Bordighera: Giardini Lowe, Villa Etelinda sulla via Romana
G.Verdi
LA TRAVIATA
Melodramma in tre atti. Musica Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853
Ore 16.30 presentazione dell'opera
Ore 21:00 spettacolo
Personaggi ed interpreti:
Violetta Valéry (soprano) Gabriella Stimola
Flora Bervoix, sua amica (mezzosoprano) Monica Tagliasacchi
Annina, serva di Violetta, (soprano) Camilla Pomilio
Alfredo Germont (tenore) Tiziano Barontini
Giorgio Germont, suo padre (baritono) Domenico Barbieri
Gastone, Visconte di Létorières (tenore) Nicolas Causero
Il barone Douphol (baritono) Francesco Bossi
Il marchese d'Obigny (basso) Emil Abdullaiev
Il dottor Grenvil (basso) Emil Abdullaiev
Barone Douphol Francesco Bossi
Coro Viotti di Vercelli
Orchestra Città di Vigevano
Direttore Andrea Raffanini
Coreografie Livia Ghizzoni
La rappresentazione sarà in onore di Franco Zeffirelli, maestro del ’900 e protagonista mondiale dell’arte, i proventi dello spettacolo verranno destinati alla Fondazione Dessì per la prevenzione delle malattie oncologiche.
SCANDALO TRAVIATA: ORCHESTRA DI VIGEVANO E UNA TRAVIATA TRAVAGLIATA. un tragico racconto da Facebook
L'evento ha avuto un eco nazionale e locale da media vari social e TV
Ebbene si... È uno scandalo. E sapete il perché? Un attimo di pazienza e lo spiegherò come meglio possibile, senza farmi trascinare dalla rabbia o dal nervoso.
Ho avuto l'enorme piacere di essere contattata dall'orchestra Città di Vigevano, gente professionale, colleghi e amici. L'opera? La Traviata, stupendo. Il primo spettacolo lo facciamo al Castello di Vigevano, tutto ottimo.
Secondo spettacolo: siamo invitati a Bordighera (Liguria). Iniziamo a suonare, i patti con l'organizzatrice? Ricevere il compenso entro la fine della prima pausa. L'organizzatrice parla, parla e parla ma non paga. Gli spettatori paganti (30€) iniziano giustamente ad agitarsi, la pausa sta durando un po' troppo... Ma noi musicisti, d'accordo con il Maestro decidiamo, ovviamente e giustamente, di aspettare quanto pattuito. Siamo MUSICISTI, non stiamo giocando, non suoniamo così, tanto per. Il fatto che facciamo, che creiamo qualcosa di oggettivamente bello non significa che lo facciamo per la grazia divina. Quindi... Siamo fermi a metà del secondo atto. La signora in questione sparisce. Iniziano a scaldarsi tutti gli animi, anche i nostri.
Scopriamo che non ci sono soldi, che il comune di Bordighera non ne sapeva assolutamente nulla, che nulla era stato fatto in regola. Insomma... Una truffa, e noi tutti truffati. Parla, piagnucola, ma non si risolve nulla. Chiariamo la situazione ai poveri paganti, qualcuno capisce subito, qualcun altro ha bisogno di altre spiegazioni: sembriamo noi i cattivi.
Insomma... Chiariamo e decidiamo di andarcene, l'autista ci aspetta per tornare a casa: 3 h e mezza, forse 4. E indovinate? L'autista doveva essere pagato dalla stessa gentil signora, alchè decidiamo con le buone ad alto volume di andarla a prendere. Noi dobbiamo tornare a casa, non ne possiamo più. Una volta tutti riuniti inizia la fine, o l'inizio, ormai non capisco più niente, del delirio: chiamiamo la polizia locale, arrivano ed ecco. Associazioni, forse, inesistenti, pagamenti mai effettuati... Ripeto: una truffa bella e buona. L'autista dopo 1 h e mezza decide di denunciarla per conto suo e di farci salire per tornare finalmente tutti a casa.
È stata una traviata molto travagliata e non la dimenticherò mai.
Ma sapete la cosa che mi fa più incazzare quale è?
Ci aveva promesso anche il rinfresco, e indovinate? Non abbiamo visto nemmeno quello...
NON CALA L'ECO DI QUESTA ENNESIMA TRUFFA A CARICO
DI ARTISTI DELLA MUSICA
DI ARTISTI DELLA MUSICA
Tantissimo dispiacere per una situazione sgradevole che ha coinvolto noi artisti ieri sera.
Una truffa, in sostanza.
La cosa che più mi ha delusa è stato scoprire che molte persone nel pubblico non concepissero il fatto che noi eravamo lì per lavorare ed eravamo stati truffati tanto quanto loro.
Qualcuno ci ha intimato di andare fino in fondo perché loro avevano pagato il biglietto.
Alcune persone hanno gridato al maestro direttore che lui era un truffatore (quando invece era vittima come tutti noi) perché lui non stava lavorando.
Non stava lavorando.
Ripeto: non stava lavorando.
Spiacevole anche il comportamento insensibile di alcuni rappresentanti della giunta comunale che ci hanno chiesto di suonare qualcosa tutti assieme per "salutare decorosamente il pubblico".
Allibita, ho risposto con una domanda: " State scherzando, vero?"
Giulia Di Saverio Adriá ha risposto che saremmo volentieri saliti sul palco per salutare il pubblico, ma con la manina....🖐 Dignitosamente.
Non ultimo: quando alla fine la situazione è degenerata con un autista (non retribuito anche lui) che non voleva riportarci a casa, ho chiamato la polizia e i sopra citati rappresentanti comunali si sono volatilizzati. Puff....spariti! Magia...!!!
Il sentimento che prevale sopra ogni cosa è la delusione e il dispiacere per il fatto che l'arte, e i lavori ad esso correlati, non vengano ancora percepiti come lavoro.
Quando andate a sentire un concerto, noi stiamo lavorando.
Quando andate in teatro e assistete ad opere o balletti, noi stiamo lavorando.
Quando ad una serata di gala o ad una cena, una band o un ensemble allieta la vostra permanenza, noi stiamo lavorando.
Abbiamo la fortuna di fare un lavoro che amiamo, di avere il sorriso stampato in faccia alla fine di una performance se il pubblico ha apprezzato. Abbiamo la fortuna di conoscere tantissime persone interessanti e meravigliose. Abbiamo la fortuna di commuoverci mentre suoniamo capolavori meravigliosi della lirica o quando suoniamo con il coro degli Alpini (uno dei concerti in cui ho pianto di più in assoluto, per inciso...)
Ma stiamo lavorando.
Come un medico, come un docente, un infermiere, un operaio. Come un legale, come un impiegato, come un parrucchiere.
E sì: ci pagano.
Studiamo anni e anni e anni in conservatorio. Per il violino gli anni sono 10. Io ho aggiunto il biennio. E un'accademia di perfezionamento. Ed è la norma.
Percorriamo chilometri e chilometri per lavorare, mangiamo in stazione cambiando treno, torniamo a casa ad orari indicibili la notte.
Quando nel weekend le persone con un lavoro "normale" si riposano, noi studiamo. O lavoriamo.
Subiamo situazioni difficili e scomode. Dobbiamo superare sconfitte con noi stessi.
Noi lavoriamo perché c'è un pubblico, questo lo sappiamo. E ciò che possiamo fare è cercare sempre di dare il massimo per chi ci ascolta.
Quindi se la giornata è stata terribile, ma dobbiamo suonare la festa del Brindisi di Traviata, noi lo facciamo. Per il pubblico e perché stiamo lavorando.
Lo facciamo, perché amiamo il nostro lavoro e abbiamo una fortuna immensa.
Per favore, usciamo dal medioevo culturale e iniziamo a dare dignità, valore e importanza ai lavori artistici. Buona lettura ...
RIVIERA24.IT ecco l'articolo
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