Ogni anno, la prima domenica di giugno (nel 2009 sarà domenica 14 giugno), Magenta fa un salto indietro nel tempo e torna alla giornata del 4 giugno 1859.
Da dieci anni la Pro Loco e l'Amministrazione Comunale , con la collaborazione della Provincia di Milano e della Regione Lombardia, organizzano la:
1859-2009: 150° ANNIVERSARIO della BATTAGLIA di MAGENTA
RIEVOCAZIONE STORICA IN COSTUME E CON ARMI D'EPOCA
Alla prima edizione, svoltasi nel 1994 ogni anno se ne sono susseguite altre sempre più suggestive come quella nel buio della sera sul ponte del Naviglio a Boffalora.
L'azione, che vede la fedele ricostruzione degli accampamenti dei diversi eserciti e delle fasi salienti del fatto d'arme, è animata da gruppi di rievocazione, provenienti da Piemonte, Lombardia e Veneto e, ad anni alterni, anche compagini che arrivano dalla Francia e dalla Germania. Sono stati ospiti in ricordo dell'intervento dell'Artiglieria Piemontese le "Voloire", le batterie storiche del Reggimento Artiglieria a Cavallo di Milano e il glorioso 3° Reggimento Bersaglieri di Milano eredi del gen. Fanti che chiuse la giornata del 1859.
Nel Parco di Casa Giacobbe, che porta ancora sulla sua facciata i colpi della Battaglia vengono allestiti gli accampamenti Austroungarico e Franco-Piemontese nei quali si svolgono scene di vita militare, dall'addestramento all'accensione dei fuochi di bivacco, dalla preparazione del rancio al pernottamento sotto le tende.
Nella mattinata della domenica i reparti partecipano alle celebrazioni ufficiali con una sfilata sui ponti del Naviglio di Ponte Nuovo e Ponte Vecchio poi alla cerimonia presso il monumento Ossario
Nel pomeriggio per le vie del centro di Magenta, all'ombra degli storici portici i gruppi, rappresentanti i reparti dell'Armata Franco-Sarda e dell'Imperial Regio Esercito Austroungarico danno vita a simulazione degli scontri con l'impiego di oltre cento fucilieri e numerosi cannoni con un effetto realistico di notevole intensità seguito da migliaia di spettatori.
Le celebrazioni della Battaglia di Magenta, che hanno il momento culminante nella rievocazione storica con gruppi provenienti da varie parti d'Europa, sono diventate negli anni un evento atteso che coniuga la storia e la cultura in grado di richiamare migliaia di persone. 'Un evento- ha continuato il sindaco Del Gobbo- animato dal desiderio di rinsaldare la nostra identità nazionale e, soprattutto, quella europea sottolineando le forti radici comuni che uniscono i Popoli che durante il Risorgimento si fronteggiarono; la rievocazione storica viene organizzata con lo scopo di sottolineare i valori della amicizia, della solidarietà e della fratellanza fra popoli'.
Si comincerà giovedì 4 giugno con il concerto sinfonico della Orchestra Città di Magenta dedicato all'Europa che chiuderà la straordinaria Stagione sinfonica 2009, un'edizione speciale dedicata al 150°. Il concerto-evento, "Dai suoni della Battaglia a una musica per l'Europa" - Sinfonia n. 9 di L. van Beethoven, si terrà nella suggestiva cornice della Basilica di San Martino (la seconda per grandezza dopo il Duomo di Milano) edificata con la volontà di riappacificare i popoli che sono stati divisi dalla guerra.
La rievocazione storica della Battaglia si terrà domenica 14 giugno: appuntamento istituzionale che vedrà la partecipazione di più di 300 figuranti in costume risorgimentale ed armi d'epoca.
'Insieme alle più alte Istituzioni come testimoniamo oggi- ha concluso il sindaco-l'Amministrazione comunale è impegnata affinché la ricorrenza del 150° anniversario della Battaglia possa essere un evento con una notevole risonanza per Magenta e per la Regione, nonché per l'intero Paese, come avvenne per il centenario del 1959: allora Magenta ospitò i presidenti Charles De Gaulle e Giovanni Gronchi ed il cardinale Montini, futuro Papa'.
L'assessore Prosperini ha sottolineato la grande collaborazione che si è istaurata negli anni con la città di Magenta e accennato ad un altro degli appuntamenti in serbo per il 150°. 'E' previsto - ha dichiarato – il gemellaggio che sancirà il legame tra il Corpo dei Bersaglieri, che è cittadino onorario di Magenta dal 2004, e la Legione Straniera, Corpo che si è distinto nel 1859 proprio a Magenta; a testimonianza di questo il nome della città è riportato come onore sulla bandiera della Légion'.
'Da Magenta- ha continuato il generale De Milato- è partito il processo di unificazione del nostro Paese: l'esito positivo della Battaglia di Magenta ha infatti aperto le porte alla liberazione di Milano '.
Il programma completo delle celebrazioni del 150° sarà a disposizione nelle prossime settimane sul sito del Comune all'indirizzo www.comunedimagenta.it.
CITTA' DI MAGENTA
Sita in una posizione invidiabile lungo il corso del Naviglio Grande ed all'interno del Parco del Ticino di cui è sede storica, Magenta può vantare sul suo territorio ambienti naturali ed agricoli resi ancora più pregiati dalla presenza di una fitta rete di fontanili ricchi di acque fresche e da un patrimonio forestale che è ormai pressoché scomparso nel resto della Pianura Padana.
Una delle pagine più significative della storia della città è legata al Risorgimento Italiano. A Magenta, il 4 giugno 1859, ebbe luogo una storica Battaglia ricordata come una delle più importanti della storia del nostro Paese per la conquista dell'Indipendenza e per la realizzazione dell'Unità d'Italia. Ogni anno, nel mese di giugno, in occasione delle celebrazioni dell'anniversario, si svolgono il corteo e la rievocazione storica con gruppi in costume risorgimentale ed armi d'epoca provenienti da tutta Europa. Momenti molto sentiti dai Magentini richiamano in città migliaia di persone ed anche autorità istituzionali e rappresentanti dei governi di Francia, Austria ed Ungheria, nazioni coinvolte nella battaglia.
La città è anche famosa nel mondo per Santa Gianna Beretta Molla, esempio di moglie, madre e medico che a Magenta ha vissuto la sua santità testimoniando i valori più profondi della cristianità, la sacralità della vita e l'importanza della famiglia. Santa Gianna, la cui vita esemplare richiama in città molti fedeli da tutto il mondo, è stata canonizzata da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.
Magenta è anche conosciuta come "città della musica". L' "Orchestra Città di Magenta", il "Coro Civico", le tre storiche bande cittadine, la Fanfara dei Bersaglieri "Nino Garavaglia" e la "Maxentia Big Band" sono "espressioni d'eccellenza" stimate ed apprezzate anche al di fuori della città. Grazie al recente restauro, è anche tornato a risplendere il Teatro Lirico, fondato nel 1904, che fa da suggestiva cornice per la "Stagione Musicale", la "Stagione Teatrale" ed il "Festival Jazz", grandi eventi che hanno ormai imposto Magenta come città da cui partono interessanti proposte culturali per tutto il territorio della Provincia di Milano.
Magenta può anche vantare un ricco patrimonio architettonico ed artistico: la Basilica di San Martino con il suo prestigioso Organo Prestinari, le Chiese di Santa Maria Assunta e di San Rocco, Casa Giacobbe, il Teatro Lirico, l'Ossario ai Caduti, il monumento a Mac Mahon.
Città vicina alla grande Milano, alle principali vie di comunicazione tra cui l'aeroporto internazionale di Malpensa ed ad importanti infrastrutture come la nuova Fiera Rho-Pero, Magenta è in grado di offrire ai visitatori le bellezze ambientali e paesaggistiche, i prodotti tipici della Valle del Ticino e i luoghi storici da cui ebbe inizio l'unità d'Italia.
Il Sindaco Dott. Luca Del Gobbo
MAGENTA E LA LIBERAZIONE DI MILANO
Nel luglio 1858 Cavour incontra segretamente Napoleone III° a Plombiéres.
Secondo gli accordi stipulati, la Francia aiuterà il Piemonte in caso di un attacco austriaco e, a guerra vinta, l'Italia dovrà essere divisa in tre regni, organizzati in una confederazione sotto lo presidenza onoraria del Papa.
La cessione di Nizza e della Savoia sarà il prezzo territoriale dell'aiuto francese.
Il l0 dicembre Francia e Piemonte stringono un formale trattato di alleanza.
II l0 gennaio 1859 Vittorio Emanuele Il°, nel discorso di apertura del Parlamento, il cui testo viene concordato tra Cavour e Napoleone III°, afferma: "..Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi..':
Gli echi sono immensi in tutta lo penisola: i Lombardi manifestano il loro entusiasmo, mentre i volontari passano il Ticino per unirsi ai Piemontesi.
II 23 aprile l'Austria invia un ultimatum al Piemonte intimandone il disarmo entro tre giorni. E' l'occasione pazientemente attesa da Cavour per iniziare lo guerra.
Scaduto il tempo previsto, gli Austriaci invadono il Piemonte con l'intenzione di sconfiggere l'esercito sardo prima dell'arrivo dell'alleato.
I Piemontesi ostacolano l'avanzata del maresciallo Ferencz Gyulaj allagando le risaie della Lomellina e del Vercellese; i Francesi, attraverso il Moncenisio e da Genova raggiungono rapidamente il campo di battaglia.
II 20 maggio gli Austriaci sono battuti a Montebello.
Mentre Gyulaj attende con il grosso delle truppe il passaggio del nemico intorno a Piacenza, Napoleone III°lo trae in inganno passando il Po a Casale e spostando velocemente l'armata francese dalla zona di Alessandria a quella di Novara per puntare verso Milano.
Solo dopo le sconfitte subite il 30 e 31 maggio a Vinzaglio e a Palestro il comando austroungarico si accorge del tranello e ordina che il grosso dell'esercito sia spostato, attraverso Vigevano ed Abbiategrasso, dalla Lomellina a Magenta.
Retrocedono stabilendo una linea difensiva tra Naviglio Grande e Ticino; facendo saltare il grande ponte napoleonico di Boffalora, tra Magenta e Trecate, che però resiste ed in parte rimane transitabile.
La notte tra il 2 ed il 3 giugno il genio francese, protetto dall'artiglieria, getta, di fronte a Turbigo, un ponte di barche di 180 metri.
Inizia il passaggio del 2° Corpo d'Armata al comando del gen. Patrice Edme de Mac Mahon che sostiene i primi scontri a Turbigo e Robecchetto.
La mattina del 4 Mac Mahon divide le sue truppe in due colonne dirigendo la 2° Div. Del gen. Espinasse verso Marcallo e la 1° Div: di De La Motterouge verso Boffalora.
Intanto le truppe austriache tardano ad arrivare ed il gen Clam-Gallas dispone le sue forze a triangolo con i vertici a Magenta, Marcallo e Boffalora.
Non appena ode il cannone tuonare Napoleone IIl°, dal suo osservatorio nella torre di S.Martino al Basto, sulla sponda piemontese del Ticino, convinto che l'attacco di Mac Mahon sia in atto, ordina alle truppe in attesa di muoversi verso i ponti sul Naviglio Grande di Boffalora, Ponte Vecchio e Ponte Nuovo.
Gli austriaci fanno saltare i primi due; il ponte della Dogana con quello della Ferrovia, poco più a valle, rimangono così l'unico passaggio per raggiungere la sponda sinistra del canale.
Ma Mac Mahon è fermo in attesa di coordinare i movimenti delle sue colonne ed il 3° Corpo d'Armata francese tarda a giungere, da Novara, sul campo di battaglia.
Comincia, intanto, ad arrivare da Abbiategrasso il grosso delle truppe austriache il cui ingresso in linea rende la situazione critica per i Francesi a tal punto che a Vienna viene inviato un telegramma che annuncia una schiacciante vittoria.
Dopo accaniti combattimenti dall'esito incerto i francesi riescono a passare sul Ponte Nuovo solo quando gli austriaci, minacciati sul fianco destro da Mac Mahon, che ha ripreso l'attacco a Boffalora, si ritirano attestandosi a Magenta.
Nei combattimenti cade il gen. Clér.
La battaglia divampa attorno alla stazione ferroviaria di Magenta; gli austroungarici abbandonano le posizioni e si ritirano nelle case per difendere palmo a palmo il terreno.
Il gen. Espinasse viene colpito nei pressi di Casa Giacobbe, ma la sua colonna e quella di Mac Mahon con una manovra a tenaglia, superano la massicciata della ferrovia ed attaccano il nemico trincerato nel borgo.
Verso sera i Bersaglieri della Div. del gen. Manfredo Fanti e le batterie dell'Artiglieria Piemontese del gen. Durando arrivano a coprire il fianco sinistro alleato e partecipano ai rastrellamenti nell'abitato.
Gyulaj capisce di aver perso la partita e si ritira meditando un contrattacco che non avverrà.
Alla sera del 4 giugno, dopo la vittoriosa battaglia, l'Imperatore Napoleone III° nomina Mac Mahon Maresciallo di Francia e Duca di Magenta.
L'8 giugno 1859, mentre a Melegnano gli Alleati sconfiggono nuovamente gli Imperiali, Napoleone III°, Imperatore di Francia e Vittorio Emanuele II°, Re di Sardegna, entrano vincitori in Milano sfilando sotto l'Arco della Pace, al Sempione.
A Magenta, inizialmente, l'Armata Franco-Sarda mise in campo 58.000 soldati contro i 62.000 dell'lmperial Regio Esercito Austriaco. Le perdite francesi di quella giornata ammontarono a 4.500
unità mentre gli Austriaci ebbero 10.000 uomini fuori combattimento.
La battaglia di Magenta che permise la liberazione di Milano e della Lombardia segnò così l'inizio del cammino verso l'Unità d'Italia
(Note storiche a cura di Pietro Pierrettori per Pro Loco Magenta)
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