza di redenzione la sua parte di peccatrice come tesoro di esperienze irrinunciabili "Ogni uomo mi ha dato il frutto del suo sudore quotidiano. Il mendicante odorava della fame dei suoi figli, il contadino portava le sue zolle, il pescatore aveva negli occhi le incerte stelle del suo faticoso destino. Io non prego per le mie colpe, ma piango per quel confondere il sapere con il sangue, per quel bruciare i frutti della propria identità....."

La sua sofferenza di donna, la sua vicinanza con Gesù, il suo essere la prima testimone della Resurrezione, l'essere depositaria di misteri posteriori alla Crocifissione (inaccettabili per gli Apostoli), fanno sì che lei sia un Maestro. Essa si fa moglie, sposa, amante, figlia del genere umano e, facendo leva sulle emozioni e sui sentimenti, sceglie di prendere nelle sue mani il destino della specie fino a dettare le coordinate di una religione umanizzata che può determinare l'unica possibilità di un futuro.

In scena apparirà un altro personaggio estraneo alle vicende religiose alle quali appartengono Giuda e Maddalena: questo personaggio emblematico è II Tempo. Cos'è il Tempo e cosa rappresenta in questa Opera? Il Tempo definisce, racconta e determina, scorrendo, i ricordi che rappresentano la storia "non ufficiale" degli esseri umani. La storia "ufficiale" tratta dei grandi eventi, delle grandi trasformazioni, dei grandi personaggi, rna non può rappresentare i modi in cui, emozioni lontane nel tempo, possono essere vissute ed utilizzate oggi ed in futuro. Il Tempo circonderà i personaggi di allora e le loro storie con una rotazione metaforica lunga più di 2000 anni per sottolineare, concludendo l'Opera, che ancora oggi siamo passibili di salvazione o di condanna e che "venuto è il momento" di scegliere se vogliamo che II Tempo sia degli uomini o sia solo sopravvivenza illusoria in attesa della scomparsa.

NOTE DI REGIA

È inconsueto che delle opere poetiche possano diventare testi teatrali. Con questo non voglio dire che teatro e poesia siano linguaggi difficilmente conciliabili, ma è un dato di fatto che, di solito, le Opere poetiche vengono rappresentate in teatro in forma di letture. Per diventare testo e spettacolo teatrale, le Opere poetiche hanno bisogno di un contenuto forte e di un messaggio conscio ed inconscio che “appartenga” alla vita, alle passioni, ed alle emozioni di singoli individui e della collettività. Serve anche che l’autore/poeta, consapevole o inconsapevole del suo modo di scrivere, sia dotato di quel bene non comune che è l’appartenenza profonda alla Specie a cui appartiene.

Maria Gloria Grifoni, per sua fortuna o per sua disgrazia, trae tutte le sue doti poetiche proprio dalla sua appartenenza all’umanità. Non esiste un suo personaggio poetico che non sia se stesso e, nello stesso tempo, noi tutti. Nel baluginare delle ore umide che vanno ad incontrare la notte, Maria Gloria Grifoni è capace, con quel suo modo di scrivere onirico e materialmente metaforico, di trascendere la realtà per offricene un’altra più vera e, talvolta, molto più dura di quella che ci inventiamo giorno per giorno con la nostra mania di far finta di vivere.

Dal mio impatto con la poesia di questa straordinaria donna che non sa di esserlo, è nato lo spettacolo teatrale “Religioni contro” che è l’adattamento teatrale di tre monologhi poetici che erano stati scritti separatamente e che vivevano benissimo per conto loro. Leggendoli mi è sembrato che Maria Gloria Grifoni li tenesse separati per modestia, come per non correre il rischio di uscire alla “luce del sole” con tutta la forza della sua poesia e dei suoi personaggi.

Comunque, molto meno modesto di lei, mi sono preso la responsabilità di forzarle la mano e di suggerirle di unire i tre monologhi in un’opera teatrale unica. È così che “La ballata del precario”, “Il Canto di Giuda” e “Maddalena”, sono diventati un unico testo ed un unico spettacolo teatrale, “Religioni contro”.

Il titolo, accettato con entusiasmo dall’autrice, non è arbitrario in quanto tutti i contenuti espliciti o metaforici dei tre monologhi stavano a rappresentare qualcosa di a-storico e a-temporale che sicuramente era nelle intenzioni della poetessa. Giuda, precario anche a se stesso, Giuda traditore e Giuda Padre e figlio della colpa e proprio per questo uomo… come donna, terribilmente donna di carne e sangue è Maddalena, così figlia, madre, e amante da poter essere un prototipo di salvazione e di condanna.

Per essere più preciso, la mia comprensione di Maria Gloria Grifoni in questi suoi scritti poetici, era ed è quella che in quell’epoca, agli albori della cristianità, si è operata una cesura fra religione e religiosità, fra giustizia e colpa, fra corpo ed anima, fra divinità ed umanità… ed è strano che sia successo, visto che tutti i personaggi di quella lontana vicenda erano, soprattutto, così straordinariamente umani da rasentare la divinità; così umani da essere esattamente come noi, limitati. Da allora sul Pianeta, ed in particolare in quelle terre d’oriente, le religioni sono contro, a volte sembra perfino che l’essere contro sia più importante della stessa religione d’appartenenza.

Concludendo voglio, per correttezza, rendere esplicito che l’adattamento dei tre monologhi in Opera teatrale unica ha preteso che al testo fossero aggiunte alcune “chiavi di lettura” che permettessero un livello di comprensione che si adattasse più alla forma del testo teatrale, che a quello poetico. Ho cercato di fare questo lavoro con la delicatezza necessaria, ma ciò non toglie che mi dichiaro responsabile dell’inserimento delle chiavi di lettura che ritenevo necessarie. Il fatto che l’Autrice abbia approvato quanto da me inserito nel suo testo, mi tranquillizza solo dal punto di vista formale di una necessità di comprensione nel breve spazio di una rappresentazione teatrale ma, come scrittore io stesso, so che queste intrusioni sono per l’autore comunque pesanti.


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