Dal 14 al 23 gennaio 2016
LELLO ARENA in
L’AVARO di Molière
con Fabrizio Vona e Francesco Di
Trio
e con Adriana Follieri, Chiara Degani,
Eleonora Tiberia, Fabrizio Bordignon, Enzo Mirone
scene Luigi Ferrigno
costumi Maria Freitas
musiche Paolo Vivaldi
regia Claudio Di Palma
produzione Ente Teatro
Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con
Bon Voyage Produzioni e Civit’Arte Festival di Bagnoregio
ORARI SPETTACOLI
feriali ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30
PREZZI
intero - € 26.50
ridotto over 65 - € 14.00
ridotto
under 25, gruppi, cral, biblioteche - € 16.50
ridotto convenzioni - € 18.00
ridotto gruppi studenti - € 11.50
Dal
14 al 23 gennaio arriva al Teatro Menotti L’Avaro
di Molière interpretato da Lello
Arena, insieme a sette attori di grande talento e diretto da Claudio De Palma.
Quando
ci si appresta a preparare l’ennesimo allestimento di una commedia classica è
sempre lecito porsi una domanda: quale perdurante valore consente ad alcune
scritture teatrali di attraversare i tempi incontrando e provocando in modo
continuo e sempre nuovo l’interesse di pubblico ed artisti? Nel caso specifico
de L’avaro di Molière ci si chiede
anche cosa permetta all’aridità spirituale e materiale di Arpagone di essere
ancora oggi tanto leggibile e fruibile; cosa le abbia consentito di
attraversare con imperturbabile credibilità quelle trasformazioni radicali che
in circa tre secoli hanno caratterizzato la vita pubblica e privata degli
uomini.
È
certo che l’artificio drammaturgico molieriano sia informato di caratteri
espressivi dalla efficacia oggettiva e che questo rappresenti un motivo
fondante e sufficiente che giustifica le riproposizioni. Esiste, però, un altro
valore altrettanto incontrovertibile che fa da contrappunto alla meticolosa
tecnica di punteggiatura teatrale di Molière.
È quello evidenziato e
rappresentato da un mondo intimamente corrotto di straordinaria e persistente
contemporaneità che si articola intorno al vizio capitale dell’avarizia. Un
mondo che Molière anima di complottismi, di ipocrisie, di opportunismi, di
raggiri, di arrivismi, e che abita di fingitori, spreconi, faccendieri,
mediatrici, sensali di fronte ai quali l’avaro Arpagone si erge quasi come
figura consapevole e sinceramente reo-confessa, pervasa, in fondo, da una
profonda onestà intellettuale. Lui è naturalmente complementare a tutti gli
altri, il suo vizio lo conduce ad una solitudine apparentemente compiaciuta e
strafottente, ma che lo costringe a perdere poi quasi più di quanto abbia
cercato di trattenere. È incapace di donare il suo tempo e se stesso,
valuterebbe il dono come una perdita e la perdita è spreco e lui è un economo
conservatore, non può sprecare. È un posseduto dal denaro, accumula ma non
usa, diffida, sospetta, accusa, impone, capitola e subdolamente si riabilita,
la sua insana fragilità lo destina al drammatico succedersi di buffo e tragico.
Una
ritmica recitativa incalzante, mira all’ esasperazione del vertiginoso
virtuosismo teatrale del testo, la ricerca di una riproducibilità di passioni
vere, ancorché viziate, tende a conferire caratteri di ulteriore credibilità
agli stilemi dialogici dell’epoca, la individuazione di uno spazio irreale dove
abbia ragione e luogo la storia ne segnala la temporalità. I personaggi
sembrano addirittura attraversare le epoche (come se la tela si aprisse nel
‘600 e calasse sul 2000) in una successione di stili che si snoda
nell’immutabilità della trama originaria. Intorno un perimetro, quasi museale,
di teche che custodiscono una nutrita e cangiante collezione di sedie (il
collezionismo come altra declinazione dell’avarizia: ossessione del
possedere?). Sedie di epoche diverse, in cui è possibile leggere il segno del
potere, ma anche quello dell’assestamento e, conseguentemente,
dell’impigrimento e della devitalizzazione. Simbolo e segno, insomma, di quella
depressione dissimulata di Arpagone che gioca, combatte e si dimena con
indomito furore e spaesata dabbenaggine contro le maschere della borghesia e
contro i fantasmi della propria psiche.
Con L’Avaro di Moliére prosegue il progetto Protagonisti insieme a Banco Alimentare; è
la prima volta in Italia che un teatro organizza gesti di concreta solidarietà,
invitando il proprio pubblico a donare cibo al Banco Alimentare per le famiglie
più bisognose.
Chi porta al Teatro Menotti giovedì 14,
venerdì 15 e sabato 16 gennaio un prodotto alimentare a lunga conservazione avrà
in cambio un biglietto di ingresso a soli 5 € (80% di sconto) per lo spettacolo.
tel. 02 36592544
Orari di biglietteria
lunedì e mercoledì dalle ore 15,00 alle ore
18,00
martedì, giovedì, venerdì dalle ore 15,00 alle ore 19,00
sabato dalle ore 15,30 alle ore 19,00
domenica dalle ore 15,00 alle ore 17,00 solo
per la vendita della replica pomeridiana
Acquisti online
con carta di credito su www.teatromenotti.org
Nessun commento:
Posta un commento