2009 04 16 Secondo appuntamento per la rassegna DUE ORGANI IN CONCERTO con Christoph Bossert all'organo

DUE ORGANI IN CONCERTO X edizione
Basilica di Santa Maria della Passione
via Conservatorio 16, Milano
Giovedì 16 aprile 2009, ore 21
Händel, Haydn, Mendelssohn e l'eredità classica
Mendelssohn rilegge Bach
Musiche di Bach e Mendelssohn

Christoph Bossert, organo
PROGRAMMA

Johann Sebastian Bach (1685-1750)                                    
Praeludium in si bemolle maggiore
Gigue in si bemolle maggiore dalla Partita I in si bemolle maggiore della Clavierübung parte I, BWV 825
Toccata in mi minore dalla Partita VI in mi minore della Clavierübung parte I, BWV 830
 
Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847)                                                       
Preludio e Fuga in mi minore op. 35 n. 1
dai "Sei Preludi e Fughe per Pianoforte" op. 35, nella trascrizione organistica di Christoph Bossert 
 
Johann Sebastian Bach (1685-1750)                   
Preludio e Fuga in mi maggiore BWV 878 dal Clavicembalo ben temperato, parte II
 
Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847)     
Preludio e Fuga in fa minore op. 35 n. 5
Preludio e Fuga in si bemolle maggiore op. 35 n. 6
Sonata op. 65 n. 1 in fa minore sopra il corale "Was mein Gott will, das gscheh' allzeit"
Allegro moderato e serioso
Andante Recitativo
Allegro assai vivace 

 
Biglietti d'ingresso:
-posto unico 8 Euro
in vendita all'ingresso della Basilica, 40 minuti prima del concerto
Prevendite (diritto di prevendita Euro 1,80):
Circuito Vivaticket
www.vivaticket.it
 
Direzione Artistica: Edoardo Bellotti e Maurizio Salerno
Coordinamento e comunicazione: Lucia Olivares 
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale, via V. Bellini 2 – 20122 Milano
Tel e fax 02.76317176 e-mail: lacappellamusicale@libero.it - sito
www.lacappellamusicale.com 

La decima edizione della rassegna DUE ORGANI IN CONCERTO è organizzata dall'Associazione Culturale La Cappella Musicale con la collaborazione del Comune di Milano, della Provincia di Milano, della Regione Lombardia, e con il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Banca Popolare di Milano, A2A spa, Ser-Fid Italiana spa, in collaborazione con Amadeus.
In collaborazione con Goethe-Insitut Mailand
Il secondo concerto della decima edizione di Due Organi in Concerto, giovedì 16 aprile alle ore 21, vedrà il ritorno alla Basilica di Santa Maria della Passione di un interprete di assoluto rilievo internazionale, l'organista tedesco Christoph Bossert per un recital che affiancherà pagine organistiche di Johann Sebastian Bach e di Felix Mendelssohn-Bartholdy (inclusi tre dei 6 Preludi e Fughe op. 35 per pianoforte, nella trascrizione organistica dello stesso Bossert), permettendo una rilettura delle grandi pagine del grande maestro attraverso lo sguardo del suo "ricopritore" ottocentesco.
Il programma proposto da Christoph Bossert, infatti, evidenzia alcune linee di continuità tra l'opera di Bach e quella di Mendelssohn, confrontando pagine dell'op. 35 mendelssohniana con brani del "Clavicembalo ben temperato" e delle "Partite" della Parte I della Clavierübung bachiana. Non è difficile all'ascolto individuare analogie tematiche, affinità nel trattamento contrappuntistico e talvolta vere e proprie citazioni nelle quali Mendelssohn "rilegge" le partiture bachiane.

 
La vita di Mendelssohn, se paragonata a quella di musicisti contemporanei, sembra muoversi entro binari piuttosto convenzionali, una vita breve ma assai intensa per i numerosi viaggi che portarono il compositore tedesco in Inghilterra, Svizzera, Francia, Italia e gli diedero l'opportunità di incontrare le più importanti personalità musicali ed artistiche della prima metà del XIX secolo.
All'attività di compositore, pianista, organista e direttore, Mendelssohn affiancò una appassionata ricerca nella musica del passato che lo portò alla riscoperta della figura di Bach, con la celebre riesecuzione della Passione secondo Matteo nel 1829, anche se su una partitura notevolmente rimaneggiata.
L'assidua frequentazione delle partiture bachiane traspare in numerose composizioni, come i Sei Preludi e Fughe op. 35 e i Tre Preludi e Fughe op. 37, questi ultimi scritti espressamente per l'organo, mentre quelli dell'op. 35 recano la scritta "Klavier" che in quegli anni indicava prevalentemente il pianoforte.
L'originale programma proposto da Christoph Bossert intende mettere in evidenza alcune linee di continuità tra l'opera di Bach e quella di Mendelssohn, ponendo a confronto pagine tratte dall'op. 35 mendelssohniana con brani del cosiddetto "Clavicembalo ben temperato" e delle "Partite" raccolte nella Parte prima della Clavierübung bachiana. Non è difficile all'ascolto individuare analogie tematiche, affinità nel trattamento contrappuntistico e talvolta vere e proprie citazioni nelle quali Mendelssohn "rilegge" le partiture bachiane.
È noto come Bach avesse portato al più alto livello di elaborazione la Musica Poetica, teoria del barocco tedesco secondo cui la struttura di una composizione deve avvalersi dei dettami della retorica classica, utilizzando figure, soluzioni armonico-contrappuntistiche ed anche citazioni di corali in funzione del messaggio, intellettuale ed affettivo, da comunicare. Un universo di elementi convenzionali – musicali, filosofici, teologici, simbolici, kabalistici – al quale tutti i compositori tedeschi avevano attinto ma che Bach sembra aver rielaborato in un grande e personale disegno progettuale i cui elementi affiorano in tutta la sua attività compositiva, dai brani giovanili fino alle grandi opere della maturità. Leggendo le partiture di Mendelssohn si ha l'impressione che il giovane musicista avesse in qualche modo intuito questa progettualità bachiana e, affascinato dalla coerenza del linguaggio del Kantor, avesse cercato di riproporlo nelle sue composizioni, sia pur in un nuovo contesto armonico.
Non è questa la sede per un'analisi dettagliata delle partiture, lavoro che Bossert sta svolgendo da diversi anni e che, come spesso ama ripetere lui stesso durante le sue lezioni, lo ha portato a diverse scoperte sorprendenti ed ad accumulare una serie di informazioni e di indizi ancora in fase di elaborazione.
Meglio lasciare che siano le musiche dei due grandi tedeschi a parlare direttamente al nostro spirito: il linguaggio musicale non ha limiti di spazio e di tempo, quello di due giganti come Bach e Mendelssohn non cessa di sorprendere per la sua universalità ed eterna contemporaneità. 
 
     
 

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